Gestire la cadenza dialettale - Per colloqui di lavoro e il personal branding: Acquisire un italiano neutro per colloqui di lavoro e il personal branding
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Anteprima del libro
Gestire la cadenza dialettale - Per colloqui di lavoro e il personal branding - Francesco Ventura
Francesco Ventura
Gestire la cadenza dialettale
acquisire un italiano neutro per colloqui di lavoro e il personal branding
Include 53 tracce audio con esercizi, tecniche di autocorrezione,
suggestive e toccanti letture d’autore
L’immagine della quarta di copertina è un dipinto a olio di Domenico Ventura (www.domenicoventura.it)
N.B. La maggior parte degli esercizi all'interno dell'ebook è associata a tracce audio. Potete scaricare e/o ascoltare i file cliccando sulla corrispondente dicitura (es. Traccia 1). Alcuni esercizi hanno una soluzione scritta, consultabile cliccando sul link posto in calce a ciascuno.
Parlare. Estendere i confini della propria immagine.
Premessa
Traccia 1
Questo metodo è per chi usa la voce e vuole usarla al meglio.
È dedicato a chi sale su un palco, a chi è davanti a un microfono, a chi è chiamato a convincere, emozionare.
È dedicato a chi vuole mettere in scena sé stesso, ma vede il sipario sulle proprie emozioni tirato giù dall'altrui indifferenza.
È per chi sente di aver qualcosa da dare prima che qualcosa da dire.
Questo piccolo manuale può essere la chiave per un grande cambiamento.
La voce, oltre a darvi parola, parlerà meglio di voi.
L'emozione non conosce regole
I corsi di dizione, o almeno la maggior parte, sono costruiti sull'assunto che basti imparare un elenco di regole ed eccezioni per correggere i nativi difetti di pronuncia: conoscere i casi in cui la e o la o sono aperte o chiuse, quando la z o la s sono sorde o sonore, e via dicendo.
In realtà, per spianare le inflessioni regionali, per addolcire le tenaci sporgenze del dialetto, vi sarà amico più il rude scalpello della pratica che la gentile carta abrasiva della teoria.
Prima che fitte e intricate regole, occorre che accogliate dentro i suoni dell’italiano.
Ci riuscirete modellando la vostra parola su quella di professionisti.
Potreste anche avere una voce standard: gran parte della bellezza e dell’efficacia di ciò che dite, vi verrà soprattutto da tono e ritmo.
Per spostare le emozioni dalle vostre labbra in un cuore, dovete aver dentro la musica giusta.
Il metodo delle melodie eufoniche
Questo metodo, più che al sapere, dà importanza al saper fare.
La teoria ha la sua ragion d'essere, purché non distolga dallo scopo pragmatico del comunicare: dire qualcosa a qualcuno per fargli fare o provare qualcosa.
L’essere efficaci passa da qui.
Quindi, anziché prodursi in un elenco di regole con relative eccezioni, questo metodo metterà al primo posto la componente prosodica della voce.
La prosodia, dal greco pros (verso
) e odè (canto
), è quel ramo della linguistica che studia l’intonazione e il ritmo del linguaggio parlato.
Modulando meglio la vostra voce, orienterete ciò che dite verso i risultati che volete.
Primo passo: procuratevi i ferri del mestiere
Migliorare la voce è un processo a lungo termine, che richiede applicazione giornaliera. Per eseguire gli esercizi in modo produttivo dovete dotarvi della necessaria attrezzatura:
• un computer dotato di scheda audio e casse
• un microfono
• un software di audio-recording.¹
Tali dispositivi possono anche non soddisfare standard professionali, purché ve ne serviate al solo scopo di esercizio.
In commercio sono reperibili microfoni a costi modici, a partire da 5 euro o poco più (fig. 1).
Dovendo confezionare audio con destinazione d'uso professionale, occorre che rivediate al rialzo il vostro investimento: dovreste acquistare un microfono da studio (fig. 2), una scheda audio (fig. 3), rivestire il vostro ambiente con pannelli fonoassorbenti (fig. 4) rendendolo perfettamente anecoico.² Il budget si attesta tra i 1.500 e i 2.500 euro, a seconda della qualità dei dispositivi e della superficie da insonorizzare.
Ad ogni modo, per portare a felice esito questo nostro percorso, un microfono da pochi euro basterà.
L'impagabile valore aggiunto verrà tutto dalla vostra dedizione.
Fig. 1 - Trust Microphone MC-1200
Fig. 2 - Rode NT1-A
Fig. 3 - Scheda M-Audio Fast Track
Fig. 4 - Pannelli fonoassorbenti piramidali
¹ Vi consiglio Goldwave, un programma freeware (scaricabile e distribuibile gratuitamente), utile e facile da utilizzare. In alternativa, per disporre di funzionalità multitraccia, vi segnalo Audacity . Ai link indicati potete eseguire il download dei programmi.
² Si dice anecoico un ambiente dall’acustica secca, priva di riverberazione.
L’ear factor
Parlare è un po' cantare
Serata karaoke.
Al microfono si avvicendano cantanti provetti, capaci di conquistarsi e meritarsi applauso per applauso. Non è improbabile, a essere realistici, incappare anche in infelici esibizioni.
Quando si parla male accade qualcosa di non molto diverso da quando si canta male: è come se si stonasse e si andasse fuori tempo.
Certo, la voce cantata e parlata si dispiegano in ambiti espressivi differenti, ma entrambe condividono l'uso di specifiche aree cerebrali (quelle preposte a elaborare gli input sonori).
La sensibilità uditiva, la chiameremo ear factor, sarà cruciale per rendervi espressivi, autorevoli, emotivamente più fecondi.
Le fotografie mentali dei suoni
Scattare una fotografia mentale di ogni suono vocalico e consonantico puro, riprodurre intonazioni geograficamente non determinabili: i fattori chiave per estendere i confini (non solo geografici) di utilizzo del linguaggio.
Forse obietterete di essere madrelingua e sapere da sempre come l'italiano si pronunci.
Questo è vero solo relativamente, perché l'italiano che parlate è specchio del vostro specifico luogo d’origine o di residenza (altrimenti detto fattore diatopico). Non vuole e non può essere questo un j'accuse contro il dialetto, che riecheggia in noi sin dalla nostra infanzia, sin dagli albori delle nostre emozioni: anzi, a ragione esso può dirsi come la più nobile voce della nostra spontaneità. È altresì innegabile che il vernacolo - o le cadenze che filtrano nella lingua nazionale - rischia di stropicciare quell'insostituibile biglietto da visita che è la prima impressione, segnando forse uno strappo tra chi sembriamo e chi siamo.
Ciò che è schietto, colorito e verace in famiglia, dinanzi a un più esteso pubblico potrebbe suonare e significare incompetenza, approssimazione, provincialità.
Ideale sarebbe far fluire dalle labbra il puro italiano, mettendo in bocca al cuore il più squisito e sincero dialetto.
I puremi, i suoni puri dell’italiano
I suoni di una lingua, quali unità minime dell’articolazione del linguaggio, sono detti fonemi.
Essi hanno natura vocalica, consonantica, semiconsonantica.³
La vostra pronuncia non può non risentire della parlata appresa sin dall'infanzia o di quella in uso nel vostro attuale luogo di residenza. Con il tempo si sono stratificate in voi abitudini che, ogni volta che aprite bocca, spargono tracce più o meno vistose della vostra provenienza geografica: le famigerate inflessioni dialettali.
Che fare in concreto per dominarle?
Il primo passo è prenderne coscienza, cogliendone lo scarto rispetto a un modello foneticamente e intonativamente puro, cui - attraverso la comune pratica linguistica - ogni giorno vi andrete ad accostare.
Ascoltate gli attori, imitatene (senza eccessi) la modalità articolatoria. Non quelli delle fiction nostrane ma, assumendo come standard l'eccellenza, le voci italiane dei grandi divi del cinema (Brad Pitt, George Clooney, Leonardo Di Caprio…). Ascoltate con attenzione i dialoghi dei film e rilevate le differenze rispetto alla vostra spontanea oralità.
Su di essi potete modellare con fiducia tono e articolazione, giacché i nostri doppiatori possono considerarsi, a buon diritto, gli autorevoli detentori della pronuncia incontaminata dell’italiano. ⁴
³ Parleremo della i e della u con valore semiconsonanti nell’appendice B (vedere nota 60 a pag. 160).
⁴ Nei luoghi in cui ricorre, il concetto di contaminazione/inquinamento dialettale non andrà inteso in senso dispregiativo ma sarà una pura discriminante tecnica per indicare, per opposizione, la pronuncia corretta e ideale dell’italiano, quale lingua del doppiaggio, della