Dizionario dei verbi italiani
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Ecco perché il Dizionario parte dal compito di portare il linguaggio a un livello selezionato, eletto. Pertanto, i verbi che non sono registrati non vanno assolutamente usati, in quanto arcaici, disusati, letterari, poetici, rari, regionali, popolari, dialettali, familiari, colloquiali, e così via.
Prosegue il Dizionario, al tuo fianco, nelle diverse coniugazioni, anche quelle irregolari o difettive. Ti suggerisce, in particolare, l'ausiliare giusto da usare. Un ausiliare che, con i verbi intransitivi, o transitivi usati intransitivamente, non ha regole precise, se non una scelta forzata operata dai grammatici in base al diverso valore e significato.
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Anteprima del libro
Dizionario dei verbi italiani - Mennella Antonio
PRESENTAZIONE
Questo Dizionario vuol essere un viatico pratico e sicuro per il parlante o lo scrivente che si avventura nell'infido ginepraio dei verbi italiani... tanti, troppi. E quanti fuori tempo e luogo!
Ecco perché il Dizionario parte dal compito di portare il linguaggio a un livello selezionato, eletto. Pertanto, i verbi che non sono registrati non vanno assolutamente usati, in quanto arcaici, disusati, letterari, poetici, rari, regionali, popolari, dialettali, familiari, colloquiali, e così via.
Prosegue il Dizionario, al tuo fianco, nelle diverse coniugazioni, anche quelle irregolari o difettive. Ti suggerisce, in particolare, l'ausiliare giusto da usare. Un ausiliare che, con i verbi intransitivi, o transitivi usati intransitivamente, non ha regole precise, se non una scelta forzata operata dai grammatici in base al diverso valore e significato.
ABBREVIAZIONI E SIMBOLI
USATI NEL DIZIONARIO
ABBREVIAZIONI
aus. = ausiliare
ca. = circa
Cond. = condizionale
Cong. = congiuntivo
coniug. = coniugazione
difett. = difettivo
ecc. = eccetera
es. = esempio
etim. = etimologicamente
fut. = futuro
Ger. = gerundio
Imp. = imperativo
imper. = imperfetto
impers. = impersonale
Ind. = indicativo
Inf. = infinito
intr. = intransitivo
Part. = participio
pass. = passato
pers. = personale
pres. = presente
pron. = pronominale
recipr. = reciproco
rem. = remoto
rifl. = riflessivo
serv. = servile
sim. = simile
tr. = transitivo .
v. = verbo
SIMBOLI
° verbo irregolare
+ composto o derivato di verbo irregolare
é e chiusa tonica
è e aperta tonica
ó o chiusa tonica
ò o aperta tonica
ŝ s sonora
ż z sonora
į i non semiconsonante
ů u non semiconsonante
N.B. La non semiconsonante non viene segnalata in caso di prefisso.
NOZIONI DEL VERBO
Il verbo
Il verbo è la parola per eccellenza, la parola più importante del discorso. In grammatica è quella parte, variabile, del discorso che esprime un fatto, un modo di essere, un'azione riferita a un soggetto (persona, animale, cosa) e considerata nel tempo.
I verbi ausiliari
Nella coniugazione di un verbo troviamo forme semplici (cioè costituite da una sola parola, es. Io parto) e forme composte (cioè costituite da due o più parole). Queste ultime risultano costituite dal participio passato del verbo, preceduto da una voce (a sua volta semlice o composta) di un verbo ausiliare, es. Io ero partito; Tu avevi mangiato; La notizia era stata divulgata. I verbi ausiliari usati nella lingua italiana sono due: essere e avere, ognuno dei quali ha una coniugazione propria, diversa da ciascuna delle tre alle quali appartengono tutti gli altri.
I verbi servili
I verbi cominciare, dovere, finire, potere, sapere (nel senso di potere
), solere, volere, usati da soli in una frase, non sono in grado di darle un significato chiaro e completo se non precedendo un verbo di modo infinito al quale fanno, per così dire, da servi. Si dicono dunque verbi servili.
Tranne solere, usati assolutamente, cioè senza reggere un altro verbo all'infinito, i verbi servili vogliono sempre l'ausiliare avere, es. Ho dovuto. Ugualmente avere, quando si vuol mettere in particolare evidenza l'idea di dovere, di possibilità, di volontà, es. Ho dovuto partire.
Nei tempi composti, i verbi servili prendono di regola l'ausiliare richiesto dall'infinito del verbo che servono, es. Ho saputo rispondere; Son dovuto partire. Ma nell'uso parlato va diffondendosi la tendenza a considerare indipendente il verbo servile e a coniugarlo con il suo ausiliare avere, es. Ho dovuto venire. Comunque, quando l'infinito è sottinteso, i verbi servili riprendono a coniugarsi con l'ausiliare avere, es. - Perché non sei venuto?-. - Non ho potuto -.
Con l'infinito passivo retto dai servili la costruzione normale consiste nel far passivo l'infinito conservando attivi i servili, es. Per nessun motivo poté esser perdonato.
Verbi transitivi e verbi intransitivi
Tutti i verbi della nostra lingua si possono raccogliere in due grandi gruppi:
1) transitivi
Esprimono un'azione la quale passa direttamente dal soggetto all'oggetto. Il complemento oggetto può anche mancare, ma il verbo rimane ugualmente transitivo (es. Carlo studia). In questo caso si parla di uso assoluto dei verbi transitivi. Sono detti invece verbi transitivi indiretti quelli che esprimono un'azione la quale ricade su un oggetto, ma questo non è grammaticalmente indicato da un complemento oggetto, es. Nuocere alla salute. L'ausiliare di questi verbi transitivi indiretti, così come nei tempi composti di tutti i verbi transitivi, è invariabilmente avere.
Il verbo transitivo ha tre forme: attiva, passiva e riflessiva;
2) intransitivi
Esprimono un'azione la quale non passa a un oggetto ma resta ferma nel soggetto.
Ci sono tuttavia alcuni verbi, di natura intransitiva, che possono essere usati transitivamente con il cosiddetto complemento oggetto interno, rappresentato da un sostantivo il quale ha la stessa radice del verbo o è legato a esso da uno stretto rapporto di significato, es. Io vivo una vita felice; Piangere lacrime amare.
Altri verbi possono adoperarsi sia transitivamente sia intransitivamente, cambiando così di significato, es. L'odio brucia nelle vene; Il contadino brucia le sterpaglie.
I verbi intransitivi hanno soltanto la forma attiva.
Nei tempi composti, a differenza dei verbi transitivi che vogliono sempre e soltanto l'ausiliare avere, i verbi intransitivi o transitivi usati intransitivamente non hanno un comportamento costante. Alcuni si coniugano con l'ausiliare avere, altri con l'ausilare essere. Ed esiste anche una terza categori di verbi i quali si coniugano ora con l'ausiliare essere, ora con l'ausilare avere, in base al loro diverso valore e significato.
Forma attiva e forma passiva
Si dice attiva la forma del verbo quando il soggetto grammaticale
compie l'azione (che passa sull'oggetto), oppure rappresenta l'essere o la cosa che si trova in una determinata condizione, es. Marco ha scritto un libro; Il gatto miagola.
Si dice invece passiva la forma del verbo quando l'azione che esso esprime è subita dal soggetto grammaticale, es. Carlo è ripreso dalla madre.
Tutti i verbi, transitivi o intransitivi, hanno la forma attiva; solo i verbi transitivi col complemento oggetto diretto possono avere la forma passiva, perché è appunto il complemento oggetto diretto del verbo nella forma attiva che diventa soggetto nella forma passiva.
Tutti i verbi di forma passiva richiedono l'ausiliare essere.
Forma riflessiva e forma pronominale
Il tipo fondamentale del verbo pronominale, cioè combinato con un pronome personale atono, è il verbo riflessivo.
Diverse sono le specie dei verbi riflessivi.
a) Riflessivi diretti (o propri)
Si ha il riflessivo diretto quando il soggetto di un verbo transitivo ha come complemento oggetto non una persona o cosa fuori di sé, ma se stesso, es. Mi lavo (= lavo me). In tal caso, le particelle pronominali (mi, ti, si, ci, vi), che indicano l'oggetto, nel corso della coniugazione si trasformano passando da una persona all'altra secondo il procedimento dell'azione riflessa: io mi lavo, tu ti lavi, egli si lava, noi ci laviamo, voi vi lavate, essi si lavano.
Nella maggior parte dei casi le particelle pronominali precedono il verbo. Raramente lo seguono, formando una sola parola, nei modi indicativo, congiuntivo, condizionale: lavasi, lavisi, laverebbesi (ciò avviene di solito in poesia). E' invece normale nel presente dell'imperativo, dell'infinito e del gerundio (lavati, lavarsi, lavandosi).
Se l'infinito e il gerundio sono di tempo passato, le particelle si uniscono all'ausiliare che, nei verbi riflessivi propri, benché essi indichino un'azione attiva, è sempre rappresentato dal verbo essere, es. essersi lavato; essendosi lavato.
Con i verbi riflessivi l'ausiliare dei verbi servili è essere quando la particella pronominale precede il verbo servile (es. Mi son dovuto lavare); se invece la particella è unita all'infinito del verbo come suffisso, allora è richiesto l'ausiliare avere (es. Ho dovuto lavarmi).
Nei tempi composti, i verbi riflessivi propri richiedono l'ausilare essere.
b) Riflessivi indiretti (detti anche apparenti o transitivi pronominali)
Sono verbi transitivi accompagnati da particelle pronominali che però non hanno valore di complemento oggetto, bensì di complemento di termine, es. Mi lavo il viso (= lavo il viso a me).
Non di rado il pronome atono risulta ridondante, es. Non ti mettere le dita nel naso! (s'intende che si tratta del naso del soggetto) o superfluo, es. Adesso mi bevo una bella limonata. Si tratta di pronomi intensivi, ai quali l'italiano ricorre per indicare una più intensa partecipazione del soggetto all'azione, che resta nella sfera del soggetto stesso. Ciò per mancanza, diversamente da altre lingue, di una categoria grammaticale (diatesi) che indica la relazione del verbo con il soggetto e l'oggetto.
I transitivi pronominali, nei tempi composti, possono richiedere sia l'ausilare essere come l'ausilare avere.
c) Riflessivi intransitivi (o intransitivi pronominali)
In questi verbi, la particella pronominale che li accompagna forma parte
integrale della voce verbale stessa e non compie ufficio né di complemento oggetto né di complemento di termine. Tali sono:
1) un gruppo di verbi intransitivi che vengono usati prevalentemente in questa forma: accorgersi, arrabbiarsi, pentirsi, ribellarsi, vergognarsi, ecc.,
es. Mi vergogno;
2) un gruppo di verbi transitivi (abbandonare, alzare, commuovere, decidere, svegliare, ecc.) che, accompagnati dalla particella pronominale, cambiano significato e assumono valore intransitivo, es. abbandonarsi, alzarsi, commuoversi, decidersi, svegliarsi;
3) un gruppo di verbi intransitivi (affacciare, approfittare, sedere, ecc.)
che esistono anche nella forma pronominale senza differenze di significato (es. Siedo in poltrona o Mi siedo in poltrona); oppure con una leggera differenza di significato (es. Sedere = stare seduti e sedersi = mettersi a sedere).
Per gli intransitivi pronominali, nei tempi composti, l'ausilare è il verbo essere.
d) Riflessivi reciproci
Sono verbi transitivi accompagnati da particelle pronominali ci, vi, si, le
quali indicano un'azione scambievole tra due o più persone, es. I miei genitori si amano.
La pluralità del soggetto fa sì che questa forma di riflessivo sia possibile solo con le persone plurali: quarta, quinta e sesta, Con la terza persona singolare il riflessivo reciproco può aversi in presenza di un soggetto collettivo, es. Hai notato quanto questa gente si odia?
Ugualmente per i riflessivi reciproci, nei tempi composti, è obbligatorio l'ausilare essere.
Verbi incoativi
Parecchi verbi della terza coniugazione, nella prima, seconda, terza persona singolare, nella terza plurale del presente indicativo e congiuntivo e nella seconda singolare dell'imperativo presente, inseriscono tra il tema e la desinenza il suffisso -isc:, es. finire: finisco, finisci, finisce, finiscono; finisca, finisca, finisca, finiscano; finisci.
Tali verbi si dicono incoativi per analogia con la terminazione in -sco dei verbi incoativi latini che indicavano l'inizio di un'azione, di un processo. Oggi però il suffisso -isc non conferisce più al verbo il significato incoativo,
E sono sempre più numerosi i verbi della terza coniugazione che inseriscono il suffisso -isc tra il tema e la desinenza. In particolare seguono la coniugazione incoativa i verbi in -cire e -gire, per evitare l'incontro delle consonanti c e g con le vocali gutturali a e o, iniziali delle desinenze, che farebbero perdere il suono palatale, es. marcire, marcisci; largire, largisco. Ma cucire e fuggire seguono la coniugazione regolare.
I rimanenti verbi ammettono entrambe le forme, es. nutrire: nutro e
nutrisco. Non però quando il suffisso -isc conferisce al verbo un diverso significato, es. ripartire: riparto (parto di nuovo) e ripartisco (divido).
Forma impersonale
Qualunque verbo può essere usato impersonalmente, adoperando la terza persona singolare di ogni tempo, preceduta dalla particella pronominale si che ha il significato del pronome indefinito uno, es. si dice, si parlava, si partì.
Per la forma impersonale dei verbi usati in forma riflessiva o pronominale di ogni specie, essendoci già la presenza della particella si, si ricorre alla particella pronominale ci, es. ci si veste.
Si chiamano invece impersonali quei verbi che si usano solo al modo infinito e alla terza persona singolare dei tempi di modo finito, senza richiedere un soggetto determinato.
Qualunque verbo, sia impersonale sia usato impersonalmente, nei tempi composti richiede l'ausiliare essere.
Con i verbi invece indicanti fenomeni meteorologici l'uso è oscillante. La norma tradizionale prescriveva essere. Ma ormai si ha piena concorrenza di essere e di avere senza apprezzabili sfumature semantiche.
Adoperati però metaforicamente con un soggetto grammaticale, i verbi meteorologici possono assumere forma personale e richiedono generalmente avere (es. Hanno tuonato i cannoni), tranne piovere e nevicare costruiti con essere (es. Sugli agenti accorsi son piovute sassate).
Verbi difettivi
Di alcuni verbi, per lo più impersonali, si adoperano soltanto poche voci: quelle mancanti sono cadute in disuso oppure non sono mai esistite.
Alla difettività morfologica si associano quasi sempre restrizioni lessicali o stilistiche: gran parte di questi verbi sono arcaici (e oggi si usano solo con intenzione faceta, es. Il tuo odio non mi tange); altri sono limitati ad alcune espressioni cristallizzate (es. Fervono i preparativi).
Verbi sovrabbondanti
Esistono dei verbi che, pur avendo un solo tema, hanno all'infinito presente due diverse desinenze e che perciò appartengono a due diverse coniugazioni (prima e terza oppure seconda e terza). Questi verbi si chiamano sovrabbondanti.
Se ne distinguono due tipi:
1) al primo appartengono quelli che nelle due forme conservano identità di significato, es. dimagrare/dimagrire, compiere/compire;
2) al secondo gruppo appartengono quelli che, mutando la desinenza, mutano pure il significato, es. abbrunare (mettere il lutto) e abbrunire (far diventare scuro).
Verbi irregolari
Si dicono irregolari quei verbi che non seguono nella flessione tutto lo schema tipico della coniugazione a cui appartengono.
Essi si possono dividere in due gruppi:
1) verbi forti (che hanno cioè l'accento tonico sulla sillaba radicale)
Sono irregolari solo nel passato remoto (prima e terza persona singolare e terza plurale) e nel participio passato, rimanendo regolari in tutte le altre voci. Appartengono quasi tutti alla seconda coniugazione (es. ardere: arsi, arso);
2) verbi anomali
Traggono le loro forme verbali o da temi diversi o da temi alterati nei vari accidenti della coniugazione (es. and-are, vad-o; cad-ere, cadr-ei; sed-ere, sied-o o segg-o; pot-ere, poss-o, potr-ò; dov-ere, debb-o o dev-o).
Pochi sono i verbi irregolari della prima coniugazione, come non molti
anche quelli della terza coniugazione.
Sinonimi verbali
Anche tra i verbi esistono molti sinonimi: verbi cioè di radice diversa, che indicano un'idea fondamentale uguale, con qualche particolare sfumatura di significato, es. rubare (appropriarsi segretamente la roba altri), rapire (portar via violentemente).
Derivazione e composizione dei verbi
Da un verbo primitivo, ne derivano spesso molti altri, che hanno l'identica radice, ma leggermente diverso il significato per effetto di qualche particolare prefisso, es. da porre derivano: opporre, comporre, riporre, imporre, anteporre, sovrapporre, sottoporre. Ugualmente, la composizione di verbi, tramite prefissi, anche suffissi, che seguono in tutta la coniugazione dei rispettivi verbi sempici, es. da sperare, disperare; da leggere, leggicchiare e leggiucchiare.
Significato reale e figurato dei verbi
Moltissimi verbi, formati in origine dalla mente umana per indicare azioni di ordine materiale, controllabili coi sensi, hanno trasferito il loro significato anche in campo spirituale, per una certa relazione di somiglianza. Il verbo scoprire, per es., indica, in senso reale, levare la copertura di un oggetto
(scoprire un monumento); in senso figurato togliere un ostacolo alla conoscenza di qualche verità
(l'America fu scoperta da Cristoforo Colombo).
I VERBI ITALIANI
A
abbacàre - v. intr. (io àbbaco, tu àbbachi); aus. avere.
abbacchiàre - v. tr. (io abbàcchio); anche intr. pron.
abbacinàre - v. tr. (io abbàcino o, etim. più corretto ma meno diffuso, abbacìno).
abbagliàre - v. tr. (io abbàglio); anche intr., aus. essere, e intr. pron.
abbaiàre - v. intr. (io abbàio); aus. avere.
abbambinàre - v. tr.
abbancàre - v. tr. (io abbànco, tu abbànchi).
abbandonàre - v. tr. (io abbandóno); anche rifl.
abbarbagliàre - v. tr. (io abbarbàglio).
abbarbicàre - v. intr. (io abbàrbico, tu abbàrbichi); aus. avere.
abbarcàre (disporre i covoni in mucchi, incurvare una tavola) - v. tr. (io abbàrco, tu abbàrchi).
abbaruffàrsi (azzuffarsi) - v. intr. pron. e rifl. recipr.
abbassàre - v. tr., anche intr. pron. e rifl.
abbàttere - v. tr. (coniug. come battere); anche intr. pron.
abbellìre - v. tr. (io abbellìsco, tu abbellìsci); anche intr. pron. e rifl.
abbeveràre - v. tr. (io abbévero); anche rifl.
abbiadàre - v. tr.
abbicàre - v. tr. (io abbìco, tu abbìchi).
abbigliàre - v. tr. (io abbìglio); anche rifl.
abbinàre - v. tr., anche intr. pron. e rifl. recipr.
abbindolàre - v. tr. (io abbìndolo).
abbiosciàrsi - v. intr. pron. (io mi abbiòscio; fut., io mi abbioscerò).
abbisciàre - v. tr. (io abbìscio; fut., io abbiscerò).
abbiŝognàre - v. intr. (io abbiŝógno; coniug. come segnare); aus. avere.
abbittàre - v. tr.
abboccàre - v. tr. (io abbócco, tu abbócchi); anche intr., aus. avere, nonché rifl. recipr. e intr. pron.
abbonacciàre - v. tr. (io abbonàccio; fut., io abbonaccerò); anche intr., aus. essere, e intr. pron.
abbonàre ¹ o abbuonàre (condonare una parte del debito) - v. tr. (io abbuòno o abbòno; in tutta la coniug. -uò- o -ò- se tonico, -o- o -uo- se atono).
abbonàre ² (rendere beneficiario di un abbonamento) - v. tr. (io abbòno); anche rifl.
abbondàre - v. intr. (io abbóndo); aus. avere quando ciò che abbonda è espresso da un complemento, essere quando ciò che abbonda è espresso nel soggetto.
abbonìre - v. tr. (io abbonìsco, tu abbonìsci); anche intr., aus. essere, e intr. pron.
abbordàre - v. tr. (io abbórdo).
abborracciàre - v. tr. (io abborràccio; fut., io abborraccerò).
abborrìre > aborrire
abbottonàre - v. tr. (io abbottóno); anche rifl., nonché tr. pron., aus. essere, e intr. pron.
abbozzàre ¹ (dare la prima forma, passare una bozza intorno a un cavo) - v. tr. (io abbòzzo).
abbozzàre ² (trattenersi) - v. intr. (io abbòzzo); aus. avere.
abbozzolàrsi - v. rifl. (io mi abbòzzolo).
abbracciare - v. tr. (io abbràccio; fut., io abbraccerò); anche intr. pron. e rifl. recipr.
abbrancàre (afferrare, riunire in branco) - v. tr. (io abbrànco, tu abbrànchi); anche rifl.
abbreviàre - v. tr. (io abbrèvio); anche intr. pron.
abbrivàre - v. tr., anche intr., aus. avere.
abbronżàre - v. tr. (io abbrónżo); anche intr. pron.
abbruciacchiàre - v. tr. (io abbruciàcchio).
abbrumàre - v. intr., aus. essere.
abbrunàre - v. tr.
abbrunìre - v. tr. (io abbrunìsco, tu abbrunìsci).
abbrustolàre - v. tr. (io abbrùstolo).
abbrustolìre - v. tr. (io abbrustolìsco, tu abbrustolìsci); anche intr. pron.
abbrutìre - v. tr. (io abbrutìsco, tu abbrutìsci); anche intr., aus. essere, e intr. pron.
abbruttìre - v. intr. (io abbruttìsco, tu abbruttìsci); aus. essere, anche intr. pron.
abbůiàre - v. tr. (io abbùio); anche intr., aus. essere, nonché intr. pron. e impers.
abbuonàre > abbonare ¹
abburattàre - v. tr.
abdicàre - v. intr. (io àbdico, tu àbdichi); aus. avere.
+abdùrre - v. tr. (coniug. come condurre).
abilitàre - v. tr. (io abìlito); anche rifl.
abitàre - v. tr. (io àbito): anche intr., aus. avere.
abitůàre - v. tr. (io abìtůo, noi abitůiàmo); anche rifl.
abiuràre - v. tr.
abolìre - v. tr. (io abolìsco, tu abolìsci).
aborrìre o abborrìre - v. tr. (io aborrìsco o abórro, tu aborrìsci o abórri); anche intr., aus. avere.
abortìre - v. intr. (io abortìsco, tu abortìsci); aus. avere.
+abràdere - v. tr. (coniug. come radere).
abrogàre - v. tr. (io àbrogo o, etim. meno corretto, abrògo, tu àbroghi o abròghi).
abuŝàre - v. intr., aus. avere.
+accadére - v. intr. (coniug. come cadere); aus. essere, anche impers.
accagliàre - v. tr. (io accàglio); anche intr., aus. essere, e intr. pron.
accalappiàre - v. tr. (io accalàppio).
accalcàrsi - v. intr. pron. (io mi accàlco, tu ti accàlchi).
accaldàrsi - v. intr. pron.
accaloràre - v. tr. (io accalóro); anche rifl.
accampàre - v. tr., anche rifl.
accampionàre - v. tr. (io accampióno).
accanalàre - v. tr.
accanàre - v. tr.
accanìrsi - v. intr. pron.
accannellàre - v. tr. (io accannèllo).
accantonàre ¹ (mettere da parte) - v. tr. (io accantóno).
accantonàre ² (alloggiare) - v. tr. (io accantóno); anche rifl.
accaparràre - v. tr., anche tr. pron., aus. essere.
accapezzàre - v. tr. (io accapézzo).
accapigliàrsi - v. rifl. recipr. e intr. pron. (io mi accapìglio).
accappiàre - v. tr. (io accàppio).
accappiettàre - v. tr. (io accappiétto).
accapponàre - v. tr. (io accappóno); anche intr., aus. essere.
accarezzàre - v. tr. (io accarézzo); anche rifl. recipr.
accarpionàre - v. tr. (io accarpióno).
accartocciàre - v. tr. (io accartòccio; fut., io accartoccerò); anche intr. pron.
accasare o accaŝàre - v. tr., anche rifl.
accasciàre - v. tr. (io accàscio; fut., io accascerò); anche intr. pron.
accasellàre o accaŝellàre - v. tr. (io accasèllo o accaŝèllo).
accasermàre o accaŝermàre - v. tr. (io accasèrmo o accaŝèrmo); anche rifl.
accastellàre - v. tr. (io accastèllo).
accatastàre (disporre a catasta, accampionare) - v. tr.
accattàre - v. tr.
accattivàrsi - v. tr. pron., aus. essere.
accavalcàre - v. tr. (io accavàlco, tu accavàlchi).
accavallàre - v. tr., anche intr. pron.
accavezzàre - v. tr. (io accavézzo).
accavigliàre - v. tr. (io accavìglio).
accecàre - v. tr. (io accèco, tu accèchi; la e può dittongare in ie solo se tonica); anche intr., aus. essere, e rifl.
accèdere - v. intr. (coniug. come cedere; poco usato nei tempi composti); aus. avere.
acceleràre - v. tr. (io accèlero); anche intr., aus. avere, e intr. pron.
°accèndere - v. tr. (pass. rem., io accési, tu accendésti, egli accése, noi accendémmo, voi accendéste, essi accésero; Part. pass., accéso); anche intr. pron. Come accendere, il composto riaccèndere.
accennàre - v. tr. (io accénno); anche intr., aus. avere.
accentàre - v. tr. (io accènto).
accentràre - v. tr. (io accèntro o accéntro); anche intr. pron.
accentůàre - v. tr. (io accèntůo, noi accentůiàmo); anche intr. pron.
acceppàre - v. tr. (io accéppo).
accerchiàre - v. tr. (io accérchio); anche rifl.
accertàre - v. tr. (io accèrto); anche rifl.
accessoriàre - v. tr. (io accessòrio).
accestìre - v. intr. (io accestìsco, tu accestìsci); aus. essere.
accettàre - v. tr. (io accètto); anche rifl.
acchiappàre - v. tr., anche rifl. e rifl. recipr.
acchiocciolàre - v. tr. (io acchiòcciolo); anche rifl.
acchitàre - v. tr.
acciabattàre - v. intr., aus. avere.
acciaccàre - v. tr. (io acciàcco, tu acciàcchi).
acciaiàre - v. tr. (io acciàio).
acciambellàre - v. tr. (io acciambèllo); anche rifl.
accigliàre - v. tr. (io accìglio); anche intr. pron.
+accìngere - v. tr. (coniug. come cingere); anche rifl.
acciottolàre - v. tr. (io acciòttolo).
accipigliàrsi - v. intr. pron.
acciuffàre - v. tr.
accivettàre - v. tr. (io accivétto).
acclamàre - v. tr., anche intr., aus. avere.
acclaràre - v. tr.
acclimatàre - v. tr. (io acclìmato); anche intr. pron.
°acclùdere - v. tr. (pass. rem., io acclùŝi, tu accludésti, egli acclùŝe. noi accludémmo, voi accludéste, essi acclùŝero; Part. pass., acclùŝo). Come accludere si coniugano: esclùdere, inclùdere, occlùdere, preclùdere. Derivano dalla medesima forma latina clùdere (da clàudere), da cui abbiamo avuto chiùdere e composti. Un esempio della doppia forma è in conclùdere che fa anche conchiùdere, letterario.
accoccàre - v. tr. (io accòcco o accócco, tu accòcchi o accócchi).
accoccolàrsi - v. rifl. (io mi accòccolo).
accodàre - v. tr. (io accódo); anche rifl.
+accògliere - v. tr. (coniug. come cogliere).
accollàre - v. tr. (io accòllo); anche intr., aus. avere, e tr. pron., aus. essere.
accoltellàre - v. tr. (io accoltèllo); anche rifl. recipr.
accomandolàre - v. tr. (io accòmandolo).
accomiatàre o accommiatàre - v. tr., anche rifl.
accommiatàre > accomiatare
accomodàre - v. tr. (io accòmodo); anche intr., aus. avere, nonché rifl. e intr. pron.
accompagnàre - v. tr. (coniug. come segnare); anche rifl. e intr. pron.
accomunàre - v. tr., anche rifl. recipr.
acconciàre - v. tr. (io accóncio; fut., io acconcerò); anche tr. pron., aus. essere, e rifl.
+accondiscéndere - v. intr. (coniug. come scendere); aus. avere.
acconsentìre - v. intr. (io acconsènto; Part. pres., acconsenziènte); aus. avere, anche tr.
accontàre - v. tr. (io accónto).
accontentàre - v. tr. (io accontènto); anche intr. pron.
accoppiàre - v. tr. (io accòppio o accóppio, tu accòppi o accóppi); anche rifl., nonché intr. pron. e rifl. recipr.
accorciàre - v. tr. (io accórcio; fut., io accorcerò); anche intr., aus. essere.
accordàre - v. tr. (io accòrdo); anche rifl., nonché rifl. recipr. e intr. pron.
accordellàre - v. tr. (io accordèllo).
°accòrgersi - v. intr. pron. (io mi accòrgo, tu ti accòrgi; pass. rem., io mi accòrsi, tu ti accogésti, egli si accòrse, noi ci accorgémmo, voi vi accorgéste, essi si accòrsero; Part. pass., accòrtosi). Come accorgersi, oltre il composto riaccòrgersi, il v. tr. scòrgere.
accorpàre - v. tr. (io accòrpo).
+accórrere - v. intr. (coniug. come correre); aus. essere.
accosciàrsi - v. intr. pron. (io mi accòscio; fut., io mi accoscerò).
accostàre - v. tr. (io accòsto); anche intr., aus. avere, nonché rifl. e intr. pron.
accostolàre - v. tr. (io accòstolo).
accotonàre - v. tr. (io accotóno).
accottimàre - v. tr. (io accòttimo).
accovacciàrsi - v. rifl. (io mi accovàccio; fut., io mi accovaccerò).
accovonàre - v. tr. (io accovóno).
accozzàre - v. tr. (io accòzzo); anche rifl. e rifl. recipr.
accreditàre - v. tr. (io accrédito); anche rifl.
+accréscere - v. tr. (coniug. come crescere); anche intr., aus. essere.
accroccàre - v. tr. (io accròcco, tu accròcchi).
accucciàrsi - v. rifl. (io mi accùccio; fut., io mi accuccerò).
accudìre - v. intr. (io accudìsco, tu accudìsci); aus. avere, anche tr.
acculàre - v. tr., anche rifl.
acculattàre - v. tr.
acculturare - v. tr., anche intr. pron.
accumulàre - v. tr. (io accùmulo); anche intr. pron.
accuŝàre - v. tr., anche rifl. e rifl. recipr.
acetificàre - v. tr. (io acetìfico, tu acetìfichi).
acetilàre - v. tr.
acetìre - v. intr. (io acetìsco, tu acetìsci); aus. essere.
acidificàre - v. tr. (io acidìfico, tu acidìfichi); anche intr., aus. essere, e intr. pron.
acidulàre - v. tr. (io acìdulo).
acquartieràre - v. tr. (io acquartièro); anche rifl.
acquattàrsi - v. rifl.
acquietàre - v. tr. (io acquièto); anche intr. pron.
acquiŝìre - v. tr. (io acquiŝìsco, tu acquiŝìsci).
acquistàre - v. tr., anche intr., aus. avere.
acromatiżżàre - v. tr.
acůìre - v. tr. (io acůìsco, tu acůìsci); anche intr. pron.
acuminàre - v. tr. (io acùmino).
acutiżżàre - v. tr., anche intr. pron.
adacquàre - v. tr. (io adàcquo, noi adacquiàmo).
adagiàre - v. tr. (io adàgio; fut., io adagerò); anche rifl.
adattàre - v. tr., anche rifl. e intr. pron.
addebbiàre - v. tr. (io addébbio).
addebitàre - v. tr. (io addébito).
addensàre - v. tr. (io addènso); anche rifl. e intr. pron.
addentàre - v. tr. (io addènto).
addentellàre - v. tr. (io addentèllo).
addentràrsi - v. intr. pron.
addestràre ¹ (accompagnare a piedi il cavallo di altri) - v. tr.
addestràre ² (rendere abile) - v. tr. (io addèstro); anche rifl.
addirizzàre o addrizzàre - v. tr.
+addìrsi - v. intr. pron. (coniug. come dire).
additàre - v. tr.
additivàre - v. tr.
+addivenìre - v. intr. (coniug. come venire); aus. essere.
addizionàre - v. tr. (io addizióno).
addobbàre - v. tr. (io addòbbo); anche rifl.
addocciàre - v. tr. (io addóccio; fut., io addoccerò).
addolciàre - v. tr., anche intr. pron.
addolcìre - v. tr. (io addolcìsco, tu addolcìsci); anche intr. pron.
addoloràre - v. tr. (io addolóro); anche intr. pron.
addomesticàre - v. tr. (io addomèstico, tu addomèstichi); anche intr. pron.
addoppiàre - v. tr. (io addóppio).
addormentare - v. tr. (io addorménto); anche intr. pron.
addossàre - v. tr. (io addòsso); anche rifl. e tr. pron., aus. essere.
addottrinàre - v. tr., anche rifl.
addrizzàre > addirizzare
addůàrsi - v. intr. pron.
addugliàre - v. tr. (io addùglio).
+addùrre - v. tr. (coniug. come condurre); anche rifl.
adeguàre - v. tr. (io adéguo o adèguo, noi adeguiàmo); anche rifl.
adémpiere - v. tr. (io adémpio, tu adémpi; le altre forme più comuni da adempire); anche intr., aus. avere, e intr. pron.
adempìre - v. tr. e intr. (io adempìsco, tu adempisci); aus. intr. avere, anche intr. pron.
aderìre - v. intr. (io aderìsco, tu aderìsci); aus. avere.
aderiżżàre - v. tr.
adescàre - v. tr. (io adésco, tu adéschi).
adibìre - v. tr. (io adibìsco, tu adibìsci).
adiràrsi - v. intr. pron.
adìre - v. tr. (io adìsco, tu adìsci; Part. pass., adìto).
adocchiàre - v. tr. (io adòcchio).
adombràre - v. tr. (io adómbro); anche intr., aus. essere, e intr. pron.
adontàre - v. intr., aus. avere, anche intr. pron.
adoperàre - v. tr. (io adòpero); anche rifl.
adoràre - v. tr. (io adóro); anche intr., aus. avere.
adornàre - v. tr. (io adórno); anche rifl.
adottàre - v. tr. (io adòtto).
adsorbìre - v. tr. (io adsorbìsco, tu adsorbìsci).
aduggiàre - v. tr. (io adùggio; fut., io aduggerò).
adulàre - v. tr. (io àdulo o adùlo).
adulteràre - v. tr. (io adùltero); anche intr., aus. avere.
adunàre - v. tr., anche intr. pron.
adunghiàre - v. tr. (io adùnghio).
aeràre - v. tr. (io àero).
aerotrainàre - v. tr. (io aerotràino).
aerotrasportàre - v. tr. (io aerotraspòrto).
affabulàre - v. tr. (io affàbulo).
affaccendàrsi - v. rifl.
affacciàre - v. tr. (io affàccio; fut., io affaccerò); anche intr., aus. essere, nonché intr. pron. e rifl.
affagottàre - v. tr. (io affagòtto); anche rifl.
affamàre - v. tr.
affannàre - v. tr., anche intr., aus. essere, e rifl.
affardellàre - v. tr. (io affardèllo).
affasciàre - v. tr. (io affàscio; fut., io affascerò).
affascinàre ¹ (attrarre) - v. tr. (io affàscino).
affascinàre ² (affastellare) - v. tr. (io affascìno).
affastellàre - v. tr. (io affastèllo).
affaticàre - v. tr. (io affatìco, tu affatìchi); anche rifl.
affatturàre - v. tr.
affazzonàre - v. tr.
afferìre - v. intr. (io afferìsco, tu afferìsci); aus. avere.
affermàre - v. tr. (io afférmo); anche rifl.
afferràre - v. tr. (io affèrro); anche rifl.
affettàre ¹ (simulare) - v. tr. (io affètto).
affettàre ² (tagliare a fette) - v. tr. (io affétto).
affezionàre - v. tr. (io affezióno); anche intr. pron.
affiancàre - v. tr. (io affiànco, tu affiànchi); anche rifl. e rifl. recipr.
affiatàre - v. tr., anche rifl. e rifl. recipr.
affibbiàre - v. tr. (io affìbbio).
affidàre - v. tr., anche rifl.
affienàre - v. tr. (io affièno); anche intr., aus. essere.
affienìre - v. intr. (io affienìsco, tu affienìsci); aus. essere.
affievolìre - v. tr. (io affievolìsco, tu affievolìsci); anche intr., aus. essere, e intr. pron.
+affìggere - v. tr. (coniug. come figgere); anche rifl.
affigliàre > affiliare
affilàre ¹ (aguzzare) - v. tr., anche intr. pron.
affilàre ² (mettere in fila) - v. tr.
affilettàre - v. tr. (io affilétto).
affiliàre o affigliàre - v. tr. (io affìlio); anche rifl.
affinàre - v. tr., anche intr. pron.
affiochìre - v. tr. (io affiochìsco, tu affiochìsci); anche intr., aus. essere.
affioràre (spuntare) - v. intr. (io affióro); aus. essere.
affittàre - v. tr.
°afflìggere - v. tr. (io afflìggo, tu afflìggi; pass. rem., io afflìssi, tu affliggésti, egli afflìsse, noi affliggémmo, voi affliggéste, essi afflìssero; Part. pass., afflìtto); anche intr. pron. Come affliggere, inflìggere. Il v. semplice da cui derivano è il latino flìgere.
afflosciàre - v. tr. (io afflòscio; fut., io affloscerò); anche intr., aus. essere, e intr. pron.
afflůìre - v. intr. (io afflůìsco, tu afflůìsci); aus. essere.
affocàre o affuocàre - v. tr. (io affuòco o affòco, tu affuòchi o affòchi; in tutta la coniug. uò se accentato, o o uo se non accentato); anche intr. pron.
affogàre - v. tr. (io affògo o affógo, tu affòghi o affóghi); anche intr., aus. essere, e rifl.
affollàre (riempire di gente) - v. tr. (io affóllo o affòllo); anche intr. pron.
affondàre - v. tr. (io affóndo); anche intr., aus. essere.
afforcàre (ormeggiare una nave) - v. tr. (io affórco, tu affórchi).
affossàre - v. tr. (io affòsso); anche intr. pron.
affrancàre - v. tr. (io affrànco, tu affrànchi); anche rifl.
affratellàre - v. tr. (io affratèllo); anche rifl. recipr.
affrenellàre - v. tr. (io affrenèllo).
affrescàre - v. tr. (io affrésco, tu affréschi).
affrettàre - v. tr. (io affrétto); anche rifl.
affrontàre - v. tr. (io affrónto); anche rifl. recipr.
affumicàre - v. tr. (io affùmico, tu affùmichi).
affuocàre > affocare
affusolàre o affuŝolàre - v. tr. (io affùsolo o affùŝolo).
ageminàre - v. tr. (io agèmino).
agevolàre - v. tr. (io agévolo).
agganciàre - v. tr. (io aggàncio; fut., io aggancerò).
aggarbàre - v. tr.
aggeggiàre (gingillarsi) - v. intr. (io aggéggio; fut., io aggeggerò); aus. avere.
aggettàre - v. intr. (io aggètto); aus. essere.
aggettivàre - v. tr.
agghiacciàre - v. tr. (io agghiàccio; fut., io agghiaccerò); anche intr., aus. essere, e intr. pron.
agghiadàre - v. intr., aus. essere, e intr. pron.
agghiaiàre - v. tr. (io agghiàio).
agghindàre - v. tr., anche rifl.
aggiogàre - v. tr. (io aggiógo o aggiògo, tu aggióghi o aggiòghi).
aggiornàre (rimandare a un'altra data) - v. tr. (io aggiórno); anche rifl., nonché rifl. recipr. e intr. pron.
aggiràre - v. tr., anche intr. pron.
aggiudicàre - v. tr. (io aggiùdico, tu aggiùdichi); anche tr. pron., aus. essere.
+aggiùngere - v. tr. (coniug. come giungere); anche intr., aus. essere, nonché rifl. e intr. pron.
aggiuntàre - v. tr.
aggiustàre - v. tr., anche tr. pron., aus. essere, nonché rifl., intr. pron. e rifl. recipr.
agglomeràre - v. tr. (io agglòmero); anche intr. pron.
agglutinàre - v. tr. (io agglùtino); anche