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Telepatia, telepatia spontanea e trasmissione sperimentale del pensiero
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E-book270 pagine2 ore

Telepatia, telepatia spontanea e trasmissione sperimentale del pensiero

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Il mondo scientifico ha, nel suo insieme, escluso fino al giorno d'oggi dalle sue preoccupazioni il fenomeno della trasmissione diretta del pensiero da una persona ad un'altra, sia che esso abbia tenuto questo fenomeno per impossibile, sia che l'abbia considerato d'importanza sproporzionata allo sforzo richiesto dalla sua ricerca.

Tuttavia, da quando la telegrafia senza fili ci ha abituato all'idea del trasporto dell'espressione del pensiero per mezzo di onde elettro-magnetiche, il numero di coloro che negano sistematicamente il fatto della trasmissione diretta del pensiero da un individuo ad un altro si è grandemente ridotto. L'analogia che si suppone corra tra i due fenomeni rende ora verosimile quello che poco fa veniva negato. Non segue già da questo, che il momento in cui i laboratori universitari si dedicheranno ostensibilmente a questo studio sia già vicino.

E' troppo evidente, che il mondo scientifico, trattenuto da pregiudizi e da ignoranza dell'argomento, non si rende conto del ritardo arrecato dal suo disinteressamento, al progresso della scienza. Se si giungesse anche solo a trovare quali siano le modalità energetiche con cui il pensiero si trasmette da cervello a cervello, ciò sarebbe già di grandissimo interesse. Nessuno può prevedere quali conseguenze pratiche ne discenderebbero.

Tuttavia questo non sarebbe che un primo passo di una lunga esplorazione del dinamismo dello spirito: poiché quando il ricercatore si propone lo scopo, armato di una qualche conoscenza dell'argomento, di provocare sperimentalmente la comunicazione diretta tra psichismi, egli non può tardare a trovarsi davanti a uno stato di cose, che non s'accorda più con l'analogia della telegrafia senza fili. E non osa più parlare di cervelli trasmittenti e di cervelli recettori. Il pensiero che si trasmette non dipende più dalla volontà; esso circola a ondate, senza che la coscienza degli interessati lo sappia o lo desideri; e spesso esso rappresenta una conoscenza derivata da una sorgente, per la quale spazio e tempo non costituiscono ostacoli.

Quando si è così posti a contatto col grande enigma della vita: materia e pensiero, s'intravede che, qualora si spingesse in questa direzione, — in tutti i luoghi e per opera di un grande numero di ricercatori che disponessero di abbondanti risorse, — una grandiosa esperienza, si finirebbe col penetrare nel cuore stesso della vita e svelare il suo segreto.

"Quella che comunemente si chiama trasmissione di pensiero, e che meglio sarebbe, per non pregiudicare il processo del fenomeno, chiamare "comunicazione fra psichismi", è la chiave che aprirà verosimilmente, quando essa sarà stata forgiata, una finestra su quell'intelligenza che dirige il mondo".

E' con quest'ultima frase che si chiuderà questo libro; ed io ho tenuto ad apporla anche qui al suo principio, affinchè il lettore sappia in anticipo, che nella relazione della successione degli esperimenti, io lo sospingerò verso le meravigliose profondità dello spirito umano, del suo proprio spirito.
LinguaItaliano
Data di uscita28 dic 2016
ISBN9788892644304
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    Anteprima del libro

    Telepatia, telepatia spontanea e trasmissione sperimentale del pensiero - E. Osty

    INDICE

    Prefazione del Traduttore

    Introduzione dell'Autore

    Telepatia spontanea ed esperimentale di trasmissione di pensiero

    Storia degli esperimenti più tipici.

    Esperimenti dell'Osty. Soggetti che percepiscono il pensiero altrui

    - I. Soggetti che percepiscono il pensiero altrui, emesso con uno sforzo di rappresentazione mentale: Signora Kahl

    - II. Soggetti che percepiscono il pensiero altrui selezionato, ma non emesso con sforzo di rappresentazione mentale Signor Ossowiecki: condizioni generali della sua attività diapsichica. Condizioni psico-fisiologiche della messa in opera della sua facoltà

    - III. Soggetti che percepiscono il pensiero altrui non selezionato

    Telepatia sperimentale e Telepatia spontanea. Veduta d'insieme

    - I Telepatia sperimentale.

    - II. Telepatia spontanea

    APPENDICE I.

    La Psicometria e le Ricerche di procedura giudiziaria

    APPENDICE II.

    Esperimenti di Precognizione a sedia vuota

    APPENDICE III.

    Concetto classico e concetto metapsichico dal Subcosciente e della Trance

    APPENDICE IV.

    Alcune definizioni fondamentali

    APPENDICE V.

    Le comunicazioni di entità sedicenti di defunti sulle condizioni di vita ultra-terrena

    APPENDICE VI. Alcune tipiche espressioni di interpretazioni varie della fenomenologia metapsichica

    E. Osty

    Telepatia

    telepatia spontanea e trasmissione sperimentale del pensiero

    Editore Istituto di Studi Psichici – prima edizione digitale 2016 a cura di David De Angelis

    PREFAZIONE DEL TRADUTTORE

    E' alla portata di mano dell'uomo un nuovo Regno inesplorato della Scienza: basta che egli sia umile abbastanza, paziente abbastanza e sincero abbastanza per impadronirsene.

    E la via regia per giungere a questo dominio dell'uomo sulla natura, a ristabilire l'imperium hominis, non è, sempre secondo Bacone, quella della speculazione pura, della contemplazione della verità, ma quella del potenziamento sempre maggiore delle attività umane, dell'arricchimento delle condizioni e della vita dell'uomo. Giacchè: E' perseguendo il nuovo scopo che noi arriveremo anche a una vera conoscenza dell'Universo in cui ci troviamo...: l'utile e il vero sono, in ultima analisi, identici.

    Così il filosofo di Verulamio tracciava, più di tre secoli fa, la via del progresso scientifico: ed oggi noi siamo in grado di poter constatare la limpidezza e potenza della sua divinazione.

    Mai forse la scienza si era rivolta con tanto ardore, come oggi, ad arricchire e potenziare la vita, sviluppando una tecnica per raggiungere scopi utilitari; eppure, mai la messe da lei raccolta, quasi prodotto secondario, di conoscenza dell'Universo in cui ci troviamo, della natura dell'uomo e del misterioso spirito che lo agita e Io sospinge, della materia e della sua intima costituzione, della energia radiante, delle facoltà latenti e paranormali della vita psichica, era mai stata tanto abbondante e così pregna di promesse di ulteriori raccolti.

    Se oggi non solo l'alta e media cultura volge un orecchio più condiscendente al cercatore psichico e uno sguardo più attento — e spesso anche curioso e benevolo — alla fenomenologia paranormale metapsichica, ma anche il pubblico è meglio preparato ad accoglierne la nozione in schemi di pensiero più sereno, remoti sia dalle credule superstizioni e dai crudeli terrori medioevali, sia dai non meno creduli e volgari scetticismi ignari del vi sono più cose in Cielo ed in Terra di quello che siano pur sognate nella nostra filosofia (Amleto), il merito principale è quello della tecnica scientifica. E' essa che ha offerto dei modelli teorici allo scienziato per concepire la possibilità di questi fenomeni e del loro inquadramento in un sistema razionale scientifico (nuove teorie atomistiche, radiazioni vitali e umane, raggi cosmici, onde di pensiero, ecc.), e dei modelli anche meccanici di uso comune ai meno colti (telegrafia e telefonia senza fili, radio, televisione, eec.), che permettono loro, per analogia, di rappresentarsi forme e condizioni inabituali di trasmissione di pensiero, di azione a distanza, di telepsichia, telepatia, criptestesia, ecc.; invitandoli a gettare su esse uno sguardo curioso.

    Così, è in termini di onde hertziane che Guglielmo Marconi si rappresenta il fenomeno metapsichico schematicamente più semplice, quello della così detta trasmissione di pensiero:

    Con un trasmettitore della grandezza all'incirca della vostra testa — così riferisce un redattore dello Spectator da colloquio con lui avuto — io posso inviare messaggi in America. Ora il cervello umano è un apparecchio ben più delicato che qualsiasi altro costruito dall'uomo; ed è evidentemente possibile che il cervello invii messaggi a una distanza molto più remota che qualunque trasmettitore meccanico. Può darsi che un giorno si riesca a riconoscere alla Preghiera una realtà scientifica: può darsi che essa consista in una categoria infinitamente sottile di quelle stesse vibrazioni che noi oggi captiamo con un microfono.

    E Don Donato Castelli, Parroco di Bivigliano, noto radiestesico, è stato condotto dall'esperienza del suo pendolo diagnostico, rivelatore della sintonia di radiazioni umane, a proclamare nel Congresso Rabdico Internazionale di Verona del 1932 in termini espliciti, la visione che era già affiorata più volte nelle relazioni e nelle discussioni di quella accolta di tecnici — ingegneri, fisici, geologi, medici, neurologi

    "l'anima nostra, a mezzo del nostro cervello, è il più meraviglioso apparecchio trasmittente e ricevente che possa immaginarsi. L'uomo simpatizza e sintonizza con tutto il creato. E' questa meravigliosa capacità di sintonizzare col creato la sola spiegazione, o almeno la ragione dominante, di tutta la fenomenologia rabdica, che ha per la maggior parte attinenza con la metapsichica, la telefisica, la psicofisiologia, e in parte con i fenomeni radiocosmici: complesso di forze di varia natura, e fonte forse di tutte le altre energie che dominano la vita dell'universo.

    La scienza fisica soltanto non può spiegarla: ma essa non è la sola scienza umana".

    Più recentemente, il Prof. F. Cazzamalli così esponeva, dopo dieci anni di ricerche sperimentali di biofisica cerebrale, gli ultimi risultati e le conclusioni a cui è giunto (Giornale di Psichiatria e di Neuropatologia, 1° trimestre 1933): "Dal cervello umano in determinate condizioni funzionali (di intenso eccitamento psicosensoriale) possono irradiare fenomeni elettromagnetici, captabili da complesso oscillatore a triodo per onde ultracorte, e registrabili dopo conveniente amplificazione.

    Il riflesso psico-radiante indica l'esistenza di una reazione con rapporto fisico diretto: cervello-etere cosmico. Dallo studio di tale riflesso,... è probabile che possano derivare conseguenze teoriche e pratiche non indifferenti in psicobiofisica, con ripercussione nel campo degli studi sull'attività mentale, normale e morbosa (e non forse paranormale" anche?).

    Ho scelto un saggio di testimonianze varie della cultura scientifica italiana, volta con favore e simpatia a ipotesi e teorie che mi astengo dal valutare, che sembrano offrire un plausibile inquadramento alla fenomenologia metapsichica. Aggiungerò solo un accenno a una conferenza sintomatica della disposizione e preparazione di altri vasti ceti di vita nazionale ad accogliere con viva curiosità e vigile interesse le rivelazioni annunciate, e già in parte anticipate, dalla psicologia paranormale, ad accaparrarsene i favori, e assicurarsene la preziosa collaborazione. Alludo alla conferenza recentemente tenuta da Pasquale Bova nell'aula grande del Palazzo di Giustizia in Roma, dinanzi ad un pubblico di avvocati e procuratori. Prospettati i risultati della radiobiologia specie umana, e additata nelle radiazioni umane la probabile base scientifica dei fenomeni di medianità intellettuale, e di quella criptestesia o sensibilità nascosta nella quale verrebbero ricompresi i fatti di conoscenza extra-normale, egli ha richiamato l'attenzione dei cultori di Temi sulla facoltà paranormale di psicometria o metagnomia tattile, cioè conoscenza, mediante il contatto di un oggetto, della personalità che con esso ebbe rapporto e che in esso lasciò come l'impronta e lo stampo psichico di se stessa e delle sue azioni; e ha divinato il giorno in cui gli organi della giustizia sociale potranno, con ben maggiore fiducia che alle impronte digitali, domandare alle impronte psichiche — utilizzando le qualità paranormali psicometriche di un soggetto psichico o medio — una preziosa collaborazione per la individuazione dei più scaltri e criminosi delinquenti.

    Analogamente, e ulteriormente, ad un pubblico di biologi, medici, igienisti, Lorenzo Ratto presentava — partendo dai risultati della radiobiologia umana — l'alata (( ipotesi orientalista di radiobiologia inter-etnica, che le radiazioni umane, da noi chiamate sentimenti o pensieri, e che sembrano emanare dal corpo fisico delle singole unità sociali di un dato gruppo etnico, appartengono,... all'intelletto attivo ed agente della nostra specie, stirpe, schiatta, razza, nazione (Risanamento medico", 1° novembre 1933).

    Così parlano, anche in Italia, scienziati, tecnici, radiestesi, radiobiologi, medici, e tralascio di proposito di echeggiare la voce degli artisti, dei filosofi, delle anime religiose, che hanno sempre intuito, indotto, sentito misticamente la unità fondamentale di struttura e costituzione di tutte le psichi, di tutte le anime, di tutti gli esseri, e in quella unità hanno visto la base della comunione artistica, della simpatia etica, della razionalità dell'Universo, dell'amore umano e divino. Sembra quindi maturo il tempo per presentare alla media e superiore coltura italiana uno studio rigoroso — non già Divoro di volgarizzazione, e molto meno di propaganda — di metapsichica soggettiva, e più propriamente, di telepatia spontanea e trasmissione di pensiero sperimentale, con occasionali illustrazioni del fenomeno psicometrico; studio di un insigne medico e scienziato francese che ha al suo attivo un venticinquennio di studi e ricerche sperimentali sul fenomeno di diapsichia e metagnomia: il Dottore Eugenio Osty, Direttore, dalla morte del Dott. Gustavo Geley nel 1924, dell'oc Institut Métapsychique International di Parigi, e del suo organo, la Revue Métapsychique".

    Anzi, l'accoglienza entusiastica che hanno ricevuto in questi ultimi anni le teorie del Lakhovsky (raggi cosmici) nel nostro Paese, salutato da questo scienziato francese, con frase commossa, quale terra ammirabile in cui gli uomini stanno all'agguato per cogliere al varco le nuove idee, e si mettono risolutamente su tutte le vie che possono condurre al bene della specie umana, ci è di augurio che anche l'opera di questo lucido scrittore, a mia conoscenza il più acuto degli psicologi d'oggi, — come L. Vivante lo ha recentemente presentato (Ricerca Psichica, Marzo 1933) — altamente benemerito degli studi metapsichici, specie Telepatia, Precognizione, Telecinesi. sia degnamente apprezzata dagli studiosi italiani, specie dai cultori di studi psichici.

    Lasciamo che l'Osty stesso si presenti qui da sè al pubblico italiano, con alcuni tratti autobiografici occasionati dalla commemorazione da lui fatta del fondatore delPI. M. I., Jean Meyer, deceduto nell'aprile 1931 (da R. M., Aprile 1931).

    Nel luglio 1924, pochi giorni dopo che con la morte tragica del Dott. Geley. (1) era rimasta vacante la direzione dell'Istituto Metapsichico, il Professor Santoliquido venne a propormi di assumere questa direzione. Dati i vari motivi che avevo di restare perplesso, domandai un po' di tempo per riflettere. J. Meyer venne lui stesso, poco dopo, a insistere perchè accettassi. Io gli risposi, fra l'altro, in questi termini: La Vostra proposta mi onora: e qualunque possa essere la mia decisione, io ve ne ringrazio. Ma date le vostre salde convinzioni spiritiste, e dato che voi avete fondato in Rue Copernic un centro di proselitismo spiritualista, vi sembra proprio prudente di farmi questa proposta? Voi sapete che, a tutt'oggi, nulla mi ha permesso di condividere la vostra credenza che certi fenomeni psichici siano dovuti ad esplicazioni di spiriti; e poichè voi avete letto qualcuno dei miei scritti, voi conoscete quale sia la mia linea di condotta, cioè di esplorare le qualità occulte dell'uomo vivente prima di credermi in grado di giudicare ciò che possa eventualmente derivare da un altro piano di vita. Ora, che direste voi, se un giorno dal laboratorio che voi mi chiedete di dirigere uscissero studi su fenomeni sperimentali, atti a suggerire che le teorie insegnate dalla Maison des Spirites sono, in tutto o in parte, interpretazioni illusorie di fatti prodotti esclusivamente dai poteri occulti dei viventi? D'altra parte, non occorre dica che io non potrei mai assumere la direzione dell'Istituto Metapsichico Internazionale, che a condizione di godere una libertà completa di lavoro e di pubblicazioni. Siete voi disposto a correre il rischio di far distruggere il lavoro di una delle Istituzioni da voi fondate, per opera di un'altra?"

    , mi rispose: Sono disposto ad affrontare il rischio. So che voi siete un cercatore sincero: e ciò mi basta.

    Questa nobile risposta mi sorprese molto sul momento; e il mio stupore aumentò quando in seguito conobbi quanto le credenze spiritiche di J. Meyer fossero radicate.

    Coloro che da anni leggono la Revue Métapsychique hanno potuto rendersi conto che nessuna concessione è stata

    mai fatta alle idee del fondatore dell'I.M.I.. Noi siamo uomini di laboratorio, e non ci proponiamo che la pura ricerca, lasciando ad altri il compito di trarre dai nostri lavori conseguenze morali e filosofiche. Nessuno potrà — s'intende, sotto la mia direzione — far deviare questo Istituto dalla ricerca metodica, disinteressata, agnostica. Questa ricerca riuscirà dove potrà riuscire, ma sempre sotto l'influenza dei soli fatti, in diverse condizioni di esperienza. Può darsi che essa arrivi un giorno a raggiungere con le sue conquiste alcune delle anticipazioni dello spiritismo? Può darsi che, al contrario, essa riesca a porre in evidenza alcune delle sue illusioni, e a sostituirle con uno spiritualismo meno carico di antropomorfismo e di materialità? Noi ignoriamo finora dove i fatti potranno condurci.

    Ciò di cui siamo certi è che noi ci ricusiamo di divenire prigionieri di un'ipotesi, qualunque soddisfazione essa possa offrire ai nostri istinti. Noi non vogliamo esclusivismi. Tutte le ipotesi esplicative ci sembrano buone a coprire i fatti: ma nei casi particolari, avrà la nostra preferenza quella che ci risulterà la vera. Noi non siamo nè anti-spiritisti, come pretendono certi spiritisti, nè spiritisti come credono i male informati: noi siamo cercatori, intenti a districare solo la verità dal groviglio dei fenomeni".

    Così, quanto all'interpretazione della fenomenologia metapsichica da lui studiata, — in prevalenza quella soggettiva —, l'atteggiamento di riserva critica dell'Osty sembra coincidere con quello espresso dal Driesch: cc Ciò che ne sappiamo è troppo frammentario per dirimere la questione: noi abbiamo delle cose una conoscenza troppo parziale".

    Non è a credere che per uno scienziato e professionista questo sia un comodo atteggiamento, quasi conciliativo dei due estremi: al contrario, esso espone a lottare contro ambedue gli avversari ad un tempo, su ogni punto controverso, senza l'appoggio e il sostegno di alcuno, eccetto delle poche menti libere e spregiudicate.

    Attraverso il velo di una serena pagina, in cui questo fedele servo della verità descrive il singolare dramma intellettuale suscitato dalla fenomenologia metapsichica, si intravede una lunga serie di lotte interiori, di incomprensioni di avversari, di scetticismo dei più. Ecco ciò che egli ne scriveva (R. M., Giugno 1931) commentando il fin de non recevoir degli scienziati, di fronte a fatti accertati e dettagliati di precognizione:

    ... La precognizione è un fatto che urta bruscamente contro la nostra ragione, un fatto del tutto incomprensibile, qualunque sia la spiegazione che si tenta di darne. Che una persona, ad esempio, possa avere la visione di una scena che avverrà fra qualche anno in una casa che ancora non esiste, neppure in progetto, ciò ci sembra assurdo. Di più, il rigoroso determinismo che ciò suppone nella successione e azione reciproca delle forme animate e inanimate della materia ferisce il nostro sentimento del libero arbitrio, la nostra credenza nella libertà dei nostri atti. La nostra ragione giudica a priori" impossibile la premonizione; la nostra coscienza morale la trova immorale, e quindi inverosimile e inaccettabile.

    Ve n'è abbastanza perchè la grande maggioranza delle persone che hanno avuto un'educazione scientifica — per non parlare che di esse — non provino nessuna attrattiva, sentano anzi ostilità verso il fatto di precognizione, e lo ritengano comunemente per irreale, anche se la loro scienza non suggerisca loro alcun argomento di opposizione.

    Dato questo atteggiamento costituzionale degli spiriti, come si potrebbe da essi attendere uno slancio di curiosità che conduca le élites scientifiche alla verifica e poi allo studio del fenomeno premonitorio: ad una verifica che richiede già molto tempo; ad uno studio che esige uno sforzo lungo e difficile? Come sperare che persone, per la maggior parte dedite a ricerche di applicazioni utilitarie, sacrifichino un poco di questo lavoro apprezzato dall'opinione pubblica, per un lavoro apparentemente senza scopo pratico, di risultato assai arrischiato, secondo i loro pregiudizi, e di un genere suscettibile di giudizi malevoli? Non credendo, essi non verificano, e non verificando non credono.

    E' questo il singolare dramma intellettuale di élites scientifiche avide di scrutare l'enimma della vita, le quali tuttavia scansano risolutamente il fenomeno di precognizione dell'avvenire, manifestazione del pensiero che sorpassa in significato e in promesse gli altri tutti... Nel mondo scientifico, quelli che accettano e quelli che non accettano il fatto della precognizione dell'avvenire. sono quelli che hanno avuto e quelli che non hanno avuto l'opportunità di constatarlo. Io sono certo della realtà della premonizione, perchè le circostanze e poi l'esperienza me l'hanno dimostrata. Se non fosse stato così, molto probabilmente mi troverei anch'io dalla parte di quelli che negano... Un'epoca ineluttabile verrà, in cui il fatto premonitorio, creduto illusorio da alcune distinte personalità, attribuito da altre personalità meno distinte a entità situate in un piano di vita diverso da quello umano, farà parte della scienza universalmente accettata... Allora si commenterà con espressioni di pietà l'accecamento di epoche, in cui di fronte al fenomeno culminante del pensiero si nutrì ostilità o indifferenza... Davanti alle conseguenze biofisiche, fisiche, filosofiche, morali, sociali derivate dalla accettazione universale del fenomeno della precognizione dell'avvenire e del suo studio diffuso, gli scienziati del passato non si salveranno dal ridicolo".

    E ancora in R.M., Giugno 1932: Il grande stupore della mia vita è di avere così facilmente, con un poco di perseveranza, osservato tanti fenomeni che segnalano poteri trascendenti della psiche, e d'aver visto nello stesso tempo tanti scienziati e filosofi che consacrano la loro vita a scoprire le forze della natura, e a fantasticare una spiegazione del mondo, risoluti d'ignorare quei fatti che arrecherebbero loro il più presto e il meglio ciò che essi cercano.

    In La Préconnaissance de l'avenir, l'Osty trae da queste vedute una illazione di portata ancora più generale: Qui entriamo in una fisica la quale presenta un aspetto... a cui la mente nostra non è punto avvezza... Si tratta di riscontrare nell'uomo, in ogni uomo, questo fatto prodigioso: la conoscenza che precede la realtà...; una rivoluzione nella nostra concezione della realtà. Perchè se l'esperienza ci costringe a riconoscere questo prodigio nell'uomo, la logica ci conduce ad estenderlo all'universale, e cioè ci suggerisce di ritenere come probabile che un pensiero universale preceda in conoscenza ogni realtà.

    Un ben lungo viaggio deve avere percorso, partendo da una scuola strettamente positivista, lo scienziato che veniva così a rendere tributo alla intuizione religiosa fondamentale della Mens, del Logos che è al principio di ogni cosa;

    e il quale in un Congresso di Psicologia (R. M., Ottobre 1925) proclamava, che la materia non potrebbe essere creatrice del pensiero, al quale essa succede.

    Benchè nei suoi 25 anni di studi sull'argomento metapsichico, e nel suo decennio di Direzione dell'I.M.L, l'Osty non abbia forse ancora avuto l'opportunità — o il proposito — di cimentarsi coi fenomeni più complessi e cruciali di psicologia paranormale, quali la "voce diretta l'apporto, la materializzazione, la psicografia, ecc., pure i suoi studi approfonditi del fenomeno soggettivo paranormale, della telepatia, diapsichia, precognizione, e quelli più recenti

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