Lettere d’amore
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Anteprima del libro
Lettere d’amore - Guido Gozzano & Amalia Guglielminetti
INDICE
LETTERE D’AMORE
Guido Gozzano
Poetica
I temi della sua poesia
La Torino d’altri tempi
L’ambiente canavesano e la natura
La malattia e la morte
Le terre remote
Opere
Letteratura
Raccolte poetiche e racconti
Epistolari
Edizioni varie
Cinema
Sceneggiatore
Bibliografia
Studi
Filmografia
Amalia Guglielminetti
Opere
Poesia
Narrativa
Teatro
Epistolari
Bibliografia
LETTERE D’AMORE
APPENDICI
1
2
3
Note
LETTERE D’AMORE
DI
GUIDO GOZZANO
E
AMALIA GUGLIELMINETTI
Il presente ebook è composto di testi di pubblico dominio.
L’ebook in sé, però, in quanto oggetto digitale
specifico,
dotato di una propria impaginazione, formattazione, copertina
ed eventuali contenuti aggiuntivi peculiari (come note e testi introduttivi),
è soggetto a copyright.
Edizione di riferimento: Lettere d’amore / di Guido Gozzano e Amalia Guglielminetti; prefazione e note di Spartaco Asciamprener. - Milano : Garzanti, stampa 1951. – 174 p., [8] p. di tav. : ill. ; 21 cm.
Immagine di copertina: https://pixabay.com/it/photos/cuore-legno-orologio-1936034/
Elaborazione grafica: GDM, 2019
Guido Gozzano
Guido Gustavo Gozzano (Torino, 19 dicembre 1883 – Torino, 9 agosto 1916) è stato un poeta italiano. Il suo nome è spesso associato alla corrente letteraria post-decadente del crepuscolarismo. Nato da una famiglia benestante di Agliè, inizialmente si dedicò alla poesia nell’emulazione di D’Annunzio e del suo mito del dandy. Successivamente, la scoperta delle liriche di Giovanni Pascoli lo avvicinò alla cerchia di poeti intimisti che sarebbero stati poi denominati crepuscolari
, accomunati dall’attenzione per le buone cose di pessimo gusto
, con qualche accenno estetizzante, il ciarpame reietto, così caro alla mia Musa
, come le definì ironicamente lui stesso. Morì a soli 32 anni, a causa della tubercolosi che lo affliggeva.
Poetica
Gozzano non assume pose da letterato e scrive le sue rime, segnate dalla tristezza e dal sentimento della morte, con ironico distacco. Alla base dei suoi versi vi è un romantico desiderio di felicità e di amore che si scontra presto con la quotidiana presenza della malattia, della delusione amorosa, della malinconia che lo porta a desiderare vite appartate e ombrose e tranquilli interni casalinghi. La sua produzione è molto apprezzata da Montale che sottolinea il suo far cozzare l’aulico col prosastico facendo scintille
. I caratteri aulici sono però sempre presentati e come trasfigurati attraverso il filtro sottile dell’ironia, una distanza
che egli mantiene anche rispetto alla gioia delle piccole cose o della quotidianità a differenza degli altri Crepuscolari.
I temi della sua poesia
La Torino d’altri tempi
Tra i temi essenziali al mondo poetico di Gozzano vi è l’immagine della città natale, di quella sua amata Torino alla quale egli costantemente ritornava. Torino raccoglieva tutti i suoi ricordi più mesti ed era l’ambiente fisico ed umano al quale egli sentiva di partecipare in modo intimo con sentimento ed ironia. Accanto alla Torino contemporanea era assai più cara al poeta la Torino dei tempi antichi, quella Torino antica e un po’ polverosa che suscitava nel poeta quegli accenti lirici carichi di nostalgia.
L’ambiente canavesano e la natura
Accanto alla Torino gozzaniana viene proposto dal poeta il vicino ambiente canavesano, dove si ritrovano fondamentali immagini di contemplazione paesista e dal quale scaturiranno l’estremo mito lirico incarnato dal mondo della natura, che poteva dargli, come egli dice la sola verità buona a sapersi
e le ultime persone
della sua poesia, l’archenio del cardo, la selce, l’orbettino, il macaone
e infine tutte le farfalle del suo poema incompiuto che gli faranno ritrovare la sua grande tenerezza per le cose che vivono
, non ultimo il fanciullo che era tenero e antico
.
La malattia e la morte
L’aggravarsi della tisi che condurrà il poeta alla morte a soli trentadue anni, nel 1916, lascia molte impronte in tutti i suoi versi e diventa occasione lirica come in Alle soglie, dove viene registrata anche la prova della schermografia
Le terre remote
Quando tra il febbraio e l’aprile del 1912 Gozzano si recò in India tenne la cronaca del suo viaggio che espresse a volte in forma appassionata ed esterna, a volte in forma intima e sofferta. Nacquero le Lettere dall’India
, che, composte tra il 1912 e il 1913, apparvero su La Stampa
torinese del 1914 e vennero in seguito pubblicate in volume presso i Fratelli Treves, con prefazione di Borgese nel 1917. Con queste immagini di terre lontane nasceva la più alta prosa di Gozzano, pur rimanendo il suo mondo poetico, anche di fronte alle immagini suggestive di orizzonti sconosciuti e non abituali, sempre collocato all’interno dei propri determinati e sicuri confini. Gozzano, descrivendo la sua esperienza di viaggio, affronta anche il tema dell‘altro viaggio
, quello della morte.
Opere
Letteratura
Raccolte poetiche e racconti
La via del rifugio, 1907
I colloqui, 1911
I tre talismani, 1914
Verso la cuna del mondo. Lettere dall’India, 1917
L’altare del passato, 1917
La principessa si sposa, 1918
L’ultima traccia, 1919
Primavere romantiche, 1924
Epistolari
Lettere d’amore di Guido Gozzano e Amalia Guglielminetti, a cura di S. Asciampreuner, Milano 1951
Lettere a Carlo Vallini con altri inediti, a cura di G. Di Rienzo, Torino 1971
Lettere dell’adolescenza a Ettore Colla, Edizioni dell’Orso, Alessandria 1993
Edizioni varie
La moneta seminata e altri scritti, con un saggio di varianti e una scelta di documenti, a cura di F. Antonicelli, Milano 1968
Tutte le poesie, testo critico e note a cura di A. Rocca, introduzione di M. Guglielminetti, Milano 1980
Fiabe e novelline, scelta delle fiabe e nota critica: Carmine De Luca, disegni: Anna Keen, edizione riservata ai lettori de L’Unità - Supplemento al n. 181 del 31.07.1996, Roma - L’Unità, Torino - Einaudi
San Francesco d’Assisi, a cura di M. Masoero, Edizioni dell’Orso, Alessandria 1997
Verso la Cuna del mondo - Lettere dall’India, a cura di F. di Biagi, postfazione di G. Bàrberi Squarotti, La Finestra editrice Trento 2005. Prima edizione integrale dell’opera.
Verso la Cuna del mondo, Greco & Greco, Milano 2007. Note al testo e saggio introduttivo di V. Gueglio ISBN 978-88-7980-433-2
Cinema
Sceneggiatore
La vita delle farfalle, documentario, 1911
San Francesco d’Assisi, film biografico, mai girato, 1916
Bibliografia
Studi
W. Binni, La poetica del Decadentismo, Sansoni, Firenze 1936
O. Bensi, Una relazione letteraria. (Amalia Guglielminetti e Guido Gozzano), tesi di laurea, Torino 1944
A. Piromalli, Ideologia e arte in Guido Gozzano, La Nuova Italia, Firenze 1973
F. Antonicelli, Capitoli gozzaniani, Leo S. Olschki, Firenze 1982
M. Guglielminetti, La «scuola dell’ironia». Gozzano e i viciniori, Leo S. Olschki, Firenze 1984
AA. VV., Guido Gozzano. I giorni, le opere, Atti del convegno nazionale di studi, Torino, 26-28 ottobre 1983, Leo S. Olschki, Firenze 1985
F. Di Biagi, Sotto l’arco di Tito: le Farfalle
di Guido Gozzano, La Finestra editrice, Trento 1999
Arnaldo Di Benedetto, Sugli «amori ancillari» di Guido Gozzano e Saba e Gozzano: considerazioni contrastive, in Poesia e critica del Novecento, Liguori, Napoli 1999, pp.25–31 e 33-48
M. Masoero, Guido Gozzano. Libri e lettere, Leo S. Olschki, Firenze 2005 ISBN 88-222-5503-8
M. Masoero, «Un nuovo astro che sorge». Giudizi ‘a caldo’ sulla Via del rifugio, Leo S. Olschki, Firenze 2007 ISBN 978-88-222-5751-2
M. Rota, «Amalia, se Voi foste uomo…» Silloge gozzaniana. Prefazione di Vittorio Sgarbi, note critiche di Claudio Gorlier, Golem, Torino 2016
Patrick Worsnip, Sleeping with Gozzano, PN Review, Issue 229, Manchester May-June 2016, pp.41-45
Filmografia
Guido Gozzano di Gianni Casalino (1983)
Amalia Guglielminetti
Amalia Guglielminetti (Torino, 4 aprile 1881 – Torino, 4 dicembre 1941) è stata una scrittrice e poetessa italiana.
Amalia, che ebbe due sorelle, Emma ed Erminia, e un fratello, Ernesto, nacque da Pietro Guglielminetti e da Felicita Lavezzato; il bisnonno Pietro Guglielminetti si era trasferito da Cravanzana verso il 1858 a Torino, dove stabilì una piccola industria di materiali in legno: fu proprio lui, fornitore del Regio Esercito, l’inventore, intorno al 1860, della borraccia, allora fabbricata in legno.
Alla morte del padre, nel 1886, la famiglia si trasferì presso il nonno Lorenzo, «vecchio parsimonioso industriale, rigido clericale e severo custode del focolare domestico» che la fece studiare in scuole religiose.
Iniziò a collaborare dal 1901 con la «Gazzetta del Popolo», pubblicando poesie sul suo supplemento domenicale, parte delle quali saranno raccolte nel volume Voci di giovinezza, edito nel 1903. Si tratta di versi scolastici e spesso goffi, come
che non lasciarono alcuna traccia nel panorama letterario torinese.
Molto diversa e favorevole fu invece l’accoglienza risarvata alle poesie de Le Vergini folli, il cui manoscritto, offerto in visione al professor Arturo Graf, fu da questi pubblicamente definito «collana preziosissima» di versi «belli e nuovi» e successivamente, a pubblicazione avvenuta, in un biglietto ad Amalia, Graf scrisse: «la sua ispirazione è viva, schietta, delicata quanto più si possa dire, e l’arte la seconda a meraviglia. Quelle sue figure di fanciulle e donne son cose di tutta gentilezza, e molti sonetti son di squisita fattura. E il tutto par che le venga così spontaneo!» Dino Mantovani, critico de «La Stampa», vide in Amalia un insieme di Gaspara Stampa e di Saffo.
Guido Gozzano, con il quale Amalia iniziò una relazione poco dopo la pubblicazione del libro, le aveva inviato la sua Via del rifugio e la Guglielminetti ricambiò l’offerta con le sue Vergini folli, commentando di non avere, in quella sua opera, «ancora assaporato le squisitezze dell’arte, solo ho sfiorato l’essenza, l’anima della sua poesia: un’anima un poco amara, un poco inferma».
Gozzano rispose il 5 giugno 1907, riferendosi al giudizio del Mantovani, che «i suoi sonetti, tecnicamente euritmici, disinvolti nell’atteggiamento, nobilissimi nella rima ricca [….] sono superiori a quelli di Gaspara Stampa [….] anche Madonna Gasparina fu vittima della maniera del suo tempo, come noi lo siamo del nostro, con gl’imparaticci d’annunziani» e che «il lettore ha l’impressione di essere per qualche istante ammesso in un giardino claustrale: ad ogni svolto di sentiero, fra i cespi di gigli e gli archi de’ rosai, una nuova coorte di vergini si fa innanzi cantando una nuova sorta di martirio o di speranza. Ella compie nel suo libro, Egregia Guglielminetti, quasi un vergiliato, e conduce il lettore attraverso i gironi di quell’inferno luminoso che si chiama verginità», individuando - l’inferno luminoso è il Purgatorio - radici dantesche nella stesura di quei sonetti, ridimensionando il petrarchismo di Amalia e sottolineando l’inevitabile dannunzianesimo dei versi.
Divenne poi per breve tempo l’amante di Pitigrilli: una relazione burrascosa che terminò con una causa in Tribunale.
Nel 1935 ella si trasferì a Roma tentando la carriera giornalistica ma non ebbe successo e fece così ritorno due anni dopo (1937) a Torino, dove passò gli ultimi anni della sua vita in solitudine.
Morì il 4 dicembre 1941 a causa di una setticemia generata da una ferita che si era fatta diversi giorni prima cadendo dalle scale nel tentativo di raggiungere di corsa il rifugio antiaereo dopo aver udito le sirene d’allarme per il bombardamento. È sepolta nel Cimitero monumentale di Torino. Nel 2012 l’editore Bietti ne ha ripubblicato l’opera in versi e l’epistolario con Guido Gozzano, a cura di Silvio Raffo.
Opere
Poesia
Voci di giovinezza, Torino; Roma, Roux e Viarengo, 1903
Le vergini folli, Torino; Roma, Società Tip. Ed. Nazionale, 1907
Le vergini folli - Le seduzioni (con un autoritratto e intervista), Chioggia-Venezia, Damocle, 2012
Le seduzioni, Torino, S. Lattes e C., 1909; Palomar, 2001
Emma, Torino, Tip. V. Bona,1909
L’insonne, Milano, Treves, 1913
Fiabe in versi, Ostiglia, La scolastica 1916
Il ragno incantato, Roma; Milano, Mondadori 1922
La carriera dei pupazzi, Milano, Sonzogno, 1924
I serpenti di Medusa, Milano, La Prora, stampa 1934
Lady Medusa. Vita, poesia e amori di Amalia Guglielminetti
, a cura di Silvio Raffo, Milano, Bietti, 2012
Narrativa
I volti dell’amore, Milano, Fratelli Treves,1913
Anime allo specchio, Milano, Treves, 1915
Le ore inutili, Milano: F.lli Treves, 1919
Gli occhi cerchiati d’azzurro, Milano, Italia, 1920
La porta della gioia, Milano: Vitagliano, 1920
La reginetta Chiomadoro, Roma; Milano, Mondadori,1921
Quando avevo un amante, Milano, Casa Ed. Sonzogno, 1923
Teatro
L’amante ignoto, poema tragico, Milano, Treves, 1911
Il gingillo di lusso, commedia in un atto, 1924
Il ladro di gioielli, commedia in un atto, 1924
Nei e cicisbei - Il baro dell’amore - Commedia in un atto: Commedia in tre atti, Milano, Mondadori, 1926
Epistolari
Lettere d’amore di Guido Gozzano e Amalia Guglielminetti, prefazione e note di Spartaco Asciamprener, Milano, Garzanti, 1951, ora in
Lady Medusa. Vita, poesia e amori di Amalia Guglielminetti
, a cura di Silvio Raffo , Milano, 2012
Bibliografia
Pitigrilli, Amalia Guglielminetti, Milano, Modernissima, 1919
O. Benso, Una relazione letteraria. Amalia Guglielminetti e Guido Gozzano, Torino 1944
M. Gastaldi, Amalia Guglielminetti. Enigma Svelato, Milano 1929
B. Meazzi, Ser vanguardista en el teatro: Amalia Guglielminetti –
la que va sola - y los chichisbeos
, Buenos Aires, 2006.
M. Guglielminetti, La Musa subalpina. Amalia e Guido, Pastonchi e Pitigrilli, Firenze, L. S. Olschki, 2007
S. Raffo, in Lady Medusa. Vita, poesia e amori di Amalia Guglielminetti
, Milano, Bietti, 2012
M. Rota, Amalia, se Voi foste uomo…
, Torino, Golem, 2016
LETTERE D’AMORE
DI
GUIDO GOZZANO
E
AMALIA GUGLIELMINETTI
Torino, (13) aprile 1907
Cortese Avvocato,
ieri sera ho ritrovato fra le pagine del suo libro un poco di quella fraternità spirituale che la sua offerta mi rivela.
Il rimpianto di ciò che fu, e l’ansia di ciò che non è ancora, e il sottile tormento del dubbio, e l’ebrezza folle del sogno, tutte le cose belle e perfide di cui noi