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Marionette, che passione!
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E-book104 pagine50 minuti

Marionette, che passione!

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Info su questo ebook

Un grande testo da riscoprire, leggere, gustare….
Marionette che Passione! è il titolo del lavoro del 1917 di Rosso di San Secondo che, sotto molti aspetti, anticipò Pirandello, il quale ne promosse la rappresentazione e divulgazione.
La commedia fu pubblicata la prima volta dall'Editore Treves di Milano, nel 1918. Il 26 novembre 1918 ebbe luogo la prima rappresentazione romana al 'Teatro Argentina'. Dal titolo derivano i temi fondamentali del dramma: il tema della spersonalizzazione - collegato al concetto della morte -, e il tema dell'amore - passione, che funziona come se fosse un 'filo' che fa muovere i protagonisti. La passione per Rosso è una forza trascendente, un destino onnipotente e crudele. Domina gli esseri e li governa a proprio piacimento. La vicenda sviluppata da Rosso si svolge tutta in misura perfettamente aristotelica, come se fosse un dramma 'classico'. Rosso vuole rompere la struttura del teatro tradizionale: il copione è un libro da leggere, prima ancora di essere un testo da rappresentare. Le didascalie acquistano un valore fondamentale per l'intendimento dell'opera. Sono pagine di intensa poesia, la quale deve riflettersi necessariamente in tutto lo svolgimento dell'azione drammatica. Troviamo addirittura descrizioni lunghe e articolate, anche in senso retorico, che fanno da introduzione alle commedie o ne spezzano la trama recitata.
La forma di un nuovo teatro, Rosso l'ha trovato nel teatro lirico: mescolando gli elementi della poesia con gli aspetti drammatici. I monologhi dei personaggi sono spesso patetici. Le strutture delle frasi, l'ordine diverso delle parole dal solito, le frasi incomplete rendono il testo poetico: più vicino alla poesia che ad un discorso.
LinguaItaliano
Data di uscita4 giu 2019
ISBN9788833260709
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    Marionette, che passione! - Rosso di San Secondo

    cover.jpg

    Rosso di San Secondo

    Marionette, che passione!

    Teatro

    KKIEN Publishing International

    info@kkienpublishing.it

    www.kkienpublishing.it

    Prima edizione, 1918

    Prima rappresentazione, 4 marzo 1918 – Teatro Manzoni, Milano

    Prima edizione digitale: 2019

    ISBN 9788833260709

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    Table Of Contents

    Avvertenza per gli attori

    Preludio

    Personaggi

    ATTO PRIMO

    SCENA I

    SCENA II

    SCENA III

    SCENA IV

    SCENA V

    SCENA VI

    SCENA VII

    SCENA VIII

    SCENA IX

    ATTO SECONDO

    SCENA I

    SCENA II

    SCENA III

    SCENA IV

    SCENA V

    SCENA VI

    SCENA VII

    ATTO TERZO

    SCENA I

    SCENA II

    SCENA III

    SCENA IV

    SCENA V

    SCENA VI

    SCENA VII

    Avvertenza per gli attori

    Tengano presente gli attori che questa è una commedia di pause disperate. Le parole che vi si dicono celano sempre una esasperazione che non può essere resa se non in sapienti silenzi. L’arbitrario, inoltre, che può parere vi sia nella commedia, risultando dal tormento in cui si macerano i personaggi, non deve dar luogo al comico, bensì a un sentimento di tragico umorismo. Pur soffrendo, infatti, pene profondamente umane, i tre protagonisti del dramma, specialmente, sono come marionette, e il loro filo è la passione.

    Son tuttavia uomini: uomini, ridotti marionette.

    E, dunque, profondamente pietosi!

    Preludio

    Lunghi pomeriggi domenicali, con le strade deserte, le botteghe chiuse, e un cielo grigio desolato sullo squallore della città!

    Sul lastricato picchierella un’uggiosa pioggiolina che sembra non deva finir più, ed un venticello noioso, tratto tratto, facendo variar l’acqua sulla via, porta le note monotone, lamentose d’un organino lontano, lo stridìo d’un violino dell’orchestra d’un caffè, o le risate sforzate d’una comitiva che va saltellando con i piedini ben calzati fra le pozzanghere, illudendosi di traversar la strada senza bagnarsi!...

    Gli sperduti nel mondo, i senzacasa, i vagabondi, che tra la vita febbrile della settimana si sfiorano forse cento volte il gomito senza riconoscersi, si ritrovano e si riconoscono in questi desolati pomeriggi domenicali, quando gli altri, liberi del lavoro feriale, trattenuti dalla famiglia o dalle relazioni di amicizia nel calore chiuso d’una vita sobriamente costituita, sembra che abbandonino il campo della loro attività giornaliera a quelli che sono fuori della norma comune,

    Gli spostati, in tutta la varietà della loro specie, allora, incontrandosi sotto il portico d’un teatro dove si sono fermati ad osservare sbadigliando l’annuncio d’una nuova opera, sulla soglia d’un caffè dove son rimasti ad aspettare che spiova, o svoltando il cantone della Borsa, un luogo ordinariamente così affollato ed ora deserto, o nell’atrio della Posta dove stanno al riparo due solitarie guardie di questura con le impermeabili stillanti, o ancora nella sala del telegrafo, sonnacchiosa e traversata di tempo in tempo fra lunghe pause dai passi lugubri dei pochi che entrano scrivono trasmettono tornano indietro, incontrandosi, i randagi della vita, in questi funebri pomeriggi domenicali, ad una semplice occhiata si riconoscono, e un attimo è sufficiente perché si comprendano, si compiangano, si disprezzino profondamente, e passino oltre.

    Però, talvolta, quando la loro pena rasenta il tremito della crisi, tanto da soverchiare lo sforzo che pur fanno per costringerla in una veste di esterna dignità, non è allora difficile che con un pretesto qualsiasi due di essi si tendano la mano, e, senza essersi mai veduti prima, in pochi minuti e con una facilità raccapricciante, si svelino l’un l’altro la propria vita, soffrano dei reciproci tormenti, si amino un momento, e poi si allontanino nauseati

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