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Jessica Smith Association for Revival and Reliance. Risveglio
Jessica Smith Association for Revival and Reliance. Risveglio
Jessica Smith Association for Revival and Reliance. Risveglio
E-book286 pagine3 ore

Jessica Smith Association for Revival and Reliance. Risveglio

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Info su questo ebook

Modificato al 16/10/23
Recensione a: Jessica Smith Association for Revival and Reliance.  Risveglio.
Di Bianca Fasano  
      Soltanto una mente geniale poteva vivificare il presente e proiettare nel futuro una “storia” partendo dal reale e continuando nell’immaginario, in un avvincente romanzo. C’ è riuscita egregiamente l’Autrice Fasano, attingendo dalla sua vasta Cultura, dalle esperienze di lettrice assidua, di scrittrice poliedrica e di valente descrittrice.
      La trama di Risveglio, profondamente calata nella realtà, ondeggia tra un presente e un futuro nei quali la Vita, dopo la morte, attanaglia gli studiosi, protesi a   “vincere” un destino di morte, sospeso tra  Scienza e  Fede.
    Il romanzo, grazie alla padronanza di linguaggio a livello tecnico-comunicativo-linguistico di Bianca Fasano, attira l’attenzione del lettore e stupisce per la ricchezza di fantasia, presentata sotto forma di realtà.
         È bello ma difficile “saper scrivere”, cioè creare un contatto, un amore “platonico” tra il lettore e l’autore. In Risveglio l’Autrice, facendo tesoro del suo sapere e delle sue eccezionali conoscenze in ogni campo, ha abbinato una notizia recente, legata al cancro, alla possibilità remota di “vincere la malattia” mediante la crioconservazione.
        Gli scrittori, spesso, immedesimano il mondo personale nelle esperienze di altri, si specchiano in esse e il reale si fonde con l’immaginario, il vissuto con il perduto. Il substrato del racconto si presenta piacevole, scorrevole, ammaliante. La costante presenza di termini inglesi trasporta il lettore in appropriati concetti scientifici, medici, storici e antropologici, idonei a focalizzare la sua attenzione, utilizzando un linguaggio di rara efficacia e precisione. Complimenti!
     Quale futuro dobbiamo augurarci? Cento anni fa parlare di uomini che sarebbero arrivati sulla luna faceva sorridere. Oggi “sorridiamo” pensando alla crioconservazione. Che avverrà? Chi vivrà, vedrà.
 Giacomo Di Matteo
LinguaItaliano
Data di uscita20 nov 2016
ISBN9788822866776
Jessica Smith Association for Revival and Reliance. Risveglio

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    Anteprima del libro

    Jessica Smith Association for Revival and Reliance. Risveglio - Bianca Fasano

    Jessica Smith Association for Revival and Reliance

    Risveglio. (Idea da un fatto di cronaca)

    Al momento in cui lessi la storia vera ( Roma, 18 novembre 2016), che si nasconde dietro questo mio romanzo, restai fortemente impressionata sentendomi molto vicina sia alla sofferenza della ragazzina (un'adolescente britannica ammalata di cancro, che ovviamente, desiderava vivere), che a quella dei genitori.

    La madre era decisa ad aiutare la figlia nel desiderio di speranza che poteva darle l' ibernazione dopo il suo decesso, ma il padre non era d'accordo, per cui alla fine la ragazza ottenne dai giudici il via libera per essere ibernata (tra l'altro con un alto costo), con la speranza di essere un giorno risvegliata e guarita con nuove cure. Il corpo della quattordicenne venne trasportato negli Usa e congelato tramite criogenesi.

    Vediamo i fatti;

    18 novembre 2016 17:17. GRAN BRETAGNA - Ibernazione. Giudice lo consente alla quattordicenne malata terminale di cancro.

    Una ragazzina di 14 anni britannica, malata terminale, ha vinto poco prima di morire una storica battaglia legale e ha ottenuto che il suo corpo fosse ibernato, tramite criogenesi, nella speranza che un giorno si possa trovare una cura e farla tornare in vita. La piccola e' stata al centro di una feroce battaglia legale tra i genitori, da anni divorziati: la madre schierata con l'adolescente, colpita da una rara e molto aggressiva forma tumorale; il padre -che non la vedeva dal 2008- contrario. Il braccio di ferro e' finito dinanzi all'Alta Corre di Londra che ha acconsentito al desiderio della ragazzina. Lo ha deciso un giudice, Peter Jackson, poco prima che la ragazza morisse, lo scorso ottobre, ma la sentenza e' stata resa nota solo dopo che il corpo e' stato congelato. Il giudice, che prima di decidere ha voluto incontrare la bambina, si e' detto impressionato dal coraggio eroico con cui l'adolescente ha affrontato la sua sorte. E poi ha tenuto a precisare di non essersi espresso sul valore dell'ibernazione, ma di aver solo preso una decisione sulla contesa tra i due genitori. La ragazzina, che si era documentata su Internet, ha inviato una struggente lettera al tribunale per spiegare la sua richiesta. Ho solo 14 anni e non voglio morire ma so che moriro'. Penso che la criopreservazione possa darmi una chance di essere curata e risvegliata, anche se tra centinaia di anni. Non voglio essere sepolta sotto terra. Voglio vivere e penso che in futuro possano trovare una cura per il mio cancro. Questo e' il mio desiderio. E il tribunale le ha dato ragione. L'avvocato Zoe Fleetwood ha raccontato che la piccola e' stata informata il 6 ottobre e il sapere che i suoi desideri sarebbero stati esauditi le ha dato grande conforto negli ultimi momenti di vita. Il giorno dopo ha voluto incontrare in ospedale il suo eroe", il giudice Jackson. E' deceduta il 17 ottobre.

    Il padre era contrario: Ma se mai si trovasse una cura e fosse riportata in vita, magari tra 200 anni, chi mai si occupera' di lei?, si era chiesto dinanzi ai giudici. Non avra' alcun parente e magari non ricordera' nulla. Potrebbe trovarsi in una situazione disperata, perche' ha solo 14 anni, e sara' negli Stati Uniti. Alla fine si e' persuaso: Rispetto la sua decisione: e' l'ultima ed e' l'unica cosa che mi ha chiesto. Il corpo e' stato trasportato da Londra negli Usa e congelato da una societa' privata specializzata: prima refrigerato per due/tre settimane in azoto liquido, poi posto accanto ad altri 150 salme ibernate. La madre aveva fatto a tempo a raccogliere con una colletta la cifra necessario, circa 37.000 sterline. Adesso la sfortunata ragazzina riposa in uno degli impianti del Cryonics Institute vicino Detroit, a -196C, accanto al patron dell'azienda, Robert Ettinger, morto a 92 anni e ibernato insieme a due delle mogli. Le prime ibernazioni umane risalgono agli anni Sessanta e da allora solo 250 persone si sono affidate alla tecnica. La criopreservazione e' molto contestata da medici e scienziati perche' finora non e' mai stato possibile riportare in vita un essere umano e un animale congelato.Due nematodi, piccoli vermi grandi appena 1 millimetro, sono tornati in vita dopo essere rimasti intrappolati nel permafrost artico siberiano 42 mila anni fa, in pieno Pleistocene, riprendendo a muoversi e a mangiare regolarmente a distanza di poche settimane dal loro scongelamento".

    Un racconto diviene un romanzo

    Qualche considerazione sulla criogenesi

    A grande richiesta di tanti che hanno letto ed apprezzato questo mio racconto gratuito, finito al tempo nei bestseller di Amazon:

    n. 1 in eBook fantascienza viaggio nel tempo

    n. 8 in eBook racconti brevi di fantascienza

    n. 89 in Racconti (Kindle Store), la storia, da che era di poche pagine, si è trasformata in un romanzo

    Il testo pubblicato è quindi, cambiato, rispetto a quello precedente.

    Non mi è stato facile: ho dovuto immaginare quel futuro che potrebbe permettere davvero alla piccola britannica di tornare a vivere la sua vita.

    Ho immaginato cosa potesse accadere alla mia protagonista in quel futuro.

    Immaginare come abbia vissuto la sua famiglia, restata nel passato.

    I nuovi personaggi che vivono nel passato, mi hanno dato l'opportunità di creare il personaggio di Naisha ed apprendere tanto della sua India.

    La protagonista, Fiorella, vive la sua nuova vita ed ha conosciuto la storia della sua famiglia.

    Spero che lo svolgimento dei fatti vi piaccia.

    CONSIDERAZIONI SULLA CRIOGENESI

    Mi sembra comunque interessante fare qualche considerazione sulla criogenesi.

    La cosa di cui siamo certi al momento è che due nematodi, piccoli vermi grandi appena 1 millimetro, sono tornati in vita dopo essere rimasti intrappolati nel permafrost artico siberiano [1] 42 mila anni fa, in pieno Pleistocene, riprendendo a muoversi e a mangiare regolarmente a distanza di poche settimane dal loro scongelamento.

    Questa scoperta ha fatto sorgere una domanda fondamentale: se questi piccoli organismi possono tornare in vita dopo millenni, potremmo un giorno fare lo stesso con gli esseri umani? La Crionica, una volta argomento di romanzi di fantascienza, come il mio, potrebbe diventare una realtà tangibile? Tra 50-70 anni potremmo risvegliare persone ibernate?

    La crionica considera metodi oggi davvero radicali, come il subentro al sangue di soluzioni crioprotettive, allo scopo di proteggere le cellule e i tessuti. Radicali al punto di non riuscire a contemplare una riduzione dei costi tanto bassa da consentirle di diventare una pratica anche solo alternativa alla tradizionale sepoltura o cremazione.

    Oltre al problema del congelamento, il vero ostacolo è il risveglio. Ad esempio, gli agenti crioprotettivi attualmente utilizzati hanno effetti tossici sul cervello e su altre parti del corpo.

    In pratica, per risvegliare gli esseri umani, saranno necessari progressi significativi in medicina e ingegneria tissutale. Progressi che ci auguriamo possano arrivare nel giro dei prossimi 50-70 anni.

    Che ne sarà delle persone che hanno già scelto di congelarsi, sperando in una seconda chance alla vita, così come è capitato alla giovane inglese?

    Chi fino ad oggi ha scelto di congelare il suo corpo dopo la morte, ha fatto una scommessa sul futuro, oppure soltanto si è lasciato, prima di morire una speranza: che la scienza e la tecnologia avanzino abbastanza da poterlo risvegliare in un mondo nuovo.

    Ma se i progressi decisivi sono ancora lontani, quali sono le reali possibilità che hanno queste persone? Ci sono problemi irrisolti: È il danno cellulare causato dal congelamento e dallo scongelamento uno dei principali impedimenti della criogenesi. Anche se gli attuali metodi di criopreservazione utilizzano soluzioni crioprotettive per minimizzare questi danni, non sono perfetti. Con il passare del tempo, il rischio di danneggiamenti accumulati aumenta.

    Oltre alle sfide tecniche, ci sono anche questioni etiche da considerare. Se riuscissero a risvegliare queste persone, in che tipo di mondo si risveglierebbero? Avrebbero diritti legali e sociali? E come sfiderebbero il trauma di risvegliarsi in un'epoca totalmente diversa dalla loro?

    A queste domande tenta di rispondere il mio romanzo.

    Non abbiamo altro che la fiducia e la perseveranza. La medicina, la biotecnologia e lo studio della mente stanno progredendo a ritmi sostenuti. Potrebbero emergere nuove tecniche anche per riparare o sostituire tessuti danneggiati. La nanotecnologia, ad esempio, potrebbe offrire soluzioni per riparare danni a livello molecolare (gli studi sul nanowarming [2] sono molto interessanti). Inoltre, l'ingegneria tissutale potrebbe consentire la creazione di organi artificiali per sostituire quelli danneggiati. In altri termini, chi ha scelto la crionica oggi ha una strada tutta in salita, ma potrebbe avere comunque una chance.

    Se la crionica avrà successo, potrebbe diventare una sorta di alternativa alla morte. Immagina un mondo in cui le persone con malattie terminali potrebbero essere messe in standby fino a quando non viene trovata una cura. Una prospettiva che ha profonde implicazioni filosofiche, etiche e mediche.

    La criogenesi [3] rimane, al momento, un campo di ricerca in evoluzione: e per quanto sia radicale, le recenti scoperte offrono una visione possibilista: forse un giorno il congelamento non sarà solo un modo per conservare il cibo, ma anche una macchina del tempo verso il futuro.


    Di cosa parliamo esattamente quando diciamo nanowarming? Si tratta di una tecnica che usa una bobina di rame a radiofrequenza per generare un campo magnetico. Stimolando le nanoparticelle di ferro incastonate negli organi congelati, il nanowarming fornisce un processo di scongelamento più uniforme e controllato.

    Jessica Smith Association for Revival and Reliance.

    Risveglio.[1] (Idea da un fatto di cronaca) . Il racconto è divenuto un romanzo.

    Furono chiamati dalla Jessica Smith Association for Revival and Reliance (reparto anni 2000 2050), meglio conosciuta come J.S.R.R. di Milano, e certamente non se l'aspettavano più.

    Riuscire ad ottenere l'affido di un relived per la quarta volta era in pratica divenuto un sogno per chiunque, ma grazie alle amicizie che la sorella di Luca vantava nell'associazione, evidentemente qualcosa si era mosso.

    Ludovica, rileggendo l'avvisat sul suo M.C.S. (master computer staff), rivolse un pensiero affettuoso sul quanto l'Information and Communication Technology avesse migliorato la vita sociale negli ultimi novanta anni. Chiaramente, prima di tutto, decise di ridare uno sguardo ai punti salienti della legge 4721, del 19/10/2098, su cui si erano dovuti accordare i parlamenti e le magistrature della World Legislation, dopo il proliferare delle richieste in relazione alla criopreservazione del corpo mediante ibernazione, aumentate esponenzialmente dal 2060.

    Nei primi tempi l’Italia aveva trovato difficile rispondere ai desideri di quanti speravano in una sopravvivenza criogenica e ciò dipendeva anche dal fatto che, nella metà degli anni 2000, i primi centri di crioconservazione erano difficili da raggiungere. Uno dei più vecchi, l’organizzazione senza scopo di lucro Vitrification Life Extension Foundation, risaliva addirittura agli anni ’70, però gli stabilimenti di criopreservazione dei corpi (o dei cervelli) delle persone che speravano di essere resuscitate grazie a possibili progressi scientifici, si trovavano a Scottsdale, in Arizona, oppure si poteva ricorrere al Cryogenesis Institute sempre negli Stati Uniti, vicino a Detroit e infine c’era la Криогенези, nata nel 2008 in Russia. In tutto il mondo all’epoca, viste le distanze, nacquero agenzie che offrivano il servizio di trasporto verso questi tre centri. I metodi, nel tempo, sarebbero migliorati, però, negli anni 2000 quando i prenotati si avvicinavano al trapasso, erano raggiunti da una squadra che preparava i corpi, non appena il medico, coi metodi del tempo, avesse dichiarato il decesso. Il cadavere era immerso in una vasca piena di ghiaccio per essere stabilizzato e il sangue sostituito da una soluzione che preservasse i tessuti. La circolazione e anche la respirazione erano ripristinate artificialmente. Tuttavia si verificavano spesso delle inadeguatezze, prima che l'intera procedura fosse perfezionata una volta raggiunti gli stabilimenti di crioconservazione. Le organizzazioni suggerivano ai propri membri di sistemarsi nei pressi delle fondazioni, in vista del trapasso in modo da permettere un trasferimento più rapido e conservativo. Però non sempre era possibile e questo spiegava, al momento del tentativo di risvegliare i dormienti, perché in alcuni casi ciò non si rendeva possibile. Alcune tecniche, fino al 2030, a volte erano imprecise o del tutto sbagliate. Tuttavia alla fine del 2080 le cose cambiarono. Nacquero nuovi centri e quelli presenti estesero la loro attività, come la Vitrification Life Extension Foundation che gettò le basi a Parigi, Londra, Berlino, Bruxelles e Milano e le nuove agenzie quali, l’Awakening Health Foundation, che si sparsero in Europa, fino al moltiplicarsi delle stesse con le nuove legislazioni che facilitavano la possibilità di dare speranza a quanti avevano paura della morte, o, forse, fiducia nella scienza.

    Si era reso necessario intervenire per legiferare in materia, fornendo un codice etico e legale a quello che era stato definito come State of suspended life, specialmente dopo che dall'anno 2090 era stato permesso a quanti avevano la certezza della morte, invece dell'eutanasia, di lasciarsi ibernare da vivi. Naturalmente nei primi decenni del 2100 la cosa era stata possibile soltanto a chi avesse avuto la possibilità economica, ma in seguito alla New Universal Constitution (2120), le legislazioni dei vari Stati si erano accordate sul fatto che si dovesse ritenere anticostituzionale privare chi lo volesse, di questa possibilità, per cui si era provveduto ad istituire, a carico degli Stati che avevano accettato (Cina, Giappone, Germania, America, Francia, Inghilterra, Italia, Russia, Australia, Spagna e via via di seguito tutti gli altri 120 Stati aderenti), un fondo universale per ottemperare a quelle richieste divenute nel tempo sempre più numerose.

    Ovviamente, con il migliorare della scienza medica, contrariamente a quanto i pessimisti del 2020 avevano affermato, la nanotecnologia, la biologia medica, le nuove possibilità legate alla chirurgia robotica, l'uso sempre più comune di trapianti di organi (non sempre di origine umana), la capacità di un'ampia rigenerazione dei tessuti, inclusa la riparazione di singole cellule (una molecola alla volta) e l’utilizzo di particolari cellule staminali per la rigenerazione cellulare, aveva decisamente diminuito i casi di morte per malattia. Praticamente si era giunti all’esclusione dei nati con malattie di tipo genetico e, con le nuove possibilità mediche, era stato più facile recuperare gran parte degli individui crioconservati, in cui le strutture che codificano la memoria e la personalità fossero restate deducibili, curare le malattie che li avevano condotti alla morte e restituirli ad un nuovo presente. Non tutti. Si era data la precedenza a quanti avessero maggiori possibilità di rivalorizzazione e innanzitutto ai giovani e ai giovanissimi e a personaggi del passato che avevano fatto la storia della medicina, delle scienze, dell’arte ed altro. In breve, si rese possibile il risveglio dall'ibernazione di un numero sempre più elevato di dormienti, con risultati differenti secondo lo stato in cui tali dormienti avevano ricevuto l'ibernazione. A centinaia di anni di distanza dalla morte di questi.

    Nacquero, nei primi tempi, gravi questioni legali risolte e non risolte, laddove un membro di una famiglia molto ricca, aveva preteso, risvegliandosi, di riprendere la propria posizione in seno alla Società, con evidenti reazioni da parte di familiari che neanche ne ricordavano l'esistenza.

    Fortunatamente le legislazioni si erano, nel tempo, adattate, per cui in molti casi la posizione sociale del risvegliato aveva subito per questi uno stato di Rebirth, trattandolo esattamente come un rinato, ossia nato di nuovo, privo di ogni collegamento familiare e sociale, adottabile, insomma, con i mezzi che la legislazione consentiva, anche da gruppi sociali nati all'uopo.

    Chiaramente secondo la situazione (si trattava di un vecchio, di un bambino, di un ragazzo o altro), si erano di conseguenza svolte le nuove vite dei Rebirth.

    Appunto per quanto riguardava i Rebirth di sotto i sedici anni, ne era stato deciso e previsto lo stato di adoptability, ben differente da quello delle adozioni rispetto ai bambini restati orfani o privi di genitori in grado di assisterli ed erano stati creati i Custodial, che lavoravano a coppia. Dapprima scelti soltanto tra i giovani più adatti, cresciuti e acculturati allo scopo, successivamente programmati geneticamente prima ancora della nascita.

    Ecco quindi perché Ludovica, Custodial geneticamente programmata, quella mattina aveva ricevuto l'invito a recarsi presso la Clinical Jessica Smith Association for Revival and Reliance, allo scopo di conoscere la giovane donna o il giovane uomo che le sarebbe stato affidato. Di certo c'era soltanto che si sarebbe trattato di un minorenne.

    Si precipitò ad informare il Custodial Luca, suo Momentary Spouse, della necessità inderogabile (non si poteva mancare ad un impegno preso in tal senso: non era obbligatorio prenderlo, ma, una volta assunto, qual ora si fosse verificato l'evento, l'adottato andava prelevato durante la giornata, al massimo nella giornata successiva), di recarsi a prelevare chi era stato assegnato loro.

    Luca non sembrò per nulla lieto della notizia: era stata sempre lei in assoluto, a desiderare di potere adottare un quarto Rebirth. Chiaramente, innanzi tutto per la sua professione di psychologist time, cui era assegnato l'incarico di preparare gli astronauti per i viaggi spaziali e quindi aiutarli ad uscire dai propri ritmi temporali. Non le sembrava vero di potere costatare di nuovo su di una persona gli effetti di una trasposizione temporale così evidente come quella vissuta da chi, ibernatosi ad esempio nel 2020, si ritrovava a risvegliarsi nel 2260. Ossia alla data di oggi.

    Lei e Luca sarebbero divenuti, per i prossimi cinque anni, genitori adottivi del giovane risvegliato. Avrebbero dovuto assolvere il compito di abituarlo alla nuova vita, con l'ausilio, naturalmente, di un'apposita equipe. Dovevano reinserirlo nella società, immetterlo in gruppi di studio, aiutarlo a storicizzare il lungo periodo di vuoto conoscitivo e in ogni senso reintegrarlo, facendo sì che divenisse, nei cinque anni, appunto, indipendente come qualsiasi cittadino dell'Associated World. Impresa certamente non facile.

    La mattina successiva, liberati ufficialmente dagli impegni di lavoro per trenta giorni, a merito di una Parental holiday, si recarono presso la Clinica dove il risvegliato (maschio o femmina), aveva ricevuto le cure necessarie a liberarlo della malattia che lo aveva portato alla morte fisica.

    Si tennero per mano, lasciandosi soltanto per appoggiare la destra sull’hand knowledge, in cui era stata inserita la programmazione della loro presenza.

    L'ambiente in cui furono inseriti era psicologicamente freddo: colori sul grigio e bianco, smalti, superfici in duracrilion, vetri pressurizzati. Gelido. Poi, nel ripetere l'ingresso in un nuovo ambiente del tutto differente, furono introdotti da una musica di sottofondo. Le pareti erano ricoperte di quelle che al primo aspetto sembravano opere d'arte da museo del 2000. Le porte all'apparenza erano di un caldo legno ed i pavimenti sembravano di ceramica.

    Chiaramente tutto il reparto era stato preparato in modo che chi vi si fosse risvegliato non avesse dovuto subire l'impatto del cambiamento temporale.

    Finalmente venne loro incontro un essere umano. Almeno all'aspetto lo era. Declamò i loro nomi e cognomi, le date di nascita, l'indirizzo sociale, il numero della richiesta affido e poi attese che loro confermassero. Quindi, senza un'ulteriore parola oltre un seguitemi, si avviò. Si trattava, all'apparenza, dicevamo, di una figura femminile, vestita come poteva esserlo stata, un'infermiera dell'anno 2000. Ne vedevano, adesso, l'uniforme bianca e blu alle spalle, munita di una sorta di cappello bianco che sembrava fissato con un adesivo alla chioma, tanto si reggeva bene nei suoi movimenti.

    Li condusse davanti all'ingresso di un locale dall'aria antiquata quanto il resto, su cui campeggiava una scritta: Adoptions department, affiancata da una piccola croce rossa.

    L'infermiera fece segno di entrare ed ubbidirono. Si ritrovarono in quella che appariva proprio come una segreteria ospedaliera, laddove una signora dall'aria gentile li invitò a sedersi ed espose in poche parole una sorta di presentazione della ragazza (si trattava di un individuo di sesso femminile),

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