900 chilometri di felicità - Dai Pirenei a Finisterre lungo il Cammino di Santiago
Di Luca Giai
5/5
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Info su questo ebook
Il libro si divide principalmente in due parti:
la prima è un insieme di informazioni, suggerimenti e consigli utili e necessari a tutti coloro che hanno intenzione di percorrere tutto o anche solo una parte del Cammino Francese (pernottamenti, trasporti, attrezzatura…);
la seconda parte è invece un riadattamento del diario di viaggio scritto nelle giornate di Cammino, nel quale l’autore ha cercato di trasmettere il più possibile le esperienze e le sensazioni vissute.
Il tutto è intervallato con alcune delle più belle fotografie scattate in quei luoghi magici.
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Anteprima del libro
900 chilometri di felicità - Dai Pirenei a Finisterre lungo il Cammino di Santiago - Luca Giai
Premessa
Il seguente libro non vuole essere una guida completa riguardo al Cammino Francese, contenente riferimenti sulle tappe da affrontare, sui luoghi da visitare e sui posti in cui dormire: quella della preparazione è infatti una parte molto affascinante del viaggiare, e ritengo giusto venga gestita dal viaggiatore stesso. Questo è invece un manoscritto nato semplicemente da un'esperienza che ho deciso di affrontare nell'estate del 2012, e che sicuramente ha cambiato qualcosa in me. Tale viaggio mi ha segnato così tanto, lasciando delle sensazioni così profonde che ho pensato potesse essere una buona cosa trasmetterle ad altre persone, affinché anche altri possano meglio comprendere questa esperienza. Ho quindi pensato di raccogliere un insieme di informazioni utili per quelle persone che si stanno poco a poco avvicinando al Cammino, facendone inoltre un incentivo per tutte quelle che vorrebbero partire ma sono ancora indecise. Per quanto quindi una piccola parte iniziale sia dedicata effettivamente alla spiegazione di cosa sia il Cammino e qualche dritta su zaino e materiale da portare con sé, la maggior parte sarà invece dedicata alla descrizione delle tappe del mio viaggio, mettendo in risalto le emozioni provate e le esperienze vissute. Lo stile di scrittura scelto è quello di esporre ogni parte in maniera molto personale, come se stessi raccontando ad un amico l'esperienza vissuta. Ritengo infatti che solo così si possano rappresentare i pensieri e le emozioni realmente provate, al fine di non stilare una semplice guida all’uso
.
Parte prima
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Preparazione al viaggio
Il Cammino francese
Nel corso dei decenni, milioni di persone hanno lasciato le proprie case e i propri paesi per andare in pellegrinaggio. Sono quindi moltissimi i percorsi che sono venuti a formarsi e che hanno come meta diverse città, come è possibile vedere dall’immagine che riporta tutti i principali Cammini di pellegrinaggio presenti in Europa. Una nota di rilievo va però sicuramente dedicata a Santiago de Compostela. La storia racconta infatti che in questa città siano state ritrovate nel corso del IX secolo le spoglie dell’apostolo San Giacomo. Nella tradizione popolare la figura di Santiago Apostolo è legata fortemente al concetto di riconquista dell’Europa dal controllo dell’allora dominio musulmano, ed ecco perché le vie per raggiungerla e pregare sulla sua tomba si sono rapidamente moltiplicate nel corso degli anni. Va sottolineato come i pellegrinaggi di una volta assumevano un valore probabilmente diverso da quello di adesso: i pericoli erano molto più alti, la mancanza di mezzi di trasporto costringeva chi lo intraprendeva ad assentarsi per lunghissimi periodi di tempo, e la povertà e le epidemie non rendevano così certo il ritorno a casa del pellegrino. Ecco perché in passato solamente le persone spinte da una profonda fede intraprendevano un viaggio del genere. Oggigiorno, seppure sia possibile trovare molte persone spinte da motivi religiosi, la voglia di viaggiare sommato all’organizzazione presente sul Camino Francese (dai luoghi per dormire a quelli per mangiare) fanno di questo percorso uno dei più frequentati d’Europa da credenti e non. Per sottolineare questa diffusione basti pensare che nel 1985-1986 sono stati 2491 i pellegrini che l’hanno percorso, mentre vent’anni dopo si sono superate abbondantemente le 180.000 unità. E’ proprio su questo Cammino, che parte dalla parte sud-ovest della Francia e attraversando tutta la Spagna arriva fino alla città di Santiago de Compostela, che si sofferma questo libro. Da un punto di vista pratico la continuazione del Cammino Francese è la Via Francigena, altro splendido percorso di pellegrinaggio che percorre tutta l’Italia a partire dal confine francese ed arrivando fino a Roma. In questi ultimi anni si sta piacevolmente notando una lieve attenzione al rilancio di quest’ultima, che è comunque ancora lontana dai livelli del percorso spagnolo. Oltre ad essere stato nominato Patrimonio dell’umanità dall’Unesco infatti, il Cammino Francese viene visto in maniera molto positiva dalla popolazione residente nei vari paesi attraversati. Essa, oltre a nutrire un profondo orgoglio e rispetto sia per esso che per il pellegrino stesso, ha considerato in anni passati anche i vantaggi economici derivanti da un suo rilancio. Il risultato è che oggi anche i paesini più piccoli che si attraversano hanno almeno qualche lavoratore che sopravvive grazie ai soldi portati dai pellegrini provenienti da tutto il mondo.
Perché partire
Le domande più frequenti che mi venivano poste quando decisi di intraprendere questo viaggio possono riassumersi in: "Ma perché, chi te lo fa fare di farti 920 km a piedi nei tuoi unici giorni di vacanza?". Ho parlato con molte persone durante la preparazione del viaggio, e mi sono state fornite una moltitudine di ragioni diverse: c'è chi ama viaggiare con lo zaino in spalla, chi ha motivi religiosi, chi vuole provare qualcosa di diverso, chi vuole scappare dalla solita routine e molte, molte altre ancora. Personalmente, ancora non l’ho capito in maniera esatta. L’unica cosa che mi è sempre stata chiara è che c’è qualcosa nei luoghi che si attraversano, negli sguardi che si incrociano, e nei saluti calorosi che si ricevono, che fa stare bene. Affrontare il Cammino significa entrare in un mondo a parte, dove gente sconosciuta si ferma a chiacchierare con te, ti aiuta senza chiedere nulla in cambio, ti offre da mangiare e da bere se ti vede affamato o assetato. Un mondo strano, così vicino a noi eppure così lontano dalla vita di sempre, capace di sorprenderti nelle più piccole cose. Si parte con l’idea di doverlo terminare a tutti i costi, ma ci si trova dentro pensando che alla fine la cosa più importante non è arrivare, ma quello che ci sta in mezzo. E i pellegrini sono il cuore di questo viaggio. Gente di ogni nazionalità e di ogni estrazione sociale diventa tutta uguale lungo questo percorso, formando a volte amicizie particolari, che nella vita normale proprio a causa della grande diversità che separa due persone non si sarebbero altrimenti mai formate. Ecco perché partire: per provare qualcosa di nuovo, qualcosa di profondo, qualcosa di bello.
Come arrivare...
Una delle prime cose da valutare quando si pensa di partire per questo viaggio riguarda il come arrivare all’inizio del Cammino. Esso si trova in un piccolo paese posto nel Sud-Ovest della Francia ai piedi dei Pirenei chiamato Saint Jean Pied de Port, e come tale non è dotato di un aeroporto. Può essere conveniente quindi, nel momento della pianificazione del proprio avvicinamento, puntare ad arrivare a Bayonne, che resta collegato al paese che ci interessa grazie ad un comodo trenino che effettua più viaggi al giorno. Personalmente ho deciso di impostare i miei spostamenti in base al fattore economico, in quanto rappresentava per me il problema principale rispetto al tempo a mia disposizione. Ho quindi cercato informazioni circa 4 tipologie di mezzi (aereo, treno, pullman, automobile) a partire da Torino, giungendo alle seguenti conclusioni:
Pullman: non consigliabile, è lento e non permette un grande risparmio di soldi se comparato agli altri mezzi.
Aereo: permette di arrivare in breve tempo a Biarritz (paese abbastanza vicino a Bayonne), ma costa più degli altri mezzi. Può essere necessario effettuare uno scalo a seconda dell’aeroporto di partenza, fatto da tenere in considerazione nel calcolo della spesa in caso si parta con un bagaglio nella stiva; una valida alternativa è di puntare all'aeroporto di Lourdes.
Treno: Ha il vantaggio, se prenotato con un buon anticipo, di avere una spesa molto contenuta. Inoltre permette di non sprecare troppi giorni per arrivare.
Automobile: grande grado di indipendenza, può convenire dal punto di vista economico se si è 2 persone o più. Si consideri di spendere un centinaio di euro a testa in 2 dal confine italiano a destinazione (prezzo riferito ad un viaggio effettuato ad agosto 2010).
Prenotando con circa 1 mese di anticipo ho quindi effettuato il mio viaggio di avvicinamento come segue:
*Orari e prezzi sono puramente indicativi e soggetti quindi a variazioni
La soluzione riportata è chiaramente consigliabile solo a chi risiede (o può rapidamente raggiungere) il Nord-Ovest dell'Italia; si segnala, per completezza, che il TGV per Parigi parte anche da Milano. I vantaggi che mi hanno portato ad optare per questa scelta sono molteplici:
economici, in quanto permette di arrivare spendendo meno di 100 euro;
permette di viaggiare di notte, risparmiando un giorno di viaggio;
3 ore di coincidenza a Parigi sono ottime: tengono al riparo da eventuali imprevisti, spacca il viaggio, e permette di rilassarsi un momento in giro per Parigi.
Per tutti gli altri, o per chi abbia problemi di tempistiche, consiglio invece di raggiungere il paese di Biarritz o di Lourdes tramite aereo, e da lì raggiungere Bayonne. Altre tratte di avvicinamento sono possibili, ma a mio avviso non portano a molti vantaggi di tempo e/o soldi.
… e come tornare
Il ritorno a casa potrebbe rappresentare, anche se meno che in passato, un piccolo problema se non attentamente analizzato. Da qualche anno tuttavia i problemi si sono minimizzati grazie al potenziamento dei voli aerei in partenza da Santiago de Compostela verso l’Italia (anche grazie all’arrivo di alcune compagnie low cost), e a mio avviso rappresentano decisamente la scelta migliore per tornare a casa. A questo punto ritengo importante sottolineare un aspetto che raramente viene considerato in questo tipo di discussione: quando prenotare il viaggio di ritorno. Se si intende percorrere tutto il Cammino si potrebbe infatti impiegare oltre un mese per arrivare a destinazione, e per quanto lo si provi a pianificare potrebbe succedere qualunque cosa (ad esempio impiegare più giorni del previsto a causa di guai fisici o, viceversa, proseguire molto più rapidamente). Il mio consiglio è quindi di partire senza alcuna prenotazione aerea e, arrivati a 5-6 giorni da Santiago, cercare un internet point (ve ne sono molti, specialmente nelle città più grandi) e prenotare. Per i meno avventurieri
è comunque possibile prenotare il ritorno prima di trovarsi in Spagna e, in caso ci si rendesse conto di non avere abbastanza giorni per arrivare alla meta a piedi, prendere un pullman (sono presenti per tutta la lunghezza del Cammino) in modo da recuperare sul tempo perduto. Personalmente comunque sconsiglio, per quanto possibile, di adottare quest’ultimo approccio in quanto, oltre al discorso legato agli imprevisti, tende a far perdere la sensazione tipica di questo viaggio di vivere alla giornata. E’ inutile spiegare quale opzione io abbia scelto. Il mio pensiero, in particolare nei viaggi on the road, è quello di svegliarsi la mattina senza sapere esattamente cosa aspettarmi. Un modo, forse, per fuggire dalla routine della vita quotidiana. Riportando i discorsi ai mezzi di trasporto, una seconda opzione è rappresentata da chi, decidendo di fare il viaggio di andata in auto, sia costretto a ritornare al punto di partenza. In tal caso la scelta migliore potrebbe essere quella di prendere un pullman: ve ne sono un paio in partenza ogni giorno e, seppur non portino direttamente all’inizio del Cammino, permettono di arrivare a Irun, collegata a Bayonne tramite collegamento ferroviario. Anche il costo è relativamente contenuto, quindi è un’ipotesi che potrebbe essere presa in considerazione. Una terza possibilità, poco utilizzata ma comunque possibile è l’autostop. E’ un mezzo di ritorno consigliato solo a chi non ha fretta di tornare indietro e sia dotato di buono spirito di adattamento, porta con sé i vantaggi di spendere poco e vivere ancora un po’ di quel senso di libertà che si è provato per qualche settimana. Ho conosciuto personalmente un paio di ragazzi che in 6-7 giorni sono arrivati fino a Roma. Per quanto riguarda la rete ferroviaria non ho grandi notizie, molti forum e