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Io dio e giusy
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E-book450 pagine7 ore

Io dio e giusy

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Info su questo ebook

Gabriele, giovane del sud Italia, si ritrova a vivere, come tanti altri, una situazione di disoccupazione e di monotona inoperosità. Presto però lasciarà quegli infelici giorni monotoni e quasi sensa senso. Incontrerà infatti, prima nella sua città e poi a Salerno, due personaggi che l'accompagneranno durante tutto il suo nuovo percorso, nel quale avrà modo di maturare molte riflessioni sulla scienza e sul senso della vita in generale. Raffaele sarà l'amico che, con la sua sapienza, cercherà di condurlo lungo una strada molto stretta e tortuosa, ma che alla fine lo condurrà verso una verità scomoda a molti. Gabriele si ritroverà infatti in Islanda, dove sarà testimone oculare e anzi il maggiore artefice, della scoperta scientifica più importante degli ultimi decenni, che condurrà la società a riscoprire, rivalutare e prendere in seria considerazione, il fatto che il mondo e la vita non si sono creati da soli, ma sono il frutto dell'amore di un Creatore che non lascia le proprie creature in balia delle proprie idee, ma cerca in tutti i modi di condurle alla scoperta della verità, pur lasciandole libere di scegliere. Giusy, invece, sarà quella dolce presenza che spesso tormenterà il cuore di Gabriele, e che il destino ha voluto insieme in questo viaggio su un'isola che, circondata da splenditi e variegati paesaggi, riesce ad affascinare il cuore di tutti. Quello che però doveva essere un semplice viaggio, di lavoro per alcuni, di piacere per altri, maturerà ben presto in una rischiosa missione che coinvolgerà un pò tutti, soprattuto il nostro protagonista che si sentirà, inizialmente, estraneo ai fatti. Gabriele si ritroverà in una situazione che lo vedrà faccia a faccia con la morte ma, superate tutte le avversità, si renderà conto che mai è stato lasciato da solo da quell'amico che sentiva lontano da lui, ma che in realtà lo ha aiutato durante tutto l'approssimarsi della storia.
LinguaItaliano
Data di uscita16 dic 2013
ISBN9788868852054
Io dio e giusy

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    Anteprima del libro

    Io dio e giusy - Aniello Lanzara

    Aniello Lanzara

    Io Dio e Giusy

    UUID:

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write (http://write.streetlib.com).

    Indice dei contenuti

    PREFAZIONE

    PROLOGO

    (1) UNO STRANO INCONTRO

    (2) L'ECLISSI LUNARE

    (3) APPUNTAMENTO CON GIUSY

    (4) LA PARTENZA PER L'ISLANDA

    (5) IL VECCHIO DELLA HALL

    (6) REYKJAVIK

    (7) GLI SCAVI ALL' ANFITEATRO NATURALE

    (8) UNA SEMPLICE AMPOLLA?

    (9) LE FOTO DELLA VERITA'

    (10) SORPRESA ALLE CASCATE DI GYGHERFOSS

    (11) UNA FALSA PARTENZA

    (12) UNA MISSIONE RISCHIOSA

    (13) L'INIZIO DELLA PRIGIONIA

    (14) TEMPO D'AGONIA

    (15) FACCIA A FACCIA CON LA MORTE

    (16) LA NOTTE DELLA LIBERTA'

    (17) UN INCREDIBILE IMPREVISTO

    (18) IL SIGNOR AUSTIN

    (19) FINALMENTE GIUSY

    (20) LA FORZA DEL DESTINO

    Note

    PREFAZIONE

    QUESTA STORIA NASCE

    PREFAZIONE!

    Questa storia nasce dalla necessità di dover raccontare quel Dio di cui si parla sempre troppo poco. Un Dio che a volte sembra così lontano, eppure è così amorevolmente vicino ad ognuno di noi. Un Dio che è innanzitutto un padre amerevole, ma anche un vero amico a cui si può raccontare davvero tutto. Spesso però capita, soprattutto nella vita dei giovani, che a quest'amore venga preferito qualcos'altro. Sarà infatti il protagonista stesso di questo romanzo che maturerà man mano la giusta idea di Dio, anche se l'autore dovrà spesso interdirlo, e lo farà evidenziando e incorniciando le proprie frasi con un * asterisco, seguito da una parentesi tonda. Questi interventi improvvisi dell'autore, che quasi sembrano voler irruire nella lettura scorrevole e avvincente di questo romanzo, in realtà non vogliono criticare il protagonista del racconto, che pur sembra seguire, a suo modo, una strada logicamenrte giusta, ma vogliono piuttosto invitarlo a non affidarsi troppo alla logica umana, che spesso si imbatte negli inspiegabili imprevisti della vita. Pur nel suo mediocre acculturamento e nella sua poca sapienza, il protagonista sente che deve affidarsi alle persone semplici: in questo caso di un biologo, che pur avendo un ottimo intelletto nonchè un'ottima preparazione scientifica, riesce a riconoscere la presenza di Qualcuno che ha dato origine a tutto. Sarà lui infatti, in misura maggiore, a illuminare gli altri personaggi del racconto, che sembrano ormai essere assuefatti da quello che il mondo vuole far credere riguardo la scienza. Invece sarà proprio la scienza, nel corso di questa storia, a far ricredere su quanto la società ha voluto ingannevolmente proporre al suo pubblico, scardinando proprio quelle teorie che, alla fine del racconto, nemmeno tali potranno più dichiararsi. Nel corso di questo viaggio ci sarà una dolce presenza femminile che spesso turberà il cuore del nostro protagonista: rendendolo confuso, innervosendolo, sbeffeggiandolo. Questa preziosa amicizia seguirà tra alti e bassi, tra ironia e nervosismo, tra semplicità e confusione, illusione e realtà, gioia e tristezza, ma soprattutto tra odio e amore. Alla fine però anche lei dovrà arrendersi a quell'amore che pian piano crescerà nel suo cuore, un amore a cui non potrà più resistere. Seguirà, nel corso della storia, una graduale maturazione dei due ragazzi che, inizialmente infantili e superficiali, sembrano diventare responsabili e altruisti, ma soprattutto desiderosi della verità. C'è solo una cosa su cui l'autore sentirà di nuovo di intervenire: Gabriele infatti sembra spesso ricadere in una forma di idolatria della sua donna, che pur sarà molto importante nella sua vita, ma mai quanto quell'amore di Dio che sorpassa di gran lunga la logica umana.

    PROLOGO

    GABRIELE, GIOVANE DEL SUD ITALIA

    PROLOGO

    Gabriele, giovane del sud Italia, si ritrova a vivere, come tanti altri, una situazione di disoccupazione e di monotona inoperosità. Presto però lasciarà quegli infelici giorni monotoni e quasi sensa senso. Incontrerà infatti, prima nella sua città e poi a Salerno, due personaggi che l'accompagneranno durante tutto il suo nuovo percorso, nel quale avrà modo di maturare molte riflessioni sulla scienza e sul senso della vita in generale. Raffaele sarà l'amico che, con la sua sapienza, cercherà di condurlo lungo una strada molto stretta e tortuosa, ma che alla fine lo condurrà verso una verità scomoda a molti. Gabriele si ritroverà infatti in Islanda, dove sarà testimone oculare e anzi il maggiore artefice, della scoperta scientifica più importante degli ultimi secoli, che condurrà la società a riscoprire, rivalutare e prendere in seria considerazione, il fatto che il mondo e la vita non si sono creati da soli, ma sono il frutto dell'amore di un Creatore che non lascia le proprie creature in balia delle proprie idee, ma cerca in tutti i modi di condurle alla scoperta della verità, pur lasciandole libere di scegliere. Giusy, invece, sarà quella dolce presenza che spesso tormenterà il cuore di Gabriele, e che il destino ha voluto insieme in questo viaggio su un'isola che, circondata da splenditi e variegati paesaggi, riesce ad affascinare il cuore di tutti. Quello che però doveva essere un semplice viaggio, di lavoro per alcuni, di piacere per altri, maturerà ben presto in una rischiosa missione che coinvolgerà un pò tutti, soprattuto il nostro protagonista che si sentirà, inizialmente, estraneo ai fatti. Gabriele si ritroverà in una situazione che lo vedrà faccia a faccia con la morte ma, superate tutte le avversità, si renderà conto che mai è stato lasciato da solo da quell'amico che sentiva lontano da lui, ma che in realtà lo ha aiutato durante tutto l'approssimarsi della storia.

    (1) UNO STRANO INCONTRO

    QUELLA MATTINA DEL 28 MARZO 2005

    Quella mattina del 28 marzo 2005 mi alzai di buon’ora. Sembrava un'altra delle tante monotone giornate che accompagnavano la mia vita su questa terra; una di quelle giornate che vorresti cambiare assolutamente, ma davvero non sai cosa fare. Non sai più cosa per te è giusto o sbagliato, e quindi preferisci metterti nelle mani del destino, nella speranza che qualcuno dall'alto ti mandi un segnale; ma non il solito segnale che bisogna interpretare, ma di uno che davvero ti dia uno scossone una volta per tutte, che tu lo voglia o no. Facevo colazione e pensavo cheforse per trovare soddisfazione nella vita bisogna davvero accontentarsi delle piccole cose, e in quel caso anche di una bella zuppa di latte magari miscelato con un po’ di caffè. Ma queste sono cose che pensi nel momento in cui hai fame e quindi per il 10% della giornata, ma nell’altro novanta percento a cosa si deve pensare? Forse a quanto sia bella la natura e tutto ciò che ci circonda? A come sia soddisfacente conoscere e salutare tanta gente in mezzo alla strada che in una piccola città come quella in cui vivo è una cosa del tutto normale? Ma sentivo che non bastava, sentivo che mi sfuggiva sempre qualcosa, una cosa a cui non sapevo dare il nome ma che sapevo di dover trovare. Le giornate a volte sembravano così uguali che avevo l’impressione di perdere i migliori anni della mia giovinezza; la vita vedovo passarla davanti senza accorgermene e non sapevo cosa fare. Pensavo che fosse stato giusto approcciarsi in modo diverso alla vita, dando nuova luce alle giornate e scoprendo davvero quanto sia bello anche solo passeggiare per la città in una giornata di sole; osservare lo sguardo di un bambino incuriosito e rendersi davvero conto di quanto sia perfetta la natura e la bellezza anche solo di un filo d'erba. Ma credevo anche che la vita a volte ti debba di nuovo stupire perchè l'ultima volta che l’ha fatto è stato troppo tempo fà e non ricordi nemmeno più quell'emozione che vorresti riempisse il resto dei tuoi giorni. Quella sembrava una giornata ideale per fare una bella passeggiata e non volevo disattendere questa mia volontà. Dopo aver fatto colazione, scensi a piedi dal mio piccolo paesino per arrivare in centro; sentivo che la primavera si era ben innestata e infatti già provavo caldo con quell’indumento di nylon che indossavo. Arrivai quasi in centro, e come sempre mi fermai davanti all'edicola per vedere se c’eranoofferte di lavoro o qualche notizia eclatante: ma mi resi conto che non c’eraniente che faceva al mio caso. Arrivai finalmente sotto i portici della mia cittadina e un bel fresco mi pervadeva per tutto il corpo, come per avvisarmi che se in estate avessi avuto bisogno di proteggermi dal caldo afoso, loro sarebbero stati sempre lì ad ospitarmi sotto la loro frescura. Per la strada incontrai Fabrizio, un mio vecchio amico d’infanzia che da molto non vedevo, ma mi resi conto che non avevamo poi così tante cosa da dirci, se non il fatto che proprio non si riusciva a trovare un decente di lavoro. In tutti i modidecisi di farmi un giro con lui ma, dopo nemmeno dieci minuti, già mi sentivo annoiato e stanco; il sole poi iniziava a farsi cocente e io non avevo nessunissima voglia di sudare. Lasciai cosìil mio amico inventandogli una banale scusa nella speranza che abboccasse. La verità era che quella mattina avevo stranamente voglia di restare da solo e avevo altresì intenzione di abbandonarmi a qualche drink nel bar della villa comunale, che in fondo era il luogo ideale per lasciarsi andare sotto l’ombra donata dal gazebo e godersi così la propria solitudine. Salutai la barista che fra l'altro conoscevo e decisi di prendere qualcosa di fresco. All'inizio pensai ad un caffè, ma forse erameglio godersi un bel bicchiere di aperol. Presi così il mio drink e mi misi seduto sotto al gazebo che sembrava quasi non trattenere più il calore emanato da questo bel sole di marzo. Iniziai a bere, e quasi mi atteggiavo con quel bicchiere in mano come per dimostrare che anche se non lavoravo, non avevo una ragazza e cosa più preoccupante non sapevo cosa fare, potevo sempre permettermi il lusso di prendere qualcosa al bar godendomi tutto il resto che c'era intorno. All'improvviso vidi un ragazzo piu o meno della stessa mia età dall'aria alquanto strana e stravagante. Vestito con uno jeans strappato ed una maglietta alla moda mi fissava come volesse dirmi qualcosa; prese un caffè e si venne a sedere accanto dopo avermi chiesto il permesso. Ciao mi dice e io gli rispondo domandandogli: dov'è che l'hai comprata questa bella maglietta?

    Perchè ti piace?

    Si molto, vorrei comprarne una simile

    Beh preferisco non dirtelo, sai com'è; una cosa é originale quando ce l'hai solo tu o quantomeno una cerchia ristretta di persone.

    Ok come vuoi gli risposi, e intanto lui mi fissava con quell'aria che davvero non so descrivere: stravagante, sicura, sofferente ed estremamente felice nello stesso tempo. Aveva i capelli modellati con qualche gel particolare perchè si mantenevano davvero bene: tutti in alto e stirati nei lati gli donavano un luck particolare. La maglietta fina a maniche lunghe di colore blu, con qualche spicchio di bianco dentro e con varie scritte era davvero bella e non l'avevo vista addosso a nessuno. Sicuramente non l'aveva presa al mercato altrimenti me ne sarei accorto, poichè le ultime novità in fatto di abbigliamento le conoscevo un pò tutte, visto che anche a me piaceva vestire in modo originale e bizarro. A quel punto gli domandai che lavoro facesse e lui mi rispose che aveva una grande azienda, composta da vari dipendenti, che si occupava di un progetto che assolutamente non volle dirmi.

    Va bè gli risposi.

    Beato te che alla tua giovane etàsei già a capo di una grossa azienda come tu dici; io invece, per il momento, non vedo l'ora di trovare lavoro perchè non sò ancora per quanto tempo posso resistere a non far nulla dalla mattina alla sera. Le giornate ormai si susseguono velocemente e sempre allo stesso modo; non riesco più a godermi quei momenti di festa come la domenica o qualsiasi altro giorno festivo perchè per me ogni giorno è uguale all'altro.

    Raffaele mi fissò per un attimo ed ebbi subito la forte sensazione che stesse per dirmi qualcosa di decisamente vero: non importa quello che sei diventato! mi suggerì, "e nemmeno quello che riuscirai a fare! L'importante é cercare di arrivare il più in alto possibile con i mezzi che ognuno di noi ha a disposizione. Il successo di una persona non si misura col denaro o dalle cose che possiede, né tantomeno dal lavoro che fà,ma bensì dalla sua capacità di essere felice.

    Tu sei felice? mi domandò.

    Mmm.. fammi pensare… forse sì,se solo riuscissi a trovare un lavoro e una ragazza tutta per me. Poi non voglio nient'altro oltre che godere di un buono stato si salute.

    Ti garantisco che prima o poi troverai anche tu la strada giusta per te mi rispose. Ma il consiglio che ti posso dare, è quello di essere sempre felici anche quando si ha poco o niente, perchè quando raggiungerai alcuni dei tuoi scopi, ti accorgerai che ne sorgeranno altri e poi altri ancora. Sii felice già da adesso e sarai ancora più felice quando riuscirai a raggiungere i tuoi obiettivi.

    E se non li raggiungerò mai, gli replicai.

    Significa che i tuoi obbiettivi sono sbagliati e sicuramente ti saranno stati indotti dagli altri: dai tuoi amici, dalla tua famiglia, dalla società ,dalla tv.

    E allora come devo fare a capire quali sono gli obiettivi che possono rendermi felice? Li scoprirai man mano, l'importante e che tu guardi le cose da ungradino più in alto; non farti condizionare dagli altri e fa le cose che hai sempre voluto fare e che semplicemenete ti fanno sentire te stesso.

    Ma secondo te bisogna credere ai sogni?

    Ci sono sogni e sogni mi rispose.

    "Alcuni ce li creiamo nella nostra mente e costruiamo scene nella nostra immaginazione che ci fanno stare davvero bene, ma se questi sogni li vivessimo davvero, ci accorgeremmo che sono belli solo se rimangono tali. Altre volte invece, il nostro sogno rappresenta davvero un qualcosa che se accadesse, ci renderebbe davvero felici ed entusiasti.

    "Accidenti Raffaele!! Mi stai parlando come un vecchio saggio che ha vissuto chissà in quanti posti e fatto chissà quante esperienze, e invece sei un semplice ragazzo come me. Comunque mi farebbe piacere se ci incontrassimo di nuovo; é stato davvero piacevole parlare un pò con te; ti conosco da qualche minuto e sento già che mi posso fidare. Che ne direstidomani di uscirecon me e con i miei amici?

    Ma ci sono almeno delle ragazze? mi rispose. E aveva il sorriso stampato sulle labbra come se già conoscesse la nostra situazione di precarietà non solo per quanto riguarda il lavoro, ma anche del nostro rapporto con il gentil sesso.

    Mi spiace gli risposi! Ma ti devi accontentare di noi.L'unica cosa che ti posso garantire, e che ci divertiremo e parleremo liberamente di tutto quello che ci passa per la testa.

    Ah.. ok, e dove ci vogliamo vedere? mi domandò.

    dove vuoi gli risposi;

    allora vediamoci qui in villa visto che qui ci siamo conosciuti.

    Ok a domani non mancare.

    Certo, per chi mi hai preso, io mantengo sempre le promesse ricordalo.

    (2) L'ECLISSI LUNARE

    ERA MARTEDI' MATTINA

    Era martedì mattina, il sole coceva, ma era innocuo e sopportabile. Come sempre facevo la mia bella colazione con latte rigorosamente scremato. Gli verso dentro il mio bel caffè lasciatomi già pronto sulla tavola e preparato da mia mamma. Penso un’altra volta che é giusto godersi quel poco che si ha, perchè altrimenti non saremo mai felici e perchè è giusto che sia così. Finisco di berlo, accendo lo stereo e metto il mio bel cd di canzoni neomelodiche da me masterizzato con i pezzi a mio parere più belli. Penso che la musica, per il momento, è l'unica cosa che per un attimo mi fa toccare il cielo con un dito, soprattutto durante l’ascolto di alcuni pezzi in particolare. Rifaccio il letto in modo molto superficiale, tanto già lo sò che quando ritornerà mia mamma lo rifarà di nuovo; quindi ritengo non valga la pena preoccuparsene più di tanto. Spengo lo stereo, perché di tempo ne avrò durante la giornata per ascoltare musica, e accendo la tele per vedere cosa dice il mio oroscopo.Mi rendo conto però, che dato l'orario, forse é gia stato trasmesso. Ok meglio così! penso. Infatti la maggior parte delle volte dice solo cavolate, anche se a volte ci azzecca così nei dettagli, che sembra essere stato fatto apposta per me.* (Cattivissima consuetudine in quanto l’oroscopo è una vera e propria forma idolatrica spiritica). Mi vestoin un attimo: jeans, maglietta e poi scendo. Camminando per la strada, sentivo che la routine quotidiana mi stava irruendo nel cervello senza lasciarmi più, distruggendo quel poco di creatività che credevo di avere. L'atmosfera intorno a me sembrava soffocarmi e prendermi in giro, come se volesse paragonare la splendida energia che emanava tutta quella natura intorno a me, illuminata da quella bella giornata di sole, al mio stato d'animo che non prometteva niente di buono, ma soprattutto niente di nuovo. All'improvviso mi squilla il cellulare: era proprio Raffaele che mi invitava a prendere un caffè sempre nello stesso bar. Inizialmente ero un pò scocciato perché alle volte mi piace gironzolare da solo pensando a quello che dovrei fare, ma non potevo rifiutargli l’invito. Arrivai in villa, passai davanti al bar e lui non c'era. Forse ancora deve arrivare pensai. Mi girai e di colpo lo vidi già seduto sotto il gazebo con due caffè già pronti sul tavolo.

    Ciao mi disse. Come stai?"

    Bene ma... quando sei arrivato non ti ho visto.

    L'importante è che adesso ti siedi e che stiamo un pò insieme mi rispose.

    Mi sedetti senza pensarci su due volte e gli domandai di chi fosse l'altro caffè ,

    E’ mio mi rispose ironicamente. Non lo sai che io bevo due caffè alla volta?

    Ah certo gli risposi. Il caffè mette carica, e non è mai troppo replicai io in modo altrettanto ironico. Cominciai a sorseggiare il caffè e subito mi accorsi che aveva un sapore diverso dalle altre volte: più raffinato, più dolce, più tutto; forse perché mi era stato offerto da un amico sincero, pensai lì per lì. E intanto Raffaele continuava a fissarmi quasi come volesse prendermi in giro e infatti si mise a ridere.

    Perchè ridi gli domandai.

    Notai ad un certo punto una coppia di fidanzatini che sedevano sulla panchina di fronte: mi sembravano molto felici. Si baciavano e si sussurravano alcune cose nell’'orecchio; lui la guardava negli occhi, e aveva su per giù intorno ai 18 anni. Sembrava un bel ragazzo e il suo modo di fare e di porsi davanti alla ragazza somigliava un po’ al mio di qualche tempo fa. La ragazza secondo me aveva sui quindici, sedici anni. Era molto carina: aveva i capelli scuri leggermente ondulati, uno sguardo che a me piaceva molto e le sue mani sembravano intimidite ogni qualvolta il fidanzato incrociava le sue dita con quelle della sua amata. Lei poneva lo sguardo giù e poi lo rialzava come se volesse riprendere fiato dalla forte emozione che provava quando toccava le mani del suo moroso. Alla vista di quello scenario, mi intristii di colpo perché avrei voluto esserci io al posto di quel ragazzo *(Gesù: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore!); infatti era davvero da tanto che non provavo quelle emozioni che ti fanno capire che Dio esiste e che la vita ti può offrire davvero tanto.*(Bisognerebbe sempre e comunque ringraziare Dio in quanto il suo amore ha il primato su tutto!). Sentivo di nuovo che mi stava assalendo quello stato d'animo di vittimismo che ben conoscevo e che mi accompagnava ormai da un bel pò di anni nelle giornate buie e monotone, ma pensai che era venuto il momento di dire basta a quel sentimento poco produttivo che non mi avrebbe portato a niente. Raffaele mi guardò come una mamma guarda il proprio figlio e riesce a leggerlo nei pensieri più profondi. Abbi pazienza mi disse. Verrà per tutti il giorno di sole, e poi il fatto stesso che non riesci a stringere una relazione come hai sempre sognato, rende l'ipotetico evento ancora più importante e interessante di quanto non lo fosse già di per sé. Aspettare gli eventi che sembra non arrivino mai, li rende ancora piùattraenti, vengono incorniciati sotto un'altra luce e diventano così simili ai sogni."

    Non sono d'accordo gli replicai. "Alcune emozioni dovrebbero essere pane quotidiano, e invece la vita me le somministra con il contagocce, quasi per paura che un eventuale sovradosaggio possa provocare delle controindicazioni. Questo semplicemente non é giusto.*(La giustizia appartiene solo a Dio). Posso anche capire che uno abiti in una villa e qualcun'altro invece in un’umile dimora, che uno abbia una Ferrari e un altro invece una stupida utilitaria, che uno abbia tanti miliardi e un altro invece solo i soldi per sopravvivere, ma non riesco ad accettare il fatto che alcune emozioni vengono riservate solo ad una mirata schiera di persone.*(Perseguire la verità e operare la giustizia è più importante delle stesse emozioni). Raffaele sorrise e io con lui poiché non riuscivo a mancare mai di ironia.

    Devi guardare le cose sotto un' altra luce mi disse. Se tu provassi sempre le stesse emozioni, quelle stesse emozioni tendono ad esaurirsi perchè loro vivono di attesa e di unicità. Ti porto un esempio: se ognuno di noi potesse cambiare partner tutti i giorni sarebbe un grosso male perchè non riuscirà mai a provare una forte sensazione con nessuno di loro poichè nel cuore c'è spazio per una sola persona. Quindi il fatto stesso di cambiare partner, per alcune persone significa che ancora non hanno trovato la giusta anima, altrimenti il loro cuore avrebbe impedito loro di affezionarsi ad un atra persona. Il nocciolo della questione stà nel vedere le cose nella giusta prospettiva.Non è tutto oro quello che fa luce e non è tutto bronzo quello che invece di luce non ne fa. L'importante è che tu sappia che ognuno di noi è stato dotato di pregi e limiti ed ognuno è in grado con i propri mezzi di trovare la propria felicità. *(Concetto sbagliato in quanto si dovrebbe avere la prudenza, la pazianza, un continuo discernimento e una costante preghiera per trovare la persona che Dio stesso ci ha assegnato) Ma... non so.. forse hai ragione! GLI risposi Rimane il fatto che per il momento non mi sento pienamente realizzato e questo mi inducea fare di più.

    Avevo intanto notato che Raffaele quando mi comunicava non usava condizionali, nè sé, ma, forse, e questo mi sembrava alquanto strano per un ragazzo della sua età. Sembrava estremamente sicuro di quello che dicesse, ma assolutamente non aveva l'aria della presunzione nè della maestranza.

    Mi sembri molto sicuro di quello che dici, di certo non sei il tipo che si fà assalire dal vittimismo. Ancora scherzando GLI dissi: tu forse parli così perchè sei uno di quelli che prova emozioni tutti i giorni e stai solo cercando, quindi, di consolare un amico che non trova spiegazione ad alcune sue domande.

    Il fatto stesso che ti poni delle domande significa che ci sono delle risposte e le troverai lungo il tuo cammino mi rispose lui con aria sincera. La mia ironia sembrava non aver fatto gioco su di lui e iniziavo davvero a pensare che quello che dicesse fosse vero o quantomeno credibile. Senti Raffaele gli dissi. Che ne dici se andiamo a fare due passi? Mi stò annoiando a stare seduto. La verità era che non mi andava più di guardare quei due sbaciucchiarsi perchè iniziavano a darmi un forte senso di nostalgia di una mia storia passata che purtoppo, causa forza maggiore, era durata troppo poco per essere così bella e sincera. Terminato il mio flash back, continuammo a camminare per le strade della mia bella cittadina. Il clima sembrava proprio l'ideale per andare al mare e ogni tanto soffiava un leggero filo di vento che ci massaggiava dolcemente il collo. Per strada continuai a parlargli della mia condizione di insoddisfazione: mi sentivo stravolto da quella vita perché sembrava non mi riservasse più niente; vivevo la grande paura che quel tempo prezioso passasse così in fretta, da farmi sciupare i migliori anni della mia giovinezza e, soprattutto, non c’era più niente che mi stimolasse e che riuscisse ad emozionarmi.*(La qualità dei nostri giorni dipende non dalla quantità delle cose che facciamo, ma dal nostro rapporto con Gesù). I giorni passavano sempre uguali e mi sentivo oppresso da quella noia che ormai occupava gran parte della mia vita. Ad un certo momento mi accorsi che parlando per la strada, di tempo ne era passato; così decidemmo insieme di andare a mangiare qualcosa. Scegliemmo il ristorante che si trovava proprio di fronte alla villa più piccola di Cava e così vi entrammo......Ordinammo due margherite e due coche grandi alla spina. Di fronte a noi c'era la tv e stava iniziando il solito straziante telegiornale. Ero così stufo di quelle notizie sempre negative che ormai i notiziari non li seguivo proprio più. E' giusto conoscere quello che succede nel mondo, ma non penso che succedano solo cose negative. Raffaele mi lesse nel pensiero e iniziammo a discutere su quell’argomento che io tenevo molto ad approfondire. Mio caro Gabriele!! La tv ed in particolare i notiziari hanno una grande responsabilità nei confronti di tutti, e proprio per questo dovrebbero trattare le notizie sia positive che negative allo stesso modo. Invece il loro scopo pricipale è quello di filtrare le notizie in modo che il telegiornale sia reso interessante. Come fine ultimo c'è quello di accrescere l'audience. Questo filtraggio non fà altro che scartare le notizie più comuni e magari positive, che sono pur numerose, a vantaggio di quelle che creano clamore, interesse e pettegolezzo. Risulta così una visione della vita e del mondo in generale ben diversa dalla realtà. All'improvviso tutto sembra negativo e così abbiamo l'impressione che primo o poi, per forza di cose, accadrà qualcosa di brutto anche a noi. Non è giusto concentrarsi sulle cattive notizie che rappresentano una piccola parte della realtà. Per quanto riguarda poi le persone colpite da gravi tragedie, che rappresentano comunque parte della società, dico che solo Dio saprà come aiutarle. I notiziari continuando a parlare di atti spietati ed estremi, non fanno altro che rendere normale ciò che non lo è; così qualcuno, psicologicamente più debole, pensa che se quella grave azione l'ha fatta già qualcun altro, può farla anche lui poichè si riconosce nei problemi di colui che ha compiuto l'atto immorale. In sintesi il telegiornale, e più in generale la tv, rendono tutto più lecito. Le persone non sono più libere di pensare perchè vengono continuamente bombardate da notizie filtrare a piacimento di qualcuno che bada solo al proprio interesse.

    Ero perfettamente d'accordo con Raffaele, e quello che mi diceva non era per me una novità assoluta; erano in effetti cose che avevo sempre pensato. Dopo un pò iniziammo a mangiare la pizza: era talmente buona che non accennammo più nessuna parola fin quando non finimmo di mangiarla. Ordinammo poi un bel tartufo bianco e per finire il caffè che per quanto mi riguarda, è la parte più preziosa del pasto e quindi indispensabile. Ce ne andammo dal locale ben soddisfatti di quello che avevamo mangiato e così andammo a fare un altro giro con l'auto di Raffaele. Non sapevo ancora dove fossimo diretti, ma non avevo nessun problema a fare tardi.Di lui mi fidavo molto e di sicuro saremmo andati da qualche parte per divertirci o perlomeno a fare altre due chiacchiere. A casa non mi aspettava nessuno perché erano tutti fuori, ognuno con le proprie faccende, e poi, fare un giro con il mio nuovo amico, era un qualcosa di molto piacevole. Eravamo diretti verso la statale che portava a Salerno; arrivati a Vietri sul Mare svoltammo a destra per iniziare la strada della Costiera Amalfitana. Ero contento di andare lì perchè la giornata era bella ed il panorama che da lassù si godeva, vedendo tutta la costa di Salerno, era semplicemente fantastico. Arrivammo fino a Maiori e dopo aver parcheggiato l'auto, gironzolammo un pò per il lungomare del piccolo paese. C'era molta gente e si respirava un'atmosfera di accennata felicità. Erano davvero tante le coppie di fidanzati che, abbracciati l'un l'altro, si soffermavano a guardare il mare che scaraventava le sue onde sugli scogli a noi sottostanti. Dopo qualche ora, passata sul lungomare, sopraggiunse la sera e le luci notturne di Maiori, insieme al fruscio delle onde, mi davano una calma e una serenità assoluta. Raffaele era perfettamente d'accordo con me e dopo averci comprato un panino, consumato nel chiosco più vicino, ci accomodammo sulla spiaggia a guardare le stelle e ad ascolare la voce femminile del mare. Non avevo nessuna voglia di parlare: volevo godermi quel momento senza pensare a nessun altra cosa. Raffaele chiuse gli occhi e feci anch’io altrettanto. Il fruscio delle onde era praticamente una fantasiosa melodia per le mie orecchie: la mente era libera da qualsiasi pensiero negativo e mi sentivo così leggero e pieno di energia, che volevo che quel momento non finisse mai. Aprii gli occhi per ammirare quella luna piena, che quella sera sembrava essere particolarmente intrinseca di significato. Raffaele intanto, dopo aver spalancato gli occhi, iniziò a guardarmi in modo strano come se mi volesse mettere al corrente di un evento straordinario che di lì a poco si sarebbe realizzato. E in effetti quando mi voltai, di nuovo rivolto verso il nostro satellite, assistetti ad un evento straordinario: la luna stava eclissandosi in perfetto allineamento con la terra ed il sole. Non avevo mai visto in vita mia un’eclissi così rapida e perfetta. Nel giro di circa trenta secondi sole, terra e luna si era ordinati in modo così perfetto, che durante l'apice dell'eclissi la luna scomparve totalmente creando un contorno circolare di colore rosso, con la parte superiore rivestita di una piccola luce splendente. Questo spettacolo e disegno voluto dal cielo, somigliava tanto ad un anello di fidanzamento con sopra un diamante molto prezioso. Intanto sulla nostra spiaggia si era fatto buio totale, la luce delle stelle non era sufficiente da poter sostituire la luce della luna, ma erano comunque molto rassicuranti in assenza di una luce più forte. Il buio durò circa un minuto, ma quel minuto sembrò essere interminabile. Ora vedevo che la luna iniziava di nuovo ad affiorare liberandosi da quel manto di oscurità creato dal miracoloso allineamento tra i nostri tre amici. Vidi che la luna era diventata più splendente di prima, ma soprattutto mi sorprese il fatto che la luna, prima dell'eclissi, fosse illuminata per tre quarti, mentre adesso era diventataincredibilmente piena e più grande e illuminata di prima. Le sue dimensione erano simili a quelle che si possono ammirare attraverso un binocolo. Non potevo credere a miei occhi. Non avevo mai assistito ad uno spettacolo del genere. La cosa più sorprendente era il fatto che quell'eclissi non era stata prevista da nessuno: né notiziari, né radio, neanche i più autorevoli giornali avevano diffuso la notizia, ed io mi sentivo fortunato per aver assistito a quello spettacolo che durò così poco e che quasi sicuramente nessuno aveva visto. Molti in quel momento si trovavano a casa, e nemmeno si erano accorti della momentanea mancanza di luce che c’era stata fuori. Raffaele mi guardò senza parlare, con l'aria di chi non era affatto sorpreso. Gli facevo notare le ragioni per le quali molti, sicuramente, non avessero assistito a tutto quello che era successo, e così gli manifestai il mio essere felice ed il mio sentirmi fortunato. Mio caro Gabriele! Mi rispose. Quello di cui sei stato testimone, non è altro che un’ illusione voluta dal cielo per farti capire quello che fra poco ti accadrà. La luna illuminata per tre quarti non è altro che il paragone di una vita vissuta in modo incompleto. Puoi avere tutte le cose di questo mondo ma se ti mancherà l'altro piccolo pezzo, rappresentato in questo caso da un quarto di luna non illuminato, non potrai sentirti mai un uomo completo e non potrai raggiungere mai la vera felicità. Il buio rappresenta poi il senso di paura e di vuoto che attraversa tutti compreso te nel corso della propria vita. Le stelle che ti hanno fatto compagnia nel momento del buio stanno a significare che da lassù c'e sempre qualcuno che ti guarda e cerca di rendere la tua speranza viva e intatta nei confronti del futuro. Il disegno venuto fuori dall'eclissi, e cioè qualcosa che somigliasse così tanto ad un anello con sopra uno splendido diamante, sta ad indicare l'amore e la fedeltà del cielo nei confronti del genere umano, ed infine quella luna così inconcepibilmente grande e illuminata interamente, simboleggia l'inizio di una nuova vita dopo il buio incombente. Una vita piena, illuminata dalla verità e dall'amore. Questa grande metafora è la metafora della tua vita ma anche di tutta l'intera umanità.

    Cosa vuoi dire? Vorresti forse insinuare che tutto quello che ho visto è stata solo un’illusione? E che sono stato solo io a vederlo?

    E bene sì; il cielo questa sera ha voluto mandarti un altro messaggio.

    (3) APPUNTAMENTO CON GIUSY

    IL GIORNO DOPO MI SVEGLIAI

    Il giorno dopo mi svegliai un po’ frastornato, e mi sentivo ancora confuso da quello che era successo la sera prima su quella spiaggia. Mi sentivo al confine tra sogno e realtà. Raffaele più che un fedele amico mi sembrava il mio angelo custode. In così poco tempo stavo imparando da lui tantissime cose e per la prima volta il tempo non sembrava più sprecarsi e consumarsi così velocemente. Cercai di chiamare Raffaele sul suo cellulare per continuare a parlare di quello che era successo la sera precedente, ma non riuscivo a rintracciarlo: il suo numero inspiegabilmente risultava inesistente. Mi vennero così in mente le parole che mi disse quella fatidica sera prima di ritornare a casa; e cioè che anche se non ci saremmo più rivisti, lui avrebbe continuato a starmi vicino e che non mi avrebbe mai abbandonato. Mi raccomandò soprattutto di non farmi mai condizionare da nessuno, e vivere soprattutto con l'ausilio della mia testa, comportandomi nel modo che avrei tenuto più opportuno senza ledere gli altri.*(Sono importanti invece i consigli di persone sagge, anche se la nostra prima bussola deve essere la nostra coscienza. In poche parole bisogna seguire la legge morale che Dio imprime in ognuno di noi, senza trascurare le parole di coloro che Dio ci farà incontrare sul nostro cammino). Solo in questo modo avrei ritrovato me stesso e mi sarei sentito libero come non lo ero mai stato. Iniziava già a mancarmi la sua presenza. Provai quella mattina a ritornare nel bar della villa comunale dove per la prima volta l'avevo incontrato, ma fu tutto inutile. Provai di nuovo il pomeriggio ma il numero continuava a risultare inesistente. Mi rassegnai e presi in maggiore considerazione le sue parole. Pensai davvero che non l'avrei mai più rivisto, ma che comunque mi sarebbe stato sempre vicino soprattutto nei momenti di maggiore difficoltà, proprio come un angelo custode. Capii così che il mio percorso di vita sarebbe continuato senza la sua presenza, ma che comunque, e non avevo idea in che modo, lui mi avrebbe preso la mano e guidato nei momenti bui della mia vita. Quel giorno comprai ben due giornali e seguii tutti i notiziari, ma nessuno, neppure uno, accennava al fatto che c'era stata un’eclissi lunare. Mi convinsi allora che era stata tutta un’illusione, proprio come mi aveva detto Raffaele. Cominciavo comunque a vedere la vita e le sue mille sfaccettature, in un altro modo, sotto un’altra cornice. Quei due giorni passati con Raffaele e tutte le cose che mi erano capitate in così poco tempo, mi rendevano adesso la vita più leggera di prima. I miei piccoli problemi quotidiani mi sembravano insignificanti davanti alle cose belle che la vita mi avrebbe ancora potuto offrire. Iniziai di nuovo a seguire i notiziari ma, nonostante nutrivo compassione e dispiacere nei confronti di quanti erano stati attraversati da tragedie, sapevo che alla base di tutto esisteva sempre quel filo di speranza che li avrebbe aiutati ad andare avanti, e che prima o poi il destino avrebbe premiato anche loro per le sofferenze subite in vita. Intanto si erano fatte le dodici e mezzo, e già iniziavo a sentire fame. Chiesi a mia mamma cosa stesse cucinando e lei mi rispose che, visto il poco tempo a disposizione, non aveva preparato niente di particolare: avrei mangiato pasta e pomodoro e dopo bocconcini. Non direi proprio che sia un pranzo da poco conto: amavo tanto pasta e pomodoro e altrettanto i latticini. Per frutta mangiai un’arancia com’era mio solito fare, e infine iniziai a preparare il mio buon caffè. Lo bevvi e mi congratulai con me stesso per aver preparato un caffè da oscar. Quando ero felice non so perché il caffè mi veniva meglio: forse era solo una mia impressione. Seguii subito dopo il notiziario delle due riguardante lo sport, ma quel giorno poco mi importava il calcio e tutto il resto. Quel giorno non avevo niente da fare e così iniziai a rovistare nel mio cassetto personale per mettere un po’ a posto le tante cose che vi erano dentro: monete antiche, moderne, francobolli, album di figurine. Collezionavo un po’ di tutto di quello che mi passava per la testa. Intanto fuori stava venendo a piovere, decisi così di rimandare la mia operazione di riordino per assecondare la mia voglia di assopirmi. Un altro vantaggio di cui beneficiavo dal fatto che non lavoravo, era appunto quello di fare cose che altrimenti non avrei potuto fare: il pisolino pomeridiano era una di queste. A tal punto non ci pensai su due volte e decisi di poggiarmi sul quel materasso con l’intenzione di riposarmi per non più di un quarto d’ora. Quando mi svegliai andai in cucina per vedere che ora fossero: erano quasi le sei e avevo infatti la netta sensazione di aver dormito più del necessario. Mi incazzai con me stesso perché mi ero premesso di dormire solo per qualche quarto d’ora e invece ora mi sentivo come chi era stato calpestato da una mandria di cavalli. Mi sedetti a tavola e ancora tra veglia e sonno vidi che mia mamma prendeva una confezione di gelato dal frizer del frigorifero. Ah però pensai in quel momento; questo potrebbe essere un buon rimedio per tirarmi un po’ su da questo torpore. Mia mamma, dopo avermi raccomandato per l’ennesima volta che non dovevo andare a dormire subito dopo aver mangiato, mi chiese quale gusto preferivo tra nocciolato, stracciatella e caffè. In quel momento non avevo nemmeno la forza di decidere e quindi le risposi che andavano bene tutti e tre. L’importante era che si affrettasse perché avevo bisogno di muovermi e fare qualcosa pur di riprendere i sensi. In quel momento muovere un po’ la mandibola per mandare giù qualcosa,mi sembrava una cosa giusta da fare.Il giorno dopo mi svegliai che erano circa le otto e mezzo e iniziai a fare colazione come al solito. Cercavo in tutti i modi di dimenticare quella coppa: tanto cosa poteva importarmi di una coppa risalente a migliaia di anni fà e della quale conoscevo a stento qualche notizia.Avevo tante cose da pensare ben più interessanti. Tanto per fare un esempio, dovevo pensare a cercarmi un lavoro e una ragazza che mi facesse tante

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