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L'Estasi Iniziatica. Da Giordano Bruno ad Arturo Reghini
L'Estasi Iniziatica. Da Giordano Bruno ad Arturo Reghini
L'Estasi Iniziatica. Da Giordano Bruno ad Arturo Reghini
E-book133 pagine57 minuti

L'Estasi Iniziatica. Da Giordano Bruno ad Arturo Reghini

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Info su questo ebook

Che cos’è esattamente l’estasi (dal greco ἔκστασις, letteralmente “essere fuori”), quello stato psichico di sospensione ed elevazione mistica della mente, che viene percepita da chi intensamente lo vive come “estraniata” dal corpo? Quali i suoi legami con la Filosofia (da intendersi quale Sapere Sacro o come amore per la Divina Sapienza) e soprattutto con la morte mistica e l’esperienza iniziatica degli antichi Misteri? Che cos’è il pensiero e come controllarlo per elevarsi a piani superiori di coscienza?
Tutte le grandi Scuole iniziatiche del passato insegnavano che bisogna morire e rinascere per poter poi ascendere. Ma questa ascensione può essere assimilabile all’Estasi Filosofica?
Grandi filosofi dell’antichità, da Plotino a Porfirio, ci hanno parlato dell’esperienza dell’Estasi Filosofica quale ricongiungimento con l’Assoluto, con il Fine Supremo. E se essa comportasse anche e soprattutto una piena connessione con l’Anima Mundi o con i Registri Akashici? Da Giordano Bruno a Tommaso Campanella, fino ad Arturo Reghini ed Amedeo Rocco Armentano, alcuni autentici Iniziati hanno tentato di rispondere a queste domande.
LinguaItaliano
Data di uscita14 nov 2023
ISBN9791255044680
L'Estasi Iniziatica. Da Giordano Bruno ad Arturo Reghini

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    L'Estasi Iniziatica. Da Giordano Bruno ad Arturo Reghini - Nicola Bizzi

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    Τεληστήριον

    NICOLA BIZZI

    L’ESTASI INIZIATICA

    DA GIORDANO BRUNO

    AD ARTURO REGHINI

    LOGO EDIZIONI AURORA BOREALE
    Edizioni Aurora Boreale

    Titolo: L'Estasi Iniziatica. Da Giordano Bruno ad Arturo Reghini

    Autore: Nicola Bizzi

    Collana: Telestérion

    Editing, copertina e illustrazioni a cura di Nicola Bizzi

    ISBN versione e-book: 979-12-5504-468-0

    Immagine di copertina: Leonardo Da Vinci, Salvator Mundi, 1515 ca.

    (Collezione privata)

    LOGO EDIZIONI AURORA BOREALE
    Edizioni Aurora Boreale

    © 2023 Edizioni Aurora Boreale

    Via del Fiordaliso 14 - 59100 Prato - Italia

    edizioniauroraboreale@gmail.com

    www.auroraboreale-edizioni.com

    Questa pubblicazione è soggetta a copyright. Tutti i diritti sono riservati, essendo estesi a tutto e a parte del materiale, riguardando specificatamente i diritti di ristampa, riutilizzo delle illustrazioni, citazione, diffusione radiotelevisiva, riproduzione su microfilm o su altro supporto, memorizzazione su banche dati. La duplicazione di questa pubblicazione, intera o di una sua parte, è pertanto permessa solo in conformità alla legge italiana sui diritti d’autore nella sua attuale versione, ed il permesso per il suo utilizzo deve essere sempre ottenuto dall’Editore. Qualsiasi violazione del copyright è soggetta a persecuzione giudiziaria in base alla vigente normativa italiana sui diritti d’autore.

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    L’ESTASI INIZIATICA

    DA GIORDANO BRUNO AD ARTURO REGHINI

    Il tema dello stretto rapporto esistente tra Filosofia e Tradizione Misterica, che ho ampiamente sviluppato nel mio saggio Nei penetrali del Tempio¹ e che fu compreso piuttosto bene nella prima metà del ‘900 da autorevoli Maestri quali Arturo Reghini e Amedeo Rocco Armentano, come dimostrano le opere di grande profondità e rilevanza che essi ci hanno lasciato, venne notoriamente affrontato nel 1934 anche da Julius Evola, nel suo saggio Rivolta contro il mondo moderno².

    Nonostate le innegabili diverse posizioni e visioni interpretative tra Reghini, Armentano ed Evola, riguardo alla Filosofia greca quest’ultimo aveva giustamente compreso che essa «ebbe quasi sempre il suo centro non tanto in sé medesima, quanto in elementi che avevano carattere metafisico e misterico ed erano echi di insegnamenti tradizionali»³. E, sorprendentemente, Evola aveva parimenti anche intuito, e in maniera a dire il vero piuttosto corretta, le virtualità insite nella dottrina pitagorica del numero nei confronti del Platonismo. Ma tuttavia, e non me ne vogliano gli Evoliani, occorre sottolineare come, in quanto intransigente fautore del soggettivismo idealistico, il Barone sottovalutasse la portata del significato vero e tradizionale dell’oggettivismo metafisico delle principali scuole elleniche di Sapienza, sia che si parli di quello platonico-trascendente dell’Accademia, che di quello aristotelico-immanente del Liceo. E, come ha esemplarmente osservato il compianto Piero Fenili in un suo illuminante saggio⁴, la mancata comprensione del significato e del valore tradizionali dell’oggettivismo metafisico impediva a Evola di riconoscere quanto questo rappresentasse lo sbocco positivo – anche per via delle acquisizioni iniziatiche da parte di Platone di importanti conoscenze misteriche dell’Eleusinità e della sua derivazione pitagorica nello specifico – del movimento iniziato da Socrate con il suo sforzo nella ricerca di definizioni e concetti validi da apporre ad ogni arbitrio sofistico. E così il Barone, che pure riconosceva la piena validità dell’istanza socratica ma sorvolava stranamente sulle conquiste dell’Accademia e del Liceo, riteneva che l’impegno socratico fosse approdato soltanto ad una fatale deviazione, in quanto «il pensiero che invece cerca di dare l’universale e l’essere nella forma che gli è propria – ossia razionalmente e filosoficamente – e di trascendere col concetto, in sede retorica, la particolarità e la contingenza, costituisce la seduzione e l’illusione più pericolosa, l’organo per un umanismo e, quindi per un irrealismo molto più profondo e pervertitore, che doveva poi sedurre interamente l’Occidente».

    Questa di Evola, come giustamente rileva Fenili, è una visione sostanzialmente incompleta e fuorviante, perché descrive un fallimento laddove vi è stato invece un successo, perché dalle definizioni e dai concetti di Socrate si passò all’ordine oggettivo delle idee platoniche e delle forme aristoteliche, dalle quali l’intera realtà è disciplinata e ridotta, per quanto possibile, da cháos a kosmos, secondo la luminosa istanza apollinea sempre presente nella più alta speculazione greca. D’altronde, nel mondo classico e nell’antichità pre-cristiana l’uomo era più vicino agli Dei e, al contempo – in un reale

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