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Gioco di Distruzione di Massa
Gioco di Distruzione di Massa
Gioco di Distruzione di Massa
E-book283 pagine3 ore

Gioco di Distruzione di Massa

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Info su questo ebook

Il mondo Perfetto di Yuzuko viene turbato quando si trova a partecipare, per forza, alla 30° stagione del Gioco di Distruzione di Massa, un reality show televisivo nel quale venti concorrenti devono combattere contro un gruppo di robot e tra di loro per avere la possibilità di diventare miliardari. Ogni robot distrutto dà loro punti, ma punti extra potranno essere guadagnati attraverso atti sessuali e omicidi. Mentre Yuzuko si trova assieme agli amici conosciuti inizialmente online ella viene a scoprire oscuri segreti riguardanti la propria famiglia trovandosi, inoltre, ad affrontare la padrona di casa del gioco, la famigerata Sia Bucks. Riuscirà a sopravvivere e a uscire vittoriosa dal gioco oppure il tutto si tradurrà in una commedia degli errori con violenza e caos?

LinguaItaliano
Data di uscita7 set 2023
ISBN9781667462356
Gioco di Distruzione di Massa
Autore

Chloe Gilholy

Chloe Gilholy is a healthcare worker from Oxfordshire. She published her first poem when she was eight and she hasn't stopped since. 

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    Anteprima del libro

    Gioco di Distruzione di Massa - Chloe Gilholy

    Gioco di Distruzione di Massa

    Chloe Gilholy

    ––––––––

    Pubblicato da Chloe Gilholy, 2021.

    Game of Mass Destruction © 2021 di Chloe Gilholy

    Tutti I diritti sono riservati. Nessuna parte di questo libro può essere in qualsiasi forma o con qualunque mezzo sia esso elettronico o meccanico inclusi i sistemi di archiviazione e reperimento delle informazioni, senza il permesso scritto da parte dell’autore. La sola eccezione è costituita dai recensori, i quali possono riportare dei brevi estratti nelle loro recensioni.

    La copertina è stata realizzata dall’autrice.

    Editing a cura di Nicholas Taylor

    https://Justwriteright.co.uk

    Questo libro è un’opera di fantasia.

    Nomi, personaggi, luoghi e fatti sono anch’essi frutto dell’immaginaizone dell’autrice o sono utilizzati a scopo di finzione. Ogni somiglianza con persone reali, siano esse vive o defunte, eventi, o localo è totalmente casuale.

    Chloe Gilholy

    Seguitemi su Twitter, Wattpad e Instagram: @Chloboshoka

    Pubblicato inizialmente su Wattpad nel mese di Aprile 2019.

    Prima edizione cartacea: Marzo 2020

    9781667462363

    Indice

    GIORNO ZERO

    Parte: Il Poema di Kiki

    Parte II: Il Gioco

    GIORNO UNO

    Parte I: Happy Surprise Tours

    Parte II: Le Regole

    Parte III: Il Manuale

    NOTTE UNO

    Parte I: Il Windmill Bar

    Parte II: L’Onore della Famiglia

    Parte III: Shangri-La Beach

    Parte IV: Opinioni

    Parte V: Culture

    Parte VI: Dietro le Quinte

    GIORNO DUE

    Parte I: Primo Tabellone

    Parte II: Dono della Natura

    Parte III: Il Prezzo della Fama

    Parte IV: Il Quartetto della Caffetteria

    Parte V: Colori Autentici

    NOTTE DUE

    Parte I: Lady Vendetta

    Parte II: Sogni

    Parte III: La notte della scimmia

    Parte IV: Spia

    Parte V: Il Matrimonio

    Parte V: Lavoro di Squadra

    GIORNO TRE

    Parte I: Secondo Tabellone

    Parte II: Amore

    Parte III: Tradimento

    Parte IV: Istinto di Sopravvivenza

    Parte V: Le Esequie

    NOTTE TRE

    Parte I: Il Discorso Presidenziale

    Parte II: Festa in Spiaggia

    Parte III: Soltanto una Notte

    Parte IV: La Tempesta

    Parte V: Confronto

    Parte VI: Stato Comatoso

    GIORNO QUATTRO

    Parte I: Terzo Tabellone

    Parte II: Rivali Sfortunate

    Parte III: Squarci di speranza

    Parte IV: La figlia da lungo tempo perduta

    Parte V: La penultima resa dei conti

    Parte VI: Tutto inutile

    NOTTE QUATTRO

    Parte I: Gli ultimi sopravvissuti

    Parte II: La resa dei conti finale

    Parte III: Cerimonia di chiusura

    POST GIOCO

    Ringraziamenti

    GIORNO ZERO

    Coloro che criticano mio nonno dicono di lui le peggiori cose mentre lui non ha fatto null’altro che grandi cose per tutta la sua vita.

    Yuzuko Shikumi

    Parte I: Il Poema di Kiki

    Strisciando dentro la pattumiera,

    Mi chiedo chi morirà per primo:

    io o i miei amici.

    Siamo solamente delle macchine, dicono,

    Prodotti della scienza,

    non abbiamo scopo.

    Qual è il nostro scopo?

    Perché siamo stati creati?

    Se siamo nati per poi dover morire?

    Dunque, è così che è fatto un mostro.

    La razza che ci ha creati ci vuole ora morti,

    nel nome dell’intrattenimento.

    Intelligenza artificiale:

    il Giorno del Giudizio per l’umanità

    quindi ecco il motivo di questo spettacolo.

    Al Gioco di Distruzione di Massa

    Su questa isola tranquilla,

    la nostra fame e sete di vita ci guida.

    Utilizziamo ciò che possiamo come combustibile.

    Qualsiasi cosa sulla quale possiamo mettere le mani.

    A volte mangiamo le persone.

    Non possiamo evitarlo,

    è parte del nostro programma.

    Ci piacerebbe andare all’Aldilà.

    La mia conoscenza è profonda.

    I fatti che conosco superano in numero

    La sabbia del Sahara.

    Ma il mio unico desiderio

    È semplice:

    danzare con i cavalli selvaggi.

    Questo è stato l’ultimo poema che Kiki ha scritto prima di scomparire. Yuzuko lo tiene nella propria tasca da quando è scomparsa. Kiki non era sua zia per legame di sangue, ma da quando i suoi nonni hanno definito Kiki la loro piccolina, questo ha fatto di lei, agli occhi di Yuzuko, sua zia. Le serate erano vuote senza le vigorose canzoni di bentornato di Kiki.

    C’era una sola persona che poteva essere implicata nella sparizione di zia Kiki: la nemica di suo nonno, Sia Bucks. Odio era una parola eccessivamente forte per descrivere i suoi sentimenti ma il sangue di Yuzuko ribolliva al solo pensiero del nome di lei. «Quell’orribile donna deve lasciare in pace mio nonno».

    Sia aveva fatto raggiunto un gran numero di obiettivi, l’unico che però desiderava raggiungere era quello di rendere triste e miserevole la vita del nonno di Yuzuko. Come osava! Suo nonno era il Professor Takeshi Denki: il più grande scienziato vivente, re della robotica e campione di tennis tavolo.

    Robot e umani che vivessero in armonia: questo era il sogno di suo nonno. Kyoto era un’utopia che era orgogliosa di chiamare casa. Il suo unico desiderio era quello di rendere la propria famiglia fiera al massimo grado, una bellezza che la faceva somigliare a una bambola e consumando tutte le sue residue energie nell’azienda IT del nonno. Il suo unico obiettivo era di essere una madre amorevole per il proprio bambino, il quale avrebbe conosciuto il proprio padre solo attraverso la tomba di lui.

    Il cimitero Higushiotani era il luogo perfetto per l’eterno riposo di suo marito, Hiroki Shikumi con i suoi splendidi panorami all’alba. Yuzuko era solita andare a meditare presso la tomba di Hiroki ogni mattina alle sei.

    «Non sono l’angelo che loro credono io sia, Hiroki». Lei parlava come se lui fosse ancora vivo. Riusciva a immaginare la sua risata profonda e le sue pacche sulla schiena. Se fosse stato vivo, le avrebbe detto di smetterla di comportarsi da sciocca.

    Lui le diceva ogni giorno che lei era la più bella ragazza del mondo. I suoi teneri sussurri e le sue dolci parole dietro le porte chiuse, continuavano ad alleggiare dopo tre anni.

    Le sue compagne di classe e le sue colleghe se invidiavano i suoi ondulati capelli neri che lei avrebbe voluto fossero lisci. A nessuno piaceva giocare con i suoi capelli più di quanto non piacesse alla sua ragazza, Sakura Kanagawa.

    Hiroki era stato il primo e solo uomo che ella avesse mai amato. Nonostante il fiorentissimo legame tra tecnologia e natura il suo paese era ancora arretrato per quanto riguardava le questioni LGBTQ+. Un compagno di classe è stato espulso la settimana scorsa per aver fatto outing confessandosi transgender. E in molti paesi del Medioriente e d’America un robot ha più diritti di una donna.

    Dando dei colpetti alla pietra tombale, Yuzuko premette le proprie labbra contro il nome di Hiroki. «Ci sono tre cose che renderebbero il mondo un posto migliore. In primo luogo, se Sia Bucks finisse in galera per i propri crimini contro l’umanità. In secondo luogo, se ogni città fosse bella come Kyoto. In terzo luogo, non vedo l’ora di poter tenere per mano Sakura e di portare il nostro bambino Koichi a passeggio con noi. È ora che io vada al lavoro. Spero che Kiki stia bene. Arrivederci, Hiroki...»

    Sulla strada verso il lavoro, tentò di chiamare Kiki al telefono. Tutto ciò che riuscì a sentire attraverso il telefono furono un fragoroso fruscio e un rumore simile a quello che fa la pioggia battente. «Kiki, se riesci a sentirmi, per favore, dammi un segno che stai bene».

    Il telefono si ammutolì per qualche secondo, fino a che una musica jazz non cominciò a suonare a casaccio. Poi una voce sdolcinata esplose nel suo orecchio. «Congratulazioni, tu e Sakura avete vinto un giro esclusivo in giro per il Regno Unito!»

    «Sia Bucks!» sussultò Yuzuko. Il suono della voce malaticcia le fece scivolare il telefono dalle mani. La caduta fece sì che il telefono di Yuzuko inserisse il vivavoce. «Un giro? Io non voglio un giro, voglio che Zia Kiki ritorni».

    «Sì, mia cara. Tu e la tua adorabile fidanzata avete vinto il viaggio della vostra vita. Tua zia Kiki ci sta aiutando a preparare il premio per voi».

    «Aspetta, rallenta!» Yuzuko serrò le mascelle. «Come posso aver vinto se non ho mai partecipato? Non capisco! Dov’è Kiki? Per favore riportatela qui!»

    «Un taxi vi verrà a prendere tra dieci minuti. Oh, non è tutto eccitante?»

    «Questo non risponde alla mia domanda». La linea cadde e sul fondo della strada c’era una limousine nera con all’interno Sakura, la quale indossava come sempre l’abito giallo con i fiori stampati.

    Yuzuko si avvicinò all’automobile. Era certa che fosse una truffa, se però erano in gioco le vite di Kiki e Sakura, allora che il gioco continuasse. Si chiese cosa diavolo stesse facendo.

    «Sakura!» Yuzuko aprì di colpo la portiera e liberò Sakura dal nastro che le teneva strette coscie e polsi.

    «Yuzuko!» singhiozzò Sakura, stringendosi al suo petto. «Grazie a Dio sei qui».

    Una testa fece capolino dal sedile del passeggero. «Ragazze».

    Yuzuko picchiò violentemente contro il sedile posteriore all’udire quella voce familiare. «Madre!»

    «Che cosa stai facendo?» gridò Yuzuko all’autista. Saltò giù dall’automobile, aprì la porta dal lato del guidatore e lo colpì con un pugno allo stomaco. «Lascia andare Sakura e Kiki!»

    «Per favore, calmati», disse la madre di Yuzuko con un sorriso. «Dobbiamo farlo. Altrimenti Sia ucciderà lo ucciderà».

    «L’isolamento non è una buona cosa!» scattò Yuzuko.

    Sakura inclinò il capo. «Non aggredire verbalmente a quel modo tua madre».

    «Date le circostanze, ne ho tutto il diritto». Yuzuko strinse la mano di Sakura. «Usciamo da qui. Avvisa a tutti gli altri». Le porte dell’automobile si chiusero automaticamente e l’autista partì a razzo. Le due ragazze tentarono di gridare per chiedere aiuto da entrambe le parti del divisorio.

    «Statemi a sentire!» gridò la madre di Yuzuko con tutta la voce che aveva. Le due ragazze tacquero indietreggiando all’unisono. «Se volete far sì che Sia Bucks la smetta di distruggere tutto ciò che la nostra famiglia ha lavorato per creare, dovremo fare in modo di destituirla».

    «Di cosa stai parlando?»

    «Entrambe avete giocato al gioco di Sia».

    Yuzuko non riusciva a parlare. Non si era mai sentita tanto agitata e sudata in tutta la sua vita.

    «Il Gioco di Distruzione di Massa?» gridò Sakura. «Perché ci fai questo. Non possiamo distruggere i robot. Noi li amiamo».

    «Non dovete distruggere i robot», disse la madre di Yuzuko con un sorriso che le si allargava fino all’angolo della sua guancia sinistra. «Dovrete fare molto sesso con tutti loro – è il modo più semplice per guadagnare punti».

    «Vuoi che tradisca Sakura?» chiese Yuzuko. Non riusciva a credere che la donna seduta sul sedile del passeggero fosse sua madre.

    «Continua. Adoro avere un numero maggiore di nipoti».

    La madre di Yuzuko era gentile e amorevole. Quando Yuzuko aveva qualche problema sua madre era là per asciugarle le lacrime. Harumi Denki si era tramutata in un’altra persona nel giro di una notte.

    Parte II: Il Gioco

    Sia Bucks sogghignò ai robot sul suo computer portatile. «Adesso basta! Sgranocchiate il fegato di quel bastardo».

    La sua tiara spiccava sulla sua capigliatura afro di colore viola e sulla sua pelle nera. C’era un solo capo sull’Isola di Hakai e lei voleva che tutti sapessero che quel capo era lei.

    Il suo regno era un’isola situata al di sotto del Circolo Polare Artico che riceveva cospicui finanziamenti grazie allo reality show di successo di Sia. Quando l’Isola di Hakai aveva ricevuto il proprio status di nazione, Sia ne era stata riconosciuta la prima monarca, ora era una delle uniche tre rimaste. Gli altri due erano il Papa e l’Imperatore Islamico.

    Alexa si nascose dietro il portatile di Sia. Fatta a forma di un cuore di colore rosa e con il proprio aspetto esteriore morbido era facile confondere il piccolo dispositivo con un cuscino. La voce materna di Alexa faceva sciogliere il cuore di Sia. Lei amava sua madre. Anche quando cade e rompe la sua sedia a rotelle. «Non dovresti lavorare, mia cara?»

    Sia chiuse la scheda. «Sì, dovrei». Il suo rossetto color argento e la sua pelle nera si riflettevano sullo schermo. Il periodo che precedeva Halloween era sempre il momento migliore per promuovere il suo spettacolo televisivo. La prima sera di novembre, venti adulti sarebbero stati obbligati ad entrare a far parte di un mondo caotico di robot violenti e lascivi.

    «Dunque, come trascinerai i concorrenti sull’isola questa volta?» chiese Alexa.

    «Ho detto a tutti loro che avevano vinto una vacanza su un pullman di lusso che li avrebbe condotti in giro per la campagna inglese, nonché per le più belle e rinomate città, con l’aggiunta di una località misteriosa».

    «Hmm... Quindi, come li porterai dal Regno Unito all’Isola di Hakai?»

    «Saranno condotti a un traghetto».

    «E che cosa farai se opporranno resistenza?»

    «Non ne opporranno. Li addormenterò con del gas soporifero, quindi li scaricherò nella cella nel mio jet privato e via».

    «Non è tutto un po’ crudele?»

    «Certo che no», disse Sia con un sorriso. «Ho sentito dire che alcuni tra i concorrenti dello schieramento di quest’anno sono decisamente crudeli».

    «Il marito di Mariangela e i magnaccia Olandesi?»

    «Precisamente».

    «Sapevi che il ragazzo della coppia coreana e la ragazza cinese hanno una relazione a distanza?» chiese Alexa.

    «Beh, questo farà sì che le adolescenti partecipino di sicuro». Sia si rinfrescò alla brezza. Le tende ondeggiarono di fianco a lei qualche volta. Due fotografie incorniciate era poste sul portatile di Sia. Sulla sinistra vi era una lacera foto nuziale. Sulla destra, invece, faceva bella mostra di sé una foto a colori vivaci che ritraeva tre donne, ognuna delle quali indossava una canotta con sopra ricamato il nome del loro gruppo: Pussy Pussy Meow Meow.

    «Quelli erano giorni», sussurrò rivolta alle foto, levando il proprio calice. «Dobbiamo fare un altro tour. Inclinò la testa all’indietro e sbatté il bicchiere da cocktail vicino alla foto nuziale. Il liquido scuro rese meno nitidi i dettagli del viso dell’uomo ritratto nella foto. «Se solo tu non avessi giaciuto con quel laido robot!»

    «Con chi stai parlando, Sia?» chiese Alexa.

    Sia puntò lo sguardo in direzione del congegno a forma di cuore posto dietro al suo computer portatile. «Sto parlando con il mio ex marito».

    «Ma quella è una fotografia di te con il Dottor Denki.

    Sia strizzò gli occhi. «Lo so questo».

    Erano trascorsi anni da quanto lei aveva portato un anello al dito. Paragonando la se stessa attuale con quella ritratta nelle fotografie, poté riflettere su tutto quello che era cambiato dall’epoca dei suoi giorni da stella del pop: robot e congegni elettronici poteva socializzare. Alexa era la sua sola amica. Tutti gli altri non erano per che semplici conoscenza, schiavi o ex. Una sola cosa era rimasta immutata: la sua capigliatura afro di colore rosato aveva ancora tutti i riccioli al loro posto.

    Nei suoi cinquant’anni di vita, aveva imparato ad amare tutti i colori eccetto il grigio. Il grigio non esisteva nel mondo di Sia. Sebbene il cielo fuori fosse stato privato del proprio azzurro, purtuttavia azzurro restava. Ella non voleva avere cinquantadue anni, quindi si comportava come un’adolescente per tenere in movimento le proprie stanche ossa.

    Sussultò. Non era davvero possibile che fossero trascorsi trent’anni. Ricordava l’episodio come se fosse accaduto il giorno prima. I politici americani mentivano affermando che i robot rubavano i lavori. Il suo ex marito aveva ideato dei robot per migliorare il lavoro di infermieri e medici. L’occupazione era in crescita ma la stupidità della società l’aveva fatta arricchire. Sia aveva preso le loro paure e le aveva utilizzate per coltivare lo spettacolo finanziato dal governo per i propri abbonati. Sia aveva battezzato il proprio spettacolo: Gioco di Distruzione di Massa.

    Sia Bucks aveva una schiera di aiutanti a propria disposizione. Poteva vedere tutta la base militare fuori dalla finestra. Uno avrebbe potuto scambiarlo per un campo da calcio. A capo delle truppe vi era il Sergente Dust il quale fumava così tanto da poter essere, a sua volta, scambiato per una ciminiera. Aveva un aspetto giovanile che non tradiva i suoi sessant’anni e dei muscoli più grandi del girovita di Sia.

    Quello con indosso una maglietta a maniche corte rossa era Daz Muffin, un meteorologo inglese, il cui modo di parlare grossolano gli aveva impedito di trovare lavoro alla BBC. Sia poteva sentire la sua parlata sfacciata che faceva uso di ogni parolaccia possibile. Si acquietò quando il Sergente Dust sparò in aria. Un gabbiano emise il suo ultimo grido.

    «Alexa! A che segno zodiacale corrisponde quest’anno nell’oroscopo cinese?»

    «2062. Questo è l’anno del cavallo».

    «Questo vuol dire che il regista indosserà una maschera da cavallo».

    «Sì»,

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