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Le memorie di un asino
Le memorie di un asino
Le memorie di un asino
E-book228 pagine3 ore

Le memorie di un asino

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Info su questo ebook

In questo bel romanzo per ragazzi Madame de Ségur dà la parola ad un protagonista fuori dal comune, Cadichon, un asino dall’intelligenza straordinaria che con le sue simpatiche e divertenti avventure conquisterà tutti i bambini. Cadichon è un asino vivace, impaziente, molto intelligente, che comprende tutto e sa fare tutto tranne che parlare e che in vecchiaia decide di raccontare la sua storia per dimostrare che gli asini non sono così stupidi come li descrivono. Ha vissuto molte avventure e ha conosciuto molti padroni. Maltrattato da una crudele contadina e dalla sua famiglia, quando era piccolo, il nostro Cadichon scappa per essere accolto dal dolce piccolo Georget e dalla sua brava nonna; andrà poi al servizio dei genitori della buona e piccola Pauline, ammalata di tisi, a cui si affezionerà profondamente e che salverà da un incendio. Alla morte della povera bimba il nostro simpatico ciuchino vivrà errante nella foresta per poi essere accolto al castello della brava nonna del piccolo Jacques e dei suoi tanti nipotini che lo coinvolgeranno nelle loro esilaranti avventure. Cadichon è buono, intelligente e coraggioso, vince un gara di asini, salva alcuni bambini dall’annegamento, aiuta i gendarmi a sgominare un banda di ladri, ma ha un grande difetto è…vendicativo. Se è dolce e servizievole con chi lo tratta bene d’altro canto non esita a comportarsi crudelmente con chi gli fa del male…è il caso del piccolo Auguste che, un po’ stupido e maldestro, uccide per sbaglio il miglior amico di Cadichon, il cane Médor, provocando la vendetta del nostro asinello che durante una passeggiata lo farà cadere in un fosso pieno di fango in cui il bimbo rischierà di morire. Quest’ultimo misfatto gli causerà il biasimo di tutti gli abitanti della casa che lo scanseranno e lo isoleranno gettandolo in “uno stato di dolore e abbattimento difficile da descrivere”. Ma Cadichon, comprendendo che la punizione è ben meritata, cercherà di correggersi e di migliorarsi e grazie al suo coraggio e alla sua rinnovata bontà riuscirà, con altre strabilianti imprese, a riguadagnarsi l’affetto dei suoi tanti padroncini e padroncine.

Un libro divertente e ricco di buoni sentimenti che educa ad essere migliori, a correggere i propri difetti e ad amare e a rispettare gli animali, narrato da madame de Ségur con impareggiabile maestria. Lo stile fluido e ben ritmato, i dialoghi vivaci e brillanti, le bellissime descrizioni, la bontà che lo pervade e le avventure divertenti e emozionanti ne fanno un romanzo eccellente, dalla lettura straordinariamente piacevole e stimolante che conquisterà tutti i bambini.

Traduzione dal francese di Fulvia Cascella.
LinguaItaliano
Data di uscita11 ago 2016
ISBN9788822823847
Le memorie di un asino

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    Anteprima del libro

    Le memorie di un asino - Sophie De Ségur

    Note

    CENNI BIOGRAFICI SULL’AUTRICE

    Sophie Rostopčina contessa de Ségur (San Pietroburgo 1799 – Parigi 1874) è una donna di lettere francese di origine russa molto celebre in Francia per i suoi racconti e romanzi per bambini. Nata da una famiglia aristocratica russa poi caduta in disgrazia sotto lo zar, la giovane Sophie si trasferisce in terra francese all’età di 17 anni e qui dopo due anni sposerà il conte de Ségur diventando Madame la contessa de Ségur. Ma è solo all’età di cinquant’anni, quando è già nonna di numerosi ragazzi, che si dedicherà alla letteratura per bambini mettendo per iscritto le fiabe che narrava ai suoi nipotini. È così che vede la luce la sua prima opera Nouveaux contes de fées pour les pétits enfants (Nuovi racconti di fate per bambini) che viene pubblicata dall’editore francese Hachette nel 1856 il quale, sulla scia del successo ottenuto, decide di pubblicare tutte le opere che la contessa scriverà tra il 1856 e il 1871. Sophie de Ségur sarà una scrittrice molto prolifica infatti la sua produzione letteraria vanta più di venti romanzi per ragazzi scritti per la maggior parte ispirandosi alla vita quotidiana dei bambini. Che si tratti di fiabe emozionanti o di avventure divertenti e talvolta esilaranti, tutte le sue opere trasmettono valori di bontà, altruismo e generosità, nell’ottica del proposito morale e pedagogico che informa tutte le opere di questa bravissima scrittrice.

    I suoi libri – che qui in Italia sono quasi del tutto sconosciuti – sono un classico della Littérature de jeunesse francese e alcuni dei suoi romanzi sono stati adottati come testo di letteratura per l’infanzia in numerose scuole proprio per il loro importante messaggio educativo.

    Prefazione

    Sinossi

    In questo bel romanzo per ragazzi la contessa de Ségur fa di un asino l’eroe del suo libro. Si tratta di Cadichon, un asino dall’intelligenza straordinaria, che incanterà tutti i bambini con le sue simpatiche ed emozionanti avventure. Cadichon è un asino vivace, impaziente, molto intelligente, che comprende tutto e sa fare tutto tranne parlare e che in vecchiaia decide di narrare le sue memorie per dimostrare che gli asini non sono così stupidi come li descrivono. Ha vissuto molte avventure e ha conosciuto molti padroni. Maltrattato da una crudele contadina e dalla sua famiglia, quando era piccolo, il nostro Cadichon scappa per essere accolto dal dolce piccolo Georget e dalla sua brava nonna. Ma quando il piccolo e la sua nonna si trasferiranno verrà acquistato da altri padroni che pur trattandolo bene lo faranno lavorare un po’ troppo; andrà poi al servizio dei genitori della buona e piccola Pauline, ammalata di tisi, a cui il coraggioso Cadichon si affezionerà profondamente e che salverà da un incendio. Alla morte della povera bimba il nostro simpatico ciuchino vivrà errante nella foresta per poi essere accolto al castello della brava nonna del piccolo Jacques e dei suoi tanti nipotini che lo coinvolgeranno nelle loro esilaranti avventure. Cadichon è buono, intelligente e coraggioso, vince un gara di asini, salva alcuni bambini dall’annegamento, aiuta i gendarmi a sgominare un banda di ladri ma ha un grande difetto è… vendicativo. Se è buono e premuroso con chi lo tratta bene d’altro canto non esita a comportarsi crudelmente con chi gli fa del male… è il caso del piccolo Auguste che, un po’ stupido e maldestro, uccide per sbaglio il miglior amico di Cadichon, il cane Médor, provocando la vendetta del nostro asinello che durante una passeggiata lo farà cadere in un fosso pieno di fango in cui il bimbo rischierà di morire. Quest’ultimo misfatto gli causerà il biasimo di tutti gli abitanti della casa che lo scanseranno e lo isoleranno gettandolo in uno stato di dolore e abbattimento difficile da descrivere. Ma Cadichon, comprendendo che la punizione è ben meritata, cercherà di correggersi e di migliorarsi e grazie al suo coraggio e alla sua rinnovata bontà riuscirà con altre mirabili imprese a riguadagnarsi l’affetto dei suoi tanti padroncini e padroncine. 

    Contenuti

    Attraverso le avventure di Cadichon la contessa de Ségur trasmette un messaggio morale molto importante: la bontà, l’altruismo e l’amore per il prossimo portano alla felicità e chiunque, con un po’ di buona volontà può migliorare se stesso e correggere i propri difetti. E infatti nella dedica a Henri de Ségur (uno dei tanti nipotini della contessa), che apre il romanzo, Cadichon dice: «vedrete inoltre quanto sono stato cattivo durante l’infanzia, come ne sono stato punito e quanto ne sono stato infelice, e come il pentimento mi abbia cambiato e mi abbia restituito l’amicizia dei miei compagni e dei miei padroni.»

    Con il suo romanzo Madame de Ségur ci insegna inoltre ad amare e a rispettare gli animali, facendoci capire che trattandoli bene potremo sempre contare su amici fedeli e devoti che hanno a cuore la nostra felicità. La contessa infatti amava molto gli animali e nella sua corrispondenza parla spesso degli asini che aveva al castello di Nouettes in cui viveva e in cui organizzava le sue scampagnate in sella a questi simpatici animali; ed è proprio il ricordo di quelle belle e felici passeggiate e colazioni campestri ad ispirare il suo Memorie di un asino che è anche un meraviglioso affresco della vita in provincia nel XIX secolo.

    Infine un’attenzione particolare merita lo stile del libro: fluido e spontaneo, a tratti ironico e canzonatorio, trascina nella lettura e coinvolge nella narrazione. I dialoghi dei bambini sono vivaci e brillanti, i paesaggi sono idilliaci e le avventure narrate sono divertenti, talvolta esilaranti, ma non per questo mancano di pathos – ad esempio quando Cadichon piange sulla tomba della povera Pauline – e di spunti per riflettere. In questo romanzo Sophie de Ségur infatti oltre a trasmetterci, come sempre, i principi di bontà, altruismo, buonsenso che ogni bambino deve fare propri, fa una sottile denuncia della crudeltà verso gli animali che purtroppo nell’epoca in cui viveva era piuttosto frequente, soprattutto nei confronti degli asini che venivano spesso picchiati, anche con violenza.

    Purtroppo ancora oggi succede che questi simpatici animali vengano maltrattati ed è quanto risulta dall’articolo comparso su Le Temps del 31 luglio 2014, Cadichon, un asino dotato di ragione, dedicato appunto al nostro simpatico eroe a quattro zampe (http://www.letemps.ch/culture/2014/08/01/cadichon-un-ane-doue-raison).

    Qui, di seguito, vi propongo la traduzione di alcuni passaggi, a mio avviso, significativi e interessanti che ci aiuteranno a comprendere e ad apprezzare di più questi bravi e simpatici animali:

    (...) Questa violenza (contro gli asini, ndt) rivolta Jacob Geiser che, da trent’anni alleva asini a Chaux d’Abel (Jura). « Oggi si picchiano ancora gli asini. Alcuni di loro tirano indietro la testa non appena avviciniamo la mano: questo significa che sono stati picchiati. (…) (L’asino) è un animale talmente intelligente e sensibile! Può comprendere i nostri pensieri. Comunica con gli handicappati, i sordomuti. Percepisce l’umore della gente, va ad appoggiare la testa quando uno è triste.» Allora perché l’essere umano si mostra così ingrato nei confronti di questo affascinante equide? Non ha forse un debito enorme nei confronti di questo compagno che lavora sodo, che portava la sua acqua, il suo oro, le sue armi, le sue verdure, la sua farina? Perché si dice ancora stupido come un asino, testardo come un asino? «Perché la nostra società vuole andare avanti velocemente mentre l’asino si prende del tempo per riflettere e fermarsi» pensa Jacob Geiser.

    (…) Le persone tendono ancora a considerare l’asino con disprezzo, dall’alto del cavallo, suo cugino. Persino le prescrizioni federali confondono i due equidi, tuttavia così differenti. Al contrario del cavallo, il piccolo asino è coraggioso, non fugge e la contessa lo ha ben notato: Cadichon fa la guardia al pic nic mettendo in fuga i cani e accoppa alcuni vagabondi dai coltelli affilati.

    (…) Il migliore amico di Cadichon è il cane Médor. Una realtà plausibile secondo Jacob Geiser

    « L’asino è un animale sociale, ha bisogno della compagnia di un altro asino, o di un cavallo o di un pony. In branco, non simpatizza con altre specie animali, ma può diventare un buon compagno per un cane.»

    Cadichon è rancoroso. L’allevatore di asini de La Chaux d’Abel lo conferma e puntualizza: «L’asino ha un’eccellente memoria. Non dimentica mai niente, ma non è rancoroso, è corretto. Può far pagare un’ingiustizia settimane più tardi.» «Non si può domare un asino, ma solo convincerlo. È come il matrimonio» conclude maliziosamente Jacob Geiser.

    Memorie di un asino

    AL MIO PICCOLO PADRONE HENRI DE SEGUR

    Mio piccolo padrone, voi siete stato buono con me ma avete parlato con disprezzo degli asini in generale. Per farvi comprendere meglio cosa sono gli asini, ho scritto e vi offro queste Memorie. Vedrete, mio caro piccolo padrone, come io, un semplice asino, e i miei amici asini, asinelli e asinelle, siamo stati e siamo ancora ingiustamente trattati dagli uomini. Vedrete che siamo molto intelligenti e che abbiamo molte qualità eccellenti; vedrete inoltre anche quanto sono stato cattivo durante l’infanzia, come ne sono stato punito e quanto ne sono stato infelice, e come il pentimento mi abbia cambiato e mi abbia restituito l’amicizia dei miei compagni e dei miei padroni. Vedrete infine che dopo aver letto questo libro invece di dire Stupido come un asino, ignorante come un asino, cocciuto come un asino si dirà intelligente come un asino, saggio come un asino, docile come un asino e voi e i vostri genitori sarete fieri di questi elogi.

    Ih oh! Mio buon padrone! Vi auguro di non somigliare, nella prima parte della sua vita, al vostro fedele servitore.

    Cadichon

    Asino saggio

    I – IL MERCATO

    Non ricordo la mia infanzia, probabilmente sono stato infelice, come tutti gli asini, ma anche carino, grazioso come lo siamo tutti. Sicuramente ero molto intelligente perché, anche da vecchio, lo sono ben più di tutti i miei compagni. Ho ingannato più di una volta i miei poveri padroni che non erano altro che uomini e di conseguenza non avevano l’intelligenza di un asino.

    Comincerò con il raccontarvi uno degli scherzi che ho giocato loro ai tempi della mia infanzia:

    Gli uomini non sono tenuti a sapere tutto ciò che sanno gli asini, infatti senza dubbio ignorate, voi che leggete questo libro, una cosa ben nota a me e a tutti i miei amici, ossia che il martedì nella città di Laigle c’è un mercato in cui si vendono verdure, burro, uova, formaggio, frutta e altre cose eccellenti. Quel martedì è un giorno di supplizio per i miei poveri fratelli e lo era anche per me prima di venire acquistato dalla mia buona vecchia padrona, vostra nonna, presso la quale vivo ancora oggi. A quel tempo appartenevo ad una contadina esigente e cattiva. Pensate, mio caro piccolo padrone, che la sua cattiveria arrivava al punto di raccogliere tutte le uova che deponevano le sue galline, tutto il burro e il formaggio che ricavava dal latte delle sue mucche, tutte le verdure e la frutta maturate durante la settimana per riempirci dei grossi cesti e caricarli sulla mia schiena. E quando ero talmente carico che riuscivo a malapena a camminare questa donna malvagia si sedeva sopra i cesti e mi obbligava a trottare così oberato e schiacciato da tutto quel peso fino al mercato di Laigle che era ad una lega dalla fattoria. Tutte le volte ero in preda ad una collera che non osavo mostrare per paura delle bastonate. Infatti la mia padrona aveva un bastone molto grosso, pieno di nodi con cui mi faceva molto male quando mi picchiava.

    Ogni volta che vedevo e intuivo i preparativi per il mercato, sospiravo, gemevo e addirittura ragliavo nella speranza di intenerire i miei padroni.

    - Andiamo, brutto pigrone – mi dicevano venendomi a prendere – sta’ zitto e non ci assordare con il tuo vocione. Ih oh! Ih oh! Ecco che bella sinfonia ci fai ascoltare! Jules, ragazzo mio, avvicina questo fannullone alla porta, così tua madre può mettergli il carico sulla schiena… Ecco un cesto di uova… un altro ancora! Formaggio, burro… e ora le verdure! Perfetto! Ecco un bel carico che ci renderà qualche pezzo da cinque franchi. Mariette, figlia mia, portami una sedia così tua madre può salire sull’asino. Molto bene! Andiamo, buon viaggio cara moglie, e fai trottare quel fannullone. Tieni, ecco il tuo bastone, picchialo un po’.

    - Pam, pam!

    - Bene, ancora qualche carezza di questo genere e camminerà.

    - Pam! Pam!

    E con il bastone continuava a percuotermi reni, gambe e collo. Io trottavo, quasi galoppavo, ma la contadina continuava a battermi. Ero indignato da tanta ingiustizia e crudeltà, cercai quindi di scalciare per gettare la mia padrona a terra ma ero troppo carico, potevo solo saltellare e scuotermi da destra a sinistra. Tuttavia ebbi il piacere di sentirla barcollare: «Brutto asinaccio! Stupida bestia! Ora ti raddrizzo io a colpi di bastone!». E infatti mi percosse talmente tanto che feci fatica a camminare fino alla città.

    Finalmente arrivammo. Mi tolsero dalla schiena tutti i cesti per poggiarli a terra e la mia padrona, dopo avermi legato ad un albero andò a far colazione, e a me, che morivo di fame e di sete, non offrì né un filo d’erba né un goccio d’acqua.

    Trovai tuttavia il modo di avvicinarmi alle verdure durante l’assenza della padrona e mi rinfrescai la lingua riempiendomi lo stomaco con un cesto di insalata e cavoli. Non ne avevo mai mangiati di così buoni in tutta la mia vita; finii l’ultimo cavolo e l’ultimo cespo di insalata proprio quando tornò la mia padrona. Come vide il cesto tutto vuoto cacciò un grido acuto e dal mio sguardo così insolente e soddisfatto indovinò che ero stato io a commettere il misfatto. Non vi ripeterò gli insulti che mi rivolse. Aveva un tono molto cattivo e quando era in collera giurava e diceva cose che mi facevano arrossire sebbene fossi un asino. Dopo avermi rivolto le ingiurie più umilianti alle quali rispondevo leccandomi le labbra e dandogli le spalle, prese il bastone e si mise a picchiarmi così crudelmente che finii per perdere la pazienza e le diedi tre calci: il primo le ruppe il naso e due denti, il secondo il polso e il terzo la colpì allo stomaco e la gettò a terra. Venti persone si lanciarono su di me e mi coprirono di botte e di insulti. Portarono la mia padrona non so dove e mi lasciarono attaccato al palo vicino al quale erano adagiate le mercanzie che avevo portato. Restai lì a lungo; vedendo che nessuno pensava a me, mangiai un secondo cesto pieno di ottime verdure, tagliai con i miei denti la corda a cui ero legato e ripresi serenamente la strada verso la fattoria.

    La gente che passava per strada si stupiva nel vedermi tutto solo.

    - Guarda quel ciuchino con i lombi tutti ammaccati! Sarà scappato! – disse uno.

    - Ah, sarà scappato dalle galere! – disse un altro.

    E tutti scoppiarono a ridere.

    - Non porta un gran carico sulla schiena – riprese un terzo.

    - Per forza…avrà fatto un magro bottino! – esclamò un altro.

    - Allora prendilo, caro, metteremo il piccolo sul suo basto. – disse una donna.

    - Bene, porterà te e il piccolo – rispose il marito.

    Io volendo dare una buona opinione della mia dolcezza e della mia gentilezza, mi avvicinai dolcemente alla contadina e mi fermai vicino a lei per farla salire sulla mia schiena.

    - Non ha l’aria cattiva questo asinello! – disse l’uomo aiutando la moglie a sedersi sul mio basto.

    Sorrisi, sentendo quella frase: cattivo! Come se un asino trattato gentilmente potesse essere cattivo. Noi diventiamo collerici, disobbedienti e cocciuti per vendicarci delle botte e delle ingiurie che riceviamo. Quando veniamo trattati bene, siamo buoni, meglio degli altri animali.

    Riportai a casa quella giovane donna e il figlioletto, un bel bimbo di due anni che mi accarezzava, mi trovava molto carino e avrebbe voluto tenermi. Ma pensai che questo non sarebbe stato onesto. Erano i miei padroni che mi avevano comprato, quindi appartenevo a loro. Già avevo rotto il naso, i denti e il polso della mia padrona e le avevo dato un calcio sullo stomaco, mi

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