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70 e oltre
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E-book86 pagine1 ora

70 e oltre

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Info su questo ebook

L’amicizia è il filo conduttore del libro. Un’amicizia che resiste nel tempo, vissuta per decenni di vita da cinque donne non più giovanissime, da qui il titolo 70 e oltre.
Una simpatica e piacevole lettura con l’intento di far sorridere il lettore nella descrizione ironica del tempo che passa, pur con un velo di inevitabile malinconia.

Margherita Randaccio è nata il 23 dicembre 1948 a Cagliari, dove tuttora risiede.
Ha lavorato presso una società di ricerca mineraria sino al 2005, anno in cui è andata in pensione.
Da allora si diletta in varie attività senza trascurare la palestrae l’accudimento della nipotina.
È sposata da ben 52 anni e coltiva molte amicizie, divecchia e nuova data.
Nelle pagine che ha scritto, pur non essendo autobiografiche, ha attinto molto dalle proprie giornate.
LinguaItaliano
Data di uscita9 ago 2023
ISBN9788830687998
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    70 e oltre - Margherita Randaccio

    randaccioLQ.jpg

    Margherita Randaccio

    70 e oltre

    © 2023 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma

    www.gruppoalbatros.com - info@gruppoalbatros.com

    ISBN 978-88-306-8392-1

    I edizione settembre 2023

    Finito di stampare nel mese di settembre 2023

    presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)

    Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa

    70 e oltre

    Non puoi sapere se riesci a fare qualcosa fino a quando non ci provi

    Agatha Christie

    Nuove Voci

    Prefazione di Barbara Alberti

    Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani).

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.

    Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov.

    Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.

    Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.

    Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.

    Premessa

    Queste pagine sono solo una parte di ciò che ho sentito l’esigenza di esternare su un foglio e soprattutto è ciò che il tempo mi ha consentito di scrivere negli spazi che benevolmente mi ha concesso.

    Mi limito a descrivere il mutare dei sentimenti e delle sensazioni di chi ha vissuto come me sette decenni e oltre di vita, la trasformazione dei rapporti e delle abitudini all’interno dei nuclei familiari in una società che è mutata così profondamente da lasciarci sovente increduli.

    Pagine di sentimenti, osservazioni col solo intento di far sorridere chi avrà il piacere di leggere queste righe.

    E se il tempo sarà con me ancora generoso, vuol dire che sporcherò ancora qualche foglio con tutto quello che ancora è racchiuso e nella mia testa ansioso di fuoriuscirne.

    Uno dei momenti che più amo della giornata è quando, verso le 8 della sera, mi siedo sul divano o meglio mi adagio pesantemente, mi sdraio insomma, sollevo un braccio, solitamente il sinistro, per circondare le spalle belle massicce di mia mamma. Credo infatti sia intorno ai 100 kg e, considerando che è alta quanto me che ne peso 60, vedete voi… Ma per questo mi piace tanto: è una donna tenera, morbida, avvolgente. Ecco, avvolgente è la parola più adatta, rende proprio l’idea. E vi assicuro che non sto parlando di una fetta di torta al cioccolato… Solitamente la cosa che più mi viene spontanea è poggiare la mia testa sull’incavo della sua spalla. Una sensazione magnifica, spesso infatti mi appisolo indifferente al programma trasmesso dalla TV…

    Naturalmente non può essere vero, mia madre se n’è andata 15 anni fa, ma io continuo a sentirla così, la mia fantasia è fervida ma consolatrice.

    Come dico spesso a Fiorella, la mia unica nipote, la fantasia ti permette di sognare, di volare in terre lontane, ti permette di vivere…

    Quando molto serenamente ho raccontato alle mie amiche le ore piacevoli che trascorro con mia madre, c’è stato un tossire imbarazzante collettivo… Solo Polda, diminutivo di Paola, ha mormorato rivolgendomi uno sguardo tenerissimo: mi puoi dire come fai?

    Polda è un po’ particolare, già il suo

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