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Sauna
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E-book106 pagine1 ora

Sauna

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Info su questo ebook

Qualche palla di neve scagliata contro un barone universitario, giovanili intemperanza, fisiologiche come le delusioni di cui è lastricata una carriera accademica. Ma quello che sembrava un gioco era solo la prima fase di un piano che prevedeva il sequestro dell'illustre cattedratico.Sprofondato nelle nebbie lattiginose di una sauna, l'imputato-narratore tenta di ricomporre i frammenti di un'esperienza nella quale erotismi, sogni e crimini grotteschi si inseguono in vorticosi mulinelli. Se ne occupa un tribunale piuttosto speciale che sembra voler processare prevalentemente le intenzioni .
LinguaItaliano
Data di uscita10 gen 2013
ISBN9788867555185
Sauna

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    Anteprima del libro

    Sauna - Stefano Michelini

    Stefano Michelini

    SAUNA

    Seconda edizione formato ebook: gennaio 2013

    Il mio è uno strano tipo di memoria. In genere mi guardo indietro e vedo una sorte di nebbia, nella quale si profila qualcosa di indistinto, qualcosa che devo sforzarmi di ricordare. Riportarlo alla luce è un atto di volontà. Mi sgomenta di aver dimenticato cose che a suo tempo avevano avuto una grande importanza per me.

    Harold Pinter in Conversazione con Pinter, di Mel Gussow

     … la donna si avvicina e mi sorride…

    stiamo rubando tutto

    … rispondo che me ne sono accorto…

    … mi siedo sulla poltrona e osservo… sono tutti presi dal loro lavoro… hanno scatole di diverse dimensioni… polistirolo… nastro adesivo marrone… carrelli... sono professionisti… non c'è dubbio... non parlano tra loro… non vanno di fretta ma non perdono nemmeno tempo… nel mio studio sono in due… stanno impacchettando i libri del corso di laurea… lo vedo perché hanno lasciato la porta aperta…

    … il computer… la scrivania… lo stereo… le foto di Amore e Psiche sono già sul camion fuori nella strada….

    … sono vestiti di nero...

    ... mi alzo… passeggio per le stanze sempre…

    … i ladri continuano il loro lavoro... procedono... sono già passate sei ore... hanno impacchettato anche il dentifricio e i cotton flocks… anche le riserve nel banchetto... sono instancabili... ora portano via anche i mobili... sono attrezzati... hanno tutto... chiavi inglesi... cacciaviti a motore... pinze... tenaglie... smontano… imballano… numerano e caricano sul camion... sembrano cinque formicoloni neri che hanno trovato una bella torta… briciola dopo briciola vogliono riempirsi la tana... telefona mia moglie… tutto bene fai pure con calma.... non le racconto niente perché penso non sia importante... magari poi si preoccupa... ma sono tranquillo... uno di loro ha aperto lo scomparto centrale della libreria... colgo l'unico moto di disappunto di tutta la loro complessa operazione... non so che cosa l'abbia indisposto... forse troppi lapis o bottigliette di inchiostro... non so... sta già impacchettando... ha in mano l'astuccio delle matite che mi hai regalato… dodici watercolour Rexel Derwent... lo apre... manca il rosso… Crimson Lake n. 20... si volta verso di me... allargo le braccia... lo impacchetta così com'è senza il rosso... la cucina è già vuota... completamente vuota... hanno tolto anche le ragnatele... anche la sala è vuota... è rimasto solo un ladro che ha incontrato difficoltà impreviste nello smontare la tenda a listarelle arancioni... mi dispiace per quelle tende... alle cinque del pomeriggio incendiano le pareti e il soffitto... non so se le rimonteranno altrove... ho la spiacevole sensazione che se lo faranno sarà in un punto sbagliato... forse in una zona d'ombra... diventeranno banali tende da ufficio... ma non ho voglia di spiegarglielo... non è più di mia competenza... quando vedo smontare il pianoforte mi alzo... cerco la donna... ho intenzione di protestare... di dirgliene due... hanno passato la misura... lei mi incanta... hai fame? vieni... vieni di qua... ti ho preparato due fette di pane fatto in casa... prosciutto crudo e fontina...  una delizia, te l'assicuro... e un buon bicchiere di birra rossa... mi siedo... mangio... è davvero buono... vedo passare le staffe della libreria... le portano in due... la casa è vuota... ho consegnato anche l'ultima sedia... finisco il panino per terra... ripongono gli attrezzi... li vedo parlottare vicino al camion... tirano fuori altre casse... le aprono... hanno dei martelli pneumatici... rientrano... non riesco a crederci... rubano anche il pavimento... con molta accortezza riescono a non sciupare nemmeno una mattonella... staccano il parquet come pezzi di lego... senza sciupare niente... raccolgono tutto in contenitori di metallo... raschiano l'intonaco del muro fino ai mattoni... appiccicano dei contrassegni ai bidoni di plastica colorati... sono molto ordinati... è tutto molto coreografico... hanno finito... vedo sparire il camion in fondo alla strada...

    … forse insisto troppo nel raccontare i miei sogni... i membri della corte mi lasciano fare... ma forse tutto questo fantasticare...

    … disteso su un fianco, secondo la tua tecnica, cerco di rilassarmi… per non tenere le braccia fuori dalla panca… per non dare l'idea di aver mollato del tutto…

    … l'ansia, un filo teso, tradisce di sbieco il mio intento, ma non mi intacca, le riflessioni sono ancora sobrie, il distacco delle migliori occasioni, l'anima in smoking…

    … sabbia…

    … sabbia dentro le scarpe…

    … a più riprese la tentazione di togliersele…

    … la pigrizia di farlo per la paura di guastare un equilibrio perfetto...

    … guidare per chilometri... magia del pensiero nullo...

    … guidare per chilometri...malia dello zero assoluto...

    … guidare per chilometri...

    … groviglio di lamiere in mezzo alla strada, illuminato dalla luna...

    … l'impressione di una balena alla deriva...

    … accostai...

    … le quattro frecce lampeggianti...

    … con il torace fresco, avvicinandomi piano, lo riconobbi subito...

    … la definizione… proprio come l'avevo studiata quattordici anni prima… respiro boccheggiante di Kussmaul… ispirazione profonda cui segue, dopo una breve pausa, un’espirazione rapida e gemente… tipica degli stati preagonici...

    … il corpo del professore... disteso sul fianco destro… occupava entrambi i sedili… gambe rannicchiate… sedere al posto di guida… il torace sul sedile accanto… braccia scomposte… gli occhiali rotti... i capelli in disordine... le schegge dei vetri... all'interno della mercedes niente sangue... gemere periodico sintomo di estrema gravità... nessun dubbio in proposito... la mia calma... mi muovevo senza incertezze... fuori dall'abitacolo notte fonda… nessuna macchina in arrivo... mercedes di traverso... sfondata sul davanti da un tiglio secolare... fari ancora accesi... cercare il cellulare del moribondo... attenzione a non tagliarmi... di nuovo nell'abitacolo... frugare... frugare dappertutto... i gemiti del professore non mi innervosivano affatto… continuavo a cercare tranquillo... smise di respirare... morto mio dio morto... ma poi di nuovo il ritmo preciso del Kussmaul... nella giacca… nel cappotto… nella borsa e sotto il sedile di destra… anche nel cruscotto... niente telefono cellulare… solo un vecchio compact di Glenn Miller...

    … continuo metodica e serena ricerca sulle note di Chattanooga-Choo-Choo

    … gli accusatori hanno considerato il materiale onirico più che sufficiente... il fatto

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