Tea e il segreto del medaglione
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Anteprima del libro
Tea e il segreto del medaglione - Elisabetta Maruffo
personale.
PREFAZIONE
La piccola Tea è cresciuta, ora è una ragazzina alle prese con la sua vita da adolescente, le amicizie, la scuola, le recite e la storia, materia che proprio non le va giù! Ma questa volta una magia la attende...
Un’avventura dove Tea, affiancata dagli amici di sempre, farà nuove fantastiche conoscenze, apprendendo che l’amicizia non ha tempo e ci regala ogni volta qualcosa che ci arricchisce.
Nella mia esperienza lavorativa ho imparato che in ognuno di noi, in fondo, c’è un ricercatore: tutti cerchiamo qualcosa per migliorare o comprendere la vita, un istinto proprio della natura umana e che va assecondato con la curiosità del sapere.
Se ci pensiamo un attimo, i nostri bambini evolvono proprio chiedendoci sovente il perchè
delle cose, una domanda preziosa alla quale, spesso noi adulti, non sappiamo dare una risposta.
A volte basta genuinamente dire la verità, con parole semplici, per vedere i loro occhi illuminarsi e arricchirsi di stupore.
La lettura dei libri ci aiuta in questo arduo ma nobile compito di educare i nostri bambini allo sviluppo della fantasia, della creatività aprendo la porta alla loro capacità di riflessione.
La mia prima esperienza lavorativa, svoltasi come ricercatrice all’Ospedale Pediatrico Gaslini a Genova, mi ha messo di fronte a bimbi coraggiosi, capaci di sorprendersi e di sorprenderci. Bimbi che ricordo ancora oggi, anche se non mi occupo più di ricerca, ma di nutrizione. Una passione sostenuta da molti anni di studio e che coltivavo fin da piccola quando nell’orto di casa rubavo le verdure al nonno, le osservavo, le assaggiavo e imparavo a conoscere i vegetali e la natura, forse un po’ come Tea.
Il detestato minestrone
di Tea, alla fine, non è poi così complicato farlo mangiare ai nostri piccoli e con un po’ di astuzia e una favola giusta
si possono ottenere buoni risultati per educarli a una corretta alimentazione.
Tea e il segreto del medaglione
è un piacevole racconto, che si legge scorrevolmente anche con l’aiuto della voce della nonna di Ginny, una preziosa figura che mantiene il legame con il presente e che con la sua saggezza rassicurante infonde fiducia nel potere accattivante della lettura e nella capacità di stupirci sempre.
Nicoletta Gastaldo
A tutti quelli che hanno creduto in noi e
a chi ci vuole bene.
A Dada,
sempre nei nostri cuori, un’amicizia breve, ma speciale
TEA E IL SEGRETO DEL MEDAGLIONE
Molti termini sono stati aggiornati
ai nostri tempi, per farli arrivare meglio ai giovani di oggi.
DRIIINNN...
NONNA: Chi è??
.
GINNY: Sono io Ginny, apriii
disse la bambina urlando e saltellando di gioia.
Come un tornado entrò in casa e corse ad abbracciare la nonna attaccandosi al suo collo.
NONNA: Piano Ginevra, così mi fai male, dammi un super bacione
.
GINNY: Nonnina ti voglio bene, corro in bagno perché mi scappa la pipì. Finalmente la mamma e papà domattina partono, tornano fra una settimana, lo sapevi? Possiamo stare tutti questi giorni insieme, che bello! Tu sei contenta nonna?
.
NONNA: Santo cielo quante cose hai detto in un attimo e comunque certo che sono contenta amore
rispose con un ghigno affettuoso conoscendo la propria diavoletta e immaginando cosa la stava aspettando, poi aggiunse: Non vedevo l’ora, ricordati però di lavarti le mani!
.
GINNY: Lo sai che lo faccio sempre! Preparami qualcosa che ho un po’ di fame
.
La ragazzina, impegnata a girare intorno al tavolo, apriva le antine della cucina e guardava all'interno, cercando qualcosa da stuzzicare.
NONNA: Ginevra cosa fai? Chiudi gli sportelli per favore!
.
GINNY: Ma ho fame! E dov’è Micio?
.
NONNA: Come hai fame? Tra un po’ si va a dormire, se sei così affamata, prendi una tazza di latte e una fetta di torta. Mi raccomando ripulisci le briciole e richiudi gli sportelli. Micio è di là che dorme sul suo cuscino, non svegliarlo ti prego, non fare la monella!
.
Troppo euforica per ascoltare la nonna, andò di corsa a dare fastidio al gatto che, come al solito, si svegliò di soprassalto cercando di graffiarla.
NONNA: Smettila Ginny altrimenti chiamo la mamma e ti faccio venire a prendere!
.
GINNY: Va bene, allora guardo un po’ di tv?
chiese con la faccina offesa.
NONNA: Si, solo un poco perché poi, se vuoi, ci mettiamo nel lettone e ti racconto una favola
.
GINNY: Che noia! Io sono grande, semmai gioco con il mio nuovo videogioco, finché non mi addormento
.
NONNA: No, lo sai, a casa mia non vai nel letto con quel ‘videocoso’ non voglio!
disse su tutte le furie.
GINNY: Uffa quel videocoso, come lo chiami tu, è un videogioco. Modernizzati un po’, dai!
.
NONNA: Eh già devo anche modernizzarmi... ricordi quando ti ho letto ‘Tea e il Salice Ridente’? Lo abbiamo finito tutto in una volta
.
GINNY: Ma sì, quando mi hai letto ‘Tea e il Salice Ridente’ ero una bambina, ora sono una ragazzina e le ragazzine non leggono favole, sono grandi
.
NONNA: Come vuole la mia cara grande nipotina! Lava i denti e vai a dormire senza racconto, allora
.
GINNY: No no, dai, va bene, mi lavo i denti, ma non spegniamo subito, questa sera non voglio farti arrabbiare, leggimela, così sei contenta. Vediamo, sicuramente inizierà con la solita frase:
C’era una volta una principessa...".
NONNA: O no, non comincia proprio così, vedrai ti piacerà!
.
GINNY: Nonna sei la mia più grande amica!
.
E ridendo presero i cuscini e iniziarono a tirarseli come erano solite fare nel lettone.
TEA E LO STUDIO DELLA STORIA
Teaaa studiaaa! Non ti faccio uscire a giocare!
gridava la mamma dal giardino, mentre riordinava con cura i vasi dei fiori.
No, no, no, uffa! Mi rifiuto di studiare storia
, borbottava dalla sua camera non ci riesco e basta! Con tutte le volte che ho riletto questi capitoli, prima o poi, mi ritroverò nel Medioevo!
.
Tea era ormai una ragazzina, ma quando arrivava il momento di studiare storia ritornava sempre un po’ bambina. Si trastullava arrotolando i capelli con le dita, girando con le braccia aperte sulla sedia della scrivania come per volare, rideva facendo le smorfie davanti allo specchio. Guardare fuori dalla finestra era la sua distrazione preferita, facendole perdere la cognizione del tempo. Rimirava gli alberi pieni zeppi di gemme, il volo delle rondini e il loro garrire, i boccioli dei fiori e l’erba che ondeggiava a suon di vento.
Il primo sole che riscaldava, tiepidamente, i vetri e la stanza, la faceva sentire vicina all’estate.
La primavera e il caldo mi mettono allegria, l’inverno lo abolirei dal calendario!
.
Salice era lì, le sue fronde argentee erano appena mosse da una lieve brezza e la luce splendente, che lo abbracciava, lo faceva apparire un albero veramente imponente.
Ora sì che sorridi davvero!
pensava Tea osservandolo.
L’altalena, attaccata al ramo maestro, dondolava sola e leggera e pareva dirle Dai Tea, sbrigati
.
Non devo perdere tempo
.
Sapeva che la mamma si sarebbe arrabbiata quando, interrogandola, non avrebbe risposto come dovuto.
Va bene, ci riprovo, cerco di sbrigarmi così quando salirà, le ripeterò la lezione e potrò scendere a giocare
disse fra sé.
Tea era studiosa, ma questa materia proprio non le andava giù.
È terribilmente noiosa e tutte queste date mi fanno confondere, è cosa passata, cosa ci importa!
brontolava corrucciando la fronte.
Rimase ancora un po’ alla finestra poi riprese a leggere battendo con ritmo la matita sul libro, appoggiato sul davanzale.
Eccomiii…
urlò la mamma dalle scale per farsi sentire e, con la faccia di chi ha visto un topo nella tazza della colazione, mise le mani tra i capelli, facendo cadere a terra libro e matita. Li raccolse velocemente e schizzò sulla sedia composta.
È la mamma!
disse a voce alta sbarrando gli occhi; Maria, sua madre, fece capolino dalla porta per controllarla.
Hai detto qualcosa? Ti ho sentita parlare
.
No mamma, sto ripetendo il capitolo
.
La madre si tranquillizzò vedendola studiare.
Faccio la doccia e mi ripeti la lezione, va bene?
.
Quando tornò Tea, finalmente, aveva studiato tutto. Gliela ripeté quasi
alla perfezione.
Vedi, quando ti impegni, riesci proprio bene, anche se so che la storia non è il tuo forte!
disse ridendo, ma soddisfatta Maria ora puoi andare, Virginia ti sta aspettando al campetto, dovete fare le prove per la prossima recita della scuola e ricordati che domani è il compleanno della nonna
.
Si, si va bene me ne ricorderò, ciao mamma!
.
La recita era una rappresentazione importante sulle antiche leggende medievali e impegnava molto le due ragazzine perché ricoprivano il ruolo di protagoniste.
Non se lo fece ripetere due volte, prese lo zainetto lo riempì di trucchi, di alcuni vecchi vestiti e di una lunga e antiquata camicia da notte della madre Potrebbe servirmi, non si sa mai
lo mise in spalla, infilò le scarpe e scese le scale come un fulmine. Viaaa, adoro recitare! Arrivo Virginiaaa!
.
I fiori, colorati e profumati, che sua madre faceva arrivare da tutto il mondo, incorniciavano il bel giardino e Tea iniziò a correre a braccia aperte; le piaceva sentire l'odore della primavera, prese due nontiscordardime e se li mise tra i capelli.
Maria dalla finestra gridò Non si raccolgono i fiori Tea
la ragazzina sorrise, fece una ruota sull’erba, le spedì un bacio con la mano e corse verso l’albero.
Da quando i suoi genitori avevano acquistato la casa con il suo amato Salice, la sua vita era cambiata, non era più Tea sotto una campana di vetro
. Ora si riteneva la bambina più felice della terra, finalmente poteva stare all’aria aperta, giocare in giardino e districarsi in tante situazioni che, fino a qualche anno prima, erano per lei incredibili.
Ehi Salice, anche oggi, per studiare storia, sono in ritardo, devo spicciarmi perché Virginia è da un pezzo che mi aspetta al campetto, dobbiamo truccarci e provare per la recita. Guarda però che bell’anellino mi ha regalato la mamma
disse all’amico albero.
Si avvicinò come per farglielo vedere e, quando fu sotto le lunghe fronde, ritrovò la campanella che solo qualche anno prima l’aveva aiutata a realizzare il suo sogno (nel libro precedente ‘Tea e il Salice ridente’ la campanella ha un significato molto importante per Tea. N.d.A.).
La guardò come incantata, la prese in mano con cura, sciolse il nastrino rosso poi si sedette sull’altalena attaccata al Salice e, parlando alla squilla, disse:
Lo so devo andare, però ne abbiamo passate io e te vero?
.
Sorrise e scuotendola fece emettere un lieve e soave suono.
TEA E IL RITORNO AL PASSATO
Brrr… fa proprio freddo!
disse improvvisamente Tea "ma… ma questa