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Qattara: romanzo
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E-book360 pagine4 ore

Qattara: romanzo

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Info su questo ebook

Qattara è un romanzo che potrebbe essere una storia vera.
Parla di una soluzione al problema dell’emigrazione che, nel suo svilupparsi, innesca un diverso approccio alle relazioni tra nazioni, alle tematiche ambientali e di preservazione e rinnovo delle risorse del pianeta. Il tutto supportato da un rilancio dell’economia mondiale, innescato proprio dalla soluzione trovata per affrontare il problema dell’emigrazione.
Il rilancio dell’economia mondiale è la base per risolvere i problemi che oggi affliggono l’umanità.
In futuro inevitabilmente i problemi attuali si risolveranno, se questo avvenisse anche solo tra 100 anni, nessuno di noi sarà qui a goderne, allora perché non cominciare da subito ?
Qattara racconta un ipotetico percorso per fare questo, a cui si intreccia la storia di una famiglia italiana coinvolta nei cambiamenti in corso. Si racconta di come potrebbe cambiare l’Italia nei prossimi vent’anni.
Di come i giovani avrebbero maggiori opportunità sia a livello di studio che di inserimento nel mondo del lavoro.
Di come i loro genitori avrebbero una vita lavorativa meno stressante, ed una uscita da essa più dignitosa, migliorandone la qualità al di fuori del lavoro.
Di come si potrebbero aiutare le persone anziane a migliorare le loro attuali condizioni.
Di come recuperare quella normalità sociale che l’afflusso dei migranti degli ultimi decenni, sta mettendo sempre più a rischio. Di come il recupero dell’economia mondiale, innescato e favorito dalle nuove relazioni internazionali, eliminerebbe alla radice le cause delle migrazioni di massa, in modo completamente pacifico.
LinguaItaliano
EditoreBiblohaus
Data di uscita15 mar 2018
ISBN9788869243431
Qattara: romanzo

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    Anteprima del libro

    Qattara - Enrico Mansi

    QATTARA

    Mansi Enrico

    Romanzo

    QATTARA

    EDIZIONI SIMPLE

    Via Trento, 14

    62100 Macerata

    info@edizionisimple.it / www.edizionisimple.it

    ISBN edizione digitale: 978-88-6924-343-1

    Stampato da: WWW.STAMPALIBRI.IT - Book on Demand

    Via Trento, 14 - 62100 Macerata

    Tutti i diritti sui testi presentati sono e restano dell’autore.

    Ogni riproduzione anche parziale non preventivamente autorizzata costituisce violazione del diritto d’autore.

    Prima edizione: marzo 2018

    Copyright © Enrico Mansi

    Diritti di traduzione, riproduzione e adattamento totale o parziale e con qualsiasi mezzo, riservati per tutti i paesi.

    INDICE

    Prefazione

    Ayrton

    Italia 2017

    L’accordo tra i 27 Libia ed Egitto

    Un’idea per cambiare

    I miei genitori

    Qattara

    Italia – Francia – Germania

    USA – Russia

    Me stesso – Alain – Michael – Jaqueline

    Cina – USA

    Italia 2018

    La partenza di papà - Francesca - Il mio primo lavoro

    USA – Un nuovo approccio per l’energia

    Brexit

    Il canale di Qattara

    Anch’io in Africa

    Tunisia

    Algeria

    Michael

    Cina – Una nuova via

    USA – Ripensare la strategia

    Il piano

    L’Italia del 2038

    Lidia

    Le grandi opere in Africa

    Transacqua – Il recupero del lago Ciad

    Mauritania – West Sahara

    Sviluppare il piano - L’inizio

    Alain

    La sorpresa

    Farid

    L’implementazione del piano

    Jaqueline

    2020

    Marco

    Lavori di completamento

    Marco - Jaqueline - Silvana

    Luglio 2020 - Due partenze

    Riuniti a Qattara

    Il mercante egizio

    La vendita

    Europa - La nuova città

    Zanna Bianca Buck

    I resorts

    20.000 palme da cocco

    Il pranzo egizio

    Luigi - Ashaf

    L’apertura

    Fine vacanza

    Il padre egizio

    L’epilogo

    L’offerta

    Appendice

    Dedicato a...

    Per ognuno di noi sono scritti molti destini, sono le nostre decisioni a spingerci verso l’ uno o l’ altro.

    Le nostre scelte sono importanti, anche quelle non fatte, perché anche non scegliere è una scelta, la differenza sta nel rimpianto, solo se scegli hai la possibilità di non averne.

    ……….gli uomini che per ragioni di semplice convenienza, rinnegano ciò in cui credono per ottenere qualcosa che desiderano, valgono veramente poco, così come i sentimenti che pensano di provare.

    PREFAZIONE

    Qattara è un romanzo, una storia possibile, un sogno.

    Alcuni luoghi menzionati in esso però esistono:- La depressione di Qattara in Egitto, quella di Giarabub e la città omonima in Libia, il Chott el Jerid in Tunisia, il Chott el Melrhil in Algeria.

    Anche alcune opere esistono : Il dissalatore di Sorek in Israele,

    il Great Man - Made River grande acquedotto della Libia, le centrali a concentrazione di Ivanpah negli Stati Uniti, quella israeliana nel deserto del Negev, quella algerina di Ouarzazate.

    Anche il progetto Transacqua è reale, frutto del genio italiano : esiste da più di quarant’ anni e non è mai stato realizzato.

    L’emigrazione, i cambiamenti climatici, la mancanza del lavoro, il progressivo impoverimento di gran parte dei cittadini delle democrazie occidentali, sono fenomeni attuali.

    Il mondo sta vivendo una fase pericolosa, l’economia sta attraversando la crisi più pesante di sempre, il sogno di una crescita continua si è infranto sulle difficoltà degli ultimi nove anni, l’ambiente è gravemente compromesso dalle attività degli umani, se qualcuno non ci credesse guardi semplicemente ai cambiamenti climatici in atto.

    C’è molta disparità fra il tenore di vita delle società più avanzate e le altre, così non fosse la piaga del terrorismo non sarebbe tale e non farebbe proseliti.

    Tutti gli Stati sono indebitati, i deficit sono in costante aumento.

    Si fanno tagli sulle spese sociali, si spende pochissimo in prevenzione in ogni settore.

    Guardate i territori, il peggioramento del clima ed il costruire ad ogni costo, gli scarsi investimenti per la messa in sicurezza delle aree instabili, aprono le porte a disastri di portata sempre più rilevante e la loro frequenza è in crescita.

    Si fa fatica a trovare lavoro e la qualità dello stesso va peggiorando. Da alcuni anni è in corso un attacco ai diritti dei lavoratori che sta vanificando quanto di buono era stato creato negli anni passati.

    Non parlo dei politici nè li voglio giudicare.

    Sono stati giudicati a migliaia dalla magistratura e quasi sempre riconosciuti colpevoli dei reati a loro imputati.

    Perché dunque Qattara ?

    Qattara vuole essere uno spunto di riflessione.

    Un invito a riappropriarsi della propria unicità, a non farsi imporre stili di vita ma trovare il proprio ed assecondarlo.

    Abbattete luoghi comuni, non inseguite gli idoli che ogni giorno vi propinano, siate Voi i vostri idoli, fate in modo che le vostre vite vi piacciano, miglioratele per quel che potete, datevi degli obiettivi raggiungibili e prendetevi il tempo necessario per conseguirli.

    Se siete riusciti a creare una famiglia ed avete dei figli, spendete tutto il tempo che potete per stare con loro, aiutateli a sviluppare le loro potenzialità : le abbiamo tutti, ognuno in modo diverso.

    Sarete i loro eroi, la loro ispirazione, vi sentirete coinvolti così come lo saranno loro, cammineranno più sicuri nel mondo, andranno lontano ed ovunque saranno, voi sarete nei loro pensieri, saranno donne ed uomini migliori ed il mondo migliorerà grazie a loro.

    Ci sono persone, sposate e non, che nonostante tutto tengono dritto il timone della propria vita verso obiettivi seri, tenendo conto di ciò che li circonda, cadendo e rialzandosi e continuando il cammino, a queste persone che non indulgono in lamentele, che passano sopra qualsiasi difficoltà senza lasciarsi abbattere, non viene dedicata alcuna attenzione dai mezzi di comunicazione di oggi: televisione, carta stampata, internet, radio.

    Sono altre le figure prese a modello, falsi idoli, idoli falsi.

    Io credo che le cose cambieranno.

    Tanti piccoli passi, fatti da tutti noi e tutti nella stessa direzione, porteranno ad un cambiamento durevole.

    Il mondo è in continuo miglioramento, pensate soltanto a cento anni fa, era in corso la prima guerra mondiale, ne sarebbe arrivata dopo soli 21 una seconda terminata con il lancio di due bombe atomiche, dopo neanche 6 anni una nuova guerra in Corea, con molte nazioni coinvolte ed ancora tantissimi morti.

    Pensate a 100 anni fa: alle aspettative di vita, alla mortalità infantile, alle condizioni igieniche che periodicamente portavano ad epidemie letali, alla disponibilità di cibo, ai diritti civili, ai trasporti, all’alfabetizzazione, all’informazione.

    Pensate poi all’esplorazione spaziale, ai progressi della medicina, attori straordinari degli ultimi 50 anni.

    L’umanità progredisce da sempre, in certi momenti sembra che si facciano passi indietro, successivamente si recupera rapidamente ciò che si è temporaneamente perso e si riprende il cammino interrotto.

    Scegliete con cura le persone che delegate a governarvi e controllate ciò che fanno.

    C’è in gioco il nostro destino, con quello nessuno deve scherzare.

    Le due guerre mondiali hanno causato milioni di morti e danni incalcolabili, ma per quanto terribili siano state l’umanità non è mai stata a rischio di estinzione.

    Con le armi termonucleari, batteriologiche e chimiche presenti oggi negli arsenali di molte nazioni, il rischio di sterminare l’umanità in tempi strettissimi è concreto.

    La Terra è fondamentalmente un piccolo pianeta, con risorse che purtroppo non sono illimitate, quando cominceranno a scarseggiare inizieranno i conflitti per averne il controllo, quando raggiungeremo quel momento sarà poi difficile tornare indietro.

    La domanda è : Quando arriverà quel momento ?

    Semplici cittadini, governi, vertici di multinazionali e delle forze armate, la comunità scientifica, nessuno conosce la risposta.

    Se fosse tra duecento anni, potremmo anche non preoccuparci più di tanto, sicuramente con il progredire della scienza, verrebbero trovate delle soluzioni.

    Ma se fosse tra vent’anni ?

    Oggi si presentano i problemi e si cercano soluzioni per arginarli, soluzioni temporanee che non li risolvono alla radice.

    Un giorno queste non saranno più sufficienti e sarà troppo tardi per tornare indietro.

    Personalmente sono convinto che progresso, pace e giustizia sociale, possano convivere con una crescita economica improntata alla competizione, al miglioramento continuo.

    Per evitarne la degenerazione e mantenere la competizione tra i popoli entro binari eticamente corretti, servono però regole certe e capacità di farle rispettare.

    Attenzione al continuo rimandare,

    il tempo comincia a stringere.

    AYRTON

    Mii sto godendo un po’ di fresco sul ponte, il traghetto è in rotta per Alessandria.

    E’ la seconda volta che viaggio per mare per tornare in Africa, la prima era stata nell’ agosto del 2021, i ricordi di quel viaggio sono ancora vivi dentro di me.

    Mia madre desiderava rivedere la sua terra, mio padre finalmente aveva sistemato le cose per poterla accontentare.

    Con noi viaggiavano gli altri miei 2 fratelli e mia sorella.

    Io ero il più grande, poi c’erano Michael ed Alain .

    Mio padre era un grande appassionato di Formula 1, ed a noi furono impartiti i nomi dei suoi idoli, io che sono il primogenito, ebbi in sorte il nome del suo idolo per eccellenza.

    A proposito, io sono Ayrton.

    Diciotto anni sono passati da quel viaggio, oggi 11 aprile del 2039 ne sto ripercorrendo le tappe, anche il traghetto è lo stesso.

    E’ stato sottoposto ad importanti lavori di aggiornamento, ma guardando bene, in certi punti si vedono ancora tracce dei vecchi arredi.

    Sentivo inconsciamente la necessità di prendermi un po’ di tempo, il lavoro, la famiglia, mi avevano assorbito completamente negli ultimi anni.

    Non me ne sto lamentando le cose stanno andando bene, ma il vortice degli impegni, incalzanti, assillanti come non mai, mi ha allontanato sempre più da me stesso.

    Ora finalmente ho preso qualche giorno di vacanza, ho settato il pc da polso nella sola funzione orologio, quindi niente comunicazioni, alla fine ho disattivato anche quella ed ho rimesso il marchingegno nello zaino, che stavolta è il mio unico compagno di viaggio.

    E’ una bella occasione per lasciarsi andare ai ricordi e ce sono tantissimi, il fatto che tutto oggi stia andando per il meglio, fa si che anche i ricordi bui non facciano più male.

    Mia madre finalmente è felice, ma il tempo non ha trasformato le sue ferite in cicatrici, lei è brava a dissimulare ma io una volta l’ho sentita parlare con mio padre, ero piccolo e loro pensavano fossi fuori in cortile………..

    I miei si erano conosciuti nel 1992 e l’anno successivo si erano sposati.

    L’11 Novembre del 1994 ero ero nato io, nel 1996 Alain, nel 1998 Michael e mia sorella, gemelli.

    Avevo dimenticato mia sorella Jaqueline, non poteva chiamarla Gilles e quindi mio padre optò per il nome del figlio del suo idolo, quindi da Gilles a Jaques e da lui a Jaqueline.

    I miei fratelli ed io siamo molto legati, da sempre lavoriamo insieme nell’ azienda di famiglia, non abbiamo fondato un impero ma la nostra società sta andando alla grande abbiamo diverse filiali nel Nord Africa, più un grande ufficio a Milano, tante cose da gestire, impegni sempre più gravosi.

    E poi alcuni mesi fa è arrivata l’offerta.

    Le cose non sono sempre state così, ricordo ancora oggi il giorno del mio 23mo compleanno: era l’11 Novembre del 2017.

    ITALIA 2017

    Le cose in Italia e nel resto del mondo non andavano bene, molti prima di mia madre avevano intrapreso il viaggio verso l’Europa, molti di più l’avevano intrapreso dopo, molti erano morti durante il viaggio sul suolo africano, altri erano morti in mare o in vista delle coste italiane, molti di più erano invece arrivati.

    Durante quel 2017 la situazione era diventata insostenibile, gli Italiani facevano quel che potevano, nessun altro li aiutava.

    A parole gli altri paesi europei promettevano di intervenire, ma di fatto nessuno faceva niente, tutto era lasciato alla buona volontà degli Italiani.

    Gli spagnoli era inavvicinabili, li avrebbero uccisi, i greci erano più disperati dei disperati che avrebbero voluto raggiungerli, navi di tutte le nazioni raccoglievano i migranti allo sbando nel Mediterraneo e li scaricavano in Italia, lavandosene poi completamente le mani.

    Qualcosa cominciò a cambiare quando gli Italiani compirono un gesto di cui nessuno li avrebbe ritenuti capaci.

    Alla fine di Luglio del 2017, caricarono 10.000 migranti su 5 navi e si diressero verso Gibilterra, una volta attraversato lo stretto diressero a nord e si portarono al largo delle coste francesi, dei Paesi Bassi, del mare del Nord.

    I migranti nel frattempo venivano rifocillati e curati, ad una data convenuta era il 18 di agosto, il tempo era buono, il mare calmo, misero i migranti in mare con imbarcazioni non di fortuna, poi presero la via del ritorno in Italia.

    Due settimane dopo, una intensissima campagna di informazione sia a mezzo stampa acquistando spazi pubblicitari sui giornali locali, a mezzo tv, radio, internet, il tutto seguito da lanci di milioni di volantini su tutte le più grandi città del Nord Africa, fatti con aerei locali regolarmente affittati, informava che da quel momento chiunque avesse intrapreso il viaggio verso l’Italia, sarebbe stato riaccompagnato al limite delle acque territoriali dei paesi nordafricani.

    Per dare un messaggio forte e chiaro che era una cosa seria, due settimane dopo l’azione del 18 Agosto, le navi di ritorno dalla missione nel Nord Europa, fecero la stessa cosa con altri 6.000 migranti provenienti dalla Libia già arrivati sul suolo italiano, riportandoli al limite delle acque territoriali libiche.

    Seguirono giorni strani, gli Italiani non erano mai stati considerati come un popolo da prendere troppo sul serio dagli altri europei ed in genere nel mondo, ma l’azione del 18 Agosto e quella successiva costrinse tutti a riconsiderare un po’ i propri pregiudizi.

    Anche l’Africa si era come fermata, in un modo o nell’altro il messaggio aveva raggiunto praticamente tutti, per il viaggio si sborsavano cifre esorbitanti, soprattutto per gente che aveva veramente poco.

    L’Italia ricevette biasimi di ogni tipo, minacce di denunce alla commissione europea, multe per violazione dei trattati, ma in realtà nessuno sapeva cosa fare.

    Il Governo Italiano, tante volte vituperato, irriso dai suoi partner, fu irremovibile.

    In quei giorni mia madre sembrava invecchiata, era preoccupata, anche perché una parte degli Italiani, una vera minoranza si scoprì poi, interpretò il passo del Governo come l’affermarsi di un atteggiamento anti migranti e cominciavano ad esserci dei disordini in tal senso.

    Anche noi ragazzi eravamo un po’ preoccupati, ma solo un po’, avevamo studiato tutti in Italia, i nostri amici erano quasi tutti Italiani di origine italiana.

    In quei giorni la stessa fermezza mostrata verso l’Europa, il Governo la mostrò per sedare in modo fermo i disordini anti migranti.

    Forse fu questa mossa che convinse i partner europei a riconsiderare le proprie posizioni.

    Ci fu una conferenza a Roma, era il 30 Settembre, a questa furono invitati molti rappresentanti dei governi Africani.

    Inizialmente doveva essere un incontro preparatorio, dovevano intervenire i soli ministri degli esteri e degli interni, ma la cosa durò invece una settimana, il terzo giorno furono chiamati a partecipare i capi di governo con i rispettivi ministri della Difesa.

    Il confronto fu aspro, nessuno voleva recedere dalle proprie posizioni.

    E poi accadde, dopo giornate di discussioni, rimostranze, accuse reciproche, si arrivò ad una proposta condivisa, pur se tra numerosi distinguo e riserve.

    La ferma presa di posizione degli Italiani, aveva costretto tutti gli altri paesi europei ad una assunzione di responsabilità.

    In verità tutti avevano compreso che l’atteggiamento Italiano era cambiato, c’erano una intransigenza ed una determinazione mai visti prima.

    Ciò che non conoscevano era la ragione di questo repentino cambiamento.

    C’erano state nelle settimane precedenti, svariate comunicazioni da prefetti di varie città al governo, relativamente ad episodi di violenza causati dalla presenza dei migranti.

    Le forze dell’ordine su espressa richiesta del ministero dell’Interno, avevano fatto in modo di ricondurre tali episodi nel range di criminalità comune.

    Ma la stampa era sul chi vive, svariate trasmissioni tv alimentavano l’insofferenza della popolazione, i partiti all’opposizione sognavano di cavalcare il malcontento per vincere le elezioni dell’anno seguente.

    I partiti più piccoli prendevano posizioni ancora più intransigenti pensando di ampliare il proprio consenso, per sedersi al tavolo delle trattative del futuro governo con più carte da giocare : le elezioni del 2018 erano alle porte.

    I partiti al governo avevano capito che dovevano fare qualcosa, altrimenti alle elezioni avrebbero avuto un tracollo.

    Si arrivò così ad una silenziosa resa dei conti all’interno del partito di maggioranza, che portò all’estromissione degli elementi più retrivi dagli organi direttivi, questo fatto da solo permise un approccio più risoluto alla questione emigrazione.

    La risoluzione più importante scaturita dall’incontro di Roma, fu un accordo con Libia ed Egitto.

    L’ACCORDO TRA I 27 E LIBIA ED EGITTO

    Questo accordo prevedeva innanzitutto l’utilizzo di una parte dei territori dei due stati africani da parte degli stati europei (i 27), per allestire due giganteschi campi di accoglienza, dove far confluire i migranti.

    I costi di questi campi sarebbero stati suddivisi fra tutti gli stati europei all’ 80% con il restante 20% a carico di Egitto, Libia, Marocco, Tunisia, Algeria.

    Inizialmente furono individuate sulla costa due aree adiacenti, a ridosso del confine tra i due paesi, immediatamente furono allestite delle tendopoli.

    Le navi militari che fino a quel momento avevano svolto servizio di vigilanza ed assistenza in mare, furono destinate all’assistenza delle due aree di accoglienza.

    In attesa che venissero creati gli insediamenti, una nave ospedale, stazionava vicino alla costa.

    Due navi di quelle utilizzate per la fornitura dell’acqua alle isole del Mediterraneo che ne erano sprovviste, furono messe a disposizione.

    L’esperienza in fatto di assistenza durante le grandi calamità, fece si che le Protezioni Civili dei paesi europei fossero in grado di allestire rapidamente cucine da campo, servizi igienici e quanto necessario per iniziare da subito l’assistenza.

    L’Unione Europea si rivolse all’ONU per avere aiuto per la creazione e la messa in sicurezza dei due campi in allestimento, ma la richiesta fu bloccata dal veto contemporaneo di Stati Uniti, Cina e Russia, gli Inglesi si astennero, così come Canada ed Australia, il Giappone era invece a favore.

    L’Europa era sola, ma le grandi potenze avevano fatto un errore madornale, il loro intento era indebolire gli Europei, dividerli per poterli poi asservire ai loro interessi regionali.

    Non era difficile immaginare che gli americani guidati da Trump facessero questo errore, i Russi erano ancora irritati per l’atteggiamento Europeo nella questione Crimea/Ucraina, erano soltanto un po’ accecati, i Cinesi perseguivano come sempre i loro interessi, pensavano che se gli Europei fossero rimasti impantanati con i migranti, loro avrebbero continuato le loro politiche in silenzio, continuando ad accumulare denaro e potere.

    L’Europa era sola, ma l’atteggiamento delle grandi potenze la compattò, mai nella storia agì in modo così unito come in quella occasione.

    Furono le forze armate di Italia, Germania, Francia, che iniziarono le attività di delimitazione del perimetro di difesa da controllare, ben presto gli altri paesi europei misero a disposizione piccoli contingenti di specialisti.

    Una cosa che colpì moltissimo l’opinione pubblica, fu la rapidità con cui Italiani e Tedeschi allestirono un impianto fotovoltaico di proporzioni inusitate.

    Dopo sei mesi dall’inizio dell’allestimento dei campi, erano stati montati e messi in funzione 4 kmq di pannelli solari.

    Grazie ad accumulatori ad alta capacità, i campi avevano elettricità anche per la notte, una tenue luce bluastra permetteva la sorveglianza durante le ore notturne, questo aumentò notevolmente il senso di sicurezza dei rifugiati.

    Il mare Mediterraneo per la prima volta sgombro da imbarcazioni cariche di disperati alla deriva, i mancati arrivi sul continente, la solidarietà finalmente vera e concreta che i due campi dimostravano, crearono una situazione mai vissuta prima.

    I campi funzionavano sempre meglio, sembravano sempre più delle piccole città : non fosse stato per le tende.

    Immediatamente dopo la decisione di installare i quattro chilometri quadrati di pannelli, un’altra discussione ebbe luogo, riguardava l’acqua, al momento le navi cisterna soddisfacevano le necessità dei campi, ma il sistema era costoso e non poteva durare in eterno.

    I campi stavano funzionando bene, c’erano stati diversi colloqui con libici ed egiziani riguardo il fatto che loro intravedevano la possibilità di trasformare i campi in insediamenti permanenti, da li al pensare di costruire due città al posto dei campi il passo fu breve, l’elettricità gratuita fornita dai pannelli solari, aveva fatto cambiare i punti di vista di tutti, dei libici e degli egiziani in modo particolare.

    Era necessario procurarsi grandi quantità di acqua potabile.

    L’Egitto era da tempo fornitore di petrolio di Israele.

    Israele che nel 2008 era stato sul punto di essere distrutto dalla carenza d’acqua, era diventato nel 2017, uno stato che sulla disponibilità di questa poggiava una nuova forza, determinata da una economia in espansione, in grado di trovare in se le risorse per vincere una sfida che altri paesi stavano perdendo, la Siria assetata di Assad per esempio.

    L’Egitto e la Libia, spalleggiate dagli europei intavolarono una trattativa con gli israeliani, lo scopo era la progettazione, fornitura ed installazione di un impianto di dissalazione come quello israeliano di Sorek sulla costa tra i due campi di accoglienza.

    L’impianto di dissalazione di Sorek era un gioiello della loro tecnologia, un vero fiore all’occhiello visti soprattutto i bassissimi costi di produzione.

    La sua tecnologia, totalmente messa a punto da scienziati israeliani, aveva rappresentato insieme ad altri tre impianti più piccoli la risposta alla grave siccità che aveva colpito il paese nel 2008, siccità che era andata a sommarsi alla cronica mancanza d’ acqua che affliggeva il Medio Oriente.

    Sorek da solo era in grado di produrre 627.000 metri cubi di acqua potabile, 627 milioni di litri d’acqua ogni giorno.

    Non era facile trattare con gli israeliani, storicamente di gran lunga i migliori commercianti al mondo.

    Ma non era nemmeno facile trattare con la nuova Europa e l’alleanza che si andava profilando con i paesi del Nord Africa. L’alleato storico di Israele, gli Stati Uniti, non aveva ancora cominciato a pagare le conseguenze delle azioni che il governo Trump stava implementando, diversi al congresso anche tra i repubblicani, erano molto preoccupati, ma non avevano i numeri per opporsi.

    Gli israeliani svegli come sempre, si dissero che non potevano appoggiarsi agli USA per sempre : non agli USA di Trump di certo.

    In attesa degli sviluppi in USA, decisero di cominciare a trattare con l’alleanza euro/africana, potenzialmente eccellenti mercati da esplorare e conquistare.

    Per non perdersi l’occasione, assecondarono le richieste libico/egiziane, si fecero pagare bene come sempre, ma non come avrebbero voluto.

    L’Europa rimase spettatrice estremamente interessata, Israele era un paese piccolo ma strategico nello scacchiere mediorientale, con forze armate di prim’ ordine, averlo come alleato era importante per la nuova Europa.

    Diede assistenza legale e consigli a libici ed egiziani, in tempi strettissimi fu siglato l’accordo per la costruzione di un Sorek sul confine tra Libia ed Egitto.

    Fu inevitabile che i furbi israeliani entrassero in contatto con gli europei, diversi personaggi di spicco in Europa, Africa ed Israele cominciavano a fare pensieri comuni, i due insediamenti sulla costa avevano attivato sempre più una prospettiva diversa sulla questione migranti, possibile che da problema irrisolvibile, si stesse trasformando in qualcos’altro.

    Il sasso era stato lanciato, l’impegno per i due campi era continuato, più o meno al tempo dell’entrata in funzione degli impianti fotovoltaici, gli europei ricevettero una offerta di aiuto da parte del Giappone,

    Era una buona notizia.

    Gli europei chiesero un contributo economico, con l’impegno che altri tipi di aiuto sarebbero stati richiesti nel momento in cui se ne fosse presentata la necessità.

    Gli Israeliani iniziarono immediatamente la costruzione dell’impianto di dissalazione, gli europei diedero un grosso contributo con le infrastrutture e la costruzione andò avanti spedita, tra le altre cose come manodopera, si cominciò ad utilizzare sempre più quella presente nei campi, ben felici i presenti di non essere solo un peso da gestire ma una risorsa da utilizzare.

    Ci furono tentativi di sabotare gli impianti da parte di terroristi locali, ma la schedatura massiccia di tutti i presenti oltre a tutti quelli che man mano arrivavano, unito al controllo assiduo dei perimetri dei due campi, fecero si che gli attentati fossero circoscritti rapidamente, dopo di che cessarono.

    Il fatto che le persone fossero curate e nutrite, aveva disinnescato la possibilità di reclutamento da parte dei gruppi terroristici.

    Ma la cosa che maggiormente aveva contribuito a disinnescare disordini, era che ora molti migranti partecipavano attivamente al mantenimento dei campi, non erano pagati, ma la dignità riacquisita era per loro già una paga sufficiente, non poteva durare per sempre ma per il presente andava bene così, le cose stavano per cambiare.

    Venti giorni dopo l’offerta giapponese, ne giunse una analoga dall’Australia, a loro abituati come erano alle temperature torride, fu richiesto l’invio di truppe da dislocare a controllo e difesa del perimetro intorno agli insediamenti, gli australiani accettarono ed inviarono cinquecento uomini, fanteria motorizzata con 4 elicotteri.

    Gli aiuti offerti da Giappone ed Australia erano poca cosa in confronto ai costi che gli europei stavano sostenendo, avevano difficoltà a finanziare l’impresa, ma l’opinione pubblica sempre pronta a scagliarsi contro i governi, quando una qualsiasi iniziativa legislativa imponeva obblighi o tassazioni anche leggere, non mostrava segni di malumori di qualsiasi tipo, solo il fatto di aver visto cessare l’assedio dei migranti ai propri territori aveva avuto un effetto di calmierazione, sarebbe durato ?

    Il contributo australo-nipponico aveva mostrato agli europei che la strada intrapresa era quella giusta, quello che non sapevano era se fosse da seguire fino in fondo.

    UN’IDEA PER CAMBIARE

    Fu in quel tempo che fu lanciata un’idea, era di un italiano una persona comune, senza alcun collegamento con la politica o associazioni di qualsiasi tipo, aveva lanciato l’idea su internet, quando questa fu portata all’attenzione dei responsabili di governo fece sobbalzare più di uno dalle poltrone.

    Furono immediatamente istituiti comitati scientifici con il compito di verificare quanto

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