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Sull’utilità e sul danno delle cose per la vita
Sull’utilità e sul danno delle cose per la vita
Sull’utilità e sul danno delle cose per la vita
E-book59 pagine53 minuti

Sull’utilità e sul danno delle cose per la vita

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Info su questo ebook

L’uso smodato dei beni voluttuari e l’assurda rincorsa al consumismo rischiano di far perdere all’uomo la dimensione della sua vera essenza.
Il suo intimo contatto con le piccole cose, il colloquio privato con il Signore, fatto di parole, preghiera e devozione rischia di andar perduto tra le pieghe di una modernità che nulla salva, tranne i falsi miti e i falsi eroi.
I saggi di Stefano Govoni sono un monito, vogliono mettere in guardia l’essere umano contro le insidie della tentazione, così subdola e perennemente presente.
Responsabile del peccato e fattrice di ogni male, mina il cuore degli uomini, i quali, per natura, tendono a cedere alle lusinghe del Maligno.
Govoni sostiene che la preghiera sia l’unica via di salvezza, pregare più volte al giorno con fervore sarà utile a mantenere distante ogni pericolosa macchinazione. Perseguire la rettitudine, nel tentativo di rendersi più simili a Lui, è l’unica soluzione possibile; poiché nostro Signore vuole il suo gregge puro e immacolato e i pastori in grado di divulgare la Sua parola, invita perciò a pregare per i sacerdoti, figure cardine della Chiesa di Cristo.

Stefano Govoni è un impiegato postale con la passione per la lettura di testi escatologici e inserito in una formazione umanista e teosofica. 
Il testo è frutto di anni di studio, il quale ha prodotto una sovrabbondanza di pensieri maturati nell’idea presente, e vuole essere una conversazione amichevole, colloquiale, priva di pericope dettagliate, anche se ha la formalità di un saggio. 
Ha conseguito il diploma di maturità scientifica e ha finito gli studi in un comprensorio tecnico di natura montessoriana.
LinguaItaliano
Data di uscita28 feb 2023
ISBN9791255370628
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    Sull’utilità e sul danno delle cose per la vita - Stefano Govoni

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    Stefano Govoni

    Sull’utilità e sul danno

    delle cose per la vita

    © 2023 Vertigo Edizioni s.r.l., Roma

    www.vertigoedizioni.it

    info@vertigoedizioni.it

    ISBN 979-12-5537-029-1

    I edizione gennaio 2023

    Finito di stampare nel mese di gennaio 2023

    presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)

    Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri S.p.A.

    Sull’utilità e sul danno delle cose per la vita

    A mia mamma Iris

    Introduzione

    Il mondo è un falso idealismo, tende all’ideologia, anche se quest’ultimo termine si deve riferire al progetto che le intelligenze nemiche del bene assurgono a progetto mediante il quale per mezzo di quello applicano all’uomo una se ipse incondizionata obbedienza contro il principio del bene, che è una disobbedienza al bene stesso e in questo origine del male.

    Bisogna rendersi conto di come procedere per liberarsi da questa circe. Favorirsi gli dèi non può essere più tollerato, in quanto vige il lume del cristianesimo. Bisogna fidarsi di Dio poiché è il modo più efficiente per permettersi ciò che si può che non è solo ciò che è in grado di fare Dio in quanto Onnipotente, bensì di quello che riesce a fare l’Amore quando muove guerra alla obbedienza. L’amore vuole essere mite obbedienza, sudditanza… cioè tenerezza. Così facendo rende reale tutto ciò che opera, in quanto ogni cosa fatta con amore è reale, tutto il resto non sussiste.

    Procedo all’esposizione di ciò che ritengo utile per l’ars amatoria, nei riguardi del divino, in primo luogo, ma in sostanza per stabilire nel mondo una "nuova dottrina contro il Mondo" un ricordare che Babilonia crollò che quello spirito prevaricatore e ribelle cadrà di nuovo, con o senza di me, ma non solo, contro o con me! Siamo certi della nostra salvezza ma l’uomo deve darsi il massimo in questa vita, perché nell’Amore che trasfigura il rancore in arte, sussiste la realtà e si stabilisce quel nodo gordiano quella estrema pausa tra solstizi che è la mia poesia. Quella per la quale anche voi possiate dire della vostra: è la mia.

    Primo saggio

    Esiste una precisa gerarchia di valori. Questa gerarchia si divide in due sotto categorie, nella quale la prima è una via di vita, cioè di utilità per la vita, mentre la seconda è una via di morte, cioè di danno per la vita. Nella prima il primo bene della vita dev’essere considerato Gesù, che è la Vita stessa, ma anche Verità e Via. (Cfr. Gv 14, 6) Questa prima parte del discorso è liberamente tratta dalla Didaché. Ora consideriamo che abbiamo due giudizi: uno della vita ed uno della morte, il primo lo accoglieremo il secondo lo rifiuteremo.

    A mo’ di esempio: il secondo modo di giudicare – quello della via della morte – ritiene il male il bene maggiore che segue il bene minore, per esercitare, a chi giudica nel bene, il fascino al male, cioè ad un bene minore di quello che sarebbe stato possibile senza il male – in quanto è il bene maggiore che precede quello minore, come il tutto con la parte, ma il tutto è composto dalle sue parti, ed anzi, la somma delle parti è sempre maggiore del tutto da cui derivano – e ciò è quello che intendiamo propriamente per pervertitore. Quindi chi esercita un giudizio negativo è pervertito, ma chi lo vuole instillare a chi non lo esercita è pervertitore. I diavoli sono entrambe queste cose, quindi bisogna evitarli e ucciderli ad ogni occasione. Del giudizio della vita sappiamo che esso è veritiero nella misura che giudica in vista della verità: per questo il Cristo è Giusto giudice, perché giudica per Suo Padre che è Dio. Quindi fa gli interessi di Dio che è santo e santissimo, cioè molto giusto. Ora, se dobbiamo giudicare bene dobbiamo farlo come lo fa Gesù, quindi nell’interesse di Dio, ma noi non saremo mai quanto il suo Figlio prediletto, per questo (ma lo uso in termini esclusivi anche se non generali cioè [ma non solo] contro l’idea dell’uomo che deve farsi Dio ma nemmeno contro l’idea dell’infinità di Dio) sia un giusto giudice di Suo padre infinitamente di più di qualsiasi amico del Figlio verso il di suo padre, ma ancora di più ne sarà giusta la Sposa (che la sposa del Cristo è la Chiesa) nei riguardi del Padre Eterno. Così, nella Chiesa ci possiamo

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