Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Dio ama i gay?
Dio ama i gay?
Dio ama i gay?
E-book120 pagine1 ora

Dio ama i gay?

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

In questo libro ho inanellato una serie di riflessioni che, scaturiscono da una domanda esteriormente retorica. Provocato da un gruppo di giovani nativi digitali, mi sono tuffato nell' universo paludoso del rapporto tra religione/chiesa cattolica cristiana e omosessualità. Un'indagine che, dalla creazione, passa attraverso il diluvio universale per poi immergersi in dogmi apparentemente incontestabili. Avvalendomi delle testimonianze bibliche, evangeliche e catechistiche, ho provato a scardinare convinzioni millenarie, smascherando ipocrisia, retorica e demagogia. “Dio ama i gay? Riflessioni di un like-o”, non ha connotazione politica, non intende difendere e non vuole convincere nessuno. È un libro per “miscredenti”, ma che si rivolge soprattutto ai credenti. Pungente, irriverente, cinico, graffiante, dissacrante e provocatorio. La risposta all'interrogativo posto nel titolo, non sarà poi così scontata…
LinguaItaliano
Data di uscita25 set 2020
ISBN9788869828423
Dio ama i gay?

Leggi altro di Kolbe Fabrizio Gregori

Correlato a Dio ama i gay?

Ebook correlati

Articoli correlati

Recensioni su Dio ama i gay?

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Dio ama i gay? - Kolbe Fabrizio Gregori

    Gregori

    CAPITOLO 1

    Diverso era anche Gesù

    Mettiamo subito in chiaro le cose. Questo, non è né un saggio, né un trattato teologico e neppure scientifico. La mia, è una raccolta di riflessioni con le quali mi sono confrontato e rapportato, come indicato dal sottotitolo, queste sono riflessioni di un uomo libero e laico. Un uomo libero che, non fa quello che vuole, ma vuole quello che fa. La libertà, nella mia personale accezione del termine, non significa sbando, ma assunzione di responsabilità. La libertà, comporta il coraggio di scegliere, il coraggio di prendere posizione, il coraggio di non nascondersi, il coraggio di esprimere le proprie opinioni anche quando queste, non sono in linea con la maggioranza, anche quando sono scomode. Io non ho la verità in tasca, ma difenderò sempre e comunque le verità che mi rendono unico nella mia autenticità, ovviamente non esente da qualche virtù e parecchi vizi, difetti. Ci tengo inoltre a precisare che, questo testo non ha alcuna connotazione politica e che, quello che scriverò da questo punto in poi lo scriverò a nome mio. Non sono portavoce di nessuno, se non della mia coscienza. Detto questo, pensavo non ci fosse bisogno di porsi la domanda: «Dio ama i gay?». La mia formazione umana e culturale, le mie esperienze interpersonali, il periodo storico nel quale vivo, avevano fatto sì che, dessi per scontato la risposta. Ho dovuto, mio malgrado ricredermi, quando una sera di fine inverno 2018, seduto a un tavolo del New bar, il mio locale preferito, mi ritrovai a cercare di ricordare le parole di una mia canzone, scritta quindici anni orsono. Probabilmente, a causa di qualche birra di troppo, faticai e non poco a ricostruirne il ritornello. Decisi quindi di chiedere alla barista di turno carta e penna. Scrivere manualmente, aiuta la mia memoria a visualizzare ciò che il mio cervello offuscato non riesce a vedere. Questo gesto, insolito da compiere in un bar e ormai quantomeno inusuale nell’era virtuale, suscitò l’interesse degli astanti, quasi tutti miei amici, ma soprattutto catturò l’attenzione di un gruppetto di nativi digitali, bestemmiatori incalliti e seriali. Da subito accerchiarono il mio tavolo, cercando di capire cosa diavolo stessi facendo. Successivamente, non comprendendo fino in fondo, mi chiesero esplicitamente il motivo di questa mia azione. Contemporaneamente, mentre cercavo le parole di quella benedetta canzone nei meandri della mia memoria, provavo a spiegare distrattamente ai ragazzi, perché la stessi così ossessivamente forzando. In quel mio stato confusionale, come per incanto la mano iniziò a scrivere. Fatto! Il ritornello era ritornato! A quel punto, il desiderio dei nativi digitali di scoprire cosa cavolo avessi scritto, era al culmine. Mi chiesero quindi di svelare loro l’arcano. Dapprima, mi feci un poco desiderare, poi, riuscirono a corrompermi, offrendomi una fresca e dorata birra doppio malto. Una volta assicuratomi che, l’aura boccia di cervogia mi fosse stata realmente pagata, mi apprestai ad enunciare il misterioso contenuto di quel biglietto. Aurea, boccia, cervogia, enunciare. Mi sto chiaramente prendendo in giro, mica sono Dante purtroppo. Con piglio deciso e aiutandomi con il linguaggio del corpo, lessi orgogliosamente parola per parola, pregustando verso il finale, una sorta di applauso o quantomeno un gesto di ammirazione, approvazione nei confronti del mio componimento. Arrivai alla fine e… Sorpresa!

    Ma questa è blasfemia!

    Non puoi paragonare la condizione di Gesù, il figlio di Dio a quella dei gay!

    I gay sono dei pervertiti malati, vanno contro NATURA! I gay non possono riprodursi, non possono costituire una FAMIGLIA!

    Gesù è buono e giusto, sono gli uomini ad essere sbagliati!

    Dio ha creato tutto in modo perfetto, sono stati poi gli umani a rovinarne la perfezione! Dio non sbaglia mai, Dio è infallibile!. Queste furono le reazioni inaspettate, aggressive e a tratti violente che più mi colpirono. Le parole incriminate che, andavano a comporre il ritornello della mia canzone erano: «NO, NON TI VERGOGNARE, DAL TUO SESSO NON SCAPPARE PIÙ. NO, NON TI GIUSTIFICARE, PER I NORMALI, DIVERSO ERA ANCHE GESÙ.» Apriti cielo! La discussione si protrasse ben oltre l’orario di chiusura del locale. Il confronto avuto con i ragazzi, mi spinse a formulare più volte quella domanda e a ripescare tutti quelli che erano i miei pensieri a riguardo, pensieri che avevo fatto sedimentare nella zona dell’anima che chiamo indifferenza. Con questo libro, proverò a darmi una risposta onesta e coerente. Per prima cosa, ho cercato di dare un senso compiuto ad alcune parole chiave. Riporto pari pari dal vocabolario della lingua italiana, non mi sono inventato nulla. DIVERSO, UGUALE, NORMALE E ANORMALE. - DIVERSO: che si differenzia dagli altri. Differente, dissimile, diseguale, disparato, discorde. - UGUALE: che non è diverso. Tale e quale, che è sempre lo stesso, che non conosce discontinuità, privo di asperità. - NORMALE: che è conforme alla regola o alla consuetudine. Abituale, ordinario, regolare, usuale, comune, solito, consueto, naturale, comprensibile, logico, conforme alla media. - ANORMALE: non conforme alla normalità. Anomalo, irregolare, atipico, strano, eccezionale. Analizzando a fondo questi quattro termini, associare i più consoni alla figura di Gesù è quasi scontato. I vocaboli che più lo rappresentano sono DIVERSO e ANORMALE.  Che si differenzia dagli altri? Sì. Non conforme alla normalità, anomalo, atipico, eccezionale? Pure. Che Gesù fosse un diverso, lo dimostra la sua deplorevole crocifissione. Un soggetto che conduce la sua vita adeguandosi e sottomettendosi ai dettami comuni, che non si mette mai in discussione, che non rischia mai, difficilmente, anzi, sicuramente non verrà messo alla gogna. Con questa mia breve, semplice e esaustiva teoria, credo di avere dimostrato la veridicità della mia affermazione. Sì, diverso era anche Gesù.

    CAPITOLO 2

    La svista di Dio

    Ora tratterò un tema delicato e spinoso. Seguitemi con attenzione perché non vorrei essere frainteso. Per argomentare la teoria che andrò a costruire, sono partito dall’inizio e cioè da Adamo ed Eva. La bibbia, fornisce due diverse versioni per quanto riguarda la creazione di Adamo ed Eva. Nella prima versione, Adamo ed Eva vennero creati nello stesso momento. Nella seconda versione, prima Dio creò Adamo e successivamente Eva. Vado a riportare le parti nelle quali la Genesi parla di questo:

    Nell’arco di cinque giorni Egli (Dio) creò il cielo, la terra, la luce, le stelle, tutti i pesci, gli uccelli e gli animali. Il sesto giorno decise di creare l’Uomo. E Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra.» Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; MASCHIO E FEMMINA li creò. Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra.» (Genesi 1,26-28)

    Ed ecco la seconda versione di questo stesso episodio: Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l’uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. (Genesi 2,20-22)

    E ora

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1