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Viaggio tra l'inglese e l'italiano. The verbs and beyond
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E-book690 pagine8 ore

Viaggio tra l'inglese e l'italiano. The verbs and beyond

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Viaggio tra l'inglese e l'italiano. The verbs and beyond
LinguaItaliano
Data di uscita20 mar 2023
ISBN9791221453850
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    Anteprima del libro

    Viaggio tra l'inglese e l'italiano. The verbs and beyond - Ken Dee Smith

    IL VERBO

    Nisciuna pausa può essere concessa in questa sempre più delirante corsa che si nutre di verbi all’infinito: nascere, mangiare, studiare, scop.. re, produrre, zappingare, accattare, vendere, cac.. re e morire. (L’odore della notte, Il Commissario Montalbano, di Andrea Camilleri)

    Una Premessa: ‘La paesaggistica del verbo è fatta dalle immagini degli eventi che si voglia presentare.…dalle immagini che presenta il verbo reggente in un determinato frangente, giacché sono proprio le immagini a determinare le forme e le espressioni del verbo in quel frangente …sono le immagini. Immagini che diventano una sorta di bacchetta magica che per magia ed incanto schiude e svela quasi tutto l’intero operato del verbo.’

    Premessa

    Dunque imparare l’Inglese può essere come guardarsi un gran bel film, specialmente per quanto riguardano i verbi, siccome le azioni dei verbi di riflesso presentano delle immagini, le quali rispecchiano a loro volta gli eventi espressi dal verbo. Praticamente per intendersi ed esprimersi bene vi è da capire dapprima il tipo d’immagine che vi sia in mente, oppure che si veda o si creda di vedere. Poi si pensi a quale sia la struttura più indicata a presentare quel tipo d’immagine. Ed infine si pensi a collocare la detta struttura nel presente, passato o futuro a seconda delle esigenze proprie.

    Quindi l’intesa, il valzer, comincia effettivamente dall’immagine, ossia dall’aspetto verbale, che si voglia presentare dell’evento espresso dal verbo, al di là di un riferimento temporale specifico. Un percorso, itinerario o iter che ha come finalità di collocare l’immagine giusta di un evento espresso dal verbo mediante la struttura giusta nel tempo verbale giusto, cioè nel verb tense giusto.

    Allora si dia il caso che in ogni dato momento o frangente di tempo il verbo è capace di presentare o proiettare quattro principali tipi di immagini virtuali degli eventi, praticamente le immagini di sé in azione, dette aspetti verbali, le quali a loro volta richiederanno quattro diversi tipi di strutture verbali corrispettive per esprimersi. E poi questi diversi tipi di strutture verbali corrispettive determineranno o porteranno a delle funzioni verbali o grammaticali ben distinte, sempre in base alle strutture verbali e alle immagini effettive associatevi. Praticamente l’attuazione o l’attività del verbo implica sempre un processo, e quindi poter capire e stabilire la fase o il momento d’attuazione in cui effettivamente si trova il verbo in un determinato frangente di tempo aiuta molto a risalire direttamente alla struttura verbale corrispondente, e adatta ad esprimere l’evento in quel contesto preciso, ed anche a intuire di conseguenza le funzioni che tali strutture svolgeranno, sempre in base alle rispettive immagini. Tale approccio rende alquanto più facile l’intesa di come si adoperano i verbi in Inglese. Quindi in sintesi avviene il seguente ;

    1. Se in un dato momento o periodo mentalmente o realmente si immagina o si vede l’evento espresso dal verbo in una fase statica, ferma e attuata, cioè nella quale non si muove affatto, ossia è fisso, si dice che l’immagine, ossia l’aspetto, che evoca è semplice, simple aspect, e per esprimerla serve una struttura verbale altrettanto semplice, simple, la quale il più delle volte corrisponde a una struttura verbale da parola singola. Quindi in teoria struttura semplice significa parola singola, la quale d’istinto riflette un’immagine ferma, statica e attuata dell’evento. Per es. I love you. = Ti amo. – Evento che si presenta completo e preciso, da fermo immagine nello stesso preciso momento di parlare o periodo di riferimento.

    2. Se in un dato momento o periodo si immagina o si vede l’evento espresso dal verbo in una fase in via di svolgimento, ossia è dinamico o durativo, si dice che l’immagine, cioè l’aspetto, è progressiva, progressive aspect, e serve subito una struttura verbale altrettanto progressiva, progressive, per esprimerla, la quale corrisponde alla struttura to be + verb+ing. Per es. We are learning English. = Stiamo imparando l’Inglese. – Evento che si presenta dinamico e in evoluzione nello stesso preciso momento di parlare o periodo di riferimento.

    3. Se si immagina o si vede l’evento espresso dal verbo in una fase di perfezionamento, di compiutezza o compimento, tesa tra due momenti o tempi, precisamente che si compie, si completa, nello spazio tra due momenti o tempi, si dice che l’immagine, ossia l’aspetto, è perfettiva, perfect aspect, e serve allora una struttura verbale altrettanto perfettiva, il perfetto, perfect, per esprimerla, la quale corrisponde alla struttura to have + verb+ed. Per es. Susan has arrived. = Susan è arrivata., We have finished. = Abbiamo finito. – Evento che si compie tra due tempi o momenti distinti, nel caso specifico tra il presente e un dato momento nel passato non ben precisato.

    4. Se l’evento che si immagina o si vede espresso dal verbo è dinamico, durativo, e teso tra due momenti, cioè che si stia svolgendo entro lo spazio tra due momenti o tempi, si dice che l’immagine è in continuo perfezionamento, ossia continuous perfect aspect, e per esprimerla serve una struttura verbale corrispettiva detta continuous perfect o perfect progressive, la quale corrisponde alla struttura to have + been + verb+ing. Per es. They have been waiting since morning. = Aspettano/Stanno aspettando da stamattina., È da stamattina che aspettano/stanno aspettando. – Evento che si presenta in svolgimento, durativo, tra due tempi o momenti distinti, nel caso specifico tra il presente e un dato momento nel passato, ossia da stamattina.

    Quindi vi è un nesso diretto tra immagine, ossia aspetto, e struttura verbale, ovverosia una rispecchia l’altra. Per cui saper cogliere l’immagine giusta da presentare può essere di gran vantaggio nell’intendere effettivamente la struttura verbale giusta per esprimere un evento in un contesto preciso. Per essere più precisi si tratta delle immagini che vi si presentano i. in un dato preciso momento o tempo solo, ossia un’immagine completa e statica o un’immagine dinamica e durativa, e ii. l’immagine che vi si presenta tra due momenti o tempi ben distinti, cioè un’immagine che si completa tra due tempi o un’immagine dinamica e durativa tra due tempi.

    Dunque infine : i. un evento che si presenta per intero e completo in un dato preciso momento o periodo = simple aspect e simple structure, ii. un evento che si presenta dinamico e durativo in un dato preciso momento o periodo = progressive aspect e progressive structure, iii. un evento che si compie e si completa entro due momenti o tempi = perfect aspect e perfect structure, e infine iv. un evento che si presenta dinamico e durativo entro due momenti o tempi = continuous perfect aspect e continuous perfect structure.

    Prima di procedere oltre si saranno potuti constatare forse come in alcune delle strutture verbali su citate vi sono più verbi insieme a formare l’unità verbale. Dunque in tal caso il verbo in posizione finale dell’unità si chiama il verbo lessicale reggente, nucleare o principale, e in alcuni passaggi della sua azione, detti categorie grammaticali, i quali fanno parte del Sistema di Coniugazione, il Tense System, cioè il sistema attraverso il quale il verbo reggente si esprime per svolgere la sua attività, il verbo lessicale reggente si serve di certi altri verbi o meglio si fa accompagnare da certi altri verbi, detti ausiliari, che lo aiutano a definirsi ed a completarsi grammaticamente, e vengono posti prima del verbo reggente nell’unità verbale. Questi ausiliari, detti veri, intervengono e agiscono su due livelli diversi che si susseguono nel Sistema di Coniugazione, cioè il Tense System, appena nominato.

    Il primo livello interessa degli ausiliari detti verbi modali o verbi servili come will, shall, must, can, would should, could, ecc, i quali agiscono come dei modificatori al livello grammaticale che si chiama il modo verbale, ossia quello della configurazione del verbo, avendo il compito di aiutare a modificare e a modulare l’impostazione o la presentazione del verbo lessicale ai fini di presentare delle situazioni e delle sfumature diverse arricchendo così l’espressività del verbo. Più precisamente aiutano il verbo reggente a esprimere delle modalità diverse.

    Il secondo livello riguarda invece tre specifici verbi lessicali di particolar interesse che si trasformano in ausiliari, ovverosia to do, ossia fare, to be, cioè essere e to have, ovverosia avere, per assistere il verbo lessicale reggente o principale a definirsi ed a completarsi al livello grammaticale delle strutture che presentano le fasi di attuazione in cui si trova il verbo in un dato frangente di tempo, ovvero che presentano le principali immagini virtuali degli eventi espressi dal verbo in un dato momento, e tali immagini si chiamano gli aspetti verbali. Quindi in essenza agiscono al livello degli aspetti verbali, i quali rispecchiano le immagini virtuali del verbo senza un tempo cronologico specifico di riferimento. Cioè presentano soltanto l’idea del tipo d’immagine di cui si tratta astrattamente, però una volta che dette immagini, ossia gli aspetti verbali, vengano successivamente collocate nei rispettivi tempi cronologici specifici, ossia presente, passato e futuro, diventano allora dei tempi verbali veri e propri che si conoscono, the verb tenses, per es. simple present tense, simple past tense, simple future tense, eccetera.

    Si tenga ancora presente che questi si dicono degli ausiliari veri proprio perché il verbo lessicale stesso è capace di far da verbo ausiliare direttamente ad altri verbi lessicali, formando delle unità verbali con delle diverse funzioni grammaticali come i verbi semi-modali, i verbi causativi, i verbi fraseologici, le locuzioni verbali dette verbi frasali, nonché i già menzionati verbi lessicali di particolar interesse, quali to do, ossia fare, to be, cioè essere, e to have, ovverosia avere, i quali hanno anche il compito di aiutare le forme dei modi detti indefiniti del verbo a definirsi ed a completarsi grammaticamente.

    I Modi Indefiniti del Verbo

    Allora vi sono tre importantissimi modi verbali detti Indefiniti (Non-Finite Moods) a differenza di quelli già definiti (Finite Moods) perché di per sé non possiedono nessun asse cronologico né tempo verbale preciso, cioè nessun’indicazione di futuro, presente o passato, nessun soggetto, nessun numero o genere (tranne il caso specifico del participio in Italiano, ma non in Inglese). E per definirsi richiedono appunto l’intervento degli ausiliari to do, to be e to have.

    Essi sono the Infinitive mood (il modo Infinito), the Present Participle mood (il modo gerundio) ed il Past Participle mood (il modo del participio).

    The Infinitive (L’lnfinito) è l’espressione dell’infinità, ovverosia il lemma originario del verbo dal valore senza tempo – l’assoluto. Esempi; (to) be, (to) do, (to) like.

    Quasi sempre affinché the Infinitive possa attuare veramente in funzione di verbo, debba per modo di dire, ‘spogliarsi’, mettersi a desnudo, cioè disfarsi del ‘ to’ per diventare il base infinitive. Eh sì!, perché in Inglese l’infinito per intero, detto the to-infinitive, svolge delle altre funzioni grammaticali come sostantivo, avverbio e aggettivo, ma non verbo. Sarà perché il to-infinitive è l’espressione del verbo al massimo, l’assoluto, a rasentare il divino. Quindi per poter esprimere in primis le azioni e gli stati relativi ai comuni mortali esso si deve disfare, spogliare, della sua aura ‘divina’, e dunque ecco che il to-infinitive diventa il base infinitive, cioè senza ‘to’, in funzione di verbo.

    The Present participle (il gerundio) è l’espressione del moto in situ nell’universo, detto in termini più mortali è semplicemente il verbo in movimento che conferisce durata o continuità all’evento – being, doing, happening, ‘base infinitive + ing’.

    The Past participle (il participio) è l’espressione della compiutezza di un atto entro certi limiti confinanti ponendo fine all’evento. Per es. been, seen, done, ecc. (irregular verbs) e ‘base infinitive + ed’(regular verbs).

    Inoltre va precisato che ciascun modo indefinito è rappresentato da una forma che si sdoppia in due distinte funzioni grammaticali, inserite all’interno di strutture contestuali diverse. Ovverosia la stessa forma del verbo presenta grammaticamente due paradigmi distinti del verbo, aventi naturalmente delle funzioni diverse.

    1.L’Infinito è rappresentato da i) il to-infinitive e ii) il base infinitive (senza to).

    Per es. It pays to be honest. (to-infinitive come complemento, complement)

    I must be honest with you. (base infinitive come verbo, verb)

    2.Il Verb+ing (base infinitive+ing) rappresenta i) il present participle e ii) il gerund.

    Per es. We’re going there tomorrow. (present participle come verb, verbo)

    Going there so often isn’t necessary. (gerund come subject, soggetto – frase nominale)

    3.Il Verb+ed (base infinitive+ed/regular verbs) rappresenta i) il past participle e ii) il simple past tense.

    Per es. You will be contacted tomorrow. (verb+ed come past participle, il participio)

    They contacted me yesterday. (verb+ed come simple past tense, il passato remoto)

    L’Aspetto Semplice – The Simple Aspect

    Praticamente l’aspetto si definisce semplice, simple, perché l’evento espresso dal verbo instaura un rapporto momentaneo o puntuale col tempo. Il processo avviene o si attua all’interno di un singolo momento o periodo ed i margini dell’evento coincidono precisamente coi margini del tempo, senza durata né vicende interiori o risvolti di alcun tipo, tanto da diventare un blocco unico, detto appunto semplice. Si vede o si intravede un’immagine completa ed intera in un dato momento, un fermo immagine in pratica. È il fatto semplice e puro, il quale nel suo complesso proietta un’immagine attuata, ferma e statica.

    L’immagine ferma, statica e attuata di un evento espresso dal verbo, detta semplice, simple, porta ad una struttura verbale altresì semplice, simple, per esprimerla, la quale il più delle volte significa un’unità verbale da parola singola. In sintesi la visione o l’immaginario di un’immagine ferma, statica e attuata, cioè simple, equivale subito ad una struttura verbale semplice, simple, perlopiù da unità verbale da parola singola, e le corrispettive frasi negative ed alcune delle frasi interrogative di quel determinato tempo verbale richiameranno (to) do come ausiliare di supporto. Dunque praticamente nelle frasi negative ed alcune frasi interrogative dell’aspetto semplice non si usa il verbo lessicale reggente da solo direttamente, per dei motivi che saranno spiegati in seguito, ma piuttosto viene appoggiato al verbo to do, in qualità di ausiliare che filtra l’attività del verbo reggente, col significato di fare proprio l'attività espressa dal verbo reggente. Praticamente si viene richiesti in questi casi di filtrare o inoltrare l’attività che il verbo vero, ossia il lessicale reggente, esprime, attraverso un altro verbo che agisca da ausiliare o da tramite a esso, perche' come detto certe regole in Inglese, che si vedranno in seguito, non permettono in certe circostanze di usare il verbo reggente direttamente da solo. Comunque va gia' precisato che il verbo reggente sarà sempre al base infinitive, cioè l’infinito senza ‘to’, qualora vi sia presente l'ausiliare to do. Quindi (to) do + base infinitive sempre. Va sottolineato e ribadito che solamente quelle forme verbali dotate di una parola singola negli enunciati affermativi possono e devono richiamare (to) do in qualità di ausiliare nelle frasi negative ed interrogative.

    È fondamentale ricordarsi ciò.

    Eccone alcuni esempi illustrativi :

    Simple Present Tense [Immagine statica e attuata nel presente] :

    I work for Eni. = Lavoro per Eni. (affermativa)

    I don’t work for Fininvest. =Non lavoro per Fininvest.=Non faccio l’azione di lavorare per Fininvest. (neg.)

    Do you work for Eni? = Lavori per Eni? = Fai l’azione di lavorare per Eni? (interrogativa)

    Simple Present Tense :

    She likes rock music. (affermativa)

    She doesn’t like jazz music. (negativa)

    Does she like classical music? (interrogativa)

    Simple Past Tense [Immagine statica e attuata nel passato] :

    They went to Spain last summer. = Andarono in Spagna l’estate scorsa. (affermativa)

    They didn’t go to Jamaica last year. = Non andarono in… = Non fecero l’azione d’andare…(negativa)

    Where did they go to last year? = Dove andarono.. ? = Dove fecero l’azione d’andare.. ? (interrogativa)

    Imperative :

    Please come tomorrow. (affermativa)

    Please don’t come tomorrow. = Prego non venire domani. = Prego non faccia l’azione di venire domani. (negativa)

    Why don’t you come next tomorrow? = Perché non venga dopodomani? = Perché non faccia l’azione di venire dopodomani? (interrogativa)

    (Why not come next tomorrow?) (interrogativa)

    Dunque si potrebbe già anticipare che ve ne sono soli Tre tempi verbali che richiamano (to) do come ausiliare. Essi sono il simple present tense, il simple past tense e l’imperativo negativo (solo alla seconda persona singolare e plurale). Vi saranno degli ulteriori dettagli in seguito.

    Poi vi sono delle forme che pur essendo da aspetto semplice possiedono una struttura leggermente più complessa in quanto siano già dotate di un proprio ausiliare in situ, cioè fisso, come le Perifrasi modali, aventi la struttura formata da ‘Modal verb + base infinitive’, ovverosia ausiliare modale + l’infinito senza ‘to’. Per es. Helen will come tomorrow. = Helen verrà domani. (Immagine statica e attuata nel futuro)

    Allora siccome la struttura dell’unità verbale di una perifrase modale è già dotata di un suo proprio ausiliare, il quale tra l’altro viene sempre posto all’inizio dell’unità, è escluso nella maniera più categorica la contemporanea presenza dell’ausiliare (to) do. Quindi una volta già presente un ausiliare modale propriamente detto per es. will, can, ecc, non vi possa assolutamente esserci pure (to) do come ausiliare nella stessa unità verbale. Ma naturalmente ci vanno assieme quando do è il verbo reggente, p.e. I’ll do it.

    Il discorso cambia invece rispetto agli ausiliari Semi-modali, come to have to, to need to, used to, to dare to, ecc, perché essendo dei veri e propri verbi lessicali, però prestatosi alla funzione di ausiliari modali, richiamano nelle forme negative ed interrogative il verbo ausiliare (to) do, esattamente come qualsiasi altro verbo lessicale sotto il profilo di certi tempi verbali, più precisamente i tempi semplici.

    Lo stesso discorso vale anche per i verbi Causativi, to make, to let, to have e to get, in quanto anch’essi dei verbi lessicali però nel caso specifico con delle funzioni da ausiliari. Pertanto pure essi richiamano (to) do nelle frasi negative ed interrogative.

    L’argomento sarà approfondito più in avanti.

    L’Aspetto Progressivo (Durativo) - The Progressive Aspect

    Il processo è in attuazione o in via di sviluppo. L’immagine che si proietta dell’evento è dinamica, è in moto, in evoluzione. Esso corrisponde alle forme progressive, ovverosia la perifrasi gerundio o l’ausiliare aspetto-temporale in Italiano.

    Le forme progressive in Inglese richiamano il verbo reggente al present participle (modo indefinito) ed invece al gerundio in Italiano. Sono quindi grammaticamente diversi, ma a dire il vero per i non esperti la sostanza cambia di poco al principio.

    Per definirsi grammaticamente il present participle, quale ‘ verb (base infinitive) + ing’ richiama sempre il verbo (to) be come ausiliare d’appoggio nella sua funzione descrittiva, che precisa d’essere nella fase di svolgimento di un determinato atto. ‘ To’ be si presenta in diverse forme, ad esempio da solo o accompagnato da ausiliari secondari a seconda del caso, ed è richiesto in tutte le tipologie di frasi, dichiarative (affermative, negative) o interrogative. In questo caso (to) be equivale a stare nella struttura ‘stare + gerundio’ (la perifrase gerundio), seppur assomigli di più ad un verbo copulativo a funzione descrittiva.

    Dunque allora la visione o l’immaginario di un’immagine dinamica comporta subito una struttura verbale progressiva per presentarla, ossia (to) be + verb+ing, da coniugare e collocare poi a seconda del caso, e la quale tradotta alla lettera significa essere nella fase dello svolgimento di un processo o azione, il che spiega perché si usa to be, essere, come ausiliare, praticamente per dire che si è dentro, esserci dentro, ad un processo in atto espresso dal ‘verb+ing’, che va coniugato come detto nei rispettivi modi, aspetti e tempi verbali, sempre mediante il medesimo ausiliare to be.

    Per es. i. L’immagine dinamica nel futuro si presenta con il future progressive tense - I will be studying in the afternoon, so kindly call later. (l’ausiliare è il simple future tense di to be, cioè il futuro semplice di essere, ‘will be’) = Starò studiando nel pomeriggio, quindi per favore chiamami più tardì.

    ii. L’immagine dinamica nel presente si presenta con il present progressive - He is waiting outside. (l’ausiliare è il simple present di to be, cioè l’indicativo presente di essere, ‘is’) = Lui sta aspettando fuori.

    iii. L’immagine dinamica in un dato momento nel passato si presenta con il past progressive - Luisa was expecting us yesterday. (l’ausiliare è il simple past di to be, cioè il passato remoto o l’indicativo imperfetto di essere, ‘was’) = Luisa ci stava aspettando/ci aspettava ieri.

    iv. L’immagine dinamica tra due momenti, cioè in continuo perfezionamento, tra il presente e passato, si presenta con il present perfect progressive, ovvero un insieme di due aspetti, il perfect aspect che collega i due momenti ed il progressive aspect che conferisce durata all’evento - They have been waiting for us since morning. (l’ausiliare è il present perfect di to be, cioè il passato prossimo di essere, ‘have been’) = E’ da stamattina che ci stanno aspettando/aspettano.

    v. L’immagine dinamica, in continuo perfezionamento, entro due momenti nel passato, si presenta con il past perfect progressive, ossia la somma del perfect e progressive aspects - Anna had been trying to call you all week before she left. (l’ausiliare è il past perfect di to be, cioè il trapassato prossimo di essere, ‘had been ‘)

    =Era tutta la settimana che Anna stava cercando/cercava di chiamarti prima che partisse.

    vi. L’immagine dinamica espressa da un Modal Verb nel presente si presenta con il modal + continuous infinitive - Davide must be waiting for us. Let’s go! (l’ausiliare è il base infinitive di to be, cioè l’infinito presente di essere, must + be + -ing) = Deve essere che Davide ci stia aspettando. Andiamo!

    vii. L’immagine dinamica di un Modal Verb nel passato si presenta con il modal + continuous perfect infinitive - Susan must have been waiting for long before she finally decided to leave. (l’ausiliare è il perfect infinitive di to be, cioè l’infinito passato di essere, must + have been + -ing = Deve essere (stato) che Susan stava/stesse aspettando da molto/aspettasse da molto prima che decise d’andar via.

    L’Aspetto Perfetto - The Perfect Aspect

    L’aspetto perfetto, rappresentativo dell’atto del perfezionamento e della compiutezza che avvengono di solito entro uno spazio di tempo, ossia un processo che si attua tra due distinti momenti o periodi, ove l’immagine che si presenta è quella di compiutezza tesa a fare da sponda tra due momenti, viene presentato da una forma detta il Perfetto (perfettivo).

    Dunque sia in lnglese che in Italiano la forma ‘perfetta’, il perfetto, richiama il verbo reggente al past participle (il participio), il quale come detto esprime il modo di compiutezza o compimento.

    Il past participle, essendo un modo indefinito capace soltanto di dare il valore di compiutezza e basta, richiede un verbo ausiliare per avere quell’ausilio necessario affinché si possa definire e collocare in un determinato tempo verbale e nel processo acquisire una diatesi (voce) ed una persona (un soggetto), ovverosia determinarsi grammaticamente nella formulazione dei tempi composti (perfect tenses). Allora lo si sa benissimo che alla voce attiva in Italiano si usano due verbi ausiliari, cioè avere ed essere, distinti principalmente sulle basi che si trattino dei verbi transitivi, intransitivi o riflessivi. Si voglia precisare che invece in Inglese, alla voce attiva, ovverosia ove il soggetto è quel che compie l’azione, si usa solamente avere, cioè to have indipendentemente dal tipo di verbo che possa essere, transitivo, intransitivo o riflessivo che sia. Ecco! Ed il motivo sarà presto chiaro.

    (To) have + verb+ed (base infinitive+ed/regular verbs) = avere/essere + participio (in Italiano). Tradotta alla lettera vuol dire aver ottenuto o raggiunto il perfezionamento, il compimento, la compiutezza di un atto o evento nello spazio di tempo tra due momenti. Per arrivare alla lettura vera, al significato vero, della detta struttura verbale alla voce attiva bisogna andare per vie traverse, precisamente passare per il verbo ottenere, dal significato preciso di ‘aver ottenuto il risultato di compiere l’evento espresso dal verbo reggente’. Si legge allora come aver ottenuto, aver fatto o aver compiuto qualcosa, cioè ecco da verbi transitivi! Perché nella forma mentis inglese alla voce attiva sotto l’aspetto perfetto, ovverosia i tempi composti, i verbi si trattano come se fossero sempre tutti transitivi indipendentemente! Questa è l’intesa! Per cui si usa avere, to have, come ausiliare, come si fa in Italiano di solito coi verbi transitivi! Allora ciò spiega anche perché alla voce attiva risulti impraticabile usare essere, to be, come ausiliare nella forma mentis inglese, il quale però ritrova spazio largo e predominio alla voce passiva.

    A sua volta l’ausiliare to have si adegua, si presta ai modi ed agli assi temporali in cui si va a collocare l’immagine di compiutezza dell’evento :

    i. L’immagine di compiutezza tra il presente ed il passato - Present Perfect Tense/Passato Prossimo - I have done it. = L’ho già fatto., l have injured myself. = Mi sono fatto/fatta male. (verbo riflessivo)

    ii. L’immagine di compiutezza tra due momenti nel passato - Past Perfect Tense/Trapassato Prossimo – I hadn’t finished when you arrived. = Non avevo ancora finito quando siete arrivati.

    iii. L’immagine di compiutezza tra il presente ed il futuro - Future Perfect Tense/Futuro Anteriore - They will have finished by tomorrow. = Avranno finito per/entro domani.

    iv. L’immagine di compiutezza di un Modal Verb tra il presente ed il passato - Il Modal Perfect or Past Tense/Tempo Composto, modale + infinito passato, verbo intransitivo – They must have arrived by now. = Devono essere già arrivati ora.

    v. L’immagine di compiutezza di un Modal Verb nel passato – Modal Perfect o Past Tense, modale + infinito passato – Francine may have called when we went shopping. = Francine potrebbe aver chiamato quando eravamo usciti a fare shopping.

    La Diatesi o Voce Passiva

    Allora per quel che riguarda la voce passiva, cioè la frase ove il soggetto subisce l’azione del verbo e svolgerebbe il ruolo semantico o tematico da paziente secondo l’analisi semantico-logica, ed invece sarebbe effettivamente e semplicemente l’oggetto diretto del verbo secondo l’analisi logica della sintassi, ci si ritrova dunque di fronte a una convergenza ed intesa tra l’Inglese e l’Italiano sul verbo ausiliare da usare. Si tratta del verbo essere, (to) be.

    (to) be + verb+ed (past participle/regular verbs) = essere + participio

    Va notato che l’ausiliare (to) be in questa istanza è da coniugare in tutti i relativi modi, aspetti e tempi verbali ivi compresi i tempi progressivi, il quale è pure possibile in Italiano sotto alcuni tempi verbali con l’ausilio del verbo ‘venire’, per es. viene fatto, veniva fatto.

    Ecco riportati di seguito alcuni esempi della voce passiva a confronto con le corrispondenti forme della voce attiva:

    They sponsor the team. (active voice/simple present)

    The team is sponsored by them. (passive/simple present)

    They are sponsoring the team. (active/present progressive)

    The team is being sponsored by them. (passive/present progressive)

    They sponsored the team. (active/simple past)

    The team was sponsored by them. (passive/simple past)

    They were sponsoring the team. (active/past progressive)

    The team was being sponsored by them. (passive/past progressive)

    They have sponsored the team before. (active/present perfect)

    The team has been sponsored by them before. (passive/present perfect)

    They had sponsored the team in the past. (active/past perfect)

    The team had been sponsored by them in the past. (passive/past perfect)

    They will sponsor the team. (active/simple future)

    The team will be sponsored by them. (passive/simple future)

    Il discorso verrà certamente ripreso ed ulteriormente spiegato a tempo debito.

    Riassunto

    Dunque come si saranno potuti constatare, gli aspetti verbali, ovverosia i rapporti evento-tempo e le immagini corrispettive vanno in sincronia coi modi indefiniti del verbo, cioè the base infinitive (l’infinito senza ‘to’), the present participle (il gerundio in Italiano) e the past participle (il participio). Sono gli uni lo specchio dell’altro, funzionando in stretto tandem e a loro volta richiamando verso di sé i relativi verbi ausiliari opportuni.

    L’aspetto semplice puro, cioè da parola singola nell’unità verbale della proposizione affermativa, richiama il verbo ausiliare (to) do nelle proposizioni negative ed interrogative.

    L’aspetto progressivo, dotato del paradigma ‘verb+ing’, ossia il present participle in Inglese, richiama il verbo ausiliare (to) be.

    L’aspetto perfetto, dotato del paradigma ‘verb+ed’ (regular verbs), cioè il past participle, richiama (to) have come ausiliare alla voce attiva, mentre alla voce passiva richiama (to) be.

    Infine si potrebbe ricapitolare il ruolo degli aspetti verbali visto attraverso due prospettive alternative, ovverosia mediante i tre aspetti verbali stessi o mediante i tre assi temporali.

    In sintesi ciascun aspetto verbale, ovvero simple aspect, progressive aspect e perfect aspect, si dirama in tre principali assi temporali, cioè present, past e future.

    In alternativa ciascun asse temporale, cioè present, past e future, è a sua volta intrisicamente dotato dei tre principali aspetti verbali, ovverosia simple (semplice), progressive (progressivo) e perfect (perfetto) o dir si voglia, ciascun asse temporale è intrinsicamente capace di presentare tre principali immagini degli eventi a seconda del caso, ovverosia i) quella statica o ferma in un momento o periodo ( simple aspect), ii) quella dinamica nel volgersi di un momento o periodo ( progressive aspect) e iii) quella compiuta o perfezionata nell’arco di due distinti momenti o periodi ( perfect aspect), ‘a modo di sponda’.

    Nonché una quarta immagine dinamica, ossia in continuo perfezionamento, tesa tra due momenti (il continuous perfect aspect, la somma del progressive e del perfect aspects).

    Ed è proprio così che nascono i tempi verbali dei vari modi verbali a partire dal modo indicativo, per cui si ha 1)simple present/present simple, present progressive, present perfect, present perfect progressive

    2)simple past/past simple, past progressive, past perfect, past perfect progressive

    3) simple future/future simple, future progressive, future perfect, future perfect progressive

    Eccovi! Questi sono i tempi verbali, the verb tenses, del modo indicativo, the indicative mood.

    E senza scomodarsi troppo addentrandosi nei dettagli, si potrebbe però già anticipare che è la stessa identica logica che sta dietro ai tempi verbali degli ausiliari modali. Per esempio will, would, can, could, must, eccetera.

    I would do.. (simple aspect of the infinitive) = Farei..

    I would be doing.. (progressive aspect of the infinitive) = Starei facendo…

    I would have done.. (perfect aspect of the infinitive) = Avrei fatto…

    I would have been doing.. (continuous perfect aspect of the infinitive) = Sarei stato/a a fare..

    The Verb Tenses

    I Tempi Verbali del Modo Indicativo e le loro Funzioni

    Ed eccoci finalmente ai tempi verbali o grammaticali, the verb tenses. I tempi verbali non sono altro che una diretta estensione dei tre principali aspetti verbali, come già detto e visto, qualora gli aspetti verbali vengano collocati in un determinato asse cronologico o temporale , ovverosia presente, passato o futuro. Tense vuol dire praticamente ‘tempo’, time.

    Allora segue d’istinto a questo punto capire come, perché e quando vengono utilizzati questi verb tenses, cioè le loro funzioni. Si potrebbe già dire che tali funzioni dipenderanno largamente dall’esatto tipo di Aspetto Verbale, ovverosia l’immagine, che un dato tempo verbale presenta, specialmente a confronto con gli altri tempi verbali dello stesso asse temporale. Per esempio ;

    Il Presente : Il simple present o present simple – immagine ferma, statica e attuata nel presente. Per es. I do…

    Il present progressive – immagine dinamica nel presente. Per es. I am doing…

    Il present perfect – immagine di compiutezza, di perfezionamento, tra il presente ed il passato. Per es. I have done…

    Il present perfect progressive – immagine dinamica tra presente e passato, in continuo perfezionamento. Per es. I have been doing…

    Il Passato : il simple past o past simple – immagine ferma, statica e attuata nel passato. Per es. I did…

    Il past progressive – immagine dinamica nel passato. Per es. I was doing…

    Il past perfect – immagine di compiutezza, di perfezionamento, tra due tempi nel passato. Per es. I had done…

    Il past perfect progressive tense – immagine dinamica tra due tempi nel passato. Per es. I had been doing…

    Il Futuro : il simple future o future simple – immagine ferma, statica e attuata nel futuro. Per es. I will do…

    Il future progressive – immagine dinamica nel futuro. Per es. I will be doing…

    Il future perfect – immagine di compiutezza tra il presente ed un dato momento nel futuro. Per es. I will have done…

    Il future perfect progressive – immagine dinamica tra il passato ed un dato momento nel futuro. Per es. I will have been doing…

    Dunque praticamente tutto si riduce al tipo d’immagine che si voglia presentare in un dato momento o frangente del tempo, ovverosia come un ritornello oramai – l’aspetto verbale collocato, cioè l’immagine collocata, in un determinato asse temporale.

    Allora come Mina e Riccardo Cocciante dicevano che fosse una questione di feeling, qui è piuttosto una questione d’immagine, più precisamente è una questione di feeling per l’immagine giusta che va collocata nel tempo giusto. Di affinare il feeling, il fiuto, per l’immagine giusta, ossia l’aspetto verbale giusto, la quale andrà presentata via un modulo, detto modo verbale ed infine collocata in un preciso asse temporale o cronologico, detto a sua volta tempo verbale, verb tense. Dunque in sintesi questa è la definizione del tempo verbale, ossia il verb tense – l’immagine giusta nel tempo giusto. Ecco!

    Essenzialmente allora si procede prima a visualizzare mentalmente l’immagine dell’evento, poi si realizza la struttura rappresentativa virtuale atta a presentare tale immagine, ed infine si colloca quella struttura virtuale in un preciso asse temporale reale, cioè futuro, presente o passato. Voilà! Questo è l’intreccio magico tra immagine, ossia aspetto verbale, struttura verbale e tempo verbale.

    Ed ora prima d’approdarsi ai tempi verbali veri e propri del modo indicativo, soffermiamoci a vedere alcuni esempi e spunti dall’Italiano all’Inglese per intendere meglio come siano effettivamente le immagini presentate dal verbo in un dato momento e contesto ad essere ciò che realmente si traducono da una lingua all’altra, e non sono necessariamente i tempi verbali da tradurre direttamente di per sé in quanto tali.

    Allora cominciando dall’indicativo presente : L’indicativo presente è capace di presentare diversi tipi d’immagini degli eventi espressi dal verbo, ossia degli aspetti verbali diversi. Ad esempio :

    i. Un’immagine ferma, statica e attuata al (momento) presente attuale, ed in quanto momentanea e statica corrisponde all’aspetto semplice, simple aspect, il quale nel caso specifico equivale al Simple Present Tense in Inglese.

    Per es. I ragazzi vogliono andare adesso. = The boys want to go now.

    I miei genitori vanno al lavoro ogni giorno. =My parents go to work every day.

    Scrivo per informarvi che…. = I write to inform you that…… (in un contesto molto formale)

    ii. Un’immagine dinamica pure, ossia progressiva o durativa, al momento presente riguardo ad un’azione attualmente in corso, per es. Che fate? = What are you doing?, la quale si traduce al Present Progressive Tense in Inglese (l’aspetto progressivo per un’azione in corso).

    iii. Un’immagine di un evento che inizia nel passato e prosegue fino al presente. In pratica corrisponde all’aspetto perfetto che collega un momento all’altro, trattandosi del lasso di tempo intercorso tra i due momenti, ossia un’immagine che faccia da sponda.

    Per es. Da quanto siete qui? How long have you been here? E naturalmente la si traduce al Present Perfect Tense in Inglese, da aspetto perfetto.

    Dunque la Perifrase Gerundio Presente, da immagine dinamica e aspetto durativo, progressivo, corrisponde direttamente al Present Progressive Tense, progressive aspect, in Inglese.

    Per es. Angelo se ne sta andando adesso. = Angelo is going away now.

    Il Passato Remoto, dall’immagine ferma, statica e attuata, ossia da aspetto semplice, simple aspect, corrisponde sempre al Simple Past Tense in Inglese.

    Per es. Andarono allo stadio per vedere la partita l’altra volta. = They went to the stadium to watch the match the other time.

    Il Passato Prossimo corrisponde invece a due tempi verbali distinti in Inglese in base all’immagine, ossia in base all’aspetto verbale, che esso presenta realmente.

    i. Il passato prossimo a tempo definito (determinato) : Si presenta ad immagine ferma, statica e attuata, cioè da aspetto semplice, simple aspect, in quanto fissa definitivamente in quel preciso momento passato indicato, e corrisponde in tal caso al Simple Past Tense in Inglese.

    Per es. I miei amici sono venuti a trovarmi ieri. = My friends came to see me yesterday.

    ii. Il passato prossimo a tempo indefinito (indeterminato) : Si presenta ad immagine perfetta, ossia a fare da sponda tra il presente ed il passato, e si compie o si completa in un momento indefinito nel lasso di tempo intercorso, cioè l’aspetto perfetto in piena regola, e quindi corrisponde proprio al Present Perfect Tense in Inglese ad essere specifici.

    Per es. I ragazzi non hanno ancora finito gli esercizi. = The students/The guys haven’t finished the exercises yet.

    Dunque con questi interessanti esempi si spera d’avere fatto presente quanto sia importante captare e decifrare l’immagine effettiva che presenta il verbo.

    The Simple Present Tense – L’Indicativo Presente

    Il Simple Present Tense, cioè l’indicativo presente, è un tempo verbale da aspetto semplice ed in quanto tale presenta un evento dai contorni precisi, visto nella sua interezza, nel suo complesso, come un’unità singola col tempo, l’immagine che si presenta è ferma, statica e attuata nel tempo, privo di strutture interiori o altro. Ed è proprio a causa di questa staticità che nasce un certo equivoco nell’interpretazione dell’uso del simple present tense se paragonato all’indicativo presente in Italiano.

    Per cominciare l’appellativo ‘present’ abbinato al simple present tense sarebbe piuttosto fuorviante in quanto indurrebbe a far credere che esso esprima il tempo presente dell’istante, ossia il presente fisico, reale. Ed invece non è così il più delle volte. Per capirci meglio bisognerebbe andare per gradi, partendo proprio da un raffronto con l’indicativo presente, com’è in Italiano.

    Innanzitutto l’indicativo presente in Italiano è diretto a presentare un più ampio repertorio di contesti vari rispetto al simple present tense in Inglese, raggruppando la maggior parte delle situazioni con qualche attinenza col presente attuale.

    Per esempio:

    1) Stative verb (stato) nel presente attuale. Es. Anna vuole un caffè. = Anna wants a coffee/a cup of coffee.

    2) Action verb (azione) nel presente attuale. Es. Che fai? = What are you doing?

    3) Un fatto costante, es. Sono Canadese. = I am Canadian.

    4) Abitudini presenti, es. Frequento l’università. = l attend university.

    5) il Futuro imminente (a decisione estemporanea, cioè presa sul momento), es. Sì, mi piace quella(camicia). La prendo. = Yes, I like that one. I’ll take it.

    6) il Futuro prossimo o imminente (pianificato), es. Vengo domani. = l’m coming tomorrow.

    7) Un evento iniziatosi nel passato e tutt’ora in corso.

    Es. Lavoro qui da dieci anni. = l have worked/have been working here for ten years.

    8) Azione da verbo performativo. Es. Vi invito a venire quando volete. = l invite you all to come whenever you want.

    Vi informiamo che… = We inform you that..

    Vi scrivo per….. = l write you to….

    9) Per riportare notizie nei titoli dei giornali di fatti recentemente avvenutosi, cioè di primo piano, headline news. Per es. Se ne va Maradona, Muore MaradonaMaradona dies…. Poi segue il passato vero, per es. Il mondo ha appena appreso con grande tristezza la notizia della scomparsa di Diego Armando Maradona……

    10) Per presentare una descrizione narrativa di opere letterarie e cinematografiche ritenute senza tempo, sans temp, timeless. Nonché stilisticamente per narrare una sequenza di eventi passati dandogli una sembianza di attualità.

    Per es….Un episodio/Una scena

    Marigold si trova in salotto col suo fidanzato. Stanno avendo una piccola lite e lei è un po’ turbata. Non riesce a capire perché lui non aveva risposto alla sua chiamata mentre era fuori casa prima. Lui prova a spiegarle che per pura fatalità il suo cellulare era sul silente e perciò non aveva sentito squillare il telefonino, e di conseguenza non ha potuto risponderle. Mai state delle cattive intenzioni. No, no, assolutamente no! Eppure lei continua a non credergli, a non fidarsi, nutre dei sospetti. Forse si sta vedendo con un’altra, un’amante!

    Lei si alza di scatto dal divano per andare in cucina. Si alza pure lui e la segue,tutto il tempo giurandole il suo eterno amore e come mai, e poi mai, l’avrebbe tradita con un’altra dietro alle sue spalle. E allora si avvicina per darle un bacio rassicurante, ma lei d’istinto si rifiuta…..….Oh caro, dimmi che mi vuoi bene, dimmelo con un fior, un romantico fior, e se sarà una rosa la bocca ti bacerò, amor, amor, amor.

    (Ma Signori c’è da credergli? Vi fidate di lui?....... hahaha)

    ... An Incident /A scene

    Marigold is in the living room with her fiancé. She is having a little argument with him and seems very upset. She can’t understand why he didn’t answer her call when he was out earlier in the day. He tries to explain to her that his phone was accidentally on silent and that’s why he hadn’t heard the phone ring, and as a result didn’t answer her. But she somehow isn’t too convinced and is still suspicious. She believes that he is probably dating another girl.

    She then gets up from the sofa (couch) to go to the kitchen. He gets up too and follows her, all the time repeating to her how much he loves her and would never see another girl behind her back. He tries to give her a reassuring kiss, but she instinctively draws back…….Oh my darling, tell me you love me…

    (Now, ladies and gentlemen, do you believe him?.. haha)

    Allora si potrebbe scorgere che tra le diverse situazioni riportate, vi sia un riscontro diretto tra l’indicativo presente ed il simple present tense solo in alcuni dei casi, cioè nei casi precisi che presentano un’immagine più o meno statica nel presente, ovverosia gli stative verbs (degli stati) nel presente, i fatti costanti, le abitudini presenti, i verbi performativi, i titoli dei giornali, e la descrizione narrativa senza tempo.

    Ora per essere più precisi consideriamo le cose dall’ottica inglese.

    1) Eventi nel tempo presente attuale

    Ai fini di comprendere ancora meglio come funziona il simple present tense sarebbe opportuno anticipare l’ingresso sulla scena del present progressive tense così da poter fare un confronto tra di essi, perché in pratica esprimono rispettivamente l’aspetto semplice e l’aspetto progressivo dello stesso asse temporale, e quindi da considerare in tandem. Occorre far ciò a causa della distinzione nella presentazione che vi sia tra gli active o dynamic verbs, ossia i verbi d’azione, e gli stative o state verbs, ovverosia i verbi che esprimono degli stati fisici, emotivi e del pensiero.

    I verbi d’azione o dinamici sono quelli che implicano e richiedono dell’attività motoria, cioè il movimento dei muscoli, dinamismo, mentre i verbi di stato riguardano le percezioni psicofisiche e del pensiero, cioè espressioni di staticità. Quindi in essenza l’analisi risulta essere tra dinamismo e staticità.

    Quando vi sia da collocare il verbo nel tempo presente attuale bisogna chiedersi subito se si tratta di un verbo d’azione o di un verbo di stato per iniziare. Allora se si tratta di un verbo d’azione (action verb) ciò implicherebbe il coinvolgimento o l’interessarsi dei muscoli, i quali si metteranno in atto, in moto, in dinamismo, per effettuare l’azione, il che naturalmente ci porta alla forma progressiva, da aspetto durativo, ad immagine dinamica, (to) be + verb+ing, nel caso specifico il present progressive tense.

    Se invece il verbo in questione è un verbo di stato (stative verb), verrà collocato al simple present tense (tale quale l’indicativo presente in Italiano ), in quanto designa un evento momentaneo e puntuale nel presente, cioè da aspetto semplice, senza dinamismo né vicende interiori. Ciò si spiega perché gli stative verbs essendo di solito rappresentativi degli eventi di per sé già completi, ossia in fase diciamo già attuata, non richiedono nessun moto o movimento per attuarsi, in quanto già realizzati. E ciò collima perfettamente con la descrizione dell’aspetto semplice, cioè ad immagine puntuale, statica e ferma.

    D’altronde però si ricordi che proprio perché privo dell’elemento di dinamismo (moto) il simple present tense è inadatto a presentare delle azioni relative al momento presente attuale, giacché tali verbi, cioè action verbs, richiedono dinamismo per attuarsi in un dato momento. Quindi una cosa esclude l’altra e sarà compito del present progressive tense di presentare lo svolgersi dell’azione al momento presente.

    Esempi illustrativi:

    Dove vai (ora)? = Where are you going? (azione/present progressive)

    Vai a Camden Town? (ora) = Are you going to Camden Town? (azione/present progressive)

    Ti piace il World Peace Garden a Hampstead Heath? = Do you like the World Peace Garden? (stato/simple present)

    Sì che mi piace molto, anzi tanto. = Yes, of course I do, very much indeed. (stato/simple present)

    Che fate adesso a casa? = What are you doing at home now? (azione/present progressive)

    Cosa volete mangiare? = What do you want to eat? (stato/simple present)

    Vengono adesso a cenare con noi? = Are they coming to have dinner with us now? (azione/present progressive)

    2) Abitudini presenti e fatti costanti

    Vi è una stretta convergenza tra l’indicativo presente ed il simple present tense quando si tratta di presentare delle abitudini presenti e dei fatti costanti.

    Dunque le azioni abituali a forza di ripetersi con una certa frequenza o costanza vanno a finire a non presentare delle novità che discostino dalla solita routine, diventando statiche per modo di dire, come se l’azione divenendo statica diventasse essa uno stato oramai. E come detto la staticità, cioè uno stato senza dinamismo, va espressa dall’aspetto semplice, momentaneo, il

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