Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Badante: Il Primo manuale per Famiglie e Badanti
Badante: Il Primo manuale per Famiglie e Badanti
Badante: Il Primo manuale per Famiglie e Badanti
E-book230 pagine2 ore

Badante: Il Primo manuale per Famiglie e Badanti

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Arriva un momento, a volte, in cui bisogna scegliere di affidare i propri cari anziani a qualcuno che possa averne cura in modo “professionale”.

Le scelte non sono molte: strutture o badanti, che siano a ore, a chiamata o, soprattutto, conviventi.

Che fare, dunque? Come trovare la persona migliore, la più affidabile e adatta al proprio caro?

E, allo stesso tempo, come può una badante trovare una famiglia onesta, rispettosa e come tutelarsi a livello legale e sociale?

E quando è invece doveroso scegliere la struttura, per il bene dello stesso anziano?

Questo manuale, il primo nel suo genere, esplora le problematiche di entrambe le parti, rispondendo alle domande più e meno comuni, permettendo a famiglie e badanti un incontro proficuo e trasparente per tutti.
LinguaItaliano
Data di uscita20 gen 2023
ISBN9791254891322
Badante: Il Primo manuale per Famiglie e Badanti

Correlato a Badante

Ebook correlati

Articoli correlati

Recensioni su Badante

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Badante - Ambra Terramara

    Introduzione: La figura della badante

    Nella società odierna sta assumendo un ruolo sempre più importante, quasi fondamentale, la figura della badante, soprattutto riferita all’anziano.

    In un tempo non tanto distante da noi una figura simile era rara, quasi sconosciuta e i propri familiari erano gestiti da figli o parenti, quando non venivano trasferiti in Case di Riposo.

    Questo, oggi, non è più possibile: la durata della vita si allunga ma, ahimè, non sempre felicemente come si vorrebbe. Gli anziani sono più numerosi, ma nessun membro della famiglia può permettersi di non lavorare e restare ad assistere il congiunto.

    Ci si trova così a dover prendere la decisione di assumere una badante che abbia cura del proprio anziano al posto della famiglia.

    Questo libro vuole essere una guida per le famiglie per destreggiarsi nel mondo dell’assistenza domiciliare e, allo stesso tempo, un aiuto alle badanti per proporsi nel modo migliore e a trovare la famiglia più adatta a ognuno.

    Un manuale, insomma, per incontrarsi tra famiglia e lavoratrice.

    Verranno così sfatate alcune credenze così da restituire alle lavoratrici un profilo chiaro e professionale in una giungla di nozioni confuse.

    In primo luogo, per quanto questo volume sia basato sulla figura della badante, essendo la grande maggioranza di questa figura composta da donne, non significa che non esistano i badanti. Ci sono, pur se in numero minore, sono bravi e affidabili quanto le colleghe donne e questo è un punto da tener sempre presente, che è bene segnalare per rendere giustizia ai lavoratori del settore.

    In generale, però, come dicevamo, la badante è donna e, nella gran parte dei casi, straniera.

    Arriva in Italia alla ricerca di un lavoro e si cala in questo ruolo sia perché è un settore in crescita, sia perché, con buona volontà e disponibilità, non richiede formazioni o competenze troppo specifiche. Si tratta, per molte di queste persone, di un modo veloce di trovare una sistemazione e una paga dignitosa.

    Purtroppo, appunto, non sempre la questione è così semplice e lineare: brutte esperienze si contano ogni giorno da entrambe le parti. La badante sfruttata e sottopagata o l’anziano maltrattato o trascurato riempiono le nostre cronache e spargono timori nell’una e nell’altra parte.

    Non è possibile garantire che questa guida sia in grado di cancellare per magia le brutte esperienze, come è logico, ma sarà l’impegno a mettere nelle mani di figli, nipoti o fratelli dell’anziano e a lavoratrici in cerca di un anziano da accudire, un prontuario valido da consultare a ogni problema possa sorgere, da consultare in ogni occasione.

    PRIMA PARTE

    Alla Ricerca della Badante

    Arriva, molte volte, il momento in cui il proprio caro non è più in grado di gestire da solo la propria vita. Spesso è semplicemente perché ha problemi di equilibrio e si ha paura che possa cadere, a volte si è dimenticato un paio di volte il gas acceso e non ci si può permettere che succeda di nuovo, altre volte si tratta di cose più gravi.

    In ogni caso… se non è possibile per i figli o parenti prenderlo a vivere con loro, oppure se non vuole lasciare la sua casa, bisogna decidersi ad assumere una badante.

    Per anni i familiari hanno visto amici o colleghi assumere badanti, parlane, a volte bene, a volte meno, li hanno visti affidare la mamma, il papà, uno zio a questa misteriosa figura e ora tocca a loro.

    E come di deve fare?

    A chi ci si rivolge?

    Al collega, che racconta come la badante di fiducia sia eccezionale? Agli annunci sui giornali o magari sui social? E come deve essere, questa badante?

    Chi è, esattamente?

    Ebbene, attenzione: prima di tutto bisogna capire che la badante è un lavoratore, non un missionario, né un figlio/figlia supplente.

    A lei interessa lavorare e portare a casa la pagnotta e, a parte alcune eccezioni, non proverà alcun trasporto per il nostro congiunto, soprattutto all’inizio del rapporto di lavoro.

    Se ne occuperà, perché è lì per questo, lo aiuterà a vestirsi, chiacchiererà con lui, lo accompagnerà nella passeggiata e, se è una brava persona, lo tratterà gentilmente, ma questo, per lei, non sarà altro che lavoro.

    Può cambiare, questa situazione?

    Può, si vedrà andando avanti, ma bisogna tener conto prima di tutto di questo: al posto di badante potremmo mettere la parola idraulico, insegnante, commesso e sarebbe la stessa cosa. Un lavoratore, una lavoratrice, nella maggior parte dei casi, che svolgerà il suo servizio a casa dell’anziano.

    Quindi, si proceda con ordine iniziando la nostra avventura alla ricerca della badante ideale, tenendo conto che… l’ideale non è lo stesso per tutti.

    L’anziano e la società attuale

    Un tempo, neppure troppo lontano, essere vecchi non rappresentava né una vergogna, né un peso.

    L’anziano non era un vecchio bacucco, un rimbambito da trattare come un ammalato, né uno scarto sociale.

    Era, al contrario, un saggio, qualcuno cui rivolgersi per avere sostegno nei momenti difficili, un consiglio, una conoscenza in più, dall’alto di una grande esperienza.

    Ancora oggi, nelle società indigene di ogni parte del mondo, Anziano, scritto maiuscolo, è indice proprio di valore, di conoscenza, di saggezza.

    Ma in questa società, che mi guardo bene dal definire civile, l’anziano è… il vecchietto che non so dove mettere, quello pieno di acciacchi, che fa un po’ paura, perché potrebbe essere svampito, perso in un mondo di vacuità.

    Tempo fa una signora raccontò, con molta rabbia, che suo padre era stato trattato in modo vergognoso da una operatrice di call center che, avendo chiamato per un’intervista, nel sentire che suo padre aveva settantatré anni (settantatré, non centoventi!), aveva iniziato a chiedergli se fosse in grado di rispondere autonomamente a un’intervista, se fosse in grado di intendere e di volere.

    Scandaloso, non è vero? Eppure, che si creda o no, molto comune, come comune è vedere persone che si rivolgono a un anziano urlando, perché convinti che altrimenti non capisca, per stupidità o sordità.

    Ebbene, signori, la vecchiaia non è una malattia!

    Su, ancora una volta: la vecchiaia non è una malattia!

    La società in cui viviamo oggi, che ha innalzato velocità e produttività a principi fondamentali e irrinunciabili, ha relegato la figura dell’anziano in un angolo, in ombra, orfano del suo posto di primo piano.

    L’esperienza sviluppata nel corso di una vita, che un tempo gli avrebbe portato prestigio sociale e familiare uniti a un senso di utilità, di gratificazione, è oggi di scarso o nessun interesse.

    Questo cambiamento radicale, ovviamente, non è stato senza conseguenze: la percezione di inutilità sociale genera nelle persone in età senile un aumento verticale di stress e depressione, con conseguente somatizzazione di questi stati negativi.

    La solitudine è poi una grande piaga sociale, dovuta al cambiamento nella struttura della famiglia: un tempo nella stessa abitazione convivevano più generazioni, in un regime di collaborazione e supporto reciproci, mentre oggi procediamo a passo svelto verso una frammentazione del nucleo familiare, con le persone di terza età frequentemente abbandonate a vivere da sole, in case fatiscenti, senza scambiare una parola con anima viva per l’intera giornata, che si ripete giorno dopo giorno sempre uguale, oppure parcheggiate in strutture inefficienti, incapaci di trasmettere il calore di cui ogni essere umano ha bisogno.

    Se già negli anni ’80 del secolo scorso, alcuni film di fantascienza mostravano una società nella quale gli anziani (spesso pochissimo anziani, secondo i nostri canoni) venivano congedati, riciclati o, nel caso di Soylent Green, del ‘73, trasformati in gallette, non molto tempo fa alcuni politici si sono ripetutamente espressi sull’inutilità delle persone anziane, ritenute non produttive, e del loro costo sociale, dovuto a pensioni e terapie di diverso genere.

    Questo è un grande male sociale, una trasformazione che, forse, non si è in grado di fermare, non in tempi brevi, ma cui ci si può sicuramente opporre, restituendo ai nostri anziani il massimo del valore e tutte le attenzioni che siamo in grado di donare.

    Una badante per mantenersi giovani

    Così, riprendendo il capitolo precedente, quando si è impossibilitati a dare agli anziani tutta l’attenzione e il tempo possibili, non resta che delegare, quantomeno il fattore tempo, a una buona badante, come già detto.

    Si è fatto cenno alla somatizzazione di diversi stati collegati alla situazione odierna dell’anziano, soprattutto nelle grandi città, dove il senso di solitudine, l’essere di peso alla famiglia, il sentirsi inutili, aumenta depressione e lo scatenarsi, o il peggioramento, di malattie degenerative autoimmuni (si pensi all’artrosi deformante o alla degenerazione ossea di diverso tipo).

    Il nostro corpo non può fare a meno di invecchiare, almeno su questo pianeta e, che piaccia o no, prima o dopo comincerà a mostrare segni di invecchiamento e degenerazione cellulare, conducendo verso il termine naturale della vita terrena.

    Se questo fatto non è, alle conoscenze attuali, evitabile, è però possibile contrastarne gli effetti in modo efficace con delle attenzioni e un certo tipo di vita: attività fisica e mentale, apprendimento, anche un certo stato ludico, presenza di persone attente con cui confrontarsi, sono esempi di un mantenimento della salute e contrasto dell’invecchiamento.

    Se la parte affettiva non può essere delegata, anzi! Una bella fetta di questa azione antinvecchiamento, può venire proprio dalla presenza di una buona badante: portare l’assistito a camminare, magari facendogli raccontare aneddoti della sua vita, raccontandogli di sé, condividendo la sua e la propria storia, sono di per sé attività benefiche per la salute.

    Da solo l’anziano può non aver voglia di fare movimento o si limiterà a una passeggiatina dal panettiere o il giro del quartiere, ma se interviene una buona motivazione, quale una persona che lo affianchi e lo spinga a superare ogni giorno i suoi limiti (arriviamo fino al semaforo, arriviamo fino a quella panchina, oggi arriviamo davanti alla chiesa ecc), produrranno effetti positivi su muscoli, cartilagini e ossigeneranno i tessuti, portando aria anche a livello cerebrale.

    Si consideri poi la presenza di qualcuno che faccia leggere l’anziano, magari ad alta voce, anche se solo per una notizia o il paragrafo di un libro ogni giorno e si potrà vedere come già il senso di valore di sé, il sentirsi vivi e importanti aumenti piuttosto rapidamente.

    La chiacchierata, quindi, il passeggio, un po’ di lettura, possono poi portare, perché no, a giochi di carte (no, non a soldi!), giochi da tavolo o di concentrazione, sono tutte attività che agiscono sia sullo stato psicologico che fisico.

    L’anziano, più sereno, dormirà sicuramente meglio, sarà più riposato e con più appetito, guadagnando rapidamente parecchi punti in benessere.

    Mi serve una badante, ma…

    Arriva il momento in cui ci si siede attorno a un tavolo e si deve prendere una decisione: accogliere l’anziano, non più autosufficiente, in casa propria, cosa che provocherà la perdita del lavoro per uno dei membri della famiglia, metterlo in una struttura, dove sia assistito ventiquattro ore su ventiquattro, oppure trovare una badante.

    In alcuni casi si tratterà di una persona alcune ore al giorno, ma nella maggioranza dei casi, la badante sarà convivente con l’assistito.

    Ed ecco che iniziano i dubbi, ci si trova ad ascoltare mille consigli e voci da ogni parte, con il risultato di creare ancora più confusione nei familiari.

    Vediamo come sia possibile districarsi in questo ginepraio, allora.

    La figura del/della badante è per la massima parte figura femminile e, di queste, la quasi totalità è straniera.

    Quindi, cosa si deve fare, cosa si deve sapere, prima di tutto, per selezionare una persona davvero adatta

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1