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La pedagogia
De Magistro
Mon crédo pédagogique
Serie di e-book27 titoli

I Grandi dell'Educazione

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Info su questa serie

Rudolf Steiner ci consegna riflessioni di un’estrema attualità:
“La bellezza deve regnare sovrana e far da interprete della verità nell’età della scuola dell’obbligo e anche in seguito.”
“Se si vuol capire l’uomo, la prima cosa da fare è far sparire l’intellettualismo. L’uomo non può essere capito in modo intellettualistico.”
“L’educazione deve avere un’anima! Come scienziati non si può avere un’anima, si può avere un’anima solo quando si crea da artisti. Si può avere un’anima dando una veste artistica anche alla scienza, grazie al modo in cui la si presenta. Non lo si può invece col contenuto della scienza come viene intesa oggi.”
“ogni educazione, ogni istruzione deve sgorgare da una vera conoscenza dell’essere umano.”
“una vera, genuina conoscenza dell’uomo non può limitarsi a comprendere il singolo uomo secondo corpo, anima e spirito come egli ci si presenta, ma più di tutto deve considerare con l’occhio dell’anima ciò che avviene tra gli uomini nella vita terrena.”

E sul ruolo dell’insegnante ci ricorda come:
“L’individualità dell’insegnante conta ben di più di tutte le direttive pedagogiche da tavolino. È questa individualità che deve farsi valere nella scuola.”
“se il maestro saprà di nuovo formare artisticamente la propria lezione, così che l’arte vi regni ovunque, allora potrà nascere un nuovo movimento giovanile.”
LinguaItaliano
Data di uscita11 giu 2013
La pedagogia
De Magistro
Mon crédo pédagogique

Titoli di questa serie (27)

  • Mon crédo pédagogique

    6

    Mon crédo pédagogique
    Mon crédo pédagogique

    Mon crédo pédagogique est le «manifeste» des nouvelles écoles. Au moment où un coup de feu au milieu d'un marécage pédagogique que ne pouvait pas reconnaître la centralité du sujet dans le processus éducatif. Dewey est devenue le principal représentant théoricien de l'école progressive. Avec la nouvelle formation se produisait un changement du noyau autour duquel les pratiques éducatives: de l'enseignant de l'enfant. Le point fondamental de l'analyse pédagogique Dewey est donnée par une conception de l'éducation comme une «participation sociale de la conscience individuelle de l'espèce», c'est le principe de la vie démocratique de sa plus haute manifestation et significative. Si la société démocratique est le produit de l'intelligence des hommes, à leur tour, la formation de l'intelligence est un facteur décisif pour la vie démocratique. La vie démocratique est nourrie, en bref, grâce à la culture de l'intelligence. La relation étroite entre la démocratie et l'éducation est la base de la relation interactive entre l'école et la société. L'école est basée sur les activités et les intérêts des élèves, classés comme une communauté ouverte à la réalité sociale, a décidé de ne pas mouler de manière standardisée, mais leur valeur en fonction de leur potentiel, que l'on appelle la condition indispensable à l'émergence d'une société dont les humains peuvent vivre dans une démocratie de façon personnelle. Dewey écrit, «avec un haut s'opposer à l'expression de l'individualité et de la culture, de la discipline en dehors de l'activité libre, à l'apprentissage par les livres et les enseignants, l'apprentissage par l'expérience, l'achat de compétences et de techniques isolées par l'exercice s'oppose à la réalisation d'eux comme un moyen d'atteindre l'objectif qui répondent aux besoins vitaux, la préparation d'un avenir plus ou moins lointain est opposé à l'exploitation au maximum les possibilités de la vie présente aux buts et contrairement aux matériaux statique familiariser avec un monde en mouvement ". Parmi ces principes, celui de l'apprentissage par l'expérience (learning by doing) occupe une place centrale dans la réflexion de l'auteur. L'expérience est le point de toutes les connaissances et toutes les pratiques éducatives de départ. L'expérience de Dewey désigne tout ce qui est connu, tout ce qui se passe dans le monde, tout ce que vous essayez et que vous souffrez, c'est une réalité qui inclut tout: comprend ce qui est rationnel et logique que celle qui est irrationnelle et inconsciente.

  • La pedagogia

    3

    La pedagogia
    La pedagogia

    “Il gran segreto del perfezionamento del genero umano è riposto nel problema dell’educazione”. Queste parole di Kant sono l’espressione del suo pensiero pedagogico: dall’educazione dipende l’avvenire del genere umano, risultando il più efficace strumento del progresso civile. L’interesse di Kant per le questioni educative è noto (si narra che la lettura dell’Emilio di Rousseau venne fatta con così tanta passione e attenzione da portarlo a sospendere la regolarità delle sue passeggiate quotidiane), e alcuni principi dell’Emilio si ritrovano nel volume per ciò che riguarda la morale, la disciplina e soprattutto l’educazione fisica. Kant è un “discepolo” indipendente, e che mira e va più alto nel correggere il suo maestro. Una generazione educa l’altra; e così il progresso dell’educazione va necessariamente unito alla perfezione della natura umana. Questa è la responsabilità educativa che Kant assume per sé e per le generazioni a venire. Questo piccolo trattato pedagogico risulta chiaro e di facile lettura, ben più delle “Critiche”; è “popolare” e ricco di informazioni pratiche, non lontano nei principi, da quanto scritto nelle opere più sistematiche. Alcuni testi inediti di Kant completano il volume dando un’immagine non usuale del grande filosofo tedesco.

  • De Magistro

    2

    De Magistro
    De Magistro

    Un testo fondamentale per comprendere il pensiero pedagogico ed educativo del nostro tempo. San’Agostino pone alcune domande centrali per la formazione dell’uomo alla conoscenza e al sapere: come si conosce? Come si accede al sapere? Quale rapporto esiste tra il docente e il discente? Quali sono gli elementi con i quali si riconosce il vero sapere? Sant’Agostino offre al lettore moderno una preziosa riflessione utile per aprirsi ad una dimensione pedagogica moderna: il sapere frutto della rielaborazione autonoma del soggetto in formazione. Il linguaggio è la forma con la quale il sapere si manifesta, diventando l’elemento didattico per eccellenza. Il De Magistro è stato composto nel 389, poco dopo la conversione; uno degli ultimi scritti di Agostino in forma di dialogo: un’occasione in cui il metodo dialettico per la formazione della persona viene utilizzato e serve per riflettere sulla natura dell'apprendere e dell'insegnare, e più esattamente chi può insegnare, chi è il maestro, e se si può apprendere da un altro. Agostino lega apprendimento e didattica in una più ampia dimensione pedagogica e, in essa, con l’intero corpo dei saperi e con l’intera natura umana: è centrale il processo educativo della persona. Per Agostino il discente deve essere guidato dal “maestro” verso la costruzione di sé e ciò non può prescindere dall’altro e dal rapporto con il mondo, che è storia, società, cultura. Essa è dunque in primo luogo capacità di relazione, in senso ampio (emotivo, affettivo, cognitivo, umano), ma anche capacità di mutamento e trasformazione, capacità di progettare se stessi in un continuo processo di ricostruzione della propria storia personale. E’, dunque, formazione della persona e assunzione di responsabilità: il soggetto dell’azione non può fare a meno di ricordare e interpretare l’altro, se stesso ed il mondo. Il volume si competa con alcune riflessioni aggiuntive di studiosi italiani che ci aiutano a comprendere la grandezza pedagogica ed educativa di Sant’Agostino, offrendoci un quadro della modernità dell’autore. Inoltre nel testo è contenuto un testo fondamentale: la lettera apostolica di Giovanni Paolo II con la quale il Pontefice ha voluto ribadire la grandezza di pensiero ed etica di Sant’Agostino, vero faro per le generazioni a venire.

  • I libri della famiglia

    1

    I libri della famiglia
    I libri della famiglia

    L’umanesimo è stato un periodo della nostra storia che ha consegnato all’umanità alcune delle opere migliori mai realizzate. Non fa eccezione la letteratura e le arti filosofiche all’interno delle quali spicca la figura di Leon Battista Alberti, studioso poliedrico che ha caratterizzato la sua epoca. Leon Battista Alberti è considerato il modello dell’umanista, colui che ha incarnato l’Uomo Nuovo nato dall’Umanesimo, integrale e universale, che sa trarre dalla vita e dal mondo tutto ciò che questi gli possono offrire; un uomo fatto di anima e corpo, rivolto insieme al cielo e alla terra, libero seppure con i vincoli dati dalla fortuna. È’ questo l'uomo della città terrena, cui la religione non comanda più rinunce o ascesi, ma di "ben vivere, umanamente vivere questa vita che è pur dono di Dio, in questo mondo che è pur tempio di Dio". La riflessione pedagogica dell’Alberti segna un profondo rinnovamento dei metodi e delle concezioni educative. Alberti vuole sgretolare procedure codificate per introdurre caratteri di forte originalità: usa il “volgare”, in grado di esprimere qualunque contenuto e di rivolgersi ad un pubblico ampio. Usa la forma dialogica riconoscendo saggio non il filosofo, ma il pensatore non professionale e non professorale che ha imparato dagli artigiani e dalla natura a conoscere l’uomo e il mondo. Seguire le inclinazioni del fanciullo, correggere con dolcezza, sono alcuni principi che riportano al fine dell’educazione: la conquista della virtù. Una riflessione profonda e acuta sulla didattica umanistica presente nel volume correda l’opera dando modo di apprezzare ulteriomente la grandezza dell’opera di Leon Battista Alberti.

  • Per una libera educazione

    5

    Per una libera educazione
    Per una libera educazione

    Erasmo, grande umanista del Cinquecento, ricordato e celebrato per l'ironico e godibilissimo Elogio della follia, scrive questo testo nel 1529, che per profondità d'indagine e l'attualità dei principi esposti costituisce un testo di pedagogia di straordinario interesse anche per il lettore contemporaneo. L’educazione allo studio va iniziata in tenerissima età, quando la memoria è più robusta e l'apprendimento più rapido. Non a caso, sostiene l'umanista olandese, i grandi ingegni sono quasi sempre il prodotto di maestri eminenti e di un'educazione precoce. I genitori devono molto ai figli, che contribuiscono alla loro immortalità; perciò devono aver cura della loro educazione. L’intelletto, poi, è la qualità che avvicina l'uomo a Dio e per questo motivo ragione e intelligenza vanno coltivate sin dai primi anni. Un’eccellente educazione tiene alla larga le passioni distruttive: l'ambizione, la cupidigia, l'ira, l'invidia, l'amore per il lusso e la lussuria. Soprattutto vince l’ignoranza e la malvagità, le vere cause della morte dell'anima. La sapienza priva di morale non vale granché. Anche dal punto di vista pratico, insegna più in un anno lo studio dell’etica che in trenta l'esperienza diretta del mondo. Man mano che crescerà, il bambino dovrà progressivamente imparare ad amare i genitori, rispettare gli anziani, emendarsi dai capricci e dalla petulanza. Importante sarà procurarsi un eccellente precettore, che saprà rendere l'apprendimento giocoso, graduale e confacente alle naturali inclinazioni del bambino. Soprattutto chi si occupa di insegnare al bambino dovrà ricorrere alla dolcezza e non alla ferocia. Alla larga i maestri prepotenti, burberi, incapaci di far amare lo studio ai propri allievi. Soltanto i tiranni terrorizzano i cittadini, mentre mantenere l'ordine con la benevolenza, la moderazione e la prudenza è opera divina. Il volume contiene, oltre al testo di Erasmo, due saggi molto importanti: uno studio di Jean-Claude Margolin, forse lo studioso europeo che meglio conosce il pensiero di Erasmo; e un testo del nostro grande filosofo Norberto Bobbio che, all’Università di Torino, ha tenuto un mirabile discorso di commemorazione di Erasmo, che in quell’università si fermò a studiare per alcuni mesi.

  • Mi credo pedagógico

    7

    Mi credo pedagógico
    Mi credo pedagógico

    Mi credo pedagógico es el "manifiesto" de las nuevas escuelas. Por el momento se disparó un tiro en el medio de un pantano pedagógico que no podía reconocer la centralidad del sujeto en el proceso educativo. Dewey se convirtió en el representante máximo teórico de la escuela progresista. Con la nueva educación se estaba produciendo un cambio en el núcleo en torno al cual las prácticas educativas: desde el maestro al niño. El punto fundamental del análisis de la pedagogía de Dewey está dada por una concepción de la educación como "la participación social de la conciencia individual de la especie", es decir, en el principio de la vida democrática de su manifestación más alta y significativa. Si la sociedad democrática es el producto de la inteligencia de los hombres, a su vez, la educación de la inteligencia es un factor decisivo para la vida democrática. La vida democrática se nutre, en definitiva, a través del cultivo del intelecto. La estrecha relación entre la democracia y la educación es la base de la relación interactiva entre la escuela y la sociedad. La escuela se basa en las actividades e intereses de los alumnos, ordenados como una comunidad abierta a la realidad social, acordó no moldearlos en una forma estandarizada, sino para valorarlas en función de su potencial, que se conoce como la condición indispensable para el surgimiento de una sociedad en la que los seres humanos pueden experimentar en forma personal la democracia. Dewey escribe, "con una tapa se oponen a la expresión de la individualidad y de la cultura, la disciplina fuera de la actividad libre, para aprender de los libros y los maestros, el aprendizaje mediante la experiencia; compra de habilidades y técnicas aisladas a través del ejercicio se opone al logro de ellos como un medio para conseguir el objetivo que satisfacer las necesidades vitales, la preparación para un futuro más o menos lejano se opone a la explotación al máximo las posibilidades de la vida presente a los propósitos y frente a los materiales estática familiarización con un mundo en movimiento ". Entre estos principios, el de aprendizaje a través de la experiencia (learning by doing) ocupa un lugar central en la reflexión del autor. La experiencia es el punto de partida de todo conocimiento y toda la práctica educativa. La experiencia de Dewey denota todo lo que se vive, todo lo que sucede en el mundo, todo lo que intenta y que sufre, es una realidad que incluye todo: incluye lo que es racional y lógico que el que es irracional e inconsciente.

  • Poema Pedagogico

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    Poema Pedagogico
    Poema Pedagogico

    Educatori per un mondo nuovo In questo Poema è raccontata la storia vera, bella ed avvincente di una colonia di recupero per ragazzi sbandati e di uomo che facendo leva solo sulla sua ferma convinzione, riguadagna alla vita quei giovani ormai ritenuti perduti per la società. Il suo impegno riguarda la natura umana e la sue possibilità di essere buona o cattiva a seconda del volgere non di quello che veniva definito Fato, ma dell’azione e della volontà di chi ha responsabilità nello svelare il potenziale positivo che gli eventi possono aver nascosto nell’uomo. L’azione del Poema si svolge in Ucraina, una delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, a pochi anni dalla Rivoluzione di Ottobre. Makarenko, convinto comunista, sente che è necessario recuperare alla Patria Sovietica quel patrimonio che ne rappresenta il futuro e si dedica a questa impresa con completa dedizione. Egli vuole educare la gioventù, non solo, ma ha anche un obiettivo e un traguardo preciso: la creazione dell’uomo nuovo sovietico che deve essere onesto, onorato, lavoratore ed inserito pienamente nel collettivo della società comunista, pronto ad ubbidire ma anche a comandare e ad assumere le responsabilità necessarie all’avanzata di tutta la collettività, impegnando le sue qualità personali solo per realizzare questo avanzamento e non per suo tornaconto. Il Poema descrive questa impresa. L’azione di Makarenko si concretizza in una colonia, la Colonia Gor’kij, dove accoglie ragazzi inviategli dalle Autorità o presentatesi spontaneamente. Dopo una fase iniziale di organizzazione in cui stabilisce una disciplina accettata dai colonisti e li avvia al lavoro agricolo, crea i reparti, nuclei di giovani specializzati in lavori particolari, che affida alla responsabilità dei comandanti. Già il titolo con la definizione dell’opera come “Poema” ci indica che Makarenko tratterà l’argomento con il respiro e la grandiosità di un grande affresco i cui personaggi descrivono una avventura che ha le caratteristiche del poema epico, cavalleresco, storico, ma essenzialmente e profondamente pedagogico. Makarenko è indiscutibilmente epico e, come altri grandi educatori come don Milani o Alexander Neil, sono dei sognatori con i piedi per terra, perché hanno Fede e ripongono fiducia nei loro Credi. Sono uomini di Fede, assertori del messaggio originale nelle sue essenziali applicazioni. Ed è inevitabile che si scontrino con la Fede diventata burocrazia, che tenta di cancellarli per far salve le ragioni di stato, salvo poi riabilitarli, quando si ritiene che non potranno più fare danno alla istituzionalizzazione della Fede. La lezione che lasciano questi uomini profetici, coraggiosi, giusti e limpidi è semplice e complessa allo stesso tempo. Chiunque abbia buon senso e un poco di amore può dare tanto a chi ne ha bisogno, ma allo stesso tempo l’amore non basta, serve anche una visione pratica, educativamente fondata, determinata e lungimirante ed una sopportazione da eroi.

  • La sociedad desescolarizada

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    La sociedad desescolarizada
    La sociedad desescolarizada

    Este libro es una crítica a la educación tal y como se lleva a cabo en las economías "modernas". Lleno de observaciones críticas sobre los planes de estudios de su tiempo, el libro puede parecer desfasado, pero sus afirmaciones y propuestas básicas siguen siendo tan radicales y certeras hoy como lo fueron en su momento, a través de ejemplos reales sobre la naturaleza ineficaz de la educación escolarizada, Illich se mostraba favorable al autoaprendizaje, apoyado en relaciones sociales libremente intencionadas en encuentros y conversaciones fluidas e informales: “La educación universal por medio de la escolarización no es factible. No sería más factible si se la intentara mediante instituciones alternativas construidas según el estilo de las escuelas actuales. Ni unas nuevas actitudes de los maestros hacia sus alumnos, ni la proliferación de nuevas herramientas y métodos físicos o mentales (en el aula o en el dormitorio), ni, finalmente, el intento de ampliar la responsabilidad del pedagogo hasta que englobe las vidas completas de sus alumnos, dará por resultado la educación universal. La búsqueda actual de nuevos embudos educacionales debe revertirse hacia la búsqueda de su antípoda institucional: tramas educacionales que aumenten la oportunidad para que cada cual transforme cada momento de su vida en un momento de aprendizaje, de compartir, de interesarse. Confiamos en estar aportando conceptos necesarios para aquellos que realizan tales investigaciones a grandes rasgos sobre la educación --y asimismo para aquellos que buscan alternativas para otras industrias de servicio establecidas.” Las últimas frases dejan claro lo que el título sugiere, que la institucionalización de la educación marca una tendencia hacia la institucionalización de la sociedad, y por el contrario las ideas de des-institucionalización de la educación podrían ser un punto de partida hacia la des-institucionalización de la sociedad. Y ahí es donde la radicalidad de sus ideas quedan claras. Como pensador holístico, con una inteligencia formidable y una erudición cultural amplísima, Illich siempre plantea sus análisis en los términos más amplios posibles, pero precisos y certeros en sus críticas. El libro es más que una crítica, contiene propuestas en positivo para reinventar el aprendizaje a lo largo de toda la sociedad y de toda la existencia de cada individuo. Es de particular importancia su propuesta de crear "tramas de aprendizaje" (learning webs) apoyadas en tecnologías avanzadas.

  • De Magistro

    4

    De Magistro
    De Magistro

    Il De Magistro è molto più di un semplice trattato sulla didattica in quanto problematizza due istanze: come rendere il più possibile efficace la dialettica tra insegnamento e apprendimento, e il problema del rapportarsi dell‘uomo alla verità. Colui che ha il compito di insegnare deve essere una figura di livello eccezionalmente elevato, qualcuno il cui spessore è ben diverso dal personaggio che ha il compito di insegnare qualcosa; il “maestro” di san Tommaso non ha soltanto una preparazione altissima e a tutto campo di ciò che insegna, deve anche sentire, con forza, la responsabilità, in questo rapporto, verso le persone che dovrà invogliare al medesimo percorso che lui ha già fatto. Dal De Magistro, emerge una figura di docente alla quale si chiedono alte responsabilità e preparazione, pur nella ammissione di quanto poco egli “immette nel processo del sapere se paragonato a quanto vi mette il soggetto stesso”. San Tommaso ci invita ad una modernità sconosciuta allora, e spesso poco praticata anche ora: la capacità del docente di lasciare il soggetto in primo piano, attivando le risorse personali dello studente; partire dal rapporto con l’esistente per arrivare ad una conquista autonoma del sapere. Il fascino dell’elaborazione di san Tommaso risiede nella grande fiducia e nel rispetto che egli ha per l‘uomo concreto, nel considerarlo padrone di se stesso e dei propri strumenti, artefice del proprio destino e del proprio percorso di vita. Un Dio è necessario, certamente, proprio alla libertà dell‘uomo che, grazie all‘essere stimolato dal maestro, può staccarsi da ogni rischio di dipendenza dalle cose. La trascendenza, intesa in questa accezione, pone una relazione che non è una dipendenza. Il conoscere per san Tommaso, può essere raggiunto con due modalità: l‘inventio e la disciplina. Il riferimento all‘educazione “scolastica” comincia così a delinearsi con molta chiarezza: il sapere è già, in potenza, in chi impara; tutti gli uomini, anche se con modi diversi, possono imparare da sé. La differenza non riguarda solamente sviluppare delle capacità cognitive, ma avere la consapevolezza, con il supporto attivo del maestro, delle modalità di applicazione delle proprie risorse interne. Mario Casotti, pedagogista che molto conosce del pensiero tomista, conclude il saggio che è posto al termine del De Magistro con queste parole: “il pensiero di S. Tommaso ci fa, oggi, l’effetto che fa sempre il ritorno all’antico, quando è, come nel nostro caso un antico «più vero» e, perciò, più «moderno» del moderno: l’effetto di una novità addirittura rivoluzionaria. Studiare S. Tommaso vuol dire, in questa come in tante altre questioni, ritrovare noi stessi. Una pedagogia del passato? Diciamo, piuttosto: una pedagogia dell’avvenire.”

  • Descolarizzare la società

    9

    Descolarizzare la società
    Descolarizzare la società

    Ivan Illich è stato un profeta? Descolarizzare la società è stato solo uno slogan o un’anticipazione del futuro? La scuola, così come la conosciamo finora, ha raggiunto o fallito il suo scopo? I curricula scolastici sono costruiti attorno alla “vita reale” o sono espressione di un sapere slegato dalla realtà? Queste domande, oggetto della riflessione di molti studiosi, politici e pedagogisti contemporanei, sono state analizzate da Illich più di quarantanni fa e hanno contribuito a dar vita a questo volume che, per molti versi, anticipa la lettura della realtà attuale descrivendo alcuni rischi ai quali la scuola poteva andare incontro con l’organizzazione dei saperi e della struttura così come era allora; d’altra parte anticipa, quasi profeticamente, alcuni indirizzi che avrebbero potuto portare la scuola ad essere un reale agente di cambiamento sociale; per altro ancora, Illich ci ricorda qual è il soggetto che dovrebbe essere al centro della vita scolastica: lo studente, aiutato a costruirsi una coscienza critica e una capacità di analisi e sintesi della realtà. Illich, muovendosi su un terreno spigoloso quale è la critica alla scuola, in qualunque continente ed epoca ci si trovi, ci offre delle riflessioni che ancora oggi stupiscono per la loro modernità e attenzione ai bisogni dello studente che, sempre nel testo, viene messo al centro di ogni azione educativa e sociale che la scuola possa intraprendere. Illich prefigura una società svincolata dal solo apprendimento che avviene all’interno della scuola, anticipando quanto verrà poi definito in termini di “apprendimento informale, non formale, esperienziale”. La cultura e la crescita dell’uomo non avvengono solo nelle strutture formali, ma il grande messaggio che Ilich ci consegna è quello di fare della nostra vita un teatro dell’apprendimento all’interno del quale ognuno, senza vincoli formali, possa essere di aiuto e sostegno all’altro, una civiltà dove la convivialità è la “cifra” del vivere comune.

  • La funzione di globalizzazione nell'insegnamento

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    La funzione di globalizzazione nell'insegnamento
    La funzione di globalizzazione nell'insegnamento

    Nuovi metodi di insegnamento Oliver Decroly (pedagogista e psicologo belga, 1871-1932) parte da una critica ai metodi d'insegnamento delle scuole tradizionali, in quanto non andavano incontro alle capacità ricettive ed elaboratrici dell'alunno, opponendovi un nuovo principio pedagogico “globale”, che governa non solo le percezioni ma anche le attività dell'essere umano, e quello di "interesse" o "bisogno". Nella sua scuola l'aula come luogo d'insegnamento viene sostituito dall'ambiente esterno all'edificio, un nuovo spazio in cui l'alunno può coltivare tutti gli aspetti della propria individualità e facilitare l'adattamento naturale e sociale. Dopo aver fatto riconoscere al bambino i propri bisogni fondamentali, Decroly stabiliva un'idea-perno principale collegata ad uno di tali bisogni, e lo faceva diventare un centro d'interesse attorno al quale si sviluppava l'attività scolastica. La creazione di un centro d'interesse faceva in modo che tutte le attività fossero finalizzate all'acquisizione di una nozione. L'unità della proposta didattica è quindi garantita da un programma di idee associate attraverso il riferimento al centro d'interesse. La sua teoria della globalizzazione dell'insegnamento era legata alla teoria del centro d'interesse. L'apprendimento parte dal concreto e dalla globalità delle cose, in quanto questa percezione del globale nel bambino è innata e spontanea. Il metodo globale di conseguenza presenta da prima il tutto e successivamente guida all'analisi del particolare. Per esempio l'insegnamento della lettura prevede prima la presentazione dell'intera parola e successivamente delle sillabe e delle lettere. In questo modo il bambino apprende anche la scrittura senza alcuna difficoltà. Questo metodo è ancora oggi adottato in molte scuole, anche in Italia.

  • My pedagogic creed

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    My pedagogic creed
    My pedagogic creed

    My Pedagogic Creed is the "manifesto" of the new schools. By the time a shot was fired in the middle of a swamp pedagogical could not recognize the centrality of the subject in the educational process. Dewey became the theoretical maximum representative of the progressive school. With the new education was occurring a shift of the core around which the educational practices: from the teacher to the child. The fundamental point of the analysis of pedagogical Dewey is given by a conception of education as a "social participation of the individual consciousness of the species" that is in the principle of democratic life its highest manifestation and meaningful. If the democratic society is the product of the intelligence of men, in turn, the education of intelligence is a decisive factor for democratic life. The democratic life is nourished, in short, through the cultivation of the intellect. The close relationship between democracy and education is the basis of the interactive relationship between school and society. The school is based on the activities and interests of the pupils, ordered as an open community to social reality, agreed not to mold them in a standardized way, but to value them according to their potential, is referred to as the indispensable condition for the emergence of a society in which humans can experience in a personal way democracy. Dewey writes, "with a top oppose the expression of individuality and culture, the discipline outside the free activity, to learning from books and teachers, the learning through experience; purchase of isolated skills and techniques through exercise opposes the achievement of them as a means to achieve the purpose that meet vital needs, the preparation for a more or less remote future is opposed to the maximum exploitation of the possibilities of the present life to the purposes and opposed to static materials familiarization with a world in motion. " Among these principles, that of learning through experience (learning by doing) occupies a central place in the reflection of the author. The experience is the starting point of all knowledge and all educational practice. The experience for Dewey denotes everything that is experienced, everything that happens in the world, everything you try and you suffer, it is a a reality that includes everything: includes what is rational and logical as that which is irrational and unconscious.

  • Leonardo e Geltrude - primo volume

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    Leonardo e Geltrude - primo volume
    Leonardo e Geltrude - primo volume

    L'educazione del popolo Leonardo e Geltrude è, probabilmente, l’opera maggiormente conosciuta di Pestalozzi ed è uno dei grandi romanzi pedagogici del romanticismo. Per i suoi contenuti e la sua forza morale, è paragonato ai Promessi Sposi di Alessandro Manzoni così come al Wilhem Meister di Goethe. Pestalozzi si propone di elevare, per mezzo dell’educazione, le classi disagiate e derelitte alla coscienza della propria umanità, acquistando dignità grazie all’istruzione e al lavoro. Protagonisti sono Leonardo, un muratore, e la sua coraggiosa moglie Geltrude, simbolo della dimensione familiare e materna. Geltrude, ispirata, comprende subito che per la soluzione dei problemi sociali che affliggono il villaggio di Bonnal, è necessaria la collaborazione di tutti. Rivolgendosi al feudatario, denunciando i soprusi del podestà, chiedendo la collaborazione del pastore, Geltrude coinvolge l’intero villaggio in un cammino di redenzione, miglioramento e salvezza. Con il supporto di Leonardo, che per primo incarna la “redenzione” auspicata da Geltrude, rinunciando agli ozi e ai vizi dell’osteria, e il sostegno di alcune figure chiave del villaggio, Geltrude contribuisce a riportare nel villaggio un clima sereno e collaborativo, primo passo per una crescita morale delle persone. In questo primo volume, infatti, le vicende del villaggio di Bonnal sono predominanti: la cacciata del podestà, la lotta alle superstizioni, l’aiuto reciproco a favore dei più bisognosi, sono alcuni dei temi che vengono sviluppati da Pestalozzi. Senza dimenticare l’influenza di Rousseau e degli ideali illuministi, l’educazione dei più piccoli, la crescita morale degli adulti. Si incomincia anche a notare il tratto distintivo della pedagogia di Pestalozzi che si tradurrà in una vera e propria “educazione popolare”, che troverà moltissimi seguaci negli anni a seguire. L’autore Pedagogista svizzero (1746-1727), nato a Zurigo da una famiglia di origine italiana, è stato uno dei più importanti pedagogisti, educatori e riformatori del sistema scolastico dell’epoca illuministico-romantica. P. intende l’educazione come libera e spontanea formazione della personalità del bambino, che lo deve guidare alla luce di una coscienza morale e religiosa verso la società e la vita. Secondo il suo metodo, i bambini devono essere istruiti con attività concrete e con le realtà oggettive e devono essere lasciati liberi di perseguire i propri interessi e di ricavare le proprie conclusioni dai concetti che gli vengono presentati. Fonda e dirige numerose scuole convinto che la didattica è l’arte di agevolare l’apprendimento, operando sulla mente del fanciullo con elementi presi dalla realtà.

  • Studio e lavoro alla scuola rinnovata di Milano

    13

    Studio e lavoro alla scuola rinnovata di Milano
    Studio e lavoro alla scuola rinnovata di Milano

    Esperienze di scuola innovativa La "rinnovata" di Milano nasce da un'intuizione di Giuseppina Pizzigoni, maestra elementare che trova i programmi ministeriali vecchi ma, soprattutto, lontani dai reali bisogni dei ragazzi. Il bisogno di rinnovare profondamente la didattica, l'ispirazione dei grandi pedagogisti internazionali, il desiderio di offrire ai ragazzi un ambiente più stimolante per l'apprendimento, porta Giuseppina a definire una scuola che mette al centro dell'azione educativa il ragazzo e che offre, attraverso materiali e attività pratiche, una serie di strumenti che facilitano l'apprendere dei ragazzi. La rinnovata trova subito un terreno fertile nella Milano di inizio '900 e, grazie anche al sostegno di numerose personalità influenti, diventa subito un punto di riferimento dei riformatori scolastici dell'epoca. In questo testo si trovano le linee educatove fondamentali della rinnovata e molti materiali di lavoro innovativi, a testimonianza del grande impegno didattico profuso dalla Pizzigoni. La rinnovata di Milano è un'esperienza viva ancora ai nostri giorni, sempre attiva e attenta ai bisogni dei suoi studenti.

  • La scuola moderna

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    La scuola moderna
    La scuola moderna

    La scuola moderna: una scuola per i ragazzi Francisco Ferrer fu un riformatore della scuola spagnola finendo per pagare a caro prezzo la sua opposizione alle rigide regole educative del suo tempo e per la sua vicinanza a posizioni tangenti l’anarchismo. In una manciata di pagine ha delineato i fondamenti della sua scuola moderna: formare delle intelligenze libere, responsabili, capaci di favorire lo sviluppo delle facoltà umane. Nella scuola moderna si praticava la coeducazione delle classi sociali e dei sessi – assoluta novità nella storia scolastica di quei tempi – e il principio di uguaglianza e solidarietà è incompatibile con il sistema dei premi e dei castighi e con i voti e gli esami. L’educatore asseconda il desiderio del ragazzo di passare dal gioco al lavoro vero e proprio, che lo aiuterà a trovare la propria realizzazione e, importante, non contro ma insieme agli altri. Molto importanti per comprendere l’esperienza della scuola moderna è la lettura dei “Bollettini” che mensilmente riportavano teorizzazioni, approfondimenti, esperienze, vita concreta che si sviluppava nelle scuole; diventando il vero strumento di fondazione teorica della scuola stessa. In questo testo riportiamo i primi 11 numeri del Bollettino. La prima scuola moderna nasce nel 1901 e questa esperienza prosegue fino al 1909 quando Ferrer viene coinvolto nei disordini della Semana tragica e condannato, ingiustamente, a morte. La sua morte, duramente condannata da molti intellettuali europei e non, colpì duramente l’organizzazione della scuola moderna, ponendo così termine ad un’esperienza che ancora oggi insegna molto a chi voglia seguire un’educazione libera, attenta ai bisogni dei ragazzi, tesa a sollecitare le potenzialità degli studenti.

  • Leonardo e Geltrude - terzo volume

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    Leonardo e Geltrude - terzo volume
    Leonardo e Geltrude - terzo volume

    Educazione popolare Leonardo e Geltrude è, probabilmente, l’opera maggiormente conosciuta di Pestalozzi ed è uno dei grandi romanzi pedagogici del romanticismo. Per i suoi contenuti e la sua forza morale, è paragonato ai Promessi Sposi di Alessandro Manzoni così come al Wilhem Meister di Goethe. Pestalozzi si propone di elevare, per mezzo dell’educazione, le classi disagiate e derelitte alla coscienza della propria umanità, acquistando dignità grazie all’istruzione e al lavoro. Protagonisti sono Leonardo, un muratore, e la sua coraggiosa moglie Geltrude, simbolo della dimensione familiare e materna. Geltrude, ispirata, comprende subito che per la soluzione dei problemi sociali che affliggono il villaggio di Bonnal, è necessaria la collaborazione di tutti. Rivolgendosi al feudatario, denunciando i soprusi del podestà, chiedendo la collaborazione del pastore, Geltrude coinvolge l’intero villaggio in un cammino di redenzione, miglioramento e salvezza. Nel terzo libro, Pestalozzi ci offre un quadro dettagliato e preciso delle sua idee pedagogiche, facendo in modo che i notabili del villaggio prendano consapevolezza del fatto che la qualità della vita del popolo può migliorare solo a patto di provvedere alla sua educazione, di migliorare le condizioni della vita materiale e di avviare un processo di razionalizzazione del lavoro manifatturiero. Questo compito viene affidato a Glüphi, un ex-tenente ora a riposo a causa delle ferite di guerra, che sostituisce l'anziano maestro e avvia un progetto di riforma dell'educazione. L'obiettivo di Glüphi è il raccordo tra istruzione e lavoro: perseguendo tale finalità, progetta un sistema di educazione incentrato sulla tessitura, così come gli viene consigliato dalla volenterosa Geltrude. Nasce una scuola a tempo pieno in cui i bambini imparano a contare stando al telaio, inoltre la lettura e la scrittura saranno apprese in modo attivo, grazie a innovativi materiali didattici costruiti da Glüphi stesso. L’autore Pedagogista svizzero (1746-1727), nato a Zurigo da una famiglia di origine italiana, è stato uno dei più importanti pedagogisti, educatori e riformatori del sistema scolastico dell’epoca illuministico-romantica. P. intende l’educazione come libera e spontanea formazione della personalità del bambino, che lo deve guidare alla luce di una coscienza morale e religiosa verso la società e la vita. Secondo il suo metodo, i bambini devono essere istruiti con attività concrete e con le realtà oggettive e devono essere lasciati liberi di perseguire i propri interessi e di ricavare le proprie conclusioni dai concetti che gli vengono presentati. Fonda e dirige numerose scuole convinto che la didattica è l’arte di agevolare l’apprendimento, operando sulla mente del fanciullo con elementi presi dalla realtà. La sua didattica “puerocentrica” e concreta aveva come obiettivo la preparazione dell’individuo all’uso libero ed integrale di tutte le facoltà per diventare utile alla società sviluppando, in anticipo su molti altri pedagogisti, una educazione olistica centrata sulla dimensione intellettuale (mente), etica (la formazione del “cuore”), tecnica (formazione della “mano”).

  • L'Educazione nella Nuova Era

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    L'Educazione nella Nuova Era
    L'Educazione nella Nuova Era

    Alice A. Bailey fu studiosa di vasta portata. Le sue analisi coprono una vasta gamma di sistemi e di argomenti filosofici ed esoterici quali ad esempio il rapporto tra spiritualità e sistema solare, la meditazione, i fondamenti psicologici e terapeutici della spiritualità, il destino delle nazioni, e le prescrizioni morali e politiche per una società del futuro. I suoi scritti forniscono poi molte informazioni sulla natura e sull'attività dei Mahatma o Maestri di Saggezza, ciascuno impegnato a favorire il miglioramento di settori specifici delle attività umane, attraverso la collaborazione e il servizio di discepoli presenti in ogni nazione. In questo testo l’autrice presenta l'insegnamento del Maestro Djwal Khul, che sottolinea come ogni settore nel quale l'uomo mette a frutto i propri talenti, da quello educativo a quello politico, da quello religioso a quello economico, debba essere rivalutato, concepito innanzitutto nel suo significato e valore spirituale: «La parola “spirituale” non si riferisce qui a quelle che comunemente sono dette questioni religiose. Qualsiasi attività che spinga l'essere umano verso una qualche forma di sviluppo – fisico, emotivo, mentale, intuitivo, sociale – che sia avanzata rispetto al suo stato presente è essenzialmente spirituale nella sua natura e segno di vitalità dell'entità divina interiore». Senso di responsabilità, condivisone e fratellanza sono alcune delle linee educative che chiunque deve seguire, ancor di più chi vuole dedicare la sua vita al servizio della comunità. L’educazione nella nuova era richiede a tutti un elevato grado di maturità personale, possibile sotto la guida di maestri e con l’aiuto di “spiriti superiori”.

  • Leonardo e Geltrude - volume secondo

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    Leonardo e Geltrude - volume secondo
    Leonardo e Geltrude - volume secondo

    Educazione popolare Leonardo e Geltrude è, probabilmente, l’opera maggiormente conosciuta di Pestalozzi ed è uno dei grandi romanzi pedagogici del romanticismo. Per i suoi contenuti e la sua forza morale, è paragonato ai Promessi Sposi di Alessandro Manzoni così come al Wilhem Meister di Goethe. Pestalozzi si propone di elevare, per mezzo dell’educazione, le classi disagiate e derelitte alla coscienza della propria umanità, acquistando dignità grazie all’istruzione e al lavoro. Protagonisti sono Leonardo, un muratore, e la sua coraggiosa moglie Geltrude, simbolo della dimensione familiare e materna. Geltrude, ispirata, comprende subito che per la soluzione dei problemi sociali che affliggono il villaggio di Bonnal, è necessaria la collaborazione di tutti. Rivolgendosi al feudatario, denunciando i soprusi del podestà, chiedendo la collaborazione del pastore, Geltrude coinvolge l’intero villaggio in un cammino di redenzione, miglioramento e salvezza. In questo secondo volume, Pestalozzi, tramite il discorso finale del parroco, sottolinea come non sia facile vivere da uomo morale, dato che nella natura umana è presente una tensione. Da un lato vi sono gli impulsi e l’egoismo, poiché la “natura sensuale e animale” induce l’uomo a cercare il piacere ed evitare qualsiasi avversione. Dall’altro lato c’è l’opposizione della coscienza e del migliore giudizio. Queste sono espressione della “natura superiore, eterna e divina” e aiutano l’uomo a riconoscere che quando si lascia libertà alla natura nascono litigi, lotte, crudeltà, guerra e miseria e la vita rimane incompiuta. È una delle convinzioni fondamentali di Pestalozzi: che l’individuo possa essere degno del suo destino e svegliare in se stesso la vita morale solamente tramite l’educazione. Il volume si chiude quindi con una domanda: l’uomo che cresce, come può arrivare ad essere in grado di poter fare tutto ciò? L’autore Pedagogista svizzero (1746-1727), nato a Zurigo da una famiglia di origine italiana, è stato uno dei più importanti pedagogisti, educatori e riformatori del sistema scolastico dell’epoca illuministico-romantica. P. intende l’educazione come libera e spontanea formazione della personalità del bambino, che lo deve guidare alla luce di una coscienza morale e religiosa verso la società e la vita. Secondo il suo metodo, i bambini devono essere istruiti con attività concrete e con le realtà oggettive e devono essere lasciati liberi di perseguire i propri interessi e di ricavare le proprie conclusioni dai concetti che gli vengono presentati. Fonda e dirige numerose scuole convinto che la didattica è l’arte di agevolare l’apprendimento, operando sulla mente del fanciullo con elementi presi dalla realtà. La sua didattica “puerocentrica” e concreta aveva come obiettivo la preparazione dell’individuo all’uso libero ed integrale di tutte le facoltà per diventare utile alla società sviluppando, in anticipo su molti altri pedagogisti, una educazione olistica centrata sulla dimensione intellettuale (mente), etica (la formazione del “cuore”), tecnica (formazione della “mano”).

  • L'iniziazione

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    L'iniziazione
    L'iniziazione

    Capire l'antroposofia ed educarsi alla scienza occulta (ed. 2022) Rudolf Steiner è una figura centrale nella cultura mondiale di inizio secolo ‘900 e ha contribuito alla crescita dell’umanità attraverso un percorso molto particolare. I suoi studi hanno abbracciato la teosofia, l’antroposofia e la sua conoscenza dei sentieri dell’illuminazione ha contribuito allo sviluppo di una nuova coscienza planetaria. Steiner ha affrontato il tema dell’educazione come primario nelle sue riflessioni, consapevole che l’educazione fosse una chiave di sviluppo importantissima. Moltissimi sono i testi che racchiudono il suo pensiero educativo. Qui presentiamo il primo dedicato alla crescita personale e all’inziazione. Nel testo sono racchiusi dei saggi che vogliono dimostrare come in ogni uomo esistono facoltà che, se opportunamente destate, gli permettono di acquisire conoscenze sui mondi superiori, seguendo i gradini dell'Iniziazione: • preparazione; • illuminazione; • controllo di pensieri e sentimenti. L'avvio lungo questo cammino presuppone un ben determinato atteggiamento dell'anima: occorre avviare un processo di autoeducazione smorzando e successivamente eliminando in radice la critica, il giudizio, la disposizione a sentenziare che sono propri di un essere non affine alla venerazione della conoscenza. Di particolare interesse sono i capitoli dedicati alle modificazione della vita onirica dell'Iniziato ed al suo incontro con il Piccolo ed il Grande Guardiano della Soglia. Nella descrizione e nel commento di questo incontro Steiner richiama il significato delle plurime incarnazioni dell'essere umano nel corso della sua evoluzione. Il significato pedagogico dell’opera appare laddove viene ricordato che l’uomo partecipa al miglioramento del mondo attuando una rigenerazione della dimensione spirituale universale, legando il proprio sviluppo ai cicli naturali.

  • Knowledge of the higher worlds and its attainment

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    Knowledge of the higher worlds and its attainment
    Knowledge of the higher worlds and its attainment

    Rudolf Steiner’s thought is central in world culture of the past century and has contributed to the growth of humanity through a very particular path. His studies have embraced theosophy, anthroposophy and his knowledge of the paths of enlightenment has contributed to the development of a new planetary consciousness. Steiner addressed the issue of education as a primary in his thoughts, knowing that education was a key development important. Many are the texts that surround his educational thought. Here we present the first dedicated to personal growth and initiation. Are enclosed in the text of the wise who want to prove how in every man there are faculties which, if properly aroused, allow him to gain knowledge about the higher worlds, following the steps of Initiation: preparation, lighting, control of thoughts and feelings. The start along this path requires a very specific attitude of the soul must begin a process of self-education and subsequently eliminating the root dampening criticism, judgment, sentencing disposition which are proper to a being akin to veneration of knowledge. Of particular interest are the chapters devoted to the modification of the dream life of the Initiate and his meeting with the Small and the Great Guardian of the Threshold. In the description and commentary of this match Steiner recalls the significance of the multiple incarnations of the human being in the course of its evolution. The meaning of pedagogical work appears where it is recalled that man participates in the improvement of the world by implementing a universal regeneration of the spiritual dimension, linking its development to the natural cycles.

  • Leonardo e Geltrude - quarto volume

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    Leonardo e Geltrude - quarto volume
    Leonardo e Geltrude - quarto volume

    Leonardo e Geltrude è, probabilmente, l’opera maggiormente conosciuta di Pestalozzi ed è uno dei grandi romanzi pedagogici del romanticismo. Per i suoi contenuti e la sua forza morale, è paragonato ai Promessi Sposi di Alessandro Manzoni così come al Wilhem Meister di Goethe. Pestalozzi si propone di elevare, per mezzo dell’educazione, le classi disagiate e derelitte alla coscienza della propria umanità, acquistando dignità grazie all’istruzione e al lavoro. Protagonisti sono Leonardo, un muratore, e la sua coraggiosa moglie Geltrude, simbolo della dimensione familiare e materna. Geltrude, ispirata, comprende subito che per la soluzione dei problemi sociali che affliggono il villaggio di Bonnal, è necessaria la collaborazione di tutti. Il barone Arner e il parroco Ernst rispecchiano l'impegno educativo dell'aristocrazia e della Chiesa, gruppi sociali a cui Pestalozzi attribuisce l'impegno concreto di iniziative destinate al rinnovamento morale della società. Allo stesso modo il principe incarna l'ideale pestalozziano di uno Stato educatore. Ed è proprio nel quarto volume che Arner si impegna personalmente con il principe per far sì che l'esperienza di Bonnal venga estesa a tutto lo Stato e, difatti, nonostante alterne vicende, la riforma educativa sarà estesa a tutto lo Stato. Nel frattempo, la malattia di Arner si aggrava e nonostante le più alte cariche del villaggio provino preoccupazione e apprensione per le sue condizioni, il popolo sembra indifferente alle sorti del suo feudatario. Questo conduce Pestalozzi a sviluppare quella che viene chiamata la "filosofia del tenente", vale a dire la tendenza umana al male e di come si di importanza fondamentale un'educazione che la ostacoli. L’educazione, secondo Pestalozzi, è la “forza comune” che collega tutto ed è identica all’amore. Alla fine dei conti si tratta di educazione e istruzione nell’amore, con l’amore, per l’amore. Come dice lo stesso Pestalozzi: “Solo nell’elevamento dell’uomo riconosco la possibilità della formazione del nostro genere stesso all’umanità. L’amore è l’unico, l’eterno fondamento dell’istruzione della nostra natura all’umanità.” L’autore: Pedagogista svizzero (1746-1727), nato a Zurigo da una famiglia di origine italiana, è stato uno dei più importanti pedagogisti, educatori e riformatori del sistema scolastico dell’epoca illuministico-romantica. P. intende l’educazione come libera e spontanea formazione della personalità del bambino, che lo deve guidare alla luce di una coscienza morale e religiosa verso la società e la vita. Secondo il suo metodo, i bambini devono essere istruiti con attività concrete e con le realtà oggettive e devono essere lasciati liberi di perseguire i propri interessi e di ricavare le proprie conclusioni dai concetti che gli vengono presentati. Fonda e dirige numerose scuole convinto che la didattica è l’arte di agevolare l’apprendimento, operando sulla mente del fanciullo con elementi presi dalla realtà. La sua didattica “puerocentrica” e concreta aveva come obiettivola preparazione dell’individuo all’uso libero ed integrale di tutte le facoltà per diventare utile alla società sviluppando, in anticipo su molti altri pedagogisti, una educazione olistica centrata sulla dimensione intellettuale (mente), etica (la formazione del “cuore”), tecnica (formazione della “mano”)

  • Il mio credo pedagogico

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    Il mio credo pedagogico
    Il mio credo pedagogico

    Il Mio Credo Pedagogico è il “manifesto” delle scuole nuove. Per l’epoca fu una fucilata sparata nel mezzo di una palude pedagogica che non riusciva a riconoscere la centralità del soggetto nel processo educativo. Dewey divenne il massimo rappresentante teorico della Scuola progressiva. Con l’educazione nuova si stava verificando uno spostamento del nucleo attorno al quale ruotano le pratiche educative: dal maestro al bambino. Il punto fondante dell’analisi pedagogica di Dewey è dato da una concezione dell’educazione come “partecipazione dell’individuo alla coscienza sociale della specie” che trova nel principio della vita democratica la sua manifestazione più alta e significativa. Se la società democratica è il prodotto dell’intelligenza degli uomini, a sua volta l’educazione dell’intelligenza costituisce un fattore decisivo per la vita democratica. La vita democratica si alimenta, insomma, mediante la coltivazione delle intelligenze. Lo stretto rapporto che intercorre tra democrazia e educazione è alla base della relazione interattiva tra scuola e società. La scuola basata sull’attività e sugli interessi degli alunni, ordinata come una comunità aperta alla realtà sociale, impegnata a non plasmarli in modo standardizzato, ma a valorizzarli secondo le loro potenzialità, viene indicata come la condizione indispensabile per il manifestarsi di una società nella quale gli esseri umani possano sperimentare in modo personale la democrazia. Scrive ancora Dewey: “All’impostazione dall’alto si oppongono l’espressione e la cultura dell’individualità; alla disciplina esterna la libera attività; all’imparare dai libri e dai maestri, l’apprendere attraverso l’esperienza; all’acquisto di abilità e di tecniche isolate attraverso l’esercizio si oppone il conseguimento di esse come mezzi per ottenere fini che rispondono a esigenze vitali; alla preparazione per un futuro più o meno remoto si oppone il massimo sfruttamento delle possibilità della vita presente; ai fini ed ai materiali statici è opposta la familiarizzazione con un mondo in movimento”. Fra questi principi, quello dell’apprendere attraverso l’esperienza (Learning by doing) occupa un posto centrale nella riflessione dell’autore. L’esperienza costituisce il punto di partenza di ogni conoscenza e di ogni pratica educativa. L’esperienza per Dewey denota tutto ciò che è sperimentato, tutto ciò che avviene nel mondo, tutto ciò che si prova e si subisce, è una realtà onniinclusiva: comprende quello che è razionale e logico come quello che è irrazionale e inconscio. Il testo contiene la versione originale e la traduzione italiana, per dar modo al lettore di sperimentare la forza dello scritto di Dewey.

  • La riforma dell'educazione

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    La riforma dell'educazione
    La riforma dell'educazione

    Educazione e crescita dell'uomo Giovanni Gentile fu filosofo, politico, pedagoista, autore di una riforma dell'educazione e della scuola italiana che ha inciso fortemente sullo sviluppo delle politiche scolastiche nel nostro Paese. In quiesto testo, frutto di conversazioni e dialoghi con i maestri di Trieste, viene offerta una visione della scuola e dell'educazione che, in parte, ritroviamo ancora oggi. Le idee di Gentile hanno caratterizzato il dibattito politico e culturale e con questo testo abbiamo la possibilità di leggere in originale la fonte di tali idee.

  • Didática Magna

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    Didática Magna
    Didática Magna

    Comenius foi o criador da Didática Moderna e um dos maiores educadores do século XVII; já no século 17, ele concebeu uma teoria humanista e espiritualista da formação do homem que resultou em propostas pedagógicas hoje consagradas ou tidas como muito avançadas. Entre essas idéias estavam : o respeito ao estágio de desenvolvimento da criança no processo de aprendizagem, a construção do conhecimento através da experiência, da observação e da ação e uma educação sem punição mas com diálogo, exemplo e ambiente adequado. Comenius pregava ainda a necessidade da interdisciplinaridade, da afetividade do educador e de um ambiente escolar arejado, bonito, com espaço livre e ecológico. Estão ainda entre as ações propostas pelo educador checo: coerência de propósitos educacionais entre família e escola, desenvolvimento do raciocínio lógico e do espírito científico e a formação do homem religioso, social, político, racional, afetivo e moral. Comenius, uma voz quase solitária em seu tempo, defendia a escola como o “locus” fundamental da educação do homem, sintetizando seus ideais educativos na máxima: “Ensinar tudo a todos”, e que para ele, significava os fundamentos, os princípios que permitiriam ao homem se colocar no mundo não apenas como espectador, mas, acima de tudo, como ator. O objetivo central da educação comeniana era formar o bom cristão, o que deveria ser sábio nos pensamentos, dotado de verdadeira fé em Deus e capaz de praticar ações virtuosas, estendendo-se à todos: os pobres, os portadores de deficiências, os ricos, às mulheres. Suas concepções teóricas apresentavam consistência na articulação entre suas diversas facetas: do filosófico ao religioso, passando pela organização e divulgação do saber, pelo processo educativo de todos, e pela reforma da sociedade; mas, nem por isso pode garantir que fossem postas em prática de uma maneira mais ampla ou que obtivessem à sua época um maior reconhecimento de seus pressupostos inovadores; logicamente no contexto histórico da época e também da trajetória de vida do autor. Não podemos desvincular o que uma pessoa faz, da sua filosofia de vida, seus ideais, sonhos, frustrações e experiências. Sua obra deve ser analisada no contexto em que surgiu: o Renascimento e a Reforma religiosa. No que diz respeito à Educação o ideal pansófico evidencia-se no desejo e possibilidades de ensinar tudo e todos. Esta necessidade se forjava e se sustentava na crença de que Deus, em sua infinita bondade, colocara a redenção ao alcance da maioria dos seres humanos, mas para tanto era necessário educá-los convenientemente. Dizendo em outras palavras, para o autor, negar oportunidades educacionais era antes ofender a Deus do que aos homens. A Pansophia constitui uma forma de organização do saber, um projeto educativo e um ideal de vida. Para que se obtenha esse ideal o processo a ser desenvolvido é a Pampaedia, ou educação universal através da qual se conseguirá a reforma global das “coisas humanas” e um mundo perfeito ou Panorthosia.

  • Dall'educare al vivere

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    Dall'educare al vivere
    Dall'educare al vivere

    Rudolf Steiner ci consegna riflessioni di un’estrema attualità: “La bellezza deve regnare sovrana e far da interprete della verità nell’età della scuola dell’obbligo e anche in seguito.” “Se si vuol capire l’uomo, la prima cosa da fare è far sparire l’intellettualismo. L’uomo non può essere capito in modo intellettualistico.” “L’educazione deve avere un’anima! Come scienziati non si può avere un’anima, si può avere un’anima solo quando si crea da artisti. Si può avere un’anima dando una veste artistica anche alla scienza, grazie al modo in cui la si presenta. Non lo si può invece col contenuto della scienza come viene intesa oggi.” “ogni educazione, ogni istruzione deve sgorgare da una vera conoscenza dell’essere umano.” “una vera, genuina conoscenza dell’uomo non può limitarsi a comprendere il singolo uomo secondo corpo, anima e spirito come egli ci si presenta, ma più di tutto deve considerare con l’occhio dell’anima ciò che avviene tra gli uomini nella vita terrena.” E sul ruolo dell’insegnante ci ricorda come: “L’individualità dell’insegnante conta ben di più di tutte le direttive pedagogiche da tavolino. È questa individualità che deve farsi valere nella scuola.” “se il maestro saprà di nuovo formare artisticamente la propria lezione, così che l’arte vi regni ovunque, allora potrà nascere un nuovo movimento giovanile.”

  • The Teacher

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    The Teacher
    The Teacher

    A good teacher will make the difference between learning by discovery and learning by instruction as narrow as possible. In other words he will assist his students in their learning so that their experience will seem to them a discovery. Some great teachers really have this gift. Their classes are so good that you‘re constantly finding out new things and getting excited about them. The challenge and the enthusiasm of learning are kept alive by the evident love that these men have for their subject. The teachers cannot but communicate to their students who come out of the classroom with a desire to learn more. The St. Thomas teacher’s role is that of a physician ministering to a man brought down by an infection. In many such cases, if the patient went unattended, his body would mobilize its restorative forces and eventually heal itself. The art of the teacher is like that of this internist, since all the teacher can hope to do is to strengthen the student’s resources and facilitate their exercise. The import of the analogy is clear enough whether it is medically accurate or not. Whenever true learning occurs, its principal cause is the learner himself. In St. Thomas’s terminology the teacher is called a secondary and instrumental cause ―helpful but not indispensable. He cannot transfer his own knowledge to the student but only help him achieve similar learning for himself. We see that we are far removed from the modern conception of teaching where the teacher exclusively relies on artificial means (workbooks and other devices) and slowly loses sight of his true function: to stimulate the living mind of the student, to guide the development of his intellect. The emphasis on "measuring" education with grades obtained through tests is partly a result of this false philosophy. Knowledge according to St. Thomas is a quality of the living mind and not a quantity of memorized information It is the teacher’s job to provide the student with a good understanding of the first principles of matters. He will also help the student to sharpen his skill in solving problems by explaining to him the basic process when the pupil has a difficulty, he will give him examples, comparisons, schemas etc….which will be so many "pointers" leading the pupil to grasp this or that particular truth. When you are in front of a wall too high for you to leap, you may need the assistance of someone to point out a ladder which you had not seen. The teacher’s art consists in employing language so skillfully that his student will go beyond the words to the realities they signify.

  • I gradi della conoscenza superiore

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    I gradi della conoscenza superiore
    I gradi della conoscenza superiore

    Questa è tra le opere fondamentali per chi voglia accostarsi alla scienza dello spirito antroposofica. Per chi cerca lo spirito, la conquista della realtà spirituale è possibile e non illusoria, solo se egli torna sempre a rielaborare il contenuto spirituale già appreso e mai abbastanza assimilato, e se cerca di percorrere con l’esperienza sempre da capo la via che lo ha diretto verso i mondi dello spirito. La vita animica di colui che lavora meditativamente deve essere conservata tanto mobile che le vedute acquistate da un lato lo rendano più aperto alle prospettive lontane che altri punti di vista gli offrono. I saggi qui pubblicati hanno anche un valore storico, poiché ci indicano il punto di partenza che i consigli esoterici di Rudolf Steiner hanno dovuto prendere, e ci mostrano come egli sia diventato la guida, il pioniere, anche in questo campo nel quale, grazie a lui, per la prima volta l’uomo poté essere lasciato libero. Al posto della direzione personale subentra ora il compito di condurre l’uomo a trovare la via, mediante le forze dello Spirito dell’Epoca, all’Io dell’umanità intera, al Cristo. La coscienza dell’uomo singolo viene resa matura ad accogliere la forza dell’Io superiore; l’autocoscienza viene sollevata al Sé spirituale. Questo è il lavoro dell’avvenire. Ma solo fondandosi sul passato si può fecondare il presente preparando l’avvenire; altrimenti si lavora a vuoto. Metamorfosi anche qui. L’avvenire viene configurato trasformando il presente che poggia sul terreno del passato. All’antico viene ad aggiungersi il nuovo, come la primavera segue l’inverno. Un testo che riporta alcuni esercizi di base per giungere alla comprensione invocate da Steiner completa il volume dandogli anche una dimensione pratica.

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