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Edgar Cayce e le anime compagne
Edgar Cayce e le anime compagne
Edgar Cayce e le anime compagne
E-book226 pagine3 ore

Edgar Cayce e le anime compagne

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Info su questo ebook

Da quando sono esistiti gli esseri umani, ci sono stati degli individui che si sono sentiti spinti a cercare qualcosa che mancava nella loro vita, sperando sempre di poterlo trovare in un'altra persona. Questo concetto idealizzato dei rapporti umani è stato spesso descritto come la ricerca della propria "altra metà", di un'"anima gemella" o di un'"anima compagna". Molti sono giunti a credere che un rapporto di anime compagne sia un legame perfetto che in qualche modo rende la vita completa, un'idea resa popolare dalla società contemporanea. Sebbene Edgar Cayce (1877-1945) riconoscesse che gli individui hanno delle anime compagne, il suo punto di vista era del tutto diverso e, in definitiva, più utile. Invece di pensare che la condizione di anime compagne sia un rapporto perfetto esistente tra due persone, o una questione di pura attrazione fisica o sessuale, Cayce riteneva si trattasse invece una relazione inestricabilmente connessa con il processo di evoluzione e di crescita spirituali propri dell'individuo, un legame crescente con un altro soggetto che l'anima riprende nuovamente in vari momenti e luoghi. Da una fonte di informazioni che egli chiamava "Archivio Akasico" o "Libro della Vita", Edgar Cayce era in grado di valutare lo sviluppo dei rapporti nel corso del tempo e di descrivere come le influenze e le scelte delle vite passate incidessero sul presente. Più che offrire agli individui qualche disquisizione filosofica, le sue letture descrivevano in dettaglio pareri e consigli pratici che i suoi clienti potevano utilizzare e applicare. Considerato nel suo insieme, il materiale di Cayce sulle relazioni costituisce una delle fonti di informazioni più significative sulle dinamiche di ogni tipo di interazioni umane, il fine delle nostre esperienze interrelazionali e sulla natura stessa dell'anima.
LinguaItaliano
Data di uscita3 feb 2015
ISBN9788827225851
Edgar Cayce e le anime compagne
Autore

Kevin J. Todeschi

Studioso della natura transpersonale dell’uomo, esperto di interpretazione dei sogni, per più di vent’anni ha trasmesso ai suoi allievi l’insegnamento di Edgar Cayce. Le Edizioni Mediterranee hanno pubblicato il suo precedente libro Edgar Cayce e le anime compagne.

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    Edgar Cayce e le anime compagne - Kevin J. Todeschi

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    EDGAR CAYCE E LE ANIME COMPAGNE

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    KEVIN J. TODESCHI

    Traduzione a cura di www.edgarcayce.it

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    Copyright

    EDGAR CAYCE E LE ANIME COMPAGNE

    di Kevin J. Todeschi

    Traduzione a cura di www.edgarcayce.it

    Titolo originale dell’opera: EDGAR CAYCE ON SOUL MATES: UNLOCKING THE DYNAMICS OF SOUL ATTRACTION o © 1999 by Kevin J. Todeschi / A.R.E. Press, Virginia o Per l’edizione italiana: © Copyright 2010 by Edizioni Mediterranee - Via Flaminia, 109 - 00196 Roma o Printed in Italy o S.T.A.R. - Via Luigi Arati, 12 - 00151 Roma.

    ISBN 978-88-272-2585-1

    Prima edizione digitale 2015

    © Copyright 2015 by Edizioni Mediterranee

    Via Flaminia, 109 - 00196 Roma

    www.edizionimediterranee.net

    Versione digitale realizzata da Volume Edizioni srl - Roma

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    Dedica

    A Mary,

    la mia partner nella vita, la mia insegnante,

    la mia anima compagna:

    con gratitudine per il nostro comune viaggio di apprendimento

    attraverso il tempo e lo spazio...

    Prefazione

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    Anime compagne. Già le parole rievocano immagini di amori romantici, serate a lume di candela, risate, passeggiate sotto la luna, abbracci appassionati, amore incondizionato e incontri intimi. Un rapporto di questo tipo viene spesso percepito come la propria altra metà che desidera ardentemente solo di aggrapparsi a se stessa. Lo hanno descritto come amore divino reso manifesto sulla terra. È il gemello di un individuo, un’incarnazione fisica del proprio completamento spirituale. Un rapporto di anime compagne è il legame più grande con un altro essere umano. È l’unione ideale, descritta dai nostri coetanei, genitori, insegnanti, dalle nostre speranze, le nostre storie e le nostre leggende. È un vincolo in cui vengono realizzati dei sogni e la propria personalità è stimolata a sbocciare e crescere, coltivata da quella che chiamiamo anima compagna.

    Chi non desidera un rapporto del genere?

    Per alcuni in un rapporto di anime compagne non ci sono sfide, conflitti, litigi; solo la possibilità di esplorarsi l’un l’altra come uguali, condividendo gioie, consolando i dolori e trovandosi indivisibili nell’unione. Altri, forse più realistici, vedono un rapporto di questo tipo non tanto come una realtà immediata, bensì piuttosto come una meta verso cui crescere. A prescindere dal fatto che lo si consideri una cosa creata a hoc oppure destinata dalla nascita, la maggior parte delle persone percepisce un rapporto di anime compagne come preferibile a un semplice rapporto. È in qualche modo superiore a ciò di cui gli altri si accontentano, spesso perfino migliore del tipo di rapporto in cui un individuo può essere coinvolto al momento. Dopotutto, se fossero molte di più le persone ad aver davvero trovato l’anima compagna, non finirebbe in un divorzio molto meno della metà di tutti i matrimoni?

    Che cosa è un’anima compagna? Dove ha avuto origine l’idea e perché siamo tanto affascinati dall’argomento? Pur avendo sentito parlare precedentemente del concetto di anime compagne, la prima vera discussione che ho avuto sul tema è stata quasi vent’anni fa. A quel tempo una mia cara amica mi sorprese con la notizia che stava per divorziare da suo marito perché aveva trovato la sua vera anima compagna. Una bella donna, moglie e madre di due bambini, mi confidò di non sentirsi completa con suo marito. Per anni si era sentita come se un pezzo di lei stessa fosse mancante. Era convinta di aver finalmente trovato la sua altra metà. Sebbene non volessi sembrare cinico, non potei fare a meno di pensare che in passato avesse sentito lo stesso nei confronti del marito dal quale stava ora divorziando. Forse nella sua situazione stava succedendo più di quanto ne fossimo entrambi consapevoli.

    Ricordo di essermi chiesto ad alta voce se non potesse esserci più di un’anima compagna per ogni individuo. Se sì, non poteva anche suo marito essere una di queste? Se ognuno di noi avesse solo un compagno d’anima, quali, in primo luogo, sarebbero le probabilità per trovarsi? Davanti a una popolazione planetaria così vasta, la prospettiva non sembrava molto promettente.

    Alla fine la mia amica seguì fino in fondo il suo desiderio di lasciare il marito. L’attrazione che aveva nei confronti di questa anima compagna era travolgente. Divorziò, cominciò la nuova relazione e infine si trasferì in un altro Stato. Sfortunatamente il suo rapporto con l’altra metà non fu di lunga durata. Malgrado l’attrazione innegabile tra i due, i guai iniziarono quasi subito e il suo rapporto di anime compagne arrivò alla conclusione nel giro di sei mesi.

    Da quel tempo l’idea che ogni persona possiede almeno un’anima compagna da qualche parte nel mondo si è espansa nella civiltà occidentale. Bestseller scritti da Jess Stearn, Brian Weiss, Shirley MacLaine, Richard Bach e Thomas Moore hanno ottenuto un’attenzione assai ampia. Forse l’idea delle anime compagne è inestricabilmente legata al concetto della reincarnazione che è stata sempre più accettata durante lo stesso periodo di tempo. Però questa idea delle anime compagne non è nuova. Esiste da migliaia di anni in molte diverse civiltà.

    Nella mitologia e nella leggenda sembra che, a un certo punto della storia antica del mondo, sia avvenuta una divisione reale o metaforica dell’umanità. Essenzialmente l’idea è che, una volta, l’anima umana era integra e completa e in qualche modo si è divisa e frammentata. Da quel tempo ogni individuo si è sentito incompleto e ora si ritrova a cercare l’interezza e l’altra metà di se stesso.

    Secondo il filosofo greco Platone (ca. 427-347 a.C.) gli esseri umani cercano sempre il proprio omologo perché una volta sono stati divisi a metà dal dio Zeus. Nel Simposio, uno dei dialoghi più famosi di Platone, egli sostiene che la creazione umana originale era alquanto diversa da quella attuale. Tanto per cominciare, esistevano tre tipi di creature umane: uomini, donne e individui che contenevano in sé entrambi i sessi. Inoltre ognuna di queste creature aveva quattro gambe, quattro braccia, due facce, quattro orecchie e i due tipi di organi genitali.

    A un certo punto dopo la loro creazione, gli esseri umani, a quanto pare, diventarono arroganti e cominciarono a chiedersi se l’umanità avrebbe potuto prendere il posto degli dei. Alcuni progettarono perfino di salire verso il cielo e sostituirsi a essi. L’idea mise in tumulto tutto il cielo e tutti gli dei minori discussero con Zeus sul da farsi. Da una parte sarebbe stato relativamente semplice per gli dei distruggere l’umanità, ma dall’altra piaceva loro moltissimo ricevere offerte e omaggi e, se l’umanità avesse smesso di esistere, sarebbe scomparsa anche la devozione.

    Alla fine Zeus ebbe un’idea. Propose di tagliare a metà tutti gli umani. Un tale atto non solo avrebbe reso la creatura umana forte la metà, ma avrebbe anche raddoppiato il numero di umani – gli dei avrebbero avuto ancora più individui a procurare loro offerte e omaggi. Il piano fu accolto dalle divinità con grande entusiasmo, quindi ogni umano fu tagliato a metà. Il punto in cui le due creature erano unite venne chiuso e venne formata una nuova creatura, con due gambe, due braccia, una faccia, due orecchie e un unico tipo di organo genitale. Il piano funzionò. Tuttavia, oltre a impedire alla creatura umana di sostituirsi agli dei, l’atto di Zeus aveva anche lasciato a ogni individuo un forte desiderio per l’altra metà. Per aiutare queste creature umane a trovare qualche conforto Zeus permise a ogni metà di avere rapporti sessuali con un’altra metà, creando così un essere intero. Quelle creature che in origine erano state solo maschi avrebbero per sempre cercato un altro maschio con cui unirsi. Quelle creature che in origine erano state femmine avrebbero trovato conforto nelle braccia di un’altra donna. Quelle creature che erano state sia maschio che femmina sarebbero state alla ricerca della propria metà di sesso opposto, permettendo alla specie di moltiplicarsi.

    Sebbene ad alcuni la descrizione mitica di Platone della divisione dell’umanità possa sembrare inverosimile, essa non è l’unica. Un’idea simile esiste nel giudeo-cristianesimo all’interno dell’Antico Testamento. Nel primo capitolo della Genesi, il sesto giorno della Creazione, Dio dà forma a una creatura ...a sua immagine, ...maschio e femmina li creò (Genesi 1,27). Nella sua origine la creazione di Dio sembra essere androgina, contenente entrambi i sessi in uno e comprensiva dell’essenza dello spirito. Non solo ci dicono che questa creazione è fatta a immagine di Dio (Spirito), ma dopo il settimo giorno della Creazione (quando Dio riposa) Egli si rende conto all’improvviso che nessuno lavorava il suolo. Infine Dio decide di rendere la Sua creatura di spirito un’anima vivente, soffiando nelle sue narici l’alito di vita, e nasce fisicamente Adamo. In seguito il Creatore non vuole che la Sua creatura umana sia sola e crea il suo equivalente dalla costola dell’uomo:

    E il Signore Dio fece scendere un sonno profondo su Adamo, ed egli si addormentò; e prese una delle sue costole e rinchiuse la carne al suo posto.

    E con la costola, che il Signore Dio aveva tolto all’uomo, plasmò una donna...

    Genesi 2,21

    Nel Nuovo Testamento Gesù ricorda ai farisei che, durante la Creazione, Dio li aveva fatti in origine maschio e femmina... Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola... non più due, ma una carne sola (Matteo 19, 4-6). Come nella storia di Platone, la creatura umana fu una volta intera, ma fu divisa dalla creazione del suo compagno. Queste descrizioni hanno portato qualcuno a credere che gli esseri umani siano creature imperfette e che possano trovare qualche senso di interezza – reale o psicologica – solo quando vengono riuniti attraverso amore, relazioni o matrimonio.

    A parte l’Antico Testamento, esistono varie descrizioni della creazione di uomini e donne nella letteratura rabbinica. Il midrash sostiene che in origine Dio creò Adamo a due facce, prima di decidere di tagliarlo a metà nella creatura maschile e femminile. Altrove si suggerisce che in origine Adamo era androgino e conteneva in sé entrambi i sessi. Un’idea corrispondente si trova nell’induismo, dove l’anima universale diventa cosciente di se stessa, desidera compagnia e per questo produce dal proprio Essere il maschile e il femminile:

    In principio questo fu il Sé da solo, nelle fattezze di una persona. Guardandosi intorno non vide nient’altro che il suo Sé... Ma non provava alcuna gioia. Desiderava avere con sé qualcun altro. Era grande come uomo e donna insieme. Allora fece il suo Sé diventare due e da lì ebbero origine marito e moglie.

    Robert O. Ballou

    The Portable World Bible

    Dato che, secondo la percezione dell’Oriente e dell’Occidente, l’interezza contiene le polarità di maschio e femmina, yang e yin, anima e animus, molti individui asseriscono che l’anima umana sia fondamentalmente androgina e tornerà infine a questo stato. A dispetto dell’origine di questa idea di un’avvenuta divisione degli esseri umani, pare che si raggiunga l’interezza personale soltanto attraverso il processo di rapporti con coloro che sono esterni a noi.

    La descrizione scritta forse più vecchia di anime compagne risale all’incirca a 5000 anni fa, alla leggenda degli dei egizi Osiride e Iside. È una storia di amore eterno in cui le divinità maschile e femminile sono descritte come fratello e sorella nonché marito e moglie. Destinati a stare insieme, Osiride e Iside iniziarono il loro legame nel grembo, dove vengono concepiti insieme e dal quale emergono come gemelli. Dalla nascita, l’uno è amato dall’altro. Il loro amore è così forte e puro che nemmeno la morte riesce a estinguere i loro sentimenti o alla fine distruggerli.

    A causa di invidia e gelosia, Osiride viene rapito e infine ucciso da suo fratello Set. Nonostante la morte di Osiride, Iside è in grado di fondersi con lo spirito del marito e concepisce un figlioccio, Horus. Set si infuria ancora di più e riesce a far tagliare il corpo morto di suo fratello in quattordici pezzi. Benché in lutto stretto, Iside mostra il suo amore eterno viaggiando per tutto il paese, raccogliendo i pezzi di suo marito e riunendoli nuovamente finché infine torna in vita. La sua dedizione eterna a Osiride mantiene vivo il loro rapporto. Per gli Egizi, Iside era la dea della fertilità e della maternità, Osiride il dio dei morti, e il loro discendente, Horus, il dio del sole e del cielo.

    In tutta la storia, la ricerca umana di interezza è stata descritta nella mitologia, nelle fiabe e nella leggenda. È la storia ben nota del principe alla ricerca della donna che porta le pantofole di vetro in Cenerentola. È quel bacio perfetto a riportarla in vita in La bella addormentata. È l’amore di Bella a trasformare la Bestia. Sono le leggende sul Principe ranocchio, il bisogno di Romeo di stare con Giulietta e la freccia di Cupido a far cambiare la direzione di un individuo. Tutti ci ricordano che c’è qualcosa di incompleto nella condizione umana solitaria, per questo ci troviamo alla ricerca dell’interezza.

    Senza dubbio gli individui sono attratti l’uno dall’altro, ma quale ne è la causa? Un incontro fortuito tra due persone è semplicemente casuale o è destino? Che cosa spinge la gente a cercare qualcosa che non riesce a definire con precisione o a essere orientata a cercare qualcuno che non ha nemmeno mai incontrato? È forse qualche impulso indefinibile a essere responsabile di quell’inevitabile intersecarsi di vite, che alla fine riunisce due persone? È dettato da qualche legge e ha uno scopo o è casuale e involontario? È qualcosa responsabile di quell’inevitabile intersecarsi di vite, che alla fine riunisce due persone? È qualcosa di biologico, emotivo o intellettuale oppure è anche più di quanto non abbiamo osato immaginare? Il destino ha una parte nella nostra vita? Quali sono le dinamiche nelle anime compagne e nell’attrazione fra le anime e quali effetti hanno queste forze su tutti gli individui?

    Risposte notevoli a domande come queste si possono trovare nell’opera di Edgar Cayce (1877-1945), uno degli uomini davvero straordinari del XX secolo.

    Nel 1938 una donna cinquantottenne andò da Edgar Cayce per indagare sulla direzione della propria vita. Considerato il chiaroveggente più documentato di tutti i tempi, Cayce aveva aiutato la donna in precedenza per un problema di salute. Ex insegnante ed ex consulente, la donna era stata spostata e aveva divorziato. Interessata alla possibilità di un’altra relazione, pose a Cayce una domanda perspicace che collegava il concetto di anime compagne con la sua stessa ricerca di interezza. Domandò: La prego di spiegarmi che cosa si intende con ‘anima compagna’ riferendosi al mio stesso sviluppo spirituale. Cayce replicò:

    Quelli di qualsiasi setta o gruppo in cui l’uno risponde all’altro, come sarebbe la parte maschio rispetto a quella femmina, il tenone rispetto alla mortasa oppure in qualsiasi altra cosa del genere in cui l’uno è il complemento dell’altro: è questo che si intende per anima compagna. Non quello che proviene dall’attrazione fisica, bensì dall’aiuto mentale e spirituale (1556-2)¹.

    Dal punto di vista di Cayce il soggetto delle anime compagne non era semplicemente una questione di attrazione fisica o sessuale; era invece una relazione inestricabilmente connessa con il processo di evoluzione e crescita spirituali proprio dell’individuo. Quella premessa viene esplorata in gran parte del materiale di Cayce.

    Nonostante le sue capacità documentate come intuitivo, di primo acchito potremmo chiederci in che modo le informazioni di Cayce possono farci capire meglio l’argomento delle anime compagne contemporanee. Dopotutto Edgar Cayce fece la sua ultima lettura nel 1944, molto tempo prima ancora che fosse disponibile gran parte delle informazioni sui rapporti anime compagne, e, tuttavia, per la caratteristica della sua opera e le domande postegli da individui molto simili a noi, Cayce può essere straordinariamente qualificato come risorsa competente sull’argomento.

    Per un periodo di quarantatré anni Edgar Cayce offrì consultazioni intuitive, chiamate letture, a individui di ogni provenienza religiosa e classe sociale. In centinaia, se non migliaia, di casi Cayce inoltre esplorò come i rapporti personali si interconnettono con lo sviluppo spirituale di un’anima. Infatti, una delle premesse sempre presenti nelle informazioni di Cayce è che spessissimo impariamo a conoscere noi stessi attraverso i nostri rapporti con altre persone. Sia quando apprendiamo a conoscere l’amore di fronte a qualcuno che riteniamo caro, sia crescendo nella pazienza attraverso una vita di sfide, è attraverso le nostre interazioni con altri che diventiamo consapevoli delle nostre imperfezioni e delle nostre doti. È attraverso i nostri incontri personali che col tempo ci rendiamo conto su che cosa dobbiamo lavorare, nonché che cosa abbiamo con cui lavorare. Cayce credeva che fosse anche attraverso le dinamiche dei nostri rapporti che cresciamo nella consapevolezza della nostra vera identità e del nostro legame fondamentale con Dio.

    Forse la cosa più eccezionale nelle informazioni di Cayce riguardo alle anime compagne è il fatto che esse offrono un’analisi approfondita di centinaia di rapporti portati avanti nel contesto della reincarnazione. Per più di vent’anni in circa 2000 letture sulle vite Cayce esplorava per gli individui il loro sviluppo spirituale attraverso varie vite e i loro nessi corrispondenti delle vite passate con i rapporti attuali. Per esempio, informandosi sul collegamento nelle vite passate con la moglie attuale, un uomo trentacinquenne ottenne questa risposta: Siete spesso stati compagni in precedenza – nel dolore e nei momenti di esaltazione (2421-2).

    Dal punto di vista di Cayce un rapporto anime compagne è un legame crescente con un altro individuo che l’anima riprende nuovamente in vari momenti e luoghi. Da una fonte di informazioni che chiamava l’Archivio Akashico o il Libro della Vita Edgar Cayce era in grado di valutare lo sviluppo di rapporti nel corso del tempo e di descrivere come le influenze e le scelte delle vite passate incidevano sul presente. Più che semplicemente offrire agli individui qualche disquisizione filosofica, le sue letture descrivevano in dettaglio pareri e consigli pratici che i suoi clienti potevano utilizzare e applicare. Considerato nel suo insieme, il materiale di Cayce sulle relazioni costituisce una delle fonti di informazioni più significative sulle dinamiche di ogni tipo di interazioni umane, il fine delle nostre esperienze interrelazionali e la natura stessa dell’anima.

    Forse, per il

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