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Riaccenditi!: Riscopri la tua natura più autentica e vivi la vita che vuoi
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E-book174 pagine2 ore

Riaccenditi!: Riscopri la tua natura più autentica e vivi la vita che vuoi

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Info su questo ebook

Tu non sei ciò che ti è stato insegnato, e in questo libro scoprirai una visione differente della realtà e di te stesso. È un manuale frutto di esperienza pratica vissuta, che include supporto psichico ed emotivo, suggerimenti, estrapolati e citazioni. Non c’è un solo capitolo in cui non sarai esortato ad uscire dai tuoi schemi, sperimentare una nuova versione di te, avventurarti nella tua vera dimensione e identità per troppo tempo nascosta e soffocata. Troverai strumenti e ispirazioni per riuscire a superare i temibili momenti di dubbio, di paura o di blocco. L’obiettivo di tutto il testo è spronarti a ritrovare le tue parti migliori, le più coraggiose e curiose di sperimentare la vita, che possono condurti alla piena realizzazione del tuo potenziale, diventando il vero protagonista e regista della tua storia.
LinguaItaliano
Data di uscita22 nov 2018
ISBN9788863654868
Riaccenditi!: Riscopri la tua natura più autentica e vivi la vita che vuoi

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    Anteprima del libro

    Riaccenditi! - Elisa Renaldin

    Srl


    PREFAZIONE

    Nel settembre del 2014 feci l’esperienza improvvisa e inaspettata dell’abbandono: appena tornati dalle vacanze, il mio partner mi lasciò per tornare dalla sua ex moglie, dalla quale era separato da anni. Scrissi un libro su quell’esperienza (Se m’abbandoni. Manuale di sopravvivenza) e compresi moltissime cose su di me e sulla Vita.

    Ci fu, in particolare, qualche momento in cui mi sentii incredibilmente forte e determinata, piena di risorse improvvisamente ritrovate (o forse, scoperte per la prima volta) e interpretai quelle sensazioni come la scoperta di una nuova me, intravedendo gli aspetti della me stessa fino a quel momento nascosta tra le pieghe della vita, fuggita in cerca di riparo dal dolore e dalla sofferenza. Intravidi un’Elisa diversa, forse vidi per la prima volta la vera Elisa, che riusciva finalmente a manifestare delle qualità rimaste fino a quel momento latenti: la forza, la determinazione, la fiducia, per citarne alcune; ma anche la capacità di provare la gioia e di vedere la bellezza. Non mi resi conto, in quel momento, che non si trattava solamente di una nuova me (o di una vecchia me sepolta sotto innumerevoli stratificazioni del Tempo) e neanche solamente della vera me, ma di un timido tentativo che la mia Anima stava facendo per affacciarsi e sostituirsi all’imperante predominio dell’ego e della mente. Non si trattava di una nuova personalità individuale, ma delle qualità dell’Anima Infinita.

    Da allora persi la strada incalcolabili volte, così com’era già successo in passato nei vari decenni di studi sulla psiche, sulla mente, sulle emozioni e sulla spiritualità. Tutto è servito ma nulla è stato definitivo e risolutivo. Ho guardato, affrontato e analizzato il problema da innumerevoli punti di vista e prospettive, provando ogni genere di tecnica e metodo. Quale problema? La vita, che, per me, come per molti altri, è sempre stata solamente un problema da risolvere. Bene, finché non si cambia prospettiva resterà così fino alla morte, perciò, a un certo punto mi sono detta: proviamo a cambiare drasticamente prospettiva e vediamo che succede. Ho messo insieme anni di studi e di letture, anni di appunti e considerazioni, esperimenti e raccolte di preziose informazioni e, senza voler insegnare nulla a nessuno, li condivido nella speranza che possano essere utili a qualcuno che, come me, è stufo marcio di rotolarsi all’infinito nel fango di certe difficoltà.

    Questo libro è dedicato a tutti quelli che sono in cerca di una strategia, di una visione differente, di un aiuto, di un cartello stradale, di una seppur vaga indicazione che possa far loro intravedere una nuova e migliore versione dei fatti.

    1. I L PUNTO DI PARTENZA

    In questo libro non vengono fornite nuove idee in cui credere, né concetti astratti a cui votarsi, ma semmai suggerimenti pratici. Non è la via mentale che intendo percorrere, ma quella intuitiva (per quanto possibile, dovendo usare le parole). L’indiscusso assunto cogito ergo sum verrà messo in discussione spesso e volentieri. È più probabile che adotteremo un nuovo punto di partenza, e cioè: sentio ergo sum, o, meglio ancora, percipio ergo sum.

    [sentio, is, sensi, sensum, īre]

    V. tr., sentire, percepire, provare, ritenere, credere, capire, votare.

    Idem sentire, essere d’accordo. Penitus sentire, essere profondamente persuaso.

    [percipio, is, cepi, ceptum, ĕre]

    V. tr., prendere, apprendere, percepire, ricevere, ottenere, provare, intendere.

    Colorem percipere, tingersi. Voluptatem percipere, provar piacere. Nomen perceptum usu, parola entrata nell’uso.

    Soprattutto percipio, nel suo significato più sottile, fa riferimento a qualcosa che si insinua, come nell’esempio citato colorem percipere = tingersi. Il colore viene percepito dalla stoffa e vi si inoltra. Il colore prende possesso della stoffa, che lo riconosce e a sua volta lo fa suo. Non c’è un processo di comprensione ma, in qualche misura, di riconoscimenti reciproci. Voglio usare quest’esempio per iniziare ad aprire la mente verso la nuova prospettiva di cui parlavo poche righe fa: finché restiamo al livello della mente e cerchiamo di dare una spiegazione razionale, non andremo molto lontano. La mente ha dei limiti e si orienta tramite cartine e cartelli in un’unica lingua, mentre ciò che noi siamo va oltre ogni linguaggio, indicazione e luogo; perciò non possiamo pretendere di innalzarci a una visione più ampia e vasta restando in un labirinto di siepi dentro a un giardino pubblico di una qualsiasi città. La mente è un utilissimo strumento per comprendere a un livello base, senza di essa non ci sarebbero processi logici e analitici, ma tutto ciò non basta per risolvere il problema. Una volta che ho ben capito che la mia vita è una schifezza perché faccio un lavoro di merda, non guadagno mai abbastanza, ho relazioni insoddisfacenti e magari non sto neanche benissimo a livello di salute… sì, posso cambiare lavoro, mollare il partner, cambiare amici, smettere di fumare quelle dannate sigarette e decidermi a fare un po’ di sport per buttare giù quei disgustosi 10 chili… ma qua già siamo nel campo dell’azione, più che della comprensione. La mente ha permesso di capire, però poi dobbiamo agire. E molte volte non lo facciamo. Perché? La mente ci viene in aiuto in questo caso? Possiamo esplorare nei meandri del passato scovando chissà quali traumi causati da mamma e papà, da suore isteriche, da maestri violenti, da religioni assurde o da situazioni impreviste… e poi? A che punto siamo? Ci stiamo ancora orientando con mappe e cartine nel labirinto. È questo che sto cercando di dire: non se ne esce! Quello che io stessa sto faticosamente capendo a mie spese è che il più delle volte la mente è solo un limite, e non un tramite per uscire da quel dannato labirinto. Lei fa del suo meglio, è programmata per fare quello che fa, e non possiamo aspettarci da lei più di quanto possa fare. Dovremo per forza affidarci ad altri nostri attributi (non alludo a nulla di sessuale, ma a volte serviranno anche quegli attributi) che non risiedono nella scatola cranica (semmai nella cassa toracica, ma lo vedremo in seguito).

    2. T UTTO HA PERFETTAMENTE SENSO

    Lo so. È stato detto da tutti. È stato talmente ripetuto da diventare ridondante e perfino fastidioso. Oggi va di moda il motto ognuno crea la sua realtà, e c’è un’infinità di letteratura che spaccia la ben poco chiara Legge di Attrazione per un’accozzaglia di scemenze inattuabili e totalmente fuorvianti. Quindi non ho intenzione di ripetere a pappagallo le stesse scemenze. Semmai proverò a guardarle da un’altra prospettiva, cercando di dare loro (finalmente) un senso. Ora, forse, c’è da chiedersi cosa c’entri la ben poco chiara Legge di Attrazione con il significato degli eventi della Vita. Beh, la Legge di Attrazione e gli eventi della vita sono uniti da legacci a doppio nodo, e più avanti vedremo come e perché.

    Ripartendo dai motivi che mi hanno spinto a scrivere questo libro, alla base c’è sicuramente il bisogno di sapere (non concettualmente) perché certe cose tendono inesorabilmente ad andare storte e a ripetersi all’infinito. Com’è ben noto, uscire da situazioni difficili, drammatiche e dolorose è faticoso… ma se a distanza di tempo succede ancora di avere a che fare con problematiche simili che causano disagi simili… allora viene veramente da sbattere la testa sul muro. Ogni dolore ed episodio critico ci insegna qualcosa, e una piccola evoluzione avviene dentro di noi, questo è certo, ma perché continuano a ripetersi nuovi episodi dolorosi? Voglio dire, siamo così rimbambiti da non aver capito ancora la lezione, per cui la vita deve riproporci altri drammi finché non ci saremo dati una svegliata? Spesso va così. Ma per persone sveglie come voi (che stanno leggendo questo libro), che hanno già letto altro, che magari hanno anche fatto corsi e percorsi di ogni tipo, la faccenda inizia a diventare un tantino pesante. Com’è possibile che, ancora, si stia male per certe cose? Che certi episodi avvenuti in seno alla famiglia ancora creino dolore, che i ricordi di vecchie relazioni ci agitino ancora, che ripensare all’infanzia ancora bruci, che una veloce scorsa alla nostra vita nel suo insieme crei più disagio che serenità? Ma dov’è che abbiamo sbagliato? Chiariamo una cosa, e diamola per assodata: in Noi non c’è niente di sbagliato, perché noi non siamo quell’ammasso di esperienze e incidenti avvenuti negli ultimi decenni. Noi non siamo il nostro dolore, non siamo il nostro comportamento e soprattutto non siamo il nostro passato. Non siamo neanche la nostra mente né la nostra personalità. Non siamo il nostro carattere.

    Eh?

    E allora cosa siamo?

    Qua la mente scalpita per avere una risposta, ma noi le faremo una pernacchia, perché non è a lei che dobbiamo una risposta. La risposta la dobbiamo a quel Noi che non si colloca unicamente nel nostro involucro corporeo. Attenzione: non voglio insinuare nessun presunto pseudo-credo religioso né spirituale, però bisogna che iniziamo a considerare che oltre al corpo e alla mente ci sia qualcosa di più elevato, di più vasto, e di infinitamente più potente. Magari questo lo sapete già, però ancora non è chiaro come collegare quella parte infinita e meravigliosa con… questa: terrena e incredibilmente problematica.

    Perciò (per dare un senso al titolo che ho dato a questo capitolo), se ancora ci stiamo arrabattando tra un problema e l’altro… tutto ciò deve avere un senso. E ce l’ha. Pur avendo imparato importanti lezioni da difficoltà precedenti, io stessa mi ritrovo invischiata in processi mentali assurdi e situazioni di vita faticose. Ho sbagliato tutto? No, solo che a volte perdo la strada. Se la perdo, sto male. Se sto male, cerco risposte. Le trovo, e faccio un altro passo avanti. Senza il dolore non avrei capito tutto ciò che è ora parte del mio bagaglio, solo che la domanda a questo punto è: quanto devo ancora imparare, cioè soffrire? E soprattutto: non c’è per caso un modo di imparare che non costi dolore? Sono convinta che ci sia, e da quel poco che ho capito, mi sembra di intravedere la soluzione dentro di noi, e non fuori. È dura da accettare, ma francamente mi sembra l’unica (e ultima) possibilità.

    3. L E NOSTRE FREQUENTAZIONI E LE CREDENZE ALTRUI

    Tanto per essere chiari: non sto dicendo nulla di nuovo. L’intento di questo libro è riassumere e riformulare ciò che viene ripetuto da molti e da moltissimo tempo. Quindi è inutile? No, offre una visione diversa e ulteriore. C’è chi parte da un percorso e rimane in quello, chi salta da una strada all’altra, chi non sa da che parte cominciare. Qui si semplificano un po’ i concetti e si mostra, nell’insieme, come tanti principi e tecniche convergano e possano essere utilizzati in sinergia.

    Parlo di potenza della mente perché sulla base di ciò che la mente formula e concepisce, tutto va di conseguenza. Non ci sono condizioni esterne insuperabili, ma solo condizioni interne limitanti che danno la percezione di non potercela fare, altrimenti non esisterebbero gli Alex Zanardi, gli Alessio Tavecchio, i Massimiliano Sechi e le Beatrice Vio (così adesso avete qualche ricerca da fare online). Quando si ascoltano le esperienze di chi si è trovato in condizioni estreme e nonostante tutto ha trovato una via d’uscita, una soluzione, e ha perfino ideato cose nuove, messo in atto progetti e iniziato a realizzare sogni… non ci si può non fermare un attimo a chiedersi: e io? Io a che punto sono? Io che sto facendo? Subito veniamo assaliti da una serie di emozioni, che possono andare dalla frustrazione al senso di colpa, dall’inadeguatezza allo scoraggiamento. Da cosa sono causate queste emozioni? Dai pensieri, che senza chiedere il nostro permesso inondano la mente facendo sgorgare da ogni nostra cellula le relative reazioni emozionali. Questo stato non ci aiuta né ci fa sentire pronti e motivati a fare alcunché. Accade semplicemente che diamo a noi stessi un’altra conferma di ciò che non siamo stati in grado di fare finora. Grandioso, vero? Una sana botta di vita e di autostima, proprio. È a quel punto, esattamente in quel momento, che ci dobbiamo rendere consapevoli di cosa ci sta succedendo dentro, e iniziare ad attuare qualche procedura di salvataggio. Il nostro giudice interiore è una macchina infernale pronta a farci a pezzettini nel tentativo di dimostrare che non siamo abbastanza, nutrito da tutti i giudizi ricevuti da quando siamo al mondo, che vanno dal non sei capace al non sei bravo abbastanza, dal sei stupido al chi ti credi di essere. Tradotto in termini dialettali: maddove voi annà. Tra l’altro chiunque abbia l’ambizione di alzarsi sopra la media è visto con sospetto: come minimo è un esaltato, se non un montato che si crede di essere migliore di tutti gli altri. Beh, gente, se qualcuno vuole uscire dal tunnel della mediocrità e migliorare se stesso e la sua vita, sicuramente è qualche passo avanti agli altri, se non altro negli intenti e nei pensieri. Tutti hanno capacità di migliorarsi ed evolvere, ma non tutti lo fanno. Ci tenete proprio così tanto a rimanere nella massa informe? Vi volete confondere nell’imperante grigiore diffuso? Volete proteggervi dai vostri stessi talenti raccontandovi inconsciamente che così, però, vi discosterete troppo dalla normalità che vi circonda? Non sono bei

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