Secondo alcune fonti originarie dell’Africa settentrionale e per altre dei paesi asiatici, la fava è un legume che appartiene alla specie delle Fabaceae, come piselli e fagioli, i cui semi sono in grado di dare un ottimo apporto di proteine vegetali al nostro organismo.
Capire con esattezza quando la pianta della Vicia Faba, erbacea a ciclo annuale, ha iniziato a essere coltivata in Europa e nel nostro Paese non è semplice. Sicuramente sia i Sumeri che gli Egizi sono stati grandi coltivatori e consumatori di fave già dai primi millenni avanti Cristo, così come i Greci e i Romani, che avevano un particolare rapporto con la leguminosa a cui attribuivano diversi valori simbolici, non sempre positivi.
Dall’antica Grecia a oggi
Per Pitagora e i suoi adepti, la pianta della fava era la porta dell’Ade: secondo loro, la macchia nera dei fiori candidi rappresentava la lettera con la quale iniziava la parola (morte) e il suo stelo, senza nodi a differenza di altri (assemblea). La pratica di utilizzare le fave per votare è proseguita anche nel Medioevo dove, a questo scopo, si dividevano in nere e bianche. Se per i Greci le fave avevano un legame con la morte, per i Romani si trattava di un legume sacro utilizzato, ad esempio, durante le (le Calende delle fave) festeggiate il primo giorno di giugno per un rito in onore della ninfa Carna, protettrice degli organi vitali dell’uomo. Secondo Plinio, il nome della (importante famiglia patrizia romana) aveva un legame con un’arcaica sacralità della fava. Nel Medioevo la coltivazione delle fave ha assunto un ruolo di particolare importanza, in quanto questo prodotto della terra a bassissimo costo in tempi bui di carestie è stato fondamentale alla sopravvivenza, sia per la l’alimentazione che per la cura. Lo stesso pane, infatti, era realizzato ricorrendo all’impiego di miscele composte da farine di cereali la cui pianta, si diceva, avesse anche buoni effetti sulla fertilità del terreno e veniva piantata in mezzo ad altre per farle fortificare. Nel Rinascimento sono state nuovamente riconosciute, e più volte citate in diversi scritti, le proprietà afrodisiache della fava la cui fama, con la scoperta dell’America, è decisamente declinata a favore dell’altrettanto proteico fagiolo. Solo negli ultimissimi anni quella che è stata per secoli una fonte di proteine per i ceti meno abbienti è tornata a essere un legume molto amato, simbolo della primavera, delle prime scampagnate e della convivialità.