Gente e binari. Racconto per immagini delle stazioni di Monza e Brianza

Di Alessandro Rizzitano

Architetture centenarie o moderne, anche minuscole, talvolta sperdute in mezzo alla campagna e con un solo binario, sottopassi, graffiti, viaggiatori, soprattutto pendolari, italiani e stranieri, studenti, operai, impiegati, mamme con bimbi, manager, attese, stanchezza, confusione, biciclette, zaini e valigie, capistazione e capitreno, personaggi e situazioni.

Tutto il mondo delle 29 stazioni di Monza e Brianza e della loro gente

Un racconto in 291 pagine e 261 fotografie.

• Lingua: Italiano
• Editore: Youcanprint
• Data di uscita: 14 dic 2017
• ISBN: 9788892699663

Anteprima del libro

Indice

ARCORE

ARCORE BUTTAFAVA

BESANA BRIANZA

BIASSONO LESMO PARCO

BOVISIO MASCIAGO MOMBELLO

CAMNAGO LENTATE

CARATE CALÒ

CARNATE USMATE

CERIANO LAGHETTO GROANE

CERIANO LAGHETTO SOLARO

CESANO MADERNO

DESIO

LESMO

LISSONE – MUGGIÓ

MACHERIO CANONICA

MACHERIO SOVICO

MEDA

MONZA

MONZA SOBBORGHI

RENATE VEDUGGIO

SEREGNO

SEVESO

SEVESO BARUCCANA

TRIUGGIO PONTE ALBIATE

VAREDO

VILLA RAVERIO

VILLASANTA

In questo libro ci sono soprattutto immagini e soltanto qualche didascalia.

Il libro nasce dal desiderio di documentare una realtà a molti sconosciuta, quella delle linee ferroviarie regionali, delle loro stazioni e della gente che le frequenta e le utilizza, limitatamente alla provincia in cui abito: Monza e Brianza.

Si tratta in tutto di 29 stazioni, alcune di medie dimensioni (come quella di Monza ad esempio), altre veramente minuscole, sperdute in piena campagna, con un solo binario, spesso del tutto abbandonate e con scarsissima manutenzione, fatiscenti e, come si dice in linguaggio tecnico, impresenziate.

Qualcuna ha un’architettura moderna, ma per la maggior parte invece hanno la classica struttura architettonica delle stazioni ferroviarie del secolo scorso o anche più vecchie (sono tante quelle la cui inaugurazione risale alla fine del 1800); qualcuna è in via di ristrutturazione.

Ho trovato strutture pulite e curate, altre in cui invece la sporcizia e il degrado imperano sovrani, sottopassi luridi e imbrattati da graffiti (alcuni però interessanti e che raccontano parecchio), quadri elettrici scoperchiati, servizi igienici chiusi o impraticabili.

Eppure funzionano, devono funzionare, perché queste stazioni, questi binari, questi treni, sono utilizzati da una gran massa di gente, per la maggior parte pendolari (in tutta la Lombardia usano il treno 650.000 persone al