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Caffè al veleno...memorie di una barista
Caffè al veleno...memorie di una barista
Caffè al veleno...memorie di una barista
E-book56 pagine44 minuti

Caffè al veleno...memorie di una barista

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Info su questo ebook

Con una satira pungente, l'autrice racconta gli aneddoti della sua esperienza come barista, e quelle che seguono sono le sue considerazioni finali.
Il vaso è stato scoperchiato...la brocca è traboccata...il fiume è straripato!
I bar dovrebbero essere considerati "patrimonio dell' umanità locale" e preservati dall'estinzione come i panda a suo tempo perchè in quest'epoca storica di "navigatori della rete", dove i contatti umani e le relazioni, buone o cattive che siano, sono sempre più rarefatti e artificiali, il bar rimane il luogo di aggregazione per eccellenza.
Uomini si mescolano a donne, giovani si mescolano ad anziani, si mescolano le idee politiche e religiose, si mescolano le lingue, si mescolano le abitudini e le culture.
Il bar è l'impastatore sociale, l'ultimo baluardo per agevolare l'integrazione tra le persone, grazie alla sua neutralità.
Nell' attesa che qualche avventore decida di scrivere a sua volta un libro sulle bariste sclerotiche, è ora che io mi congedi con un "...Dio salvi i bar...e le bariste sull'orlo di una crisi di nervi!...".
 
LinguaItaliano
EditoreSophia
Data di uscita11 apr 2019
ISBN9788832572513
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    Caffè al veleno...memorie di una barista - Sophia

    Sophia

    Caffè al veleno...memorie di una barista

    UUID: 4df782c2-5c1a-11e9-9df0-bb9721ed696d

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    Prefazione

    Prologo

    Il capo-1

    Il capo-2

    La capa

    I colleghi

    Di là dal banco

    Il mimo

    Il giocoliere

    Io sono il Re

    Pensionati

    Il latin lover

    Lo psicologo

    I matti

    Il sadico

    I bambini

    Il bicchiere mezzo pieno

    Una voce nel coro

    Epilogo

    Prefazione

    Sono perfettamente consapevole che ognuno di noi vive le esperienze della sua vita dal suo punto di vista, che come tale è discutibile e solo una parte della verità.

    Quello che racconterò è la mia visione, il mio vissuto, come mi sono emozionata, come ho pianto facendo il lavoro di barista.

    Soprattutto ho una voglia viscerale di far emergere solo gli aspetti deliranti, perchè esistono anche quelli e meritano di essere portati a galla. Basta buonismo, tolleranza e comprensione. Li lascio a qualcun altro.

    Come scrisse William Congreve, poeta inglese del '600, Non c'è furia all'inferno pari a quella di una donna derisa.

    Bene, la mia furia la esprimo così, scrivendo, perchè la mia dolcezza la serbo per la mia camera da letto!

    Scrivere mi è servito a riconoscere i benefici dell'esperienza che ho fatto. Ho imparato un mestiere, ma soprattutto ho imparato l'arte della pazienza, della finzione scenica, della sopportazione, di onorare gli impegni presi a qualunque costo, il sacrificio, la rinuncia, a scendere a compromessi e ad accettare l'inaccettabile.

    Lo so che per qualcuno sto esagerando, ma mi sono sentita dire spesso dai clienti Io questo lavoro non riuscirei mai a farlo!...ed è vero!

    La barista è un ruolo particolare, è come un marchio che ti si appiccica addosso e non se ne va più. Nel paese dove ho svolto questo lavoro, non sono una donna, un essere umano con una vita, anche se non lo faccio più....anche se ho un bisturi in mano e sto per farti un trapianto di cuore oppure ho una paletta in mano e indosso la divisa da vigile urbano, rimango sempre LA BARISTA.

    Prologo

    Che nessuno me ne voglia! Non è una questione personale!

    Quando qualcuno mi chiede che lavoro faccio, rimango paralizzata con un'espressione fissa e disgustata e a tratti smarrita, tipo effetto massiccio di ansiolitici, neanche mi avessero chiesto di spiegare l'origine dell'Universo per vincere il premio Nobel.

    Comincio a balbettare evitando lo sguardo del mio interlocutore frasi sconnesse del tipo: Dunque...vediamo...ho il diploma di Ragioneria però...sono anche Naturopata ma...momentaneamente...sai con i tempi che corrono...diciamo che...faccio la BARISTA!! con un crescendo di vergogna nella voce tipo mi hai smascherato, sono proprio io la pornostar che hai visto nel video di nascosto stanotte!.

    Poi drizzando le spalle e inalberando la testa orgogliosamente me ne esco con " ...ma ho scritto anche un libro!".

    A questo punto di delirio chi mi ha fatto quell'innocente domanda di circostanza, ignaro di scatenare tutto questo tumulto emozionale, mi guarda come se fossi un cubo di Rubik e subito si guarda intorno per vedere se il mio tutor si è perso ed è il caso di chiamare il reparto psichiatrico per segnalare che sono in giro senza accompagnamento. Esclusivamente per timore che io sia pericolosa, mi risponde: Ahh! imponendosi di non rivolgermi mai più una domanda su argomenti personali.

    Però è la verità, lo posso giurare, ho fatto la barista...ma non sono una barista!!!

    Nella mia vita è stato un porto di mare, uno scoglio a cui aggrapparmi in momenti di avarìa esistenziale, perchè da quando ho 14 anni sto ancora cercando di capire cosa voglio fare da grande, anche se sono già grande da un bel po'...cosa c'è?!? Ho i miei tempi!!

    E mi rendo conto di averlo denigrato

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