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I Tarocchi - il Vangelo segreto
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E-book320 pagine4 ore

I Tarocchi - il Vangelo segreto

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Info su questo ebook

Nell’iconografia dei Tarocchi è intessuta una complessa struttura cifrata che si fonda su una straordinaria sequenza di enigmatici rebus la cui risoluzione consente di far emergere leggi rigorose e precise. Grazie a queste norme, i simboli degli arcani si trasformano in elementi di un millenario linguaggio in codice, utilizzato per realizzare il più antico e segreto tra i Vangeli, cioè i Tarocchi stessi.
Le immagini, infatti, nell’apparente semplicità di tratti, colori, nomi e numeri, sigillano un ancestrale insegnamento di cui, nel solco della fede cristiana, fu custode colei che la tradizione gnostica riconosce come l’incarnazione della Grande Madre, l’Apostolo degli apostoli: Santa Maria Maddalena.
L’ipotesi che i Tarocchi siano una Scrittura Sacra e Rivelata, per quanto possa apparire sorprendente o inverosimile, risulta perfettamente legittimata da una serie di dimostrazioni logiche e coerenti che, basate sulla struttura cifrata, sono ampiamente illustrate per comprovare questa rivoluzionaria teoria. Gli arcani, inoltre, impiegati come chiavi di decodifica, consentono di penetrare alcuni tra i più grandi e irrisolti misteri della cristianità, senza dubbio destinati a suscitare un interesse aldilà dei confini della specifica materia esaminata. Al contempo, grazie alla progressiva individuazione della vera essenza delle icone, emerge con limpidezza come una delle loro più importanti funzioni sia dar voce alla profonda saggezza sepolta in ciascun essere umano, la voce dell’Anima, che sola può guidare, attraverso nuovi confini di percezione, nella direzione di una piena e assoluta libertà interiore.
LinguaItaliano
Data di uscita5 giu 2015
ISBN9788827226193
I Tarocchi - il Vangelo segreto
Autore

Carlo Bozzelli

Dopo gli studi di medicina veterinaria e la specializzazione in microbiologia, ha approfondito l'indagine, iniziata sin da giovane, della secolare Tradizione dei Tarocchi. Attraverso una ricerca scientifica e filologica condotta tramite la comparazione dei mazzi del passato e lo studio del millenario simbolismo sacro, sta riscoprendo l'antichissima saggezza custodita nelle Icone oggi note come Tarocchi. In qualità di mastro cartaio, ha restaurato e integrato l'originale gioco dell'incisore marsigliese Nicolas Conver, da molti esperti considerato il più importante modello di riferimento. È ideatore e docente dell'Accademia dei Tarocchi e fondatore dell'Associazione Tarologi Italiani. Autore del saggio Il Codice dei Tarocchi (2012), tiene conferenze e seminari in tutta Italia, pubblicando articoli e testi su riviste e portali online.

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    I Tarocchi - il Vangelo segreto - Carlo Bozzelli

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    I TAROCCHI IL VANGELO SEGRETO

    Carlo Bozzelli

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    Copyright

    I TAROCCHI - IL VANGELO SEGRETO

    di Carlo Bozzelli

    ISBN 978-88-272-2619-3

    Prima edizione digitale 2015

    © Copyright 2014 - 2015 by Edizioni Mediterranee

    Via Flaminia, 109 - 00196 Roma

    www.edizionimediterranee.net

    Versione digitale realizzata da Volume Edizioni srl - Roma

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    Ringraziamenti

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    All’epoca dell’università, per racimolare un po’ di denaro e soddisfare con maggior libertà i desideri di un’età tanto esuberante, al pari di molti studenti lavorai per diversi anni in una grande videoteca cittadina. Si tratta di uno dei periodi che oggi ricordo con maggior affetto, sia per la meravigliosa leggerezza del compito, che per l’impareggiabile compagnia dei ragazzi con cui ebbi la fortuna di svolgerlo. Data l’intimità dei rapporti nel tempo stabiliti, si era soliti, dopo la chiusura serale, frequentare qualche caffè ancora aperto, trascorrendo insieme un paio d’ore tra qualche risata, un po’ di musica e tante, tantissime, sconfinate distese di conversazioni. Fu in una di quelle occasioni che Francesco, amico da sempre fratello, mi chiese sornione: Secondo te, osservando esclusivamente il volto di un essere umano, scrutandone i lineamenti e indagandone i tratti, per quale ragione possiamo distinguere un uomo da una donna?.

    Non rammento con precisione la mia reazione ma ricordo che non fui in grado di dare a me stesso, né a lui, una risposta soddisfacente. La questione, connotata da una solo apparente semplicità, mi colpì profondamente, tanto da indurmi a ritornarvi con la mente in più di una circostanza. Per la voglia di pervenire a una qualche conclusione ricavata dalla pratica, e con l’intento di non lasciarmi influenzare dalle valutazioni che testi di fisiognomica o di morfopsicologia avrebbero potuto determinare, vi riflettei in totale autonomia. Tuttavia, la questione aleggiò sospesa senza che nessuno dei due la recuperasse, sino a quando, un paio di anni dopo, pur privo di un pretesto contingente, gli dissi: "Ti ricordi di quella nostra conversazione sulla questione del riconoscimento di un volto? Ci ho pensato molte volte ma, al di là di una risposta che ancora non so dare, mi chiedo perché tutto ciò mi sia rimasto tanto impresso". In ogni caso, da quella volta, non tornammo più sull’argomento che, in un certo senso, scivolò nel più totale oblio.

    Quale significato avrebbe questo racconto, perché parlarne in questo contesto? Indipendentemente dalle considerazioni personali o dalle conclusioni cui in seguito pervenni, che sono qui davvero di poco conto, ciò che allora non potei comprendere e che oggi invece mi riempie di grande commozione è l’osservazione della vicenda da una prospettiva completamente differente. L’episodio in sé, come si può facilmente immaginare, non rivestì particolare importanza per ciò che indagammo ma, quando nel mio spazio interiore si collocò nella sua corretta dimensione, aprì le porte a un orizzonte molto vasto sul senso stesso della mia esistenza.

    Gli eventi della vita, soprattutto quando dispensati dall’abituale, sempre eccessiva, rilevanza loro attribuita dalla personalità di ciascuno, sono le meravigliose istruzioni che segnano il passo del nostro cammino. Al pari di una matassa che si dipana srotolandosi se si afferra il giusto capo, ripercorrendo a ritroso il filo di quanto vissuto, che nell’attimo in cui si manifesta quasi mai appare evidente, si schiude la straordinaria perfezione di una trama dapprima invisibile ma che nel tempo, progressivamente, si svela.

    Come immaginare, infatti, che una domanda posta a venticinque anni dal più caro tra gli amici si sarebbe trasformata in uno dei momenti più rilevanti di tutto il mio peregrinare? Il ricordo della conversazione, come un perfetto meccanismo a orologeria, deflagrò nella mia mente esattamente nel momento più opportuno. L’immagine, come un fuoco, mi balzò agli occhi proprio mentre mi trovavo dinanzi alla tomba posta nella splendida e poco nota cripta merovingia dell’abbazia di Jouarre, nel Nord della Francia, traguardo fondamentale delle mie ricerche. Lì, al cospetto della straordinaria scultura dell’androgino tetramorfo, compresi in un istante ciò che non avrei mai potuto, in alcun modo, afferrare prima.

    Quando, poco più che ventenne, iniziai lo studio dei Tarocchi leggendo qualche libro in maniera autodidatta, mi ci volle molto tempo prima di poter accedere alla memoria di quei primi bagliori che, sin da bambino, mi avevano incuriosito rispetto a questo insolito argomento. Eppure, il collegamento, una volta reso evidente, produsse sulla mia coscienza un effetto prorompente, generando quell’espansione necessaria per adempiere, con ferma determinazione, l’attuale compito. A Jouarre, invece, il tempo di reazione fu immediato, indubitabile e, come una sorta di illuminazione, dal quel giorno mi rischiara come un faro.

    È oggi esplicito per me che ogni essere, ogni uomo incontrato, ogni individuo con cui si condivide anche la più piccola esperienza siano in realtà l’occasione per ascoltare la voce di un Maestro. Sono straordinariamente grato per l’incredibile quantità di insegnanti che mi stanno accompagnando lungo il percorso: a tutti costoro porgo il mio più sentito e sincero ringraziamento. In particolare, vorrei ringraziare Francesco, per il suo affetto profondo. Vorrei onorare Sara, insostituibile compagna, amica, sorella. Desidero ringraziare Philippe, mastro cartaio marsigliese, per gli insegnamenti ricevuti che mi hanno dato modo di crescere e conseguire più vaste visioni. Esprimo tutta la mia gratitudine a Ilaria, per la sua eccezionale e costante amorevolezza. Ringrazio Anna e Angelo, colonne concrete e meravigliose, sempre premurosamente presenti. Grazie a Valentina per la dolce pazienza, il talento e la creatività. Grazie a Mirella, guida straordinaria le cui intuizioni sono state fondamentali. Grazie a Luca, Edoardo, Bruna e Marina la cui vicinanza e il cui sostegno sono stati preziosi e unici, e senza i quali non avrei conseguito certe comprensioni proposte in questo studio.

    Grazie a ogni singolo partecipante dei miei seminari che, con la sua benevola presenza, stimola in me la necessità di indagare sempre nuove domande. Grazie, infine, a Te, Madre, che con il Tuo spirito, senza sosta, mi orienti, mi conduci, quotidianamente mi accompagni lungo la Via.

    Carlo Bozzelli

    1. I Tarocchi

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    Buio nelle tenebre. L’ingresso a tutta la comprensione.

    Lao Tsu

    I Tarocchi sono un insieme di settantotto carte figurate definite Arcani. Nel corso degli ultimi secoli il loro significato sembra essersi smarrito e, con esso, anche la loro origine. La grande abbondanza di testi scritti sull’argomento, caratterizzati da ipotesi diverse e spesso divergenti tra loro, è rivelatrice della profonda incertezza che avvolge queste icone. Da sempre accademici, artisti, studiosi o semplici appassionati hanno proposto le proprie tesi, talvolta suffragandole con dati e fatti storici, talvolta elaborandole grazie a deduzioni estrapolate dalle più diverse discipline (l’astro­logia, le religioni, la cabala, la numerologia ecc.). In questo modo i Tarocchi sono divenuti oggetto di teorie e proiezioni d’ogni genere, dalle più serie alle più bizzarre, asservendo una moltitudine di sistemi dottrinali che li hanno completamente trasfigurati. Nell’epoca attuale, per esempio, sono per lo più considerati un gioco di carte da impiegare per la divinazione, cioè uno strumento per leggere passato, presente e futuro di chi li interroga. La loro pratica è avversata, considerata priva di fondamenta e, non sempre a torto, giudicata questione adatta a maghi e fattucchiere, cioè ciarlatani.

    In un contesto così compromesso e delicato, i più recenti studi hanno contribuito a riportare nuova luce su quanto era stato sepolto dall’oblio e dal tempo, rivelando che le chiavi di comprensione dei Tarocchi sono state celate, preservate e tramandate per salvaguardare la conoscenza in essi contenuta. Diversamente da quanto ipotizzato da generazioni di ricercatori, infatti, l’accesso a questo sapere è reso possibile dalla presenza di un sistema di codifica che rende comprensibile la vera essenza di queste icone. Gli esperti, che non ne immaginavano l’esistenza, non avendolo individuato hanno creduto, impropriamente, di poter dedurre l’insegnamento custodito nei Tarocchi mediante l’ausilio di dottrine esterne e indipendenti. In realtà, i Tarocchi possono essere svelati solo accettando due presupposti concernenti la loro intima natura:

    1) L’esistenza di migliaia di enigmi, che possiamo definire codici, creati dalle combinazioni dei tratti, dei nomi e dei numeri delle carte

    2) L’esistenza di meccanismi di codifica, le leggi, indispensabili sia per risolvere tali enigmi che per dissigillare il contenuto simbolico complessivo

    I codici e le leggi, nell’insieme definibili una struttura cifrata, sono fattori regolatori che consentono di comprendere l’origine, il funzionamento, il significato o, piuttosto, la pluralità di significati, nonché il corretto metodo d’impiegare i Tarocchi. Gli Arcani, infatti, non sono semplicemente quanto da molti teorizzato. Innanzitutto, non sono un mero gioco ideato per il divertimento di un duca rinascimentale, come dichiarano le moderne teorie storiografiche. L’affermazione secondo cui il più antico mazzo oggi conosciuto, il gioco dei Visconti (dal nome della famiglia milanese che ne avrebbe commissionata la creazione in epoca rinascimentale), debba essere considerato l’antenato di tutti i Tarocchi è del tutto priva di qualunque certezza e si basa esclusivamente sul fatto che queste carte sono, a oggi, le più antiche conosciute. Purtroppo, questa supposizione nel corso del tempo è stata, ed è, ripetuta dagli esperti in maniera ossessiva, finendo col diventare una tesi accettata e confermata. Tuttavia, a causa della carenza di dati certi e confermati, sarebbe più avveduto considerarla niente più che una semplice ipotesi. Anche l’analisi condotta in un’ottica prevalentemente psicologica, indagine sviluppata sin dalla seconda metà del secolo scorso, ne limita largamente l’autentica portata. Se è vero, infatti, che queste immagini sono archetipi, cioè modelli universali e ancestrali che descrivono le funzioni che si esprimono in ciascuno di noi (e per questo possono essere considerati rappresentativi di ciò che siamo, sentiamo e pensiamo nel profondo), è altrettanto vero che questa definizione, spesso abusata, non ne esaurisce tutte le straordinarie potenzialità che oltrepassano ampiamente tali sfere psicologiche.

    I Tarocchi non sono nemmeno lo strumento divinatorio del cartomante, come ritiene la maggioranza degli appassionati o dei curiosi. Peraltro, anche volendo adoperarli in quest’ambito, per evitarne un uso ispirato dalla fantasia o basato su false proiezioni, è comunque indispensabile conoscerne i reali principi regolatori, cioè i codici e le leggi. Difatti, scorrendo la sterminata bibliografia ed esaminando le diverse forme di utilizzo, ci s’imbatte in una miriade di sistemi fondati su norme assai diverse e contraddittorie le cui origini, formulate attraverso deduzioni arbitrarie e individuali, affondano nella consuetudine popolare o nella soggettività di questo o quell’autore. In particolar modo questi ultimi, nel corso dei secoli, hanno sviluppato modelli imperniati su intuizioni personali, senza avvalersi del canone preciso ricavabile dalla struttura cifrata interna presente nei Tarocchi. Al di là della possibile efficacia di alcuni di questi approcci, tale consuetudine rende l’uso delle icone dipendente dall’abilità specifica dell’operatore e non è esercitabile da tutti allo stesso modo, in quanto è priva di principi fondati su criteri oggettivi. Al contrario, la presenza dei codici e delle leggi consente un impiego fruibile da chiunque e la lettura si trasforma nella traduzione di messaggi chiari, imparziali e ben definiti che non risultano determinati dall’arbitrarietà di colui che la pratica. Tali comunicazioni si manifestano attraverso vere e proprie proposizioni linguistiche che l’operatore, letteralmente, legge e trasmette all’interlocutore, divenendo così solo un traduttore di ciò che i Tarocchi stessi desiderano esprimere.

    I codici e le leggi, cioè la struttura cifrata, scaturiscono da procedimenti logici, identificabili e ripetibili. Grazie alla loro presenza è possibile impiegare il simbolismo dei Tarocchi in maniera obiettiva e senza la necessità di possedere facoltà fuori dall’ordinario. Queste immagini, non esigendo una particolare sensitività, divengono accessibili a tutti e, grazie a quest’uso razionale e rigoroso, si trasformano in un mezzo che consente lo sviluppo della propria interiorità e della relativa espansione di coscienza. Il sistema di codifica, difatti, è una sorta di bussola d’orientamento che rende possibile gli utilizzi teorico e pratico dei Tarocchi in forma descrivibile come scientifica. Pertanto, questi simboli, in quella che è stata definita una nuova disciplina, la tarologia, consentono un approccio totalmente diverso da quello approssimativo e soggettivo proprio della cartomanzia. Oltre a consentire questa modalità, i codici e le leggi illuminano anche quegli aspetti teoretici che, giudicati da sempre inaccessibili, non sono mai stati approfonditi in maniera convinta. Gli studiosi, difatti, non avendo trovato risposte indubitabili per la mancanza di solide basi fondanti, hanno creduto non fosse possibile identificare né la genesi né le vere funzioni dei Tarocchi. Così, si sono contentati d’indagare solo la presunta funzione divinatoria o il senso simbolico che, senza essere ancorati alla struttura cifrata da loro ignorata, sono stati ricavati in maniera insufficiente dal confronto con altre conoscenze tradizionali. In tal modo non è stato possibile cogliere che queste icone sono un’autentica Intelligenza metafisica che consente all’individuo di sperimentare una saggezza che lo istruisce tanto su questioni materiali e quotidiane quanto su temi esistenziali e spirituali. Questo ampliamento di coscienza si manifesta nel corso di un cammino iniziatico che offre la possibilità, a chiunque ne avverta lo stimolo interiore, di avanzare verso la piena realizzazione e il contatto con il proprio Sé superiore, la propria Anima, vera fonte di tale sapienza. Inoltre, gli esperti non hanno colto che i Tarocchi, essi stessi uno dei più grandi enigmi della storia umana, in maniera solo apparentemente paradossale adempiono al compito di rivelare certi misteri. Gli Arcani, difatti, possono essere impiegati come un raffinato apparato di decodifica e si trasformano in chiavi d’interpretazione straordinarie per decifrare antichi testi sacri, Scritture rivelate e messaggi tradizionali tramandati in forma occulta. La struttura di codici e leggi da cui sono disciplinati, che affronteremo più avanti nel dettaglio, veste il ruolo di una specie di cifrario e restituisce ai Tarocchi la loro legittima identità, liberandoli al contempo dall’indegna reputazione ingiustamente acquisita nel corso degli ultimi secoli.

    Alla luce di queste considerazioni, dobbiamo comunque precisare che l’obiettivo del presente trattato non è illustrare il mero uso pratico di queste arcaiche figure. Lo scopo principale, mediante la descritta possibilità di decodifica, è mostrare la loro origine nonché la relazione con la tradizione cristiana dei primordi e certe fondamentali figure a essa legate, indagando in tal modo il loro senso più autentico e occulto. Tutto ciò sarà affrontato sia grazie a una disamina di alcuni nessi cifrati connessi alla genesi delle icone, che attraverso lo studio di un caso particolare esterno a esse, quello di un monumento funerario, che apporterà un significativo contributo. L’analisi dei Tarocchi condotta in questo modo che, nel suo genere, può essere considerata inconsueta se non unica, può aprire lo spirito a un orizzonte molto vasto e a riflessioni inattese. Per descrivere le fondamenta di questa ricerca, indicheremo quei principi dei Tarocchi essenziali alla comprensione dei ragionamenti proposti. In ogni caso, anche a causa della vastità e della complessità della materia, ci limiteremo solo a certe valutazioni, circoscrivendo l’indagine a ciò che sarà indispensabile per argomentare e illustrare quanto via via esposto.

    2. Un linguaggio sacro

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    Chiedo come un folle che non conosce il suo spirito:

    dove sono le tracce nascoste lasciate dagli Dei?

    Rig Veda I, 164, 5ab

    Abbiamo già anticipato che la matrice cifrata dei Tarocchi è basata su codici, cioè su enigmi creati dalla combinazione dei tratti grafici, delle lettere e dei numeri, dalla cui risoluzione emergono precise leggi. Contestualmente, tutto ciò che in essi è raffigurato è un simbolo. Quest’ultimo, nelle discipline esoteriche, svolge un ruolo d’intermediazione tra l’uomo e il divino perché offre la possibilità di accedere a una realtà superiore non descrivibile attraverso la parola, scritta o parlata che sia. Come attesta la sua stessa etimologia, dal greco symballo che esprime il senso del mettere insieme, il simbolo sintetizza una pluralità di significati posti su differenti piani la cui comprensione deriva dal grado di evoluzione della coscienza di chi osserva. I simboli possono essere immagini

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