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La Chiesa e lo Spiritismo
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E-book429 pagine6 ore

La Chiesa e lo Spiritismo

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Info su questo ebook

Indice dei Contenuti

CAPITOLO PRIMO

Principi direttivi della Chiesa

CAPITOLO SECONDO

I fondatori dello spiritismo moderno

CAPITOLO TERZO

Il cattolicesimo e i primi spiritisti

CAPITOLO QUARTO

La conversione del medium Home

CAPITOLO QUINTO

“Pericolo; ghiaccio friabile”

CAPITOLO SESTO

Quello che ne deriva

CAPITOLO SETTIMO

La Bibbia e la tradizione cristiana

CAPITOLO OTTAVO

Fenomeni telecinetici

CAPITOLO NONO

La fisarmonica di Daniele Home

CAPITOLO DECIMO

Caterina King e le materializzazioni

CAPITOLO UNDICESIMO

La verità sulla telepatia

CAPITOLO DODICESIMO

Chiaroveggenza

CAPITOLO TREDICESIMO

“Il cancello della rimembranza”

CAPITOLO QUATTORDICESIMO

Lo scritto di Oscar Wilde

CAPITOLO QUINDICESIMO

Alcuni sviluppi moderni

CAPITOLO SEDICESIMO

La vertenza Doyle-Houdini

CAPITOLO DICIASSETTESIMO

I frutti dello spiritismo moderno
LinguaItaliano
Data di uscita3 ago 2015
ISBN9786050402735
La Chiesa e lo Spiritismo

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    Anteprima del libro

    La Chiesa e lo Spiritismo - Herbert Thurston S. J.

    HERBERT THURSTON S. J.

    LA CHIESA E LO SPIRITISMO

    Milano Editrice - Prima edizione digitale 2015 a cura di David De Angelis

    INDICE

    CAPITOLO PRIMO

    Principi direttivi della Chiesa

    CAPITOLO SECONDO

    I fondatori dello spiritismo moderno

    CAPITOLO TERZO

    Il cattolicesimo e i primi spiritisti

    CAPITOLO QUARTO

    La conversione del medium Home

    CAPITOLO QUINTO

    Pericolo; ghiaccio friabile

    CAPITOLO SESTO

    Quello che ne deriva

    CAPITOLO SETTIMO

    La Bibbia e la tradizione cristiana

    CAPITOLO OTTAVO

    Fenomeni telecinetici

    CAPITOLO NONO

    La fisarmonica di Daniele Home

    CAPITOLO DECIMO

    Caterina King e le materializzazioni

    CAPITOLO UNDECIMO

    La verità sulla telepatia

    CAPITOLO DODICESIMO

    Chiaroveggenza

    CAPITOLO TREDICESIMO

    Il cancello della rimembranza

    CAPITOLO QUATTORDICESIMO

    Lo scritto di Oscar Wilde

    CAPITOLO QUINDICESIMO

    Alcuni sviluppi moderni

    CAPITOLO SEDICESIMO

    La vertenza Doyle-Houdini

    CAPITOLO DICIASSETTESIMO

    I frutti dello spiritismo moderno

    CAPITOLO PRIMO - Principi direttivi della Chiesa

    Non si può forse affermare che lo spiritismo faccia dovunque molti proseliti, con la sicurezza ostentata dai suoi convinti seguaci, ma è indiscutibile che nei tempi nostri si parla e si scrive su questo argomento assai più che nell’anteguerra; come naturale conseguenza è fiorita in questi ultimi anni una vasta letteratura cattolica, nata col lodevole proposito di combattere la propaganda spiritistica, ora tanto attiva. Molti degli scritti che sono stati pubblicati a guisa di protesta contro il nuovo culto non possono a meno di ottenere il consenso di tutti i sinceri cristiani, tuttavia alcuni aspetti della questione hanno provocato forti divergenze di vedute, non solo nel pubblico, ma anche in seno alla Chiesa stessa. Se mi è concessa di esprimere una opinione personale, formata attraverso molti anni di interesse in materia, mi sembra essenziale stare in guardia contro quegli estremisti i quali vorrebbero farci assumere atteggiamenti teologici dai quali, in un secondo tempo, potrebbe essere difficile ritirarci con dignità. Ai tempi di Galileo, i commentatori della Bibbia, non intravvedendo neppure le verità che la scienza astronomica, allora agli inizi, avrebbe dimostrato più tardi, si ostinavano ad affermare che la terra stava ferma e che il sole era in continuo moto. Altrimenti, essi obiettavano, com’era possibile giustificare l’affermazione delle Sacre Scritture, secondo la quale Giosuè avrebbe fermato il sole e la luna? Questa esegesi ebbe serie conseguenze ché, come tutti sappiamo, ha fornito un incoraggiamento a numerosi nemici dell’autorità papale e ha causato qualche imbarazzo ai nostri moderni professori di apologetica. Non posso far a meno di ritenere che nei riguardi di argomenti quali la psicologia morbosa, l’ipnotismo, la trasmissione del pensiero, e le facoltà psichiche dell’uomo, noi, ancora oggi, non siamo più ferrati di quanto non lo fossero i teologi del tempo di Galileo in fatto di astronomia. Non è impossibile che tra un secolo o due si riconoscano certe verità psichiche di cui oggi noi ignoriamo oppure sospettiamo appena l’esistenza. Di conseguenza, per il momento, sembra opportuno dogmatizzare il meno possibile, in attesa di una guida più chiara ed esplicita. L’ipnotismo, ad esempio, meno di un secolo fa, era denunciato da più d’un teologo come pura diavoleria, mentre adesso, quantunque presenti ancora molti problemi, è riconosciuto come una facoltà naturale che, sotto opportuno controllo, può trovare anche le sue utili e legittime applicazioni. Che la Chiesa abbia agito con indiscutibile saggezza vietando pratiche spiritiche a tutti i suoi fedeli è una convinzione radicata in me da lungo tempo, che più vasti studi ed esperienze non hanno fatto che rafforzare. Sotto questo punto di vista io mi trovo perfettamente d’accordo con gli stessi scrittori che critico in questa mia opera. Però quando costoro si spingono più oltre e si accingono a spiegare le cause e gli scopi delle azioni della Chiesa, basando in buona parte la loro tesi sui principi, o sui pretesi principi, della psicologia e della escatologia medioevali, devo confessare che provo un senso di sfiducia, e quasi di apprensione. Non siamo un po’ in pericolo di trarre delle conclusioni troppo affrettate? Si può forse escludere che lo studio della psicologia sperimentale e morbosa ci riserbi ulteriori rivelazioni? Possiamo noi parlare con la massima sicurezza della portata dell’attività degli angeli, dei demoni, delle anime umane libere dalla materia e in particolar modo di quelle non battezzate le quali dopo tutto formano la maggioranza dell’umanità? inoltre chi può affermare che non vi siano altri esseri intelligenti nell’universo di Dio oltre a queste tre categorie di angeli, demoni e anime umane? Io non intendo affermare come fatto positivo la possibilità implicitamente contemplata in questa ultima domanda; mi limito a domandare: Chi lo può asserire? Sembra che nel passato si sia lasciata la più vasta libertà delle opinioni individuali. Tanto per illustrare la vasta portata delle teorie che hanno trovano sanzione in pubblicazioni inequivocabilmente ortodosse e che hanno circolato senza alcuna censura per oltre mezzo secolo, non posso resistere alla tentazione di citare uno o due passi delle rivelazioni riportate in Life of Catherine Emmerich dal suo biografo, il redentorista Padre Schmoger. Dopo aver riferito una certa visione di angeli e demoni da lei avuta, Anna Caterina proseguiva:

    Vi sono anche anime che non si trovano né in cielo, né in purgatorio, né all’inferno, bensì vagano in pena ed angoscia tenendo ad una missione che devono compiere. Esse si aggirano in luoghi deserti, tra rovine, tombe e sul teatro dei loro passati misfatti. Sono spettri... Nella mia infanzia ed anche più tardi ho sempre sentito dire che tre interi cori di spiriti angelici, più alti degli Arcangeli, caddero, ma non furono precipitati all’inferno; alcuni, provando una specie di pentimento sfuggirono per un certo tempo al castigo. Sono questi gli spiriti planetari che vengono sulla terra a tentare gli uomini. Nel giorno del Giudizio saranno giudicati e condannati. Ho sempre visto che i demoni non possono lasciare l’inferno. Ho anche visto che molti dannati non scendono direttamente all’inferno, ma soffrono in solitari luoghi della terra [1]

    Si riferisce anche che ella abbia detto:

    Un grande ordine regna tra gli spiriti planetari, che sono spiriti decaduti, ma non demoni. Essi sono molto, molto diversi dai demoni. Si aggirano senza posa tra la terra e le nove sfere. In una di queste sfere sono tristi e melanconici; in un’altra impetuosi e violenti; in una terza frivoli e incostanti; in una quarta spilorci, avari, ecc. Essi esercitano un’influenza su tutta la terra, su ogni uomo fin dalla sua nascita e formano certi ordini. Alcuni di questi spiriti sono fonte di bene qualora l’uomo indirizzi la loro influenza verso il bene [2]

    Vi sono ancora molti brani dello stesso tenore. Particolarmente degno di nota è che Padre Schmoger era Provinciale dei Redentoristi di Baviera proprio nel periodo in cui preparava questa biografia; che l’opera fu dedicata al Cardinale von Reisach, membro attivo delle Congregazioni del Santo Uffizio e dell’Indice; che apparve con il cordiale imprimatur del Vescovo di Limburg; che, a quanto risulta, Papa Pio IX s’interessò personalmente alla preparazione di una traduzione italiana e che anche in Francia e in America apparvero traduzioni (rispettivamente nel 1872 e nel 1885) con nuovi incoraggiamenti episcopali. Supponendo che vi fosse qualche giustificazione per le suddette strane rivelazioni raccolte, come sostiene l’amanuense Clemente Brentano, dalle labbra di Suor Anna Caterina nel settembre del 1820, esse lascerebbero campo ad abbondanti riflessioni sulle possibili cause dei fenomeni spiritici. A mio giudizio, non vi è ragione alcuna di considerare queste cosiddette rivelazioni come di origine sovrannaturale; ma se i dotti teologi possono passarle alla stampa senza alcuna censura, questo fatto sembra indicare implicitamente che possediamo ben poche nozioni positive riguardo alle influenze spirituali che, in certe circostanze mal note, possono forse influire sulle quotidiane manifestazioni umane. Incidentalmente credo opportuno notare che Padre W. Humpfner (vedasi il suo Clemens Brentanos Glaubwurdigkeit in seinen Emmerich-Aufzeichnungen) avrebbe voluto sostenere, basandosi su indizi che secondo me sarebbero inadeguati, che le suddette rivelazioni furono inventate da Brentano e non provenivano da Suor Anna Caterina stessa. Tuttavia per ora non voglio soffermarmi sulla maggior o minore probabilità che si trattasse di vere rivelazioni o che fossero o meno dovute a Suor Anna Caterina, bensì sul fatto che per cinquant’anni esse furono accettate come sue, senza eccezioni, da ogni sorta di eminenti teologi convinti che ella avesse una conoscenza sovrannaturale di molti misteri ignoti all’umanità. Soltanto quando queste ed altre testimonianze, portate dinnanzi alla Congregazione dei Riti minacciarono di intralciare il processo per la sua beatificazione, Padre Humpfner, nuovo sostenitore della sua causa, prendendo posizione contro i precedenti biografi di Suor Emmerich, quali Padre Schmoger e Padre Wegener, sostenne che i resoconti di Brentano sulle di lei visioni non erano assolutamente degni di fede. Padre Wegener, primo sostenitore della causa di Suor Anna Caterina aveva precedentemente pubblicato un trattato che sosteneva precisamente il contrario. Io sostengo dunque che non si è mai troppo prudenti nel pronunciarsi sulla natura dei fenomeni spiritici e che il problema non può essere risolto solamente con l’invocare, come molti sembrano propensi a fare, l’autorità di grandi nomi, come quelli di S. Agostino, San Gregorio, S. Crisostomo e S. Tomaso d’Aquino. A questo proposito il volumetto di padre Mainage, O. P., La Religion Spirite, dà un eccellente esempio di moderazione. In tre brevi proposizioni che l’illustre autore definisce come "principi direttivi dell’insegnamento cattolico o egli sintetizza tutto ciò che si può affermare con sicurezza riguardo la guida della Chiesa in questo argomento. Le tre proposizioni sono le seguenti:

    La Chiesa non si è pronunciata sulla natura essenziale dei fenomeni spiritici.

    La Chiesa vieta alla massa dei suoi fedeli di prender parte a pratiche spiritiche.

    "Nelle manifestazioni che si verificano, la Chiesa sospetta che possano, per accidens, intervenire influenze diaboliche".

    Sarebbe desiderabile che gli scrittori cattolici dell’argomento mettessero in rilievo questi punti, che si basano su certezze e che, d’altra parte, ammettessero esplicitamente che le più profonde considerazioni tanto spesso espresse nella letteratura anti spiritistica, non hanno maggior peso di quanto se ne possa annettere all’opinione personale di coloro che hanno studiato il movimento con maggior o minore attenzione. Se S. Agostino od anche il Dottore Angelico esprimono questa o quell’opinione non viene di conseguenza che l’autorità della Chiesa sia in alcun modo coinvolta. Gli argomenti speciosi, e le asserzioni ultra positive tendono quasi sempre a pregiudicare la causa della verità, poiché le esagerazioni in un senso hanno spesso per conseguenza una reazione a degli eccessi nel senso opposto. La tendenza ad insistere sulla teoria secondo la quale i fenomeni spiritici sarebbero puramente dovuti ad influenze demoniache, che è stata esposta, per esempio, da quel fecondo scrittore e conferenziere in materia di spiritismo che fu J. Godfrey Raupert, ha avuto il solo esito di far accettare più facilmente l’altra teoria che vorrebbe sostenere che le manifestazioni spiritiche non sono che trucchi, teoria dovuta principalmente ad eminenti studiosi americani quali padre de Heredia della Compagnia di Gesù e il Dott. J. Jr. Walsh. Dei due estremi, quest’ultimo, nonostante il suo appello al buon senso, mi sembra il più ingannevole e di conseguenza quello che ha maggior probabilità di nuocere alla causa che tutti ci sforziamo di servire. Lo spiritista convinto s’indignerà senza dubbio, udendo descrivere le sue pratiche come diavolerie e gli spiriti con cui comunica come demoni, ma riconoscerà che vi è una base comune per discutere. Per contro se voi gli assicurate che non si verifica alcun fenomeno reale e che egli è vittima di una impostura o di un’illusione, lo spiritista ne dedurrà che il critico non solo sostiene una teoria errata, ma non ha nozioni od esperienze personali in materia su cui basarsi. Anche gli autori come padre Mainage, Padre Blackmore e padre Roure, a mio giudizio, si soffermano troppo sul lato fraudolento delle pratiche spiritiche; la tentazione di ravvivare te loro pagine con qualche aneddoto comico di medium delusi è stata troppo forte e si nota nelle loro opere una tendenza a concentrare l’attenzione soltanto sulle manifestazioni sensazionali, ignorando la reale difficoltà che presentano i più semplici fenomeni. Dopo tutto, una volta esclusa l’ipotesi del trucco, una serie di colpi che danno risposte intelligenti alle domande espresse dal medium, costituisce, a mio parere, un problema tanto insolubile quanto una materializzazione totale od il fluttuare del corpo del medium per l’aria. I tavolini non saltano da soli e mi sembra che la teoria del padre Mainage di un’azione cinetica a distanza (della quale parleremo più diffusamente più oltre) sollevi difficoltà ancor più serie di quelle che pretenderebbe di risolvere. Nonostante la vasta prevalenza della frode che naturalmente è molto favorita dalle condizioni in cui si svolgono le sedute, il fatto che dei fenomeni fisici si verifichino, non può essere negato da coloro che studiano con serietà le prove e le testimonianze, a meno che essi non assumano a proprio un atteggiamento scettico, che nuocerebbe al valore di qualunque testimonianza umana in favore del miracoloso. In alcuni capitoli seguenti di questa mia opera spero di poter dimostrare la forza degli argomenti che possono essere portati contro coloro che vorrebbero negare il fenomeno della levitazione di pesanti tavole da pranzo in case private, nonché quello della fisarmonica che il medium D. D. Home faceva suonare quando era capovolta, non solo nelle sue mani, ma in quelle di altre persone presenti alle sedute, senza che alcuno toccasse i tasti. In entrambi i casi la massa delle testimonianze è cospicua, la serietà dei testimoni è ineccepibile e le manifestazioni furono continuate per un periodo di parecchi anni senza il minimo indizio che palesasse trattarsi di trucchi o di collusioni [3] Nello stesso tempo si deve ammettere che la convinzione in argomenti di questo genere appartiene a quella categoria di intime credenze non trasmissibili. Tale convinzione proviene in generale da una esperienza personale, o per lo meno dal contatto con persone che alla loro volta siano testimoni oculari. Per questa ragione io non tendo ora allo scopo di inculcare la mia opinione a coloro che la pensano altrimenti, ma mi sforzo di spiegare perché trovo impossibile accettare la teoria che attualmente sembra acquistare favore in molti ambienti, secondo la quale lo spiritismo sarebbe soltanto un inganno. Molte manifestazioni possono esser dovute a trucchi, ma non tutte. Non mi sarebbe facile dire quanto io approvi le seguenti dichiarazioni del ben noto domenicano padre Mainage. La mia personale esperienza fatta qui a Londra è stata, a quanto mi sembra, esattamente parallela alla sua di Parigi.

    E’ possibile (egli domanda), senza cadere in un assurdo eccesso di ipercriticismo, rifiutare di prestar fede alle confidenze fatte a viva voce da persone il cui equilibrio mentale, la cui intelligenza e la cui buona fede sono superiori ad ogni discussione? A me, come sacerdote e uomo religioso, è accaduto, se mi si può permettere di introdurre qui la mia modesta testimonianza di venire a contatto con simili testimoni. Confesso molto semplicemente e senza attendere la parola finale della scienza, che credo nell’oggettività dei fenomeni spiritici. Vi sono effettivamente delle tavole che si capovolgono e che parlano. Gli scritti medianici non sono il parto di un’immaginazione esaltata. Non tutte le apparizioni sono frutto di allucinazioni irreali e le materializzazioni parziali ottenute dal dott. Geley non sono una pura chimera.

    Non sono i fenomeni più sorprendenti o i nomi dei famosi scienziati che producono la più profonda impressione, ma per il singolo la prova che ha maggior peso è costituita dalle esperienze meno sbalorditive dei suoi conoscenti intimi. Le manifestazioni che causarono grande scalpore quando l’ondata di spiritismo raggiunse per la prima volta gli Stati Uniti tra il 1850 e il 1852 erano per la maggior parte di carattere molto semplice. Se i colpi uditi allora fossero stati dovuti puramente a qualche ingenuo trucco operato con un’abile manovra dei piedi (tok-craking = suono fatto pel crepitare delle dita dei piedi) sotto il tavolino o con sublussazioni delle ossa, come il mio amico dott. J. J. Walsh preferisce chiamarlo, l’intera finzione sarebbe stata ben presto esposta in modo convincente e il movimento sarebbe terminato. Il dottor Walsh a quanto pare conosce uno specialista in trucchi [4] ma quest’arte non sembra molto comune e se dovessimo spiegare l’entusiasmo collettivo verificatosi nella seconda metà del secolo scorso, dovremmo ritenere che centinaia, se non migliaia, di simili artisti dell’inganno operassero attivamente in tutte le grandi città americane. Peraltro non c’è movimento di piedi che possa spiegare lo spostamento di pesanti tavole e gli altri fenomeni inerenti. I sostenitori della teoria secondo la quale lo spiritismo non sarebbe che un complesso di trucchi si sono presi il disturbo di leggere i resoconti contemporanei dei primi partecipanti al movimento? Non lo credo, perché nei loro scritti ben raramente li citano. Sono partito io stesso, con un forte pregiudizio scettico, ma questa prima letteratura sullo spiritismo ha prodotto su di me la stessa impressione che indubbiamente produsse sui più seri e imparziali pubblicisti del tempo, uomini come Orazio Greeley, Oreste A. Brownson, W. Lloyd Garrison, il propugnatore della politica antischiavista, nonché J. F. Whintey, redattore del Pathfinder, di New York. Tutti costoro erano osservatori seri che vivevano, per così dire, nel centro del nuovo groviglio. Nessuno di essi, in ultima analisi, adottò lo spiritismo come una religione, ma tutti testimoniarono dell’autenticità delle manifestazioni. Basti citare alcune righe scritte da W. Lloyd Garrison nel 1852:

    Abbiamo letto (egli dice) quasi tutto ciò che è apparso su tutti i lati della questione e ci siamo sforzati di pesare imparzialmente il valore degli elementi a nostra. conoscenza...Noi abbiamo inteso i colpi, abbiamo veduto le tavole muoversi e capovolgersi come mosse da una potenza invisibile…non ci è possibile dichiarare qui sotto quale luce consideriamo i fenomeni, ma non possiamo a meno di esprimere la nostra convinzione che il problema non è stato certo risolto seriamente da coloro che attribuiscono le manifestazioni soltanto a imposture o ad illusioni [5] .

    Padre Blackmore, padre Roure ed altri, pur sostenendo che una maggioranza stragrande dei fenomeni presentati dagli spiritisti sono dovuti a frode, autosuggestione o semplicemente telepatia, ammettono nondimeno che rimane sempre una parte che non può essere spiegata in tal guisa. Essi definiscono quest’ultima parte delle manifestazioni come necessariamente di origine diabolica, poiché Dio non permetterebbe alle anime perdute od alle anime in purgatorio di partecipare ai nefandi procedimenti degli spiritisti e dei medium. Essi si richiamano inoltre agli insegnamenti di S. Tomaso, il quale sostiene che tali anime non sono neppure a conoscenza di quanto accade sulla terra. Il Dottore Angelico dice, per esempio:

    L’anima liberata dalla materia ha conoscenza dello stato di qualche singolo mortale essendo in certo qual modo legata a lui da qualche resto di precedente conoscenza o di affezione, oppure per ordine divino. Ora le anime trapassate sono in uno stato di separazione dai viventi, sia per ordine divino che per la forma stessa della loro esistenza, mentre sono legate al mondo delle sostanze spirituali incorporee; perciò esse ignorano ciò che accade tra noi. A questo proposito San Gregorio ci fornisce la seguente spiegazione: I morti non sanno come agiscano i vivi, la vita dello spirito è lontana da quella della carne, così, come le cose sono distinte nelle nozioni" (Moralia, XII). S. Agostino sembra sostenere la stessa tesi (De Cura mort., XIII), quando afferma che le anime dei morti non si preoccupano delle cose dei vivi" [6]

    Ma sicuramente, nonostante la venerazione che tutti tributiamo all’autorità di S. Tomaso, questa è una base alquanto tenue su cui appoggiare una conclusione finale ed assoluta. Preferisco astenermi dal discutere su argomenti tanto trascendentali, che esorbitano dalla mia competenza, ma è certo che questa opinione del Dottore Angelico in questi ultimi anni non è stata accettata universalmente e incondizionatamente neppure nei circoli più ortodossi. Basterà citare un passo del volume, La Psychologie du Purgatoire, pubblicata nel 1901, con debiti imprimatur, dall’Abate Chollet, professore di teologia a Lilla. Parlando delle attività intellettuali delle anime tenute nel luogo dell’espiazione, egli dice:

    L’occhio dell’anima ha una visuale ancor più ampia. Penetra alla superficie di questo nostro mondo, Nell’angoscia come nella gloria, nel purgatorio come in paradiso, l’anima possiede la medesima essenza, fa sua conoscenza delle cose terrene è la stessa; e se gli avvenimenti di questa vita sono noti agli eletti del cielo, lo sono egualmente alle anime in purgatorio. Dunque quelli di cui piangiamo la perdita non ci hanno realmente lasciati; come esseri immateriali essi non sono influenzati da luoghi o da distanze; ci sono vicini; data la loro chiaroveggenza non vi sono barriere di opacità, né incertezze di visione. Ci conoscono, seguono i nostri movimenti e nella delicata considerazione di un affetto che cresce sempre più puro nella concentrazione di uno sguardo che diviene ancor più intenso, essi ci avvolgono, per cosi dire, con la loro affettuosa sollecitudine [7]

    Questa confortante dottrina può non essere certa, ma con ogni apparenza è altrettanto fondata di quella

    alla quale si contrappone. Anche se le annettiamo una probabilità limitata, essa scuote fino alle fondamenta l’argomento che per esempio padre Blackmore sviluppa attraverso cinquanta pagine, nella sua opera, Spirtism, Facts and Frauds. Inoltre la teoria di ciò che sarebbe congruo od incongruo nel regime divino dell’Universo, è tutt’altro che convincente. Padre Blackmore scrive: Supporre che anime elette favorite della benevolenza di Dio, sia in Cielo che in stato di purificazione, possano divenire strumenti o istigatori di medium che cercano di guadagnare del denaro soddisfacendo la peccaminosa curiosità dei mortali, è un pensiero empio che ripugna alla mente di ogni buon cristiano. Mi sembra che questo equivalga a partire da un’idea preconcetta. Si potrebbe di questo passo e nello stesso modo sostenere che dovrebbe ripugnare alla bontà divina di mantenere in vita il briccone che usa l’intelligenza, l’energia e le risorse che il Creatore gli ha elargite, il concretare la rovina morale del giovane inerme, oppure di permettere al diavolo di assumere le sembianze di un angelo luminoso spingendo l’asceta a sottoporsi ad eccessivi rigori. Questo ragionamento si può ancor meno applicare alle anime del limbo delle cui condizioni di esistenza noi non sappiamo assolutamente nulla. Infine quando ci sentiamo dire che le anime perdute non possono intervenire nelle manifestazioni umane, poiché le anime reprobe non possono uscire dalla loro prigione, ci si sente propensi a domandare dove sia situata quella prigione e di che cosa siano fatte le sue porte. Può darsi che padre Blackmore abbia ragione sostenendo che né le anime dell’inferno, né quelle dei purgatorio hanno parte alcuna ai fenomeni spiritici, ma è possibile addurre qualche argomento solido e conclusivo in materia? Non è forse meglio confessare la nostra ignoranza, piuttosto che costruire un intero edificio di riflessioni e di ipotesi che potrebbe avere troppo in comune con una certa affettazione di autorità dogmatica, su questioni che l’Onnipossente non ha stimato opportuno di rivelarci? Considerando generalmente il più recente atteggiamento dei cattolici verso lo spiritismo, si può affermare senza tema di esser contradetti che vi è una sensibile tendenza a certe spiegazioni che eludano la necessità di accettare incondizionatamente la teoria degli interventi diabolici. Il lato fraudolento dello spiritismo è dovunque messo in grande rilievo, mentre quasi tutti gli scrittori già nominati sembrano disposti ad ammettere che isterismo, telepatia e iperestesia psicologica sviluppate nell’ipnosi possano spiegare in buona parte ciò che viene comunemente definito come fenomeno spiritico. Probabilmente questa tendenza è dovuta segnatamente al fatto che la maggioranza di coloro che adottano lo spiritismo come una religione non rivelano segni di esser soggetti ad influenze sataniche più di quanto non ne rivelino i seguaci della Scienza cristiana, Teosofia, Nuovo pensiero ed altri culti inerenti al soprannaturale che non ci sono familiari; d’altra parte vi è il fatto che non è facile segnare in modo preciso una linea di separazione tra le manifestazioni spiritiche e gli altri fenomeni che sono riconosciuti come del tutto innocenti. Le testimonianze e le prove relative a quei fenomeni che vengono comunemente chiamati apparizioni in punto di morte sono innumerevoli [8] Alcune di queste apparizioni hanno un carattere religioso, come quella di S. Pietro di Alcantara che al momento di morire apparve a Santa Teresa in tutt’altra parte della Spagna, oppure quelle che si verificano comunemente, nel corso delle quali l’anima dipartita chiede aiuto spirituale, come preghiere e messe offerte per il suo riposo [9] Però la vasta maggioranza dei casi verificati non hanno in alcun modo un carattere religioso. Nesslmo può oggi sostenere che le apparizioni celesti sono causate da angeli i quali, come dichiara S. Tomaso, assumerebbero corpi di aria compressa, foggiati e colorati, come possiamo vedere nelle nubi, e che le apparizioni non religiose siano opera del diavolo. Si dovrebbe trovare qualche spiegazione che aderisse ad entrambi i tipi di apparizione. Padre Mainage supera le difficoltà presumendo l’intervento di ciò che egli chiama telepatia complessa. Un impulso viene generato attraverso la concentrazione della mente su un’idea da un agente a distanza e in virtù di questo impulso non solo l’idea viene trasmessa a colui che percepisce (telepatia semplice), ma talvolta essa è accompagnata da una impressione vivida, uditiva, visiva o tattile che colui che percepisce riceve simultaneamente (telepatia complessa). Inoltre padre Mainage è disposto ad ammettere un ulteriore sviluppo che corrisponde a ciò che F. W. Myers ed altri chiamano telecinesi. L’eminente domenicano crede concepibile che possa esservi un effettivo spostamento di materia da un luogo all’altro e che questo effetto, per quanto raro, non esorbiti dalle possibilità naturali dell’uomo. Egli riporta la ben nota storia del marinaio che in alto mare vede un uomo che scrive sulla lavagna nella cabina del capitano. Non è il capitano né alcun altro della ciurma. Il capitano viene avvertito; l’uomo è scomparso, ma rimane la lavagna con il messaggio che egli ha vergato: dirigetevi a nord-est. Il capitano segue quell’ordine e sulla nuova rotta scopre una nave in pericolo di affondare dopo una collisione con un iceberg, a bordo della quale il marinaio riconosce l’uomo che aveva veduto intento a scrivere sulla lavagna del capitano. L’uomo della nave naufragata aveva trasmesso, per così dire, non solo un’immagine visiva, ma anche una certa energia cinetica. Padre Mainage fa un parallelo fra questo fenomeno e il telefono o la radio. L’impulso trasmesso può essere trasformato da un acconcio ricevitore in modo tale da lasciare una impressione materiale in forma permanente. In tal modo egli è pronto a trovare una naturale spiegazione per le manifestazioni in molte cosiddette case stregate, per molti fenomeni poltergetici (nei quali si trova sempre un fanciullo od una persona molto giovane che è il centro e il vero agente della perturbazione), per i fenomeni telecinetici dei medium quale Eusapia Palladino ed anche per le materializzazioni di Marta Béraud, alias Eva C... Non si può a meno di notare che accettando tale teoria si renderebbe necessario un riesame dell’intera concezione del miracoloso. Estendendo leggermente questa linea di ragionamento, si giungerebbe senza difficoltà ad una interpretazione non sovrannaturale di quelle guarigioni di malattie organiche i cui resoconti si accumulano nel Bureau des Constatations di Lourdes e sono accettati come affermazioni dell’approvazione divina della canonizzazione dei santi. Tuttavia credo giusto aggiungere che padre Mainage non dogmatizza. Egli lascia i suoi lettori liberi di accettare le sue riflessioni o di respingerle, e, come già abbiamo notato, il punto che accortamente egli mette in maggiore rilievo, è la portata ridotta dei principi direttivi ai quali la Chiesa si attiene nelle sue dichiarazioni ufficiali. Se qualcuno dovesse domandare perché i critici moderni, anche fra il clero, sembrano desiderosi di abbondare la teoria delle influenze sataniche nei fenomeni spiritici, dovremmo, credo, rispondere, che non solo le manifestazioni innocenti, quali le apparizioni e gli appelli per preghiere e funzioni, confinano con quelle che giustamente vengono considerate con diffidenza, ma anche che vi è gran numero di casi verificatisi nei quali la guida ricevuta attraverso la scrittura automatica e medianica, oppure attraverso medium riconosciuti si è rivelata benefica e salutare. Un esempio notevole si ha nella storia di M.me Minh Jullien come ella stessa l’ha raccontata nel suo libriccino, Le strade di Dio - Storia di una conversione, recentemente tradotto in inglese. La signora e suo marito i quali lavoravano nell’Estremo Oriente, erano entrambi agnostici. Il marito morì e la moglie terribilmente afflitta adottò la scrittura automatica e cominciò, come ella credeva, a ricevere una serie di comunicazioni dal morto. Queste, dopo qualche tempo, cominciarono a spingerla a cercare la pace in seno alla Chiesa Cattolica. Ella obbedì e, come padre Mainage attesta, si rivelò per molti anni una fervente ed esemplare convertita. Il caso non è singolare quanto lo si potrebbe supporre. Io stesso ho conosciuto due eccellenti cattolici, uno dei quali era una suora, che avevano subite esperienze consimili; qualche altro esempio si troverà, con maggiori particolari, negli ulteriori capitoli di questo volume. Senza dubbio Satana è molto astuto e assume talvolta le sembianze di un angelo di luce, ma questi fatti ed altre serie considerazioni dello stesso genere sembrano indicare che le influenze che si verificano praticando lo spiritismo non sono tutte deleterie. Io stesso sono proclive a credere che vi siano realmente delle intelligenze esteriori che comunicano (benché tali comunicazioni siano invariabilmente influenzate e deformate dalle credenze che albergano nel subcosciente del medium e dell’automa), e che queste intelligenze sono spesso di carattere beffardo, capriccioso, spesso menzognero, talvolta brutale, licenzioso e malevolo, ma non di rado sincero e buono. E’ facile credere che Satana e i suoi accoliti possano prendere parte diretta in tali manifestazioni, ma non vi è nulla che escluda che gli spiriti disincarnati di coloro che non hanno avuto battesimo e forse altri essere intelligenti, la cui esistenza non si è stata palesata altrimenti, intervengano pure. Tutto questo però rimane nel campo delle congetture. Sappiamo per certo che il tentativo di comunicare con gli esseri che non possiamo vedere, attraverso le pratiche spiritiche è estremamente pericoloso e che la Chiesa in tutte le epoche lo ha saggiamente vietato. Ora, prima di passare ad un altro capitolo, gioverà citare i termini precisi delle due decisioni del Santo Uffizio, le quali riguardano più direttamente l’argomento in discussione. Il primo decreto si riferisce alla pratica della scrittura medianica ed è datato dal 30 marzo 1898.

    Domanda: Tizio, pur escludendo nei propri intenti ogni patto con lo spirito del male, ha l’abitudine di evocare le anime dei morti. li suo metodo è questo: essendo solo nella propria camera, senza cerimonia esteriore di sorta, egli prega il capo degli angeli ed arcangeli di concedergli l’occasione di comunicare con lo spirito di una data persona. Egli attende per qualche tempo, poi sente che la propria mano si muove e con questo apprende la presenza dello spirito. Allora egli spiega ciò che vuol conoscere e la sua mano scrive le risposte ai quesiti formulati. Tutte queste risposte sono consone alla Fede e agli insegnamenti della Chiesa riguardo una vita futura. Per la maggior parte tali risposte si riferiscono allo stato dell’anima di qualche persona morta, alla necessità che essa sente di preghiere in suo suffragio e alle lagnanze dell’anima stessa contro la negligenza dei parenti. Nelle circostanze esposte si domanda se queste pratiche di Tizio siano ammissibili.

    A questa domanda fu opposta la risposta: "Uti exponitur non licere" e la decisione fu ratificata da Sua Santità Leone XIII [10] Una ventina d’anni dopo in un’Assemblea plenaria della Congregazione del Santo Uffizio, il seguente dubium fu avanzato:

    Domanda: E’ lecito per mezzo di un medium oppure senza medium, sia impiegando l’ipnotismo che non impiegandolo, prender parte a comunicazioni o manifestazioni spiritiche, anche se presentino aspetto di sincerità e pietà, sia interrogando anime o spiriti o ascoltando le risposte ricevute, o semplicemente assistendo, con una muta o esplicita determinazione di non desiderare comunicazione alcuna con lo spirito del male? Gli eminentissimi e reverendi padri decisero che in qualunque di questi casi la risposta doveva essere negativa.

    Il decreto fu ratificato il 26 aprile 1917 da Sua Santità Benedetto XV [11] Non è molto probabile che i membri della Congregazione del Santo Ufficio avessero compiuto profonde ricerche nella storia dello spiritismo. Essi probabilmente basarono la loro decisione soltanto su considerazioni di carattere teologico. Ma anche se avessero approfondito le origini e i primi sviluppi del movimento, avrebbero trovato molti elementi atti a confermare il loro atteggiamento diffidente. Come fonte di guida i primi spiriti che comunicarono coi viventi non avevano portato alcuna influenza benefica ai loro devoti, ma soltanto crudeli calamità. Volgiamoci adunque a considerare questo sinistro presagio di tanto che doveva seguire. E’ questo un aspetto del caso che non deve essere trascurato in alcun testo che prenda in considerazione la posizione della Chiesa.

    [1] SCHMOGER, Life of Catherine Emmerich. Giova notare che Padre Papebroch, il famoso Bollandista, sembra appoggiare una teoria simile, secondo la quale alcuni degli angeli decaduti non furono precipitati direttamente all’inferno, bensì aleggiano sulla terra come Potenza dell’aria. Si vedano gli Acta Sanctorum, giugno, Vol. IV, pag. 385.

    [2] Il secondo volume in cui queste affermazioni sorprendenti appaiono, fu posto in vendita con un imprimatur nei seguenti termini: "Siccome il secondo volume dell’opera intitolata Life of Catherine Emmerich di Padre SCHMOGER, come il primo, non contiene nulla che sia contrario agli insegnamenti della Chiesa Cattolica sia dal punto di vista morale che da quello del dogma, bensì contiene molto che, letto con spirito di pietà, può contribuire grandemente all’edificazione del fedele, noi concediamo, dopo accurato esame, l’approvazione sollecitata dall’autore: Peter Joseph, Vescovo di Limburg".

    [3] Il prodursi di tali fenomeni nelle case private di persone superiori ad ogni sospetto di collusione, mi sembra un punto di grande importanza. Gli abili prestigiatori, come Maskelyne oppure Houdini o ancora Padre de Heredia, possono imitare le più sorprendenti manifestazioni dello spiritismo, ma questo avviene sul palcoscenico, in condizioni che facilitano l’uso di apparecchi nonché dell’opera degli assistenti. Una pesante tavola da pranzo su un tappeto turco non può essere spostata con un semplice gioco di mano, da un solo prestigiatore.

    [4] Questi era il professar Merrigan, specialista in anatomia alla Facoltà di medicina dell’Università di Fordham,

    [5] Citazione da The Liberator, 7 maggio 1852, da W. P. GARRISON, nel W. Lloyd Garrison, The Story of his Life, Vol. III, pag. 75

    [6] SAN TOMMASO, Summa Theologica, P, I. q. 89, e. 8. Cfr. : P. I, q. 51. a. 2.

    [7] CHOLLET, La Psychologie du Purgatoire, pag. 47.

    [8] A parte l’imponente serie di casi riferiti nel volume Fantasms of the Living, del GURNEY, la signora Sidgwick registra altri duecento esempi nei Rapporti della Società per !a ricerca psichica, Vol. XXXIII (1922).

    [9] Confrontare il caso dell’Oratorio di Brompton in cui uno dei Padri, credendo di essere stato destato a metà della notte da un altro Padre di cui aveva intesa chiaramente la voce e nella cui stanza stava il telefono, si recò da un’ammalata

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