Maya..loni
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Alla prossima ESILARANTE OPERETTA
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Anteprima del libro
Maya..loni - Luca Veneziano
Books
Proprietà letteraria riservata
© 2015 Abel Books
Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico.
ISBN 9788867521456
La copertina e le vignette all’interno, sono frutto del talento del grande Enrico Tortora
Questa esilarante opera, mia seconda ed entusiasmante esperienza letteraria è dedicata in primis ai miei genitori, papà Vincenzo e mamma Rosanna, procreatori del mio genio ribelle, ai miei splendidi fratelli, Giovanni, Donato, Sergio e Adriano, alle loro compagne di vita e ai miei splendidi nipoti, Alessio Adriano, Andrea, Roberta, Vincenzo, Francesco, Umberto , la piccola Rosanna e a tutti i miei amici. Una dedica particolare a Umberto Sorrentino, Gaetano Coppola e Paolo Saporito chiamati dal Signore nel fiore degli anni… da lassù, ora che siete degli angeli, proteggeteci dal male che in ogni istante della nostra vita terrena, violenta le nostre fragili esistenze. Infine, il mio pensiero va a tutte le vittime del terrorismo con la speranza che tra il mondo cattolico ed il mondo musulmano un giorno splenda amore , rispetto e cordialità.
JE SUIS CHARLIE
GATATINA MAYA… LONA INTRODUTTIVA
PERCHÉ AVER PAURA NEL BUIO DELLA NOTTE DEI MOSTRI, QUANDO ESSI CAMMINANO AL TUO FIANCO NELLE ORE DIURNE DI TUTTI I GIORNI DELLA TUA VITA
.
Nel bel mezzo di questa filosofica… riflession, tratta dalla mia prima esilarante operon e nel bel mezzo del cammin di mia vita, mi ritrovai tra la melma e soprattutto in una seccia oscura, ché la discarica e pien di fosse via era smarrita; lasciate ogni tipo di rifiuto solido, liquido, umido, libido e la speranza voi che v’entrate, ché da cotesta piccante prosa, tornar vorrete e al più presto, alla retta via… Così il sol poscia l’eclissi, risplende immensa e folgorante luce sulla mia profonda e satirica ispirazion, che da momentaneamente in ferie, ligia ritorna al dover e l’ironia goliardica, che da sempre contraddistingue il mio vissuto tragicomico, soavemente torna a sfavillar, travolta nuovamente, da muse e musi lunghi di forte ispirazione retroattiva cosmica, correttiva, geniale, irriverente, straripante, esplosiva ed esondante che tornar dunque mi fa nel mio ruolo preferito, cioè a quello d’incosciente narrator di eventi, fatti, cronache giudiziarie, pettegolezzi e tanto altro, con la presunzione astratta, di prevedere ed esorcizzare, come un contemporaneo volpin chiromante ovvero come l’avo Nostradamus o ancora come i famosi e famigerati Maya, ipotetiche e presunte predizioni futuristiche sciagurate da trapasso apocalittico anticipato, con la mia solita beffarda prosa, vernacolarizzata e personalizzata…
In particolare questa volta cercherò, di addentrarmi in tutto ciò che costantemente orna e popola i nostri incubi o sogni notturni e giornalieri; dallo stress da frenesia tecnologica fino alle idiozie e falsità della piccantissima società contemporanea, nell’attesa spasmodica, che tra le tante aspettative fantasiose tramandate da avi in avi, E. T. e i suoi prodi, umanoidi teoricamente gentili, con grandi capocchioni e dermatologicamente verdastri, arrivino e ci diano delucidazioni o risposte astrofisiche, religiose e sensazionali su tutto ciò che sciaguratamente, ci aspetterà…
Credo fermamente, che chi scriva o narra scrivendo, nel mio caso specifico, sia stranamente e dannatamente posseduto da un’entità astratta ma meravigliosa, che lo rende stravagante, cupo, millantatore, superiore o inferiore alla massa, noto o meno noto, vero o falso, sospeso nel suo mondo interiore magico, lontano da tutto e da tutti, che lo fa viaggiar con la mente, lo fa volar come un angelo ribelle sui tetti delle case e sulle persone, siano esse povere, siano esse ricche, lo rende un caro amico ma lo può render anche il peggior nemico perché spesso, egli capta o ruba gli attimi fuggenti positivi o negativi di tutto ciò e di chi lo circonda; egli è insomma, una barca in mezzo al mare in burrasca, non annegherà mai, cari lettori, nei suoi racconti, nelle sue poesie, nei suoi libri, il prescelto dall’indole letteraria, in qualsiasi forma essa si presenti, barcolla ma non molla, tra lo stupir e soprattutto lo stupirsi, quando magicamente si immerge in articolate, fantasiose, grottesche ma tanto reali metafore di vita quotidiana.
La prosa che verrà, si presenterà in forma di divertente, riflessiva ma sana satira umoristica, essa rappresenterà in pieno lo specchio stravagante della mia personalità che come la precedente mia prima esilarante opera, potrà piacere subito, esser capita dopo o peggio esser considerata spazzatura o gratuito rancor inconscio, verso ipotetici e astratti nemici; io invece, convinto son, che essa sia solo una simpatica e goliardica metafora di vita vissuta tra esperienze crude e a volte mistiche e credetemi, se nel mondo d’oggi, ci si prendesse un po’ meno sul serio, l’antico sorriso occuperebbe smisuratamente più ore, minuti e secondi nelle ahimè, cupe e tristi giornate quotidiane.
Predetto questo, pongo a voi un allegro ma sconsiderato quesito, che cos’è la Paura? In attesa delle vostre colorite risposte dopo la lettura di codesta prosa, io da quel che so, affermo che essa, sia una sensazione strana ovvero una prostrazione improvvisa dovuta a un momento di fragilità della personalità, in pratica, un impedimento dovuto a un’emotività eccessiva; alcuni antenati latini americani affermano invece, che essa, sia una grave malattia contagiosa e una volta colpiti, non si guarisce più. Tra questi ultimi, sicuramente vi sono, gli sciamani, lugubri, funesti e funerari Maya, etnia cardine e nettare, di questa mia seconda entusiasmante esperienza letteraria…; insomma, chi più o chi meno in vita sua, l’ha provata sulla propria pelle questa specie di tara e il mio secondo lavoretto letterario, verterà proprio sul tentativo solenne di esorcizzarla, visto che oggi, essa, a mio umile parer, serpeggia leggiadra e indisturbata nei meandri dell’io più sub che inconscio, ponendosi irrimediabilmente, come muro invalicabile e insormontabile, a caparbietà e coraggio.
Ed allora eccoci qua, esseri pensanti e moderni in viaggio verso la nuova era, tra citate paure e angosciose aspettative, ancor di più egocentrici, eccentrici, tecnologici, variopinti, folcloristici, molto guerrieri e quindi un po’ leoni… ma molto, molto ciucci…, scolasticamente parlando; tutti pronti a risolvere a parole, più che con i fatti, qualsiasi diatriba o peggio qualsiasi problematica sociale, scatenando così, quell’eterna contrapposizione di contraddizioni, tra pareri e posizioni, tra un detto, un fatto, l’oggi, l’ieri e il domani, l’è, il fu, sarebbe, altrimenti e altro ancor; tutti sintomi apocalittici, di ore perse a inciuciar, negli ultimi giorni da cancellar, sul calendario virtuale del tempo che veloce scorre verso ahimè, un ignoto o peggio tragico destino… che stando al racconto fantastico di leggende o leggendari metropolitani, danno appuntamento a tutti, nessun escluso, al temutissimo e fissato giorno della fine di tutti i tempi, il 21 dicembre 2012 del calendario di sciagure dei Maya sopracitati. Azz!!!
Intanto, nell’attesa di questa temutissima datona finale e l’ora, il minuto e il secondo esatto in cui essa avverrà, tra un po’ d’insana codardia e sfiziosi pettegolezzi, come dicevo sopra, noi esseri prescelti e moderni, passiam leggiadri, da presunti imputati o semplici spettatori invitati ai processi mediatici, al ruolo di giudici ed emanatori di sentenze senza appello o peggio, nei ruoli di giornalisti senza scrupoli e senz’anima; la sera poi, quando vien la movida e il relax attiguo, dinanzi ai rinomati bar cittadini o di perdizione, occupati o perennemente disoccupati, felici o infelici, c’incontriamo e meravigliosamente ce le suoniamo di santa ragione, senza esclusione di colpi, in uno scontro verbale o peggio corporale, senza né vinti e né vincitori, ma con la consapevolezza inconscia tornando a casa, d’aver fatto nell’uno o nell’altro caso la cosa giusta, sognando infine soavemente, anche un po’ di sano bunga
, che piace a tutti, ma c’è chi può e chi non può e soprattutto chi, dietro un falso moralismo, nasconde difetti inconfessabili e ignominiosi…
Fra tanto contemporaneo e immoral squallor, faccio un’ulteriore e solenne premessa; a chi non avesse avuto ancor modo di leggere il mio primo capolavoro o conoscermi personalmente, dico di farlo e al più presto possibile, onde carpir i teoremi fantastici, i bizzarri personaggi che li compongono e quindi, lo sciagurato autor di tante amenità nascoste, altrimenti, la lettura di questo secondo ed esilarante annunzio o monito, vi risulterà agnostico e di difficile interpretazione, vi consiglio inoltre vivamente, di leggerlo spensieratamente e con tanta ma tanta fantasia e immaginazione…
Cari lettori, io Luca Veneziano alla sogliola, pardon soglia, dei miei primi quarant’anni!, soave vi dono il mio talento fantastico e vi catapulto nella straordinariamente straordinaria essenza in parte tutta partenopea, folcloristicamente parlando, ma ad aggiotaggio di tutti gli essere umani pensanti di questo sfizioso mondo… LA SCARAMANZIA
, come diretta conseguenza DELLA PAURA
, in un viaggio virtuale parallelo tra quotidianità e passato tenue, in pieno e sciagurato stile di vita dei famigerati Maya, prepotentemente saliti alla ribalta nelle leggende apocalittiche imminenti… il tutto farcito da una miriade di bigotte e bizzarre figure ovvero strampalati personaggioni, in perenne evoluzione e sciagurato sdoppiamento, nell’estremo tentativo di trovare un rimedio o uno stratagemma, alla fine di tutti i tempi.
I nostri cari chiromanti avi Maya infatti, già conoscevano qualche strumentuccio riparatorio, che attuarono o ai quali si aggrapparono assiduamente, durante la loro millenaria epopea. Questi strani e coloriti antenati, sono catalogabili tra i primi abitanti indigeni del pianeta Terra, dotati loro malgrado di immense alchimie astronomiche e cabalistiche, si dilettarono tra riti e presagi funesti, proprio da veri chiromanti napoletani contemporanei e partorirono, un divertente calendario funesto che tramandarono poi, a virgulti studiosi di scienze e fenomeni paranormali, che a loro volta lo hanno tramandato e indottrinato, a noi poveri presunti prescelti sciagurati del nuovo millennio, inserendoci di diritto e nostro malgrado, nell’allegro calendario testamentario solare di cui sopra, intriso di solstizi d’estate e solstizi invernali, preventivate o presunte eclissi, sino a giungere all’inviperito termine finale che come detto dai simpatici avi indigenazzi e dai loro valorosi studiosi, termina la conta esattamente, proprio il 21 dicembre dell’anno in corso, il 2012!, giorno nel quale noi tutti, moriremo e senza speranza alcun; ma se l’essere umano dal principio è perennemente imperfetto, è mai possibile che questi maya non sbagliano maya?
Intanto a chi non abbia referenze scolastiche in merito, me compreso, indottrinato maggiormente sulla storia del valoroso occidente europeo, questi famigerati jettatori, i Maya, risalgono storicamente al 1500 a. C. da intender non come avanti ma piuttosto visti i funesti propositi, anti… Cristo; essi, trovarono il loro habitat, nelle immense foreste delle Americhe latine centrali, prima di capir, che virgulti! che un villaggio è meglio delle sabbie mobili, poi, probabilmente prescelti e indottrinati degl’ipotetici esseri verdi con capocchione gigante, allineati e coperti in direzione del sole, ornati di sfiziosi tatuaggi stellari e solari, da un forzato