Il sole di Murzuq
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Info su questo ebook
Fantascienza - racconto lungo (28 pagine) - Seconda guerra mondiale. Un’Italia alternativa, guidata da Italo Balbo, fronteggia la Germania nazista insieme con gli alleati. Un conflitto che sembra ormai perduto, quando, nel deserto libico, accade qualcosa.
Nel deserto libico si accende un sole, e la guerra cambia passo. Con Italo Balbo alla guida dell’Italia e gli sforzi organizzativi – e non solo – del suo più caro amico Marco Michele Rocchetta dipinge a pennellate essenziali il momento chiave di questa timeline alternativa in cui opera un regime fascista ben diverso da quello che conosciamo.
Una narrazione sincopata, affidata al diario del più caro amico del nuovo Duce. Un uomo che si rivelerà strategico per il corso della storia.
Classe 1967, Michele Rocchetta lavora nel mondo delle indagini statistiche, sociali e di mercato. Appassionato di storia militare, modellismo e fantascienza, vive a Bologna. Compare in diverse antologie, tra le quali La Contessa del Campo dei Fiori. Nel 2007 ha vinto il Premio Cosseria con Assalti al cielo, scritto con Manuel Finelli.
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Recensioni su Il sole di Murzuq
1 valutazione1 recensione
- Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Ironico e diverte capriccio letterario che riesce comunque a non cadere nel già visto anche grazie ad uno stile di scrittura brioso
Anteprima del libro
Il sole di Murzuq - Michele Rocchetta
1.
Murzuq, regione del Fezzan, posizionata tra il 25° parallelo Nord e il 13° meridiano Est. Approssimativamente la cosa più vicina al nulla. Un gigantesco bidone di sabbia rovente ampio sessantamila chilometri quadrati e privo nel modo più assoluto di pozzi, sorgenti o punti di ristoro. Un vero inferno. Un luogo evitato anche dalle carovane che per secoli hanno attraversato il Sahara. In altre parole, il posto perfetto. Soprattutto dopo che noi italiani l’abbiamo relegata a insediamento di secondo piano, in favore di Sabha.
Marco ricordava ancora molto bene le parole con le quali aveva descritto Murzuq al Duce, nel 1940. Si erano incontrati nella Sala del Mappamondo, a Palazzo Venezia. Erano rientrati entrambi a Roma. Marco, reduce dalla sua attività ricognitiva. Il Duce, appena tornato dalla seconda trasvolata atlantica, effettuata con Desio, che lo aveva portato sulle coste orientali statunitensi, dove si era riacceso l’entusiasmo delle folle americane.
Dopo i convenevoli erano usciti nei giardini del Palazzo e avevano iniziato a passeggiare, in modo da poter parlare senza rischio di essere ascoltati da orecchie indiscrete. Dopo la breve spiegazione il Duce aveva sorriso, gli aveva dato una energica pacca sulla spalla e gli aveva assegnato il novo compito:
– Marco, amico mio, organizza tutto al meglio con la squadra Nebula. É là che dobbiamo stabilire la nostra base. Avrai ampia possibilità di manovra. Sai che mi fido solo di te.
Lui aveva annuito e, sei mesi dopo, grazie al potere della Squadra Nebula e alla carta bianca di cui poteva disporre per incarico diretto del Duce, si era stabilito approssimativamente tra il 25° Nord e il 13° Est.
Accese una sigaretta lottando contro le forti raffiche del vento del deserto che parevano decise a spegnergli il fiammifero, quindi inclinò la sedia fino ad appoggiare lo schienale contro la parete esterna dell’edificio comunicazioni. Un piccolo portico di lamiera ondulata e due teli fissati in alto e ancorati a terra lo proteggevano dal sole, ma il riverbero lo costringeva a portare lenti scure, quando stava all’esterno, seppure all’ombra.
Tutti quanti preferivano rimanere all’interno della struttura, sotto terra, negli ampi cunicoli e laboratori che costituivano la base sperimentale e Marco non faceva eccezione. Ma oggi aveva deciso di aspettare fuori. Voleva essere il primo a incontrarlo, quando sarebbe arrivato. Si conoscevano da più di venti anni e da sempre avevano stretto un legame particolare, esclusivo.
Marco si era innamorato di quello che sarebbe diventato il Duce fin dai tempi del Caffè Milano, quando lo sentiva discutere animatamente, come era solito fare per via del suo carattere, con massoni, repubblicani, radicali, anarchici e rivoluzionari. Naturalmente non si era mai dichiarato; sapeva