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Il Fiore della Poesia Erotica
Il Fiore della Poesia Erotica
Il Fiore della Poesia Erotica
E-book293 pagine1 ora

Il Fiore della Poesia Erotica

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Info su questo ebook

Da Catullo a Verlaine i più bei versi erotici della poesia di tutto il mondo,
illustrati dalle incisione e disegni degli artisti più famosi.

Valerio Catullo
Carmina Priapea
Valerio Marziale
Antonio Beccadelli detto il PANORMITA
Francesco Bermi
Niccolò Franco
Giorgio Baffo
Domenico Tempio
John Wilmot conte di ROCHESTER
Carmina Burana
Claude Le Petit
François De Maynard
Jean Pierre Béranger
Teophile Gautier
Charles Pierre Baudelaire
Paul Verlaine
LinguaItaliano
Data di uscita16 mar 2015
ISBN9786050365511
Il Fiore della Poesia Erotica

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    Il Fiore della Poesia Erotica

    Da Catullo a Verlaine i più bei versi erotici della poesia di tutto il mondo,

    illustrati dalle incisione e disegni degli artisti più famosi.

    1 Edizione eBook 2015 a cura di David De Angelis

    Indice

    Valerio Catullo

    Carmina Priapea

    Valerio Marziale

    Antonio Beccadelli detto il PANORMITA

    Francesco Bermi

    Niccolò Franco

    Giorgio Baffo

    Domenico Tempio

    John Wilmot conte di ROCHESTER

    Carmina Burana

    Claude Le Petit

    François De Maynard

    Jean Pierre Béranger

    Teophile Gautier

    Charles Pierre Baudelaire

    Paul Verlaine

    Valerio Catullo

    (87 a.C. - 55 a.C.)

    Nacque a Verona, circa l’anno 87 a.C., da ricca famiglia; intorno ai vent’anni si trasferì a Roma dove trascorse gran parte della sua vita. Fu amico di Valerio Catone, Calvo, Cinna, Cornelio Nepote; non aveva la cittadinanza romana, tuttavia fu partecipe dei problemi politici dei suo tempo e colpì con feroci epigrammi Pompeo e soprattutto Cesare e il suo favorito Mamurra, comandante del genio.

    Ebbe una lunga relazione con Clodia, cantata da lui con lo pseudonimo di Lesbia. Nell’anno 57 fu con Elvio Cinna in Bitinia al seguito del propretore Memmio Gemello. Al ritorno visitò nella Troade la tomba del fratello, perito in circostanze a noi ignote.

    Catullo morì giovanissimo verso l’anno 55.

    Di Catullo ci è stata tramandata una raccolta di 116 Carmi, quasi certamente dovuta alle cure postume di qualche ammiratore, il quale li dispose non secondo il criterio cronologico, ma in ragione dei metri. Possiamo distinguere 5 gruppi: 1) 60 componimenti in metri lirici (faleci, giambi, strofe saffiche, ecc.¹) brevi e di argomento vario; 2) due epitalami², uno in metro lirico (strofe di quattro gliconei più un ferecrateo ¹), l’altro in esametri; 3) due epilli³, uno in galliambi, l’altro in esametri; 4) le elegie; 5) gli epigrammi in metro elegiaco.

    Il pregio della poesia catulliana consiste soprattutto nella naturalezza e spontaneità con la quale esprime i suoi stati d’animo e la sua sensibilità irrequieta, incapace di profonda e pacata riflessione, ma pronta a reagire vivacemente ad un singolo episodio e a dare forma poetica ai sentimenti e agli atteggiamenti più svariati.

    La lingua di Catullo è ricca, soprattutto di vocaboli tratti dall’uso vivo, e fortemente espressiva; la tecnica del verso è raffinatissima nei metri lirici, e molto progredita nell’esametro rispetto a quella di Lucrezio.

    Su disegno di A. Bord un’incisione di Elluin, 1782.

    dalle Poesie

    XVI

    Pedicabo ego vos et irrumabo,

    Aureli pathice et cinaede Furi,

    qui me ex versiculis meis putastis,

    quod sunt molliculi, parum pudicum.

    nam castum esse decet pium poetam

    ipsum, versiculos nihil necessest,

    qui tum denique habent Salem ac leporem,

    si sunt molliculi ac parum pudici

    et quod pruriat incitare possunt,

    non dico pueris, sed his pilosis

    qui duras nequeunt movere lumbos.

    Vos, quei milia multa basiorum

    legistis, male me marem putatis?

    Pedicabo ego vos et irrumabo.

    16

    Vi inculerò

    e ve lo metterò in bocca,

    Aurelio bocchinaro

    e Furio rotto in culo,

    che mi credete poco puro

    per i miei piccoli versi lascivi.

    Ma dato che il poeta deve vivere

    casto e ripieno

    di religiosità,

    non c’è bisogno che lo siano

    anche i suoi versi, no?

    Questi devono essere

    salaci e pieni di spirito,

    se sono lascivi e poco puliti

    e capaci di eccitare

    il desiderio lussurioso

    non dico dei fanciulli,

    ma di adulti tanto grossi e pelosi

    da non poter neanche muovere

    le possenti anche.

    Voi ora, perché trovate

    mille tipi di baci

    nelle mie poesie,

    pensate male di me come maschio?

    Vi inculerò

    e ve lo metterò in bocca.

    XXI

    Aureli, pater esuritionum,

    non harum modo, sed quot aut fuerunt

    aut sunt aut aliis erunt in annis.

    pedicare cupis meos amores.

    nec clam: nam simul es, iocaris una,

    haerens ad latus omnia experiris.

    frustra: nam insidias mihi instruentem

    tangam te prior irrumatione.

    atque id si faceres satur, tacerem:

    nunc ipsum id doleo, quod esurire

    me me puer et sitire discet.

    quare desine, dum licet pudico,

    ne finem facias, sed irrumatus.

    21

    Aurelio, padre della Fame Nera,

    e non solo di questo,

    ma di tutto

    quello che fu,

    e che sarà negli anni,

    vuoi metterlo nel culo

    al mio tesoro.

    E senza mezzi termini:

    fai i giochetti più strani

    gli stai sempre attaccato

    e ci provi con lui

    in tutte le maniere.

    Ora basta: mentre tu

    trami per scavalcarmi

    ti colpirò per primo

    mettendotelo in bocca.

    E poi, se dopo tutto ciò

    fossi in grado almeno di sfamarti!

    Ma di questo io piango;

    che di fame e di sete

    muoia l’amore mio.

    Piantala, dunque,

    finché sei in tempo!

    Altrimenti tra un po’

    te lo ficco nella bocca!

    XXVIII

    Pisonis comites, cohors inanis

    aptis sarcinulis et expeditis,

    Verani optime tuque mi Fabulle,

    quid rerum geritis? satisne cum isto

    vappa frigoraque et famem tulistis?

    expensum, ut mihi, qui meum secutus

    praetorem refero datum lucello

    ‘o Memmi, bene me ac diu supinum

    tota ista trabe lentus irrumasti’.

    sed, quantum video, pari fuistis

    casu: nam nihilo minore verpa

    farti estis. pete nobiles amicos!

    at vobis mala multa di deaeque

    dent, opprobria Romuli Remique.

    28

    Amico Veranio, e tu, Fabullo mio,

    seguaci di Pisone, banda di randagi

    dai fardelli piccoli e leggeri,

    come vanno le cose?

    Quanto freddo e quanta fame

    avete sopportato

    uniti con quella gentaglia?

    O Memmio, come me la mettesti bene

    mentre stavo supino

    tutta quanta nella bocca

    la tua lunga trave

    a lungo e senza fretta.

    Ma pure a voi è successa

    la stessa identica cosa:

    siete stati infatti riempiti

    con un uccello non certo più piccolo!

    A voi, che siete il disonore

    di Romolo e di Remo,

    mandino mille accidenti

    tutti gli dei e le dee!

    XLII

    Adeste, hendecasyllabi, quot estis

    omnes undique, quotquot estis omnes.

    iocum me putat esse moecha turpis,

    et negat mihi vestra reddituram

    pugillaria, si patì potestis.

    persequamur earn, et reflagitemus.

    quae sit, quaeritis. ilia, quam videtis

    turpe incedere, mimice ac moleste

    ridentem catuli ore Gallicani.

    circumsistite earn, et reflagitate,

    ‘moecha putida, redde codicillos,

    redde, putida moecha, codicillos’.

    non assis facis? o lutum, lupanar,

    aut si perditius potes quid esse.

    sed non est tamen hoc satis putandum.

    quod si non aliud potest, ruborem

    ferreo Canis exprimamus ore:

    conclamate iterum altiore voce

    ‘moecha putida, redde codicillos,

    redde, pudida moecha, codicillos’.

    sed nil proficimus, nihil movetur.

    mutandast ratio modusque vobis,

    siquid proficere amplius potestis:

    ‘pudica et proba, redde codicillos’.

    42

    Venite, endecasillabi,

    tutti quanti,

    voi che siete dovunque,

    voi tutti dovunque siate.

    Una schifosa mignotta

    mi piglia in giro

    e non mi vuol ridare

    i fogli su cui siete scritti;

    Lo potete sopportare?

    Perseguitiamola

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