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Essenza
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E-book213 pagine1 ora

Essenza

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PRESENTAZIONE
«Essenza», di Rubén Cedeño, è la raccolta di dodici lezioni tenute consecutivamente dall’autore a Buenos Aires, altre città della Repubblica Argentina, Montevideo e Santiago del Cile, tra luglio e agosto del 2018. I capitoli di questo libro furono scritti per tale proposito e tutte le meditazioni furono registrate in studio e messe a disposizione del pubblico. Lo scopo di questo testo non è comunicare una conoscenza teorica, bensì esercitarsi e kinesiare l’informazione contenuta in ogni capitolo, man mano che scorre, per mezzo di decreti, meditazioni e respirazioni.
LinguaItaliano
Data di uscita22 apr 2021
ISBN9789878390956
Essenza

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    Essenza - Rubén Cedeño

    Catañy

    PRESENTAZIONE

    «Essenza», di Rubén Cedeño, è la raccolta di dodici lezioni tenute consecutivamente dall’autore a Buenos Aires, altre città della Repubblica Argentina, Montevideo e Santiago del Cile, tra luglio e agosto del 2018. I capitoli di questo libro furono scritti per tale proposito e tutte le meditazioni furono registrate in studio e messe a disposizione del pubblico. Lo scopo di questo testo non è comunicare una conoscenza teorica, bensì esercitarsi e kinesiare l’informazione contenuta in ogni capitolo, man mano che scorre, per mezzo di decreti, meditazioni e respirazioni.

    1

    ESSENZA

    Buenos Aires, 13/8/2018

    1.  Esiste «Un’Essenza» che è realmente il nucleo della religione, della mistica, della devozione, del credere, della fede; che è alla base dei credi autentici ed è il nucleo centrale della spiritualità dei veri devoti, credenti, santi e maestri. Quest’«Essenza» della genuina spiritualità, non contaminata dalle speculazioni teologiche, non corrotta dalle creazioni delle menti tossiche di alcuni praticanti chiamati religiosi, è il reale, l’autentico, ciò che veramente riempie interiormente, ciò che dà la risposta alle aspirazioni devozionali, ciò che redime e mantiene al sicuro. È la vera fede.

    2.  A quest’Essenza, la mente, i sentimenti, la teologia, possono darle il nome di Dio e chiamarla in modi diversi, come: «Il Tutto», «Il Nulla», «Il Cosmo», «Il Padre», «La Madre Divina», «L’Energia», «Il Grande Architetto», «Quello», «L’Assoluto», «Parabrahman», «Īshwara», «La Presenza Io Sono» o qualche altra denominazione; in ogni caso, è la stessa «Essenza» e risponde a colui che ne indaga, le si appassiona, a colui che ad essa si consegna.

    3.  Quest’«Essenza» è la Natura Originaria della «Totalità della Vita», conosciuta come «Dio», l’«Essere Universale»; e anche del tuo «Essere», chiamato l’«Essere Interno», il tuo «Io Sono», la «Monade». La cosa importante non sono i nomi, ma la consapevolezza che ne deriva. Fermati su questo, pensaci, riflettici, concentrati, medita, contemplalo e accettalo.

    4.  Quest’«Essenza» è percepita dal vero beato cattolico, dall’ebreo, dal musulmano, dall’indù, dal Buddhadharmista, dal seguace della cosiddetta New Age o di qualsiasi altra fede. Quest’«Essenza» è la stessa per tutti, ciò che cambia è solo la parte esterna, a seconda della diversa pratica religiosa. Siccome quest’«Essenza» è la stessa per tutti quelli che hanno un risveglio interno, è inutile, aggressivo, crudele e disumano criticare il credo che un altro pratica perché è diverso dal proprio, sempre che quella fede sia del tutto genuina.

    5.  Quando una persona ha un avvicinamento genuino a «Quest’Essenza», in essa vi è unità e fratellanza tra tutti, saggezza, intelligenza, consapevolezza, affetto, vicinanza, bellezza, purezza, elevazione, verità, mistica, devozione, ordine, perdono e amore compassionevole. Se non c’è qualcosa di questo, non c’è percezione di «Quest’Essenza». Quando la presunta connessione con «Quest’Essenza» è falsa, non vale la pena di occuparsi della questione, nemmeno per condannarla o spiegarla; è inutile, la cosa migliore è ignorarlo o tacere, perché la preclara onestà dell’avvicinamento a «Quest’Essenza» non si può obbligare, falsare né imitare. Essa, di per sé, è onestà, cristallinità, trasparenza in tutte le questioni.

    6.  «Quest’Essenza» può essere sentita, rivelata, manifestata, avvicinata o essere come il «Santissimo Sacramento dell’Altare» o «Eucarestia», come un «Crocifisso», come un’immagine di Gesù, Maria o un Santo, per i cattolici; come la Bibbia per i cristiani o evangelici; come la Tebá o Bima dove si legge la Torah, per gli ebrei; come una figura del Signor Gautama per i praticanti del Buddhadharma; come il nome di Al-lāh o come il mihrab, il luogo verso il quale gli islamici rivolgono la preghiera; come il Shiva Lingam o il japamālā di un indù; o come l’Immagine della Presenza Io Sono, di un Maestro o di un Santo. «Quest’Essenza», come Essenza, è in definitiva di tutti e per tutti.

    7.  Quest’Essenza è, di per sé, gli «Aspetti della Vita», quelli che si possono definire «Doni dello Spirito Santo», «Aspetti di Dio» o «Sette Raggi». «Quest’Essenza» è anche le Leggi o i Principi Universali o Naturali.

    8.  Quando si è depressi, senza conforto, senza fede, abbattuti, si può trovare un rifugio attraverso qualsiasi espressione di «Quest’Essenza» –un tempio, una preghiera, un mantra o un libro– e, in tal modo, contattarla ottenendo conforto, guarigione, elevazione, illuminazione, fede, salvezza, saggezza, redenzione o perdono. Requisito indispensabile è possedere una caratteristica dei santi e dei maestri di quasi tutte le religioni: non avere rapporti con l’inganno, la separazione, la mancanza di amore, la critica e molte altre cose.

    9.  Tutti possono accedere a «Quest’Essenza» e ricevere i suoi innumerevoli benefici, bisogna avere bontà e purezza interiore; altrimenti, l’agire di «Quest’Essenza» diventa difficile.

    SENZA LA CONSAPEVOLEZZA DELL’ESSENZA

    10.  Quando sul volto di una persona, un sacerdote, un facilitatore o un conferenziere, si vede oscurità, mancanza di allegria interiore o brutto aspetto, è perché è sconnesso da «Quest’Essenza», sebbene dica di essere spiritualmente una cosa o l’altra. «Quello che si vede non necessita spiegazioni, non si chiede, si sa».

    11.  A chi non ha la consapevolezza del vincolo con «l’Essenza» non brillano gli occhi, non è felice, non ha riscontri, tantomeno dalle persone nobili; non consola, non è originale, copia tutto, non cura nessuno, sia egli un sacerdote, un vescovo, un papa o un guru. La cosa più importante è il vincolo della coscienza con «l’Essenza», da lì poi tutto inizia a brillare, emerge una felicità di base, si comincia a trovare conforto, a guarire e si ha provvista di beni e di virtù, non importa se la persona è papa, guru, maestro o rabbino.

    12.  Quando presumibilmente per quest’«Essenza» si condanna o si provocano guerre religiose, quando c’è divisione a causa di posizioni fanatiche, la consapevolezza di quest’«Essenza», in modo sottile e delicato, senza essere percepita, svanisce e lascia la persona nell’aridità. Chiunque sia stato o sia consapevole dell’«Essenza» perdona, ha Amore Compassionevole, non discrimina, non si separa, può stare anche con esattori delle imposte, prostitute, commercianti, corrotti, benché «l’Essenza» non abbia nulla a che fare con questi comportamenti.

    ATTUAZIONE DELL’ESSENZA

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