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L'inquadratura e la composizione in fotografia - Seconda edizione
L'inquadratura e la composizione in fotografia - Seconda edizione
L'inquadratura e la composizione in fotografia - Seconda edizione
E-book237 pagine13 ore

L'inquadratura e la composizione in fotografia - Seconda edizione

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Info su questo ebook

Un'inquadratura sbagliata e una composizione non equilibrata rischiano di penalizzare in modo irrimediabile anche un buon soggetto ripreso con ottima luce.

È soprattutto un libro da leggere e non solo un manuale da consultare.

SECONDA EDIZIONE

Nuova veste grafica per una lettura più agevole

Tutti i capitoli sono stati rivisti e ampliati

Tre nuovi capitoli: IL DISTURBO – L'ELOGIO DEL QUADRATO – COME IN UN FILM

35 nuove foto esemplificative

20 voci in più nel dizionario dei termini tecnici

Indice analitico

238 pagine
LinguaItaliano
Data di uscita12 apr 2019
ISBN9788831606806
L'inquadratura e la composizione in fotografia - Seconda edizione

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    Anteprima del libro

    L'inquadratura e la composizione in fotografia - Seconda edizione - Alessandro Rizzitano

    info@youcanprint.it

    Presentazione

    È la seconda edizione di questo libro dedicato a fotoamatori già un po’ evoluti che hanno voglia di approfondire un aspetto molto importante della tecnica fotografica, forse il più importante: la composizione.

    Rispetto alla prima edizione mantiene l’impostazione generale ma quasi ogni capitolo è stato rivisto e ampliato, a vantaggio di una maggiore chiarezza espositiva e di una trattazione più approfondita dei singoli argomenti.

    Sono stati inseriti 3 nuovi capitoli, 31 nuove foto esplicative, nuovi schemi. Il dizionario dei termini tecnici posto in fondo al libro è stato arricchito con 20 nuove voci ed è stato aggiunto un indice analitico.

    Ho proceduto inoltre a sostituire alcuni link non più attivi, con altri invece funzionanti; è ben noto infatti che il web è una realtà estremamente dinamica e variabile e col passare del tempo (siamo a quasi tre anni dalla prima edizione) molte cose cambiano.

    Buona lettura

    Alessandro Rizzitano

    Prefazione

    Non sono un professionista, ma fotografo da più di cinquant’anni e la fotografia è stata una costante della mia vita, sempre e senza interruzioni, e a essa ho dedicato gran parte del mio tempo libero sia con ore di studio e di approfondimenti teorici, sia sul campo.

    Ho iniziato da bambino e la mia prima fotocamera è stata una Ibis Ferrania, che montava pellicole formato 127. Focale fissa (75mm), un solo tempo di scatto (1/60 sec) e due diaframmi (sole-ombra): il minimo indispensabile, ma quanto ho imparato da lei e con lei!

    Dopo questa fotocamera che ancora conservo come un cimelio, ne ho ovviamente avute tante altre, prima a pellicola (non mi piace chiamarle analogiche), come la Retinette Kodak, la russa Zenit E, l’Olympus OM1, una Meopta Flexaret per provare (in economia) il fascino del medio formato e del negativo 6x6 cm, e poi ovviamente sono passato alle fotocamere digitali. Oggi uso un doppio corredo; due corpi reflex (uno con sensore APSC e uno Full Frame, con un buon numero di obiettivi), e una mirrorless micro 4/3 di straordinaria comodità e maneggevolezza, anch’essa con un buon corredo di obiettivi. Le fotocamere mirrorless siano esse micro 4/3, oppure APSC oppure Full Frame rappresentano con tutta probabilità il futuro delle fotocamere e in tempi non lunghi è probabile che prenderanno il sopravvento sulle reflex classiche. Di recente ho riassaporato il fascino della pellicola e fotografo anche con una Rolleiflex e una Kiev 60, entrambe fotocamere che usano pellicole di medio formato.

    Per chi avesse voglia di vedere la mia produzione, fornisco i link al mio sito web https://www.alessandrorizzitano.it/

    Introduzione

    Questo libro si pone l’obiettivo di approfondire due temi strettamente collegati tra loro e tra i più importanti della tecnica fotografica: l’inquadratura e la composizione, spesso erroneamente considerati due sinonimi.

    Il libro è destinato a chi ha già le conoscenze di base della fotografia o perché ha frequentato un corso di primo livello o perché ha letto qualche libro di nozioni elementari di fotografia (come ad esempio il mio Manualetto di Fotografia – Dino Audino Editore, 2012) riuscendo ad applicare nella pratica quanto ha imparato; infatti nella stesura di questo testo ho dato per scontato che tutto ciò che riguarda diaframmi, tempi di esposizione, ISO, lunghezze focali, messa a fuoco, sistemi di lettura esposimetrica, bilanciamento del bianco, istogrammi, rumore elettronico, sia già ben conosciuto, compreso, assimilato e applicato, e che ci sia una perfetta conoscenza e padronanza d’utilizzo della propria fotocamera.

    Il testo, pur essendo suddiviso in capitoli che hanno ciascuno una propria identità e compiutezza, è stato impostato per farne una lettura continua e senza salti, perché il discorso nasce e si sviluppa con frequenti riferimenti a ciò che è stato detto qualche pagina prima o a ciò che si approfondirà nelle pagine successive, con un’esposizione che spero risulti fluida e scorrevole, e con alcune ripetizioni del tutto volute, perché ritenute didatticamente utili.

    Un libro insomma con caratteristiche un po’ diverse dai soliti manuali molto tecnici e molto schematici che talvolta risultano noiosi e sono utilizzati soltanto come testi di consultazione.

    Io vorrei, invece, che questo fosse un libro da leggere e non soltanto da consultare.

    Dopo averlo letto, avremo le idee un po’ più chiare sui principi di base che regolano una corretta composizione in fotografia, e dopo aver ben imparato questi principi di base, averli assimilati, applicati sino a farli diventare un automatismo, saremo allora pronti a provare talvolta a ignorarli, perché alla fine a decidere e guidare la composizione dell’immagine non sono le regole bensì la personalità del fotografo, il suo senso estetico, il suo stile, la sua creatività, il suo istinto, come in tutte le libere forme d’espressione.

    E allora sarà facile lasciarsi andare a scatti spontanei ed emotivi, magari con orizzonti non proprio orizzontali, punti di ripresa inconsueti, sfocature marcate, tagli esagerati, soggetti mossi, elementi di disturbo a patto che queste eccezioni che confermano le regole non appaiano come errori, ma piuttosto invece come evoluzione e maturazione del proprio linguaggio visuale. Come fa il poeta quando ricorre alle licenze poetiche.

    CAPITOLO I – INTRODUZIONE ALL’INQUADRATURA E ALLA COMPOSIZIONE

    Cosa s’intende per inquadratura

    Andando a cercare su un dizionario della lingua italiana la definizione d’inquadratura, leggiamo che deriva dal verbo inquadrare, che significa mettere in una cornice, collocare in un riquadro.

    Ed è esattamente quello che facciamo prima di premere il pulsante di scatto della nostra fotocamera, dato che inseriamo nel riquadro del mirino o del display una porzione della scena che abbiamo dinanzi a noi e che desideriamo trasformare in immagine.

    Questa è la prima scelta che siamo costretti a fare, ed è sicuramente una delle più importanti, perché pochissimo potremo fare in postproduzione per correggere un’inquadratura sbagliata. Non è azzardato infatti affermare che l’inquadratura e la composizione sono con tutta probabilità gli elementi fondamentali di una fotografia: un’inquadratura sbagliata e una composizione non equilibrata e/o poco armoniosa, rischiano di penalizzare in modo irrimediabile anche un buon soggetto ripreso con ottima luce.

    La prima scelta che dobbiamo fare quando ci accingiamo a scattare una fotografia è cosa inserire nel riquadro e cosa escludere, visto che la foto conterrà molti meno elementi di quelli che vediamo a occhio nudo, in quanto lo spazio inquadrato ha un inizio e una fine sia a destra sia a sinistra, sia in alto sia in basso.

    A dispetto del nome inquadratura, questa porzione di realtà molto spesso (ma non sempre) non sarà quadrata, ma rettangolare, e prevalentemente orizzontale, formato questo che meglio si adatta alla nostra fisiologia visiva che si sviluppa prevalentemente in senso orizzontale.

    La seconda scelta che faremo è come inserire in questo riquadro gli elementi che compongono la scena che stiamo fotografando. La scelta combinata tra quali elementi inserire e come inserirli, sarà fondamentale per ottenere un’immagine che abbia equilibrio compositivo e che riesca in qualche modo a superare e compensare l’inevitabile svantaggio che la fotografia ha rispetto alla nostra vista: questa infatti è tridimensionale (caratteristica che ci consente di elaborare le immagini in tre dimensioni e percepire il senso di profondità), la fotografia invece è bidimensionale, ed è quindi necessario adottare alcuni accorgimenti compositivi che consentono di riprodurre nel miglior modo possibile la percezione di più piani e della terza dimensione mancante, la profondità appunto.

    Questa capacità di comporre un’immagine in modo corretto ed equilibrato si acquista con la pratica e con la conoscenza di alcune regole di base, di cui dobbiamo ben impadronirci per farle diventare quasi un automatismo; mentre in alcuni casi infatti abbiamo tutto il tempo per ragionare prima di scattare e decidere con calma (foto di panorami, di monumenti, ritratti in studio, still life, foto di moda…) e anche di fare diversi scatti sino a quando il risultato finale non ci soddisfa, in altri casi invece (come in tutte le foto d’azione, il reportage, le manifestazioni sportive, la fotografia di strada) questo tempo non l’abbiamo e dobbiamo scattare molto rapidamente per non perdere l’attimo giusto. Con l’esperienza poi ci renderemo conto che talvolta uno scatto affrettato e istintivo produce un’immagine molto più equilibrata di uno scatto pensato.

    Imparare a inquadrare bene è comunque fondamentale, è il primo passo verso una fotografia corretta e consapevole, e commettere degli errori nell’inquadratura e nella composizione dell’immagine rischia di vanificare tutti i pregi potenziali di una fotografia che, ricordiamocelo sempre, è quasi sempre irripetibile.

    Ma quali misure e quali proporzioni hanno i lati di questo rettangolo che conterrà la mia immagine?

    Esistono diverse possibilità: il rapporto tra lato corto e lato lungo di un’immagine fotografica dipende essenzialmente dalle misure del fotogramma se fotografiamo con fotocamera a pellicola, o del sensore se fotografiamo con fotocamera digitale. Le pellicole fotografiche di formato 135, da sempre le più diffuse e derivate dalle pellicole cinematografiche 35 mm, hanno un fotogramma con il lato corto che misura 24 mm e il lato lungo che misura 36 mm. Il rapporto quindi tra i due lati è pari a 2:3. Anche le fotocamere digitali possono avere un sensore che ha questo stesso rapporto tra i lati e nelle fotocamere professionali (dette pieno formato o full frame) esso ne rispetta anche le dimensioni. Alcune fotocamere digitali hanno un sensore più piccolo (APSC), mantengono comunque questa proporzione tra il lato lungo e il lato corto del fotogramma, ma il sensore ha misure inferiori (mediamente 15,6 mm il lato corto e 23,6 mm il lato lungo). Altre fotocamere digitali adottano un sensore 4:3 (che misura di solito 17,3 mm x 13 mm), quello per intenderci dei vecchi televisori a tubo catodico. In numerose fotocamere digitali, anche economiche, è possibile, già al momento dello scatto, scegliere in quale formato scattare, utilizzando solo una parte del sensore, scegliendo tra varie opzioni che prevedono oltre ai già citati 2:3 e 4:3 anche il panoramico e televisivo 16:9, e il poco utilizzato formato quadrato (rapporto tra i lati 1:1) che si ottiene utilizzando pellicole 120 e 220 (dette medio formato), su apparecchi professionali di grande qualità (Rolleiflex e Hasselblad soprattutto), formato che in molti casi consente di proporre immagini di grande fascino e al quale ho dedicato un intero capitolo in questa nuova edizione del libro a pag. 105.

    Cosa usiamo per inquadrare

    Prima dell’avvento della fotografia digitale, c’era un solo modo per inquadrare: appoggiare l’occhio al mirino che tutte le fotocamere possedevano, con l’unica variante del mirino a pozzetto, prerogativa delle fotocamere

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