Se vuoi sopravvivere all'università, smetti di studiare
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Anteprima del libro
Se vuoi sopravvivere all'università, smetti di studiare - Alessio Gordon
PARTE I
MIGLIORA COME STUDENTE
INTRODUZIONE ALLA
PARTE I
La scopo della prima parte è di farti migliorare come studente. Nei successivi capitoli discuteremo di questioni importanti che, come studente, devi conoscere prima di cominciare l’università. Non devi iniziare l'università senza prima aver focalizzato questi aspetti. Attraverso la lettura della parte I potrai partire col piede giusto.
I prossimi capitoli ti aiuteranno a:
• Scegliere quale corso è più adatto a te, fornendoti gli strumenti per valutare la sua reale utilità per il tuo futuro.
• Ridurre lo stress universitario ed eliminare le più comuni problematiche che affliggono gli studenti.
• Affrontare gli esami con la giusta mentalità.
• Comprendere il funzionamento degli esami.
• Organizzare il lavoro, sia a casa che all’università.
• Superare la fase di transizione tra l'università ed il mondo del lavoro.
Lo scopo della prima parte è quello di fornirti gli strumenti per iniziare l’università con un preciso obiettivo, valorizzare la tua laurea nel mondo del lavoro e su come trascorrere quegli anni in modo sereno. Sono troppi i giovani che vivono l’università come se fosse un purgatorio. In futuro non devi pentirti di aver scelto di studiare, devi essere felice di aver fatto questa scelta. Quindi, come prima cosa, lavora su te stesso e comincia col piede giusto.
Capitolo 1
FAI LA TUA SCELTA
Qual’ è il motivo per cui vorresti iscriverti all’università? Stai seguendo una passione o un reale obiettivo? Hai le idee chiare su cosa fare o stai imitando i tuoi amici?
Ci sono varie ragioni per iniziare l’università. Potresti farlo per seguire la tua passione, per indecisione sul futuro, per imitare i tuoi amici, per rendere orgogliosi i tuoi genitori o altre ancora. In realtà, la maggior parte delle motivazioni sono errate. Sono due i motivi per cui ha senso iscriversi all’università e solo uno è valido per un giovane neodiplomato: quello economico. Se sei uno di quei giovani che decide di iscriversi perché è indeciso su cosa fare, per rimandare il lavoro o è convinto che la laurea segnerà una tappa importante per la formazione della sua persona interiore, preparati a ricevere un forte schiaffo della vita al termine degli studi. Stai iniziando l’università per la ragione sbagliata. Potresti avere fortuna e centrare ugualmente un obiettivo o potresti avere sfortuna e rimpiangere il giorno in cui ti sei iscritto. Però, iniziare col piede sbagliato di certo non aiuterà la fortuna. L’unica ragione per cui un giovane dovrebbe iscriversi all’università è per migliorare le proprie possibilità lavorative, ma di questo ne parleremo in modo più approfondito nel prossimo capitolo. Lo so, adesso potrebbe sembrarti banale ed estremamente scontato, ma se ascolti molti neodiplomati in procinto di iscriversi, o quando toccherà a te, ti renderai conto che prendere questa decisione non è affatto semplice. Quando frequentavo l’ultimo anno delle superiori ricordo che nella mia classe eravamo in tanti ad essere insicuri su che cosa fare dopo la scuola. In quei momenti si è consapevoli dell'importanza e del valore che quella scelta avrà sul futuro. Nessuno vuole iniziare un percorso universitario per poi pentirsene, eppure non sono pochi i neodottori che se potessero tornare indietro prenderebbero una strada diversa. Altri escono dagli studi spaesati o indecisi di cosa fare della loro vita. Altri ancora vanno in crisi emotiva al primo anno o nel mezzo della carriera universitaria. Quindi cosa hanno sbagliato? Non doveva essere una scelta banale?
All’inizio potrebbe risultare scontato che un ragazzo debba dedicare tempo, soldi e fatica in cambio di un futuro migliore, un futuro più sereno che, sulla base degli insegnamenti errati generati dalla nostra società, è garantito al 100%. Fin da piccoli veniamo indotti a credere che in cambio di un grosso sacrificio si debba per forza ottenere qualcosa. Questo in parte si origina quando veniamo premiati per l’impegno
. L’impegno è un fattore molto importante per realizzare i tuoi obiettivi, ma uno sforzo titanico mosso nella direzione sbagliata ti porterà ad ottenere tanta delusione e molta rabbia verso il sistema. Prova a fare una ricerca su internet o sui social network sul numeri di giovani che, terminata l’università, dopo oltre 5 anni di martirio sui libri si pentono della loro scelta. Si trovano spaesati, in un mondo che non li appartiene e non li accoglie; sono troppo vecchi per iniziare come apprendisti (rispetto ai neodiplomati), ma troppo giovani in termini di esperienza per ottenere posizioni di comando rispetto a chi lavora nel loro settore da anni seppur con un titolo di studio inferiore. A quel punto il loro pensiero si dirigerà verso i coetanei che hanno iniziato da subito a lavorare, ed ora, oltre ad uno stipendio sicuro stanno per acquistare una casa di proprietà. Tutto questo può causare forme di depressione a chi in realtà dovrebbe essere felice e pieno di vita.
Che cosa è successo a questi ragazzi? Cosa hanno fatto di sbagliato? Si sono sempre impegnati, hanno studiato molto, sono davvero qualificati per ricoprire un certo ruolo, ma nessuno sembra volersene fare qualcosa. La risposta è semplice: hanno sbagliato la scelta iniziale, hanno sbagliato il loro percorso ed ora non possono più tornare indietro. Hanno sprecato diversi anni della loro vita quando avrebbero fatto prima a trovarsi un lavoro appena finite le scuole superiori.
Quindi, come si fa a fare la scelta corretta? Il primo consiglio che voglio darti è: prendi il tuo tempo.
Un tipico ragazzo che frequenta le scuole superiori ad un certo punto inizierà a sentire una forte pressione emotiva per la scelta del suo futuro. Questo è il primo nemico da sconfiggere. Questa pressione emotiva è divisa in due parti: l’influenza degli altri e la fretta di decidere. Sono sicuro che ti saranno venuti in mente alcuni ricordi leggendo questa frase. Quante volte hai preso una decisione basata sull’influenza degli altri o mossa dalla fretta? Superare il primo ostacolo psicologico è molto semplice: devi ragionare con la tua testa. È importante avere il controllo su te stesso. Ci saranno i tuoi genitori, che ansiosi di farti fare la scelta migliore
ti metteranno molta pressione sulle decisioni per il tuo futuro; ci sarà la scuola coi suoi professori, i quali in base alle loro idee ti spingeranno in una direzione rispetto un’altra; infine ci saranno i tuoi amici od il tuo partner che ti influenzeranno sia direttamente, esprimendoti la loro opinione, che indirettamente, portandoti ad imitare le loro di scelte. Questo è il primo ostacolo.
Devi essere te a scegliere.
Devi cacciare via come se fosse un ospite indesiderato ogni pensiero che non ti appartiene, ogni concetto, idea od opinione che si basa sull’influenza di qualcun altro sulla tua sfera personale. L’unico modo per fare la scelta corretta è quello di deciderla con la tua testa, libero dalle influenze altrui. Ti potrei citare tanti esempi di ragazzi che hanno scelto un percorso, rispetto ad un altro, basandosi sule influenze degli altri per poi arrivare a rimpiangere quella scelta. Ma non lo farò, perché sono certo che ne conoscerai qualcuno. Almeno un giorno se arriverai a pentirti lo avrai fatto seguendo una tua decisione.
Il secondo nemico a livello psicologico è la fretta. Qualsiasi studente delle scuole superiori, in particolar modo al quinto anno, si sentirà addosso molta pressione sul decidere alla svelta che cosa fare terminata la scuola, se studiare o se lavorare. Questa fretta potrebbe generare molta ansia. A quel punto pur di eliminare l’ansia lo studente farà una scelta, anche a costo di sbagliare in modo consapevole pur di togliersi quel peso dallo stomaco.
Come ho già detto prima, prendi il tuo tempo.
Dopo le superiori ti attende un bivio importante che influenzerà di molto la tua vita. Per decidere quale strada percorrere devi essere lucido e ben consapevole di chi sei e di quello che vuoi. Una decisione mossa dalla fretta ti porterà facilmente nella direzione sbagliata e di sicuro non è quello che vuoi. Puoi tranquillamente iscriverti all’università anche uno o due anni dopo il diploma. Non devi sentirti indietro o sfigato rispetto ai tuoi coetanei che magari già studiano o lavorano mentre te sei ancora indeciso. Non è così raro che uno studente universitario si iscriva ad un corso per poi arrivare al secondo o terzo anno e trasferirsi a un altro. Potrebbe sembrarti strano, ma nell’ambiente universitario è una cosa considerata normale. Ad esempio guarda tutti quelli che inizialmente falliscono il test di ingresso per medicina, ma dopo alcuni anni riescono a superarlo. Mollano tutto e ripartono da zero, anche a 23/24 anni nonostante medicina sia un corso lungo, che dura almeno sei anni, più un settimo per l’abilitazione. Eppure questi ragazzi sono disposti a vedere le loro prime buste paga
, come contributo di specializzazione, anche oltre i 30 anni. Ne vedrai diversi di esempi simili. Ti sembra ancora così grave iniziare l’università a 20/21 anni invece che a 19? È meglio iscriversi all’università uno o due anni dopo ma sapere con certezza che cosa fare piuttosto che sprecare quegli anni a studiare delle materie di cui non ti interessa niente e che hai scelto giusto per fare qualcosa. Non esiste nessuna regola che imponga di iniziare l’università subito dopo il diploma. Se non sei sicuro di che cosa fare, prenditi un po’ di tempo per riflettere. Un buon modo per schiarirti le idee è quello di iniziare un lavoro, anche part-time o stagionale. Cominciare a vivere come una persona indipendente ti aiuterà a capire che cosa vuoi. Quando dedichi molto del tuo tempo a lavorare realizzi che cosa avresti dovuto fare da giovane
. Si tratta di un buon modo per valutare la strada giusta per te. Puoi anche lavorare di fantasia. Immagina di rimanere chiuso per 8 ore a fare un lavoro che non ti piace...che cosa penseresti? Che cosa avresti preferito fare?
Capitolo 2
STUDIARE O LAVORARE, QUESTO È IL DILEMMA
È importante focalizzare un obiettivo prima di iniziare l’università. Come abbiamo detto prima, sono due i possibili motivi per i quali ha senso iscriversi e dedicare anni della propria vita a studiare. Il primo è per seguire una passione, il secondo, più importante, riguarda la sfera economica o lavorativa.
Passione. Ci sono tanti ragazzi che si iscrivono all’università per seguire le proprie passioni. Il problema nasce quando quel corso offre pochi o nessuno sbocco lavorativo. Questa è una scelta che solo una persona indipendente dal punto di vista economico può permettersi di fare. Se ti rispecchi in questa situazione non devi rinunciare a seguire la tua passione, ma ti consiglio di farlo solo dopo che avrai raggiunto una forma, almeno minima, di stabilità economica. Più è lungo il percorso che vorresti seguire più dovrai essere stabile prima di iniziarlo. Se ignori questo consiglio al termine degli studi potresti trovarti con la qualifica di Dottore, ma privo di abilità lavorative e ad età in cui è difficile essere assunti come prima esperienza. Il rischio è quello di arrivare a 23/25 anni privo di esperienza e con in tasca una pergamena che offre poche opportunità lavorative. Se nel tuo ambito il numero di posti disponibili è basso e il numero di laureati è alto troverai molta concorrenza. A quel punto dovrai ripiegare verso altri settori, ma sarai svantaggio rispetto ai neodiplomati perché sarai più grande di età e senza esperienza. Quanto appena detto vale anche per chi si iscrive senza riflettere, spinto dalla fretta di fare qualcosa
. In questo caso dovrai sperare nella fortuna di non aver imboccato una strada sbagliata. Nel prossimo capitolo analizzeremo come valutare l’utilità lavorativa di un corso universitario. Se invece sei una persona adulta con un reddito fisso puoi tranquillamente approfondire un argomento che ti è sempre interessato senza troppe complicazioni sul piano personale.
Lavoro. Il secondo motivo per iniziare l’università è quello economico o lavorativo. Questa è una delle due opzioni per le persone che non hanno la possibilità di vivere di rendita. Lo so, detta così è angosciante, ma è la dura realtà. Se non sei indipendente a livello economico le strade sono due: o lavori o studi per ottenere un lavoro migliore. Tutto il resto sono chiacchiere. Non sottovalutare questa affermazione. Se fosse tutto così semplice non troveresti tanti ragazzi che si rendono conto di aver buttato anni della loro vita a causa di una scelta sbagliata. Eppure il concetto è così ovvio: o lavori o studi. Il tuo unico obiettivo deve essere quello di ottenere una professione meglio pagata o meno faticosa rispetto al lavoro che troveresti col solo diploma. Se poi riesci a fare questo seguendo una tua passione ancora meglio. L’università è un luogo formativo a livello di competenze e non di persona
. Alcuni sostengono che un percorso di studi faccia maturare
i ragazzi, ma non è quello il suo scopo. Tra i 19 e 25 anni chiunque matura
anche chi ha scelto di lavorare, e magari pure più velocemente di chi ha scelto di studiare. Lo scopo dell'università è di fornire delle competenze da spendere nel mondo del lavoro. Fine. Può anche servire come crescita personale, per sviluppare una passione, ma in questo caso richiede prima una situazione economica stabile.
➢ Se ti iscrivi per seguire una passione, devi prima essere stabile a livello economico.
➢ Se ti iscrivi per migliorare le tue opportunità lavorative, scegli un corso adatto allo scopo.
Ti voglio raccontare la mia esperienza, sono sicuro che ti sarà utile in quanto è facile che ti troverai ad affrontare le mie stesse sfide e conoscerle prima ti potrà aiutare a superarle al meglio. Io ero uno di quei ragazzi che appena finito il liceo voleva lavorare. Il solo pensiero di dover trascorrere un minimo di altri 3, 5 o 6 anni sui libri (in base al tipo di corso di studio) mi faceva salire una forte nausea. L’idea di vivere chiuso in casa, schiavo dei libri e del tutto dipendente dai miei genitori mi indirizzò a cercare un lavoro. Non riuscivo proprio a digerire il fatto di dover ancora chiedere i soldi in casa a 22 o 24 anni. Volevo lavorare da subito, almeno per qualche anno, cosicché mi sarei messo un po’ di risparmi da parte. In seguito avrei anche potuto laurearmi in tutta tranquillità. Con la laurea giusta avrei potuto trovare, rispetto al mio primo impiego, un lavoro migliore con la possibilità di fare carriera. Purtroppo il mio programma lineare si è scontrato con la dura realtà degli anni 2012-2013 nei quali l’Italia si trovava in piena crisi economica (e rispetto ad allora oggi siamo messi anche peggio). Cercai per mesi ma non trovai nessuno disposto ad assumere un giovane pieno di buona volontà. Negli annunci di lavoro compariva spesso la frase Cerchiamo giovani con esperienza
. Ma come fa un giovane ad avere esperienza se prima non lavora? Le uniche offerte che trovai riguardavano solo degli incarichi-fregatura
, ovvero dei lavori in nero ultra-sottopagati oppure dei contratti a provvigioni che rispecchiavano il concetto di schiavitù moderna. In un’occasione mi fu persino proposto uno stage presso un’azienda, della durata di sei mesi, per circa 5500€ in totale. Il problema è che quei soldi avrei dovuto sborsarli io. Mi avevano letteralmente proposto un contratto a stipendio invertito
, offrendomi in cambio la generosa opportunità di fare esperienza
. Il paradosso più totale: il dipendente deve pagare per poter lavorare. Era davvero difficile trovare un qualsiasi impiego nonostante la mia assidua ricerca. A meno che non ti trovi in una situazione davvero disperata ti sconsiglio di accettare simili contratti
. È più produttivo cercare senza successo che farsi schiavizzare legalmente. Trascorso quasi un anno dalla data del mio diploma, vidi su internet un bando di concorso pubblico per lavorare alcuni mesi nella polizia locale. Decisi di provarlo e, fresco dagli studi del liceo, fui in grado di studiare il programma senza troppe difficoltà. Superai la prova scritta, poi quella orale e mi piazzai in una buona posizione nella graduatoria, ottenendo da lì l’assunzione. Da quel momento capii cosa volesse dire avere un lavoro normale con un contratto che ti tutela. Per me fu come scoprire un altro pianeta. Durante il lavoro imparai che la graduatoria del