Solamente quando è inverno

Di Alessandro Barbato

È in inverno che più dissonante ci invade il ricordo delle estati trascorse, la memoria delle stagioni attese e perdute, restituite soltanto - e forse - dal correre di una luce, dall'affievolirsi d'una voce lontana nel tempo, dal rarefarsi di un suono, di un odore che riconducono a sfondi sfumati di parole.
È nell'assenza che poco più nitidi si delineano i contorni di una presenza sfuggente eppure materica nelle traiettorie che determina nella vita in veglia, così come in quella che si sogna. È questa scivolosa coabitazione tra presente, passato e futuro, tra lampi razionali e nebbie oniriche, tra ricerca e attesa, ritorno e fuga il territorio esplorato dai versi racchiusi in Solamente quando è inverno: un percorso scandito dai tre movimenti che corrispondono alle tre sezioni (Oppure niente, Il fiore dell'attesa, Piume) in cui si articola la raccolta che riunisce molti versi inediti e altri già apparsi su rivista o plaquette e che ora si inseriscono in un tessuto poetico fitto di rimandi, echi, riferimenti e suggestioni, senza però alcuna ambizione di giungere a una soluzione o a una conclusione che, in ogni caso, non potrebbe essere che provvisoria..

• Lingua: Italiano
• Editore: Ali Ribelli Edizioni
• Data di uscita: 21 mag 2020
• ISBN: 9788833466064

Anteprima del libro

Pubblicato da Ali Ribelli

Immagine di copertina opera di Stefano Salvi

Direttore di redazione: Jason R. Forbus

www.aliribelli.com – [e-mail]

Alessandro Barbato

Solamente quando è inverno

Sommario

Oppure niente

Canto involontario (un colpo d’aria)

Nei tempi morti

Le cose che sappiamo

In quello che si tace

Filastrocche e un ghirigoro

Ninnolo d’Aprile

Cielo e vetri (vorrei soltanto dirti…)

Solamente quando è inverno

Col cuore in mano

Insalubre

La funzione domenicale

Viavai

Il fiore dell’attesa

Temporali

Fragile

Bolle

Flebile

I semi alati

Soltanto un palloncino

Non possono svanire

Ricreazione

L’aria pesante

Deserti di Luna

Nenia d’acqua dolce

Voce di pioggia

Esorcismo negoziato

Di porti, marosi, varianti e variazioni

Versi semplici (La tregua dei confini)

L’inutile fiore

Di vento

Semplice (In sogno)

Piccolo canto sghembo dell’attesa

Leggi di Mercato

Jung

CosmoAgonia

Brevi lampi

Visita guidata

Le buone abitudini

Fonti e referti

Aggrovigliato

La seconda stagione

Stagioni

Rugiade

Clessidra

Negli occhi tuoi stare

L’esatta prospettiva

Se resisti

Ad un tempo che muore

Controluce

Ad ogni estate

In attesa della danza

Geometrie dal buio

In altri termini

Parusia

Mestieranti e naviganti

Non basta più

Vane vene

Cattivo maestro

Conchiglia

I rivoli

Fanne carne

Terapeutica

Piena confessione

Nell’ottica più viva

La cerimonia del tè

L’abc

Ancora meno (Altre buone abitudini)

Chiacchiere

A torto o a ragione

La prima pietra

Preghiera irrilevante

Postilla (Resterà probabilmente…)

Piume

Camera oscura

La musica per le tue orecchie

Il tempo delle cose (un tempo per ogni cosa)

Precauzioni e cure

Oasi

Tu lo sapevi già

Imperfetto

Porto Venere (intervallo)

Promemoria

Fluire (come d’acqua)

Piuma

Futuro Anteriore

Apnea

Ma tu non finirai

Nota Biografica – Alessandro Barbato

Oppure niente

Cerchiamo un suono a questa voglia ferma,

al chiodo, alla scintilla,

la fonte, la sorgente assurda e accesa

sulle dita di sapore nudo,

vero: d’aria, terra e di marina.

Beviamo il vino caldo se ci inebria

come quando ci incontriamo

dentro un sogno non finito

e in cui non siamo, non sappiamo

riconoscere se è giorno

oppure sera o non è niente.

Canto involontario (un colpo d’aria)

E dunque si trattava poi di