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L'avaro
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E-book139 pagine1 ora

L'avaro

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Info su questo ebook

L'avaro, commedia in cinque atti scritta nel 1668, è uno dei capolavori del commediografo francese Molière. Narra la storia di Arpagone, un vecchio taccagno che pur di tenere per sé i suoi soldi, sceglie di far sposare al figlio una vedova molto ricca e alla figlia un marchese che, ricco com'era, aveva rinunciato alla dote di lei. Per sé vuole invece una ragazza bellissima e con molte virtù, seppure senza dote. Purtroppo quello che vuole il padre non corrisponde ai sentimenti dei figli: infatti Elisa è innamorata del valletto Valerio, che ha perduto la famiglia in mare, mentre Cleante è innamorato di Marianna, la giovane che suo padre vorrebbe sposare.
LinguaItaliano
Data di uscita11 giu 2014
ISBN9788874173860
L'avaro
Autore

Molière

Molière was a French playwright, actor, and poet. Widely regarded as one of the greatest writers in the French language and universal literature, his extant works include comedies, farces, tragicomedies, comédie-ballets, and more.

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    Anteprima del libro

    L'avaro - Molière

    SCRIVANO.

    Informazioni

    I n copertina: Antoon Van Dyck, Ritratto di patrizio genovese

    © 2020 REA Edizioni

    Via S. Agostino 15

    67100 L’Aquila

    www.reamultimedia.it

    redazione@reamultimedia.it

    www.facebook.com/reamultimedia

    Questo e-book è frutto di una rielaborazione editoriale originale basata sulla traduzione di Nicolò di Castelli del 1698. La casa editrice rimane comunque a disposizione di chiunque avesse a vantare ragioni in proposito.

    Personaggi

    ARPAGONE, padre di Cleante e di Elisa, e pretendente di Marianna

    CLEANTE, figlio di Arpagone, e innamorato di Marianna

    ELISA, figlia di Arpagone, e innamorata di Valerio

    VALERIO, figlio di Anselmo, e innamorato di Elisa

    MARIANNA, innamorata di Cleante, e amata da Arpagone

    ANSELMO, padre di Valerio e di Marianna

    FROSINA, faccendiera

    MASTRO SIMONE, mediatore

    MASTRO GIACOMO, cuoco e cocchiere di Arpagone

    LA FRECCIA, servitore di Cleante

    DONNA CLAUDIA, domestica di Arpagone

    BRINDAVINO e MERLUZZO, lacchè di Arpagone

    IL COMMISSARIO E IL SUO AIUTANTE

    ATTO I

    SCENA I - VALERIO E ELISA

    V a l e r i o .

    Ahimè! bellissima Elisa, siete voi melancolica dopo le cortesi conferme che avete avuto la bontà di darmi della vostra fede? Ah! Vi vedrò io sospirare nel mezzo della mìa gioia! Ditemi, lo fate forse perché siete pentita d'avermi fatto felice? Ripensate forse a quell'impegno, al quale le mie preghiere v'hanno piegato?

    Elisa.

    No, Valerio, non posso pentirmi di tutto ciò che ho fatto per voi. Mi sento trascinata da un gran sentimentoanzi, non avrei la forza di bramare che i nostri affari non fossero in questo stato. Ma a dire il vero, il successo mi causa inquie­tudine e temo fortemente di non amarvi come doverei.

    V a l e r i o .

    E che cosa potete voi temere, Elìsa, essendo tanta la bontà che avete per me?

    E lisa.

    Ah! cento cose ad un tratto,Valerio: la collera d’un padre, i rimproveri d’una famiglia, le cen­sure del mondo ma principalmente, Valerio, il cambiamento del vostro cuore e quella criminale freddezza, con la quale quelli del vostro sesso ripagano spesso un amore innocente.

    V a l e r i o .

    Ah! non mi fate quest’ingiustizia, di giudicarmi secondo gli altri. Sospettate piuttosto d'ogni altra cosa, Elisa, che di veder mancare in me ciò che vi ho promesso. Vi amo troppo e tanto bas­ta. Il mio amore per voi durerà tanto, quanto la mia vita.

    E lisa.

    Ah! Valerio, ognuno dice lo stesso. Tutti gli uomini sono simili quanto alle parole e solo le azioni li distinguono.

    V a l e r i o .

    Siccome le sole azioni fanno conoscere ciò che siamo, aspettate almeno a giudicare del mio cuore secondo come saranno e non andate cercando pretesti per una faftidiosa pre­videnza. Non m’assassinate, vi prego, con sospetti oltraggiosi e datemi tempo di convincervi con mille e mille prove dell’onestà dei miei ardori.

    E lisa.

    Ah? con quale facilità ci lasciamo persuadere dalle persone che amiamo. Si,Valerio, credo il vostro cuore incapace d’ingannarmi. Credo che m’a­miate di vero amore e che mi sarete fedele, non ne voglio dubitare, nè mi curo dei biasimi o dei rimproveri delle persone.

    V a l e r i o .

    Mà perche v’ inquietate?

    E lisa.

    Non avrei cosa alcuna da temere, se ognuno vi stimasse nello stessso modo in cui io vi considero. Trovo nella vostra persona motivi sicuri a far­mi fare ciò che io faccio per voi. Il mio cuore ha per sua difesa l'appoggio del vostro merito, sostenuto dal soccorso d'una riconoscenza, alla quale il cielo m’impegna in vostro favore. Mi rappresento sovente agl'occhi quel gran pericolo, al qual vi es poneste per salvarmi, quella generosità incom­parabile che vi fece rischiare la vostra vita per salvare la mia dal furore delle onde, quella cura piena di tenerezza, che mi praticaste dopo avermi tirata fuori dell’acqua e gli omaggi assidui del vostro ardente amore, che nè il tempo nè le diff­icoltà hanno diminuito e che facendovi scordare i parenti e la patria, fermano i vostri passi in questi luoghi, tenendovi la vostra fortuna nascosto per favorirmi e avendovi ridotto, per vedermi, ad entrare come servo in casa di mio Padre. Tutto ciò provoca senza dubio in me un effetto meraviglioso e secondo i l mio parere, ho grande ragione per giustificare l'impegno al quale ho potuto ac­consentire ma questo forse non basta per giustificarlo agli altri e non sono certa che tutti siano d'accordo con me.

    V a l e r i o .

    Di tutto ciò che avete detto, non pretendo d'aver alcun merito presso di voi, se non che per il mio amore e quanto agli scrupoli che avete, il vostro stesso padre cerca di giustificarvi davanti a tutto il mondo e a dispetto della sua avarizia e della maniera austera, con la qual egli tratta i suoi figli, potrebbe autorizzare cose ancora più straordinarie. Perdonatemi, bellissima Elisa, se io parlo cosi in vostra presenza. Voi sapete che su questo argomento è impossibile parlar bene. Ma finalmente, se io posso, come spero, ritrovarli come miei parenti, non avremo gran pena a render­celi favorevoli. M’aspetto nuove con impazienza e io stesso andrò a cercarne se dovessero tardare per lungo tempo.

    E lisa.

    Ah! Valerio, restate qui, vi prego di pensare solamente ad essere ben considerato da mio padre.

    V a l e r i o .

    Voi vedete, come faccio e le sottigliezze che ho dovuto mettere in atto per introdurmi al suo servizio, sotto quale maschera di simpatia e d’unio­ne di sentimenti mi nascondo per piacergli e quale personaggio io rappresento ogni giorno con lui al fine di acquistare il suo affetto. Faccio progressi meravigliosi e so che per guada­gnare la stima degl'uomini, non c'è miglior strada che fingere d ’avere le stesse inclinazioni e seguire le loro massime, applaudire a ciò che fanno. Non si deve temere d’esser troppo compiacenti e il modo in cui ci burliamo d’essi non importa

    che sia visibile, i più scaltri sono sempre quelli che sono i più soggetti agl'inganni dell’adulazione e non c' è così alcuna cosa impertinente, o ridico­la che non sia inghiottita da loro, purché sia cagionata con le lodi. La sincerità soffre un poco nel mestiere che faccio, ma quando si ha bisogno degli uomini, ci troviamo obbligati ad accommo-

    dàrci ad essi, siccome non possono esser guadagnati se non con tal mezzo, l'errore non è di quelli che adulano, ma di quelli che vogliono essere adu­lati.

    E lisa.

    Ma perché ancora non cercate di guadagnare l'appoggio di mio fratello, dato che la

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