Estetica Spirituale: Un Viaggio Artistico attraverso il Simbolismo Esoterico
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Anteprima del libro
Estetica Spirituale - Milena Campanella
Campanella
PREFAZIONE DI RENATO TITTARELLI
Che cosa unisce oggi maggiormente gli uomini ed è in grado di favorire i rapporti pacifici e di stima tra loro? Sembrerebbe che lo sport, la religione, la lingua, la cultura, il divertimento, la politica possano fare egregiamente tutto questo.
Si tratta di attività praticate da tempi immemorabili, quindi se l’unità tra gli uomini dipendesse esclusivamente da questi fattori, le società e le nazioni dell’era moderna sarebbero in pace già da tempo, prospererebbero e ci sarebbe più felicità di quanto si possa immaginare, dato che oggi è possibile disporre di molto più tempo che in ere passate da dedicare a queste modalità, che dovrebbero servire a rinsaldare gli animi.
Se volessimo prendere del tempo per osservare le notizie di cronaca e le statistiche che riguardano le crescenti prescrizioni di farmaci per disturbi psicologici ed emozionali, probabilmente dovremmo ammettere che le rosee supposizioni e previsioni iniziali sono clamorosamente smentite dai fatti. Si può dire che l’umanità non abbia ancora sviluppato, attraverso i seppur avanzatissimi strumenti forniti dalla scienza, dalla tecnologia e dalle religioni, un sano equilibrio tra lo sviluppo tecnologico, la salvaguardia delle risorse del pianeta e la tutela del benessere psicofisico, portatore di salute e di gioia.
Sembrerebbe che queste riflessioni siano fuori luogo, rispetto all’argomento trattato dall’Autrice del libro Estetica Spirituale; credo invece che, proprio grazie alla lettura di questa opera, potremo avere una diversa visione degli impulsi che alimentano e motivano le scelte profonde che l’essere uomo può e vuole fare consapevolmente nel conseguimento delle aspirazioni alla felicità.
Mi sento quindi di confortare gli animi, di procedere assieme verso un mondo migliore senza temere di essere smentito, affermando con le parole dello scrittore e filosofo russo Fëdor Dostoevskij che Solo la bellezza può salvare il mondo
, aspetto che l’Autrice ha ampiamente ripreso, riformulato ed attualizzato nel suo scritto Estetica Spirituale, dove l’etica e la bellezza si incontrano nell’amore verso la vita.
Cominciamo con l’utilizzare alcune delle proposte di chiarificazione fornite da Milena Campanella la quale, da profonda studiosa di filosofia e di discipline psichiche ed esoteriche, afferma che l’uomo è legato da fili sottili ed armoniosi al divino - già presente in lui - che possono essere percepiti ed espressi spontaneamente attraverso l’arte e la bellezza, ma che per essere vissuti come tali devono avere una struttura ordinata.
L’Autrice afferma che tale struttura non è creata dall’uomo, bensì vive indipendentemente dalla mente umana, anzi è antecedente alla stessa, come lo sono le strutture ordinate presenti nei numeri, nelle geometrie e negli archetipi rappresentati dall’uomo attraverso miti, incantevoli favole, racconti poetici, musiche, melodie affascinanti e sublimi.
Milena Campanella ha il pregio ed il coraggio di condurre il lettore in un viaggio iniziatico, in un cammino dell’eroe
con una declinazione numerologica, percorrendo i binari che vanno dallo 0 al 10, che portano, passando dal caos all’ordine, al ricongiungimento col Sé. Nella sua opera numerologica
non mancano dei riferimenti al tracciato della coscienza attraverso le immagini, i simboli ed i significati sottointesi dalle carte dei Tarocchi e dai Mandala da lei stessa creati.
L’uomo può così riprendere consapevolezza della primeva bellezza armonica e ordinata, attivando la sacralità della vita con l’arte, invece che immergersi esclusivamente nell’arte sacra, storicamente collegata a movimenti religiosi, attingendo così a risorse interiori, giungendo a unificare aspetti dissonanti e a risvegliare stati di coscienza multidimensionali che alimentano l’intuizione, l’immaginazione e la visualizzazione.
Si dà il caso che questo modo di procedere, che non prevede separazione tra gli opposti, tra la scienza ed il sacro, non sia nuovo, bensì sia quello utilizzato dai grandi iniziati, dagli alchimisti, dai geni e dai visionari di ogni tempo, dotati di capacità artistiche molto sviluppate e in grado di vivere nel contempo il logos (sensi e mente discriminanti) e l’eros (sensi e mente amorevoli), non come due istanze diverse e contrastanti, bensì come soggetti di ricerca e di attrazione reciproca.
Da tempo immemorabile gli alchimisti nella Ars Regia
o Alchimia Spirituale ricercano l’unione del Principio Maschile (Sole) e del Principio Femminile (Luna) destinati a fondersi nell’androgino, l’uomo completo, reputando che sia una tappa fondamentale per la realizzazione della Grande Opera
, conosciuta nel Medio Evo anche come la Cerca del Graal
e nella mistica cattolica come nozze alchemiche o Unio Mystica
.
Carl Gustav Jung (medico psichiatra svizzero, fondatore della psicologia analitica), definisce l’importanza dell’incontro degli opposti riprendendo la frase classica latina coniunctio oppositorum
, come via necessaria per realizzare il Percorso d’individuazione dell’anima
.
Date queste premesse, possiamo dare uno spazio onorevole all’Estetica Spirituale, facendola diventare materia di studio e di pratica per quanti desiderano ritrovare quella dimensione perduta dell’anima che è stata separata dalla parte complementare, come una mela tagliata a metà, affinché possiamo far ricongiungere le due metà nel Tutto, nell’Uno.
Renato Tittarelli
Naturopata, aromaterapeuta, numerologo, alchimista
INTRODUZIONE ALL’ESTETICA
LO ZERO – L’UOMO ALLA RICERCA DI DIO
"La bellezza è il dono più grande
concesso da Dio all’umana creatura,
poiché grazie alla bellezza
eleviamo lo spirito alla contemplazione…"
Agnolo Firenzuola, 1578
Particolare liberamente tratto dall’affresco di Michelangelo Buonarroti Creazione di Adamo
Il nostro viaggio parte dal numero 0. Lo Zero, il nulla, il vuoto, l’informe, l’indistinto… È il numero adatto per esprimere l’inizio vago di una storia, di un viaggio che risale agli albori dell’umanità, così lontano nel tempo che il ricordo si perde…
Con il numero Zero inizierò la mia introduzione all’ESTETICA SPIRITUALE, termine originale ideato per designare l’aspetto spirituale dell’esperienza estetica.
Chi intende percorrere il cammino di Estetica Spirituale si troverà a vivere un affascinante viaggio dentro se stesso, terminato il quale le cose non appariranno più come prima, ma acquisteranno nuovi e diversi significati. Il mondo intorno a noi in realtà è sempre uguale, ma cambia il nostro modo di guardarlo ogni volta che mettiamo in discussione vecchi schemi di pensiero e acquisiamo nuove conoscenze. È la stessa cosa che accade ogni volta che facciamo un viaggio in paesi lontani e sconosciuti dove siamo costretti a confrontarci con persone nuove e culture diverse. Tutto ciò arricchisce il nostro bagaglio di esperienze, amplia la nostra capacità di vedere le cose al punto che, quando facciamo ritorno al luogo di origine, tutto sembra diverso anche se nulla è cambiato.
Il percorso estetico proposto, oltre ad essere arricchito da numerose e significative immagini di opere d’arte, si snoda attraverso i Numeri ed è guidato dal loro significato simbolico, nello stesso modo con cui una segnaletica stradale informa il viaggiatore sul tipo di sentiero che sta attraversando e sulla prossima tappa da percorrere per arrivare alla meta.
Per sviluppare gli argomenti di ogni capitolo, oltre ai Numeri, vengono anche utilizzate le bellissime immagini evocative e ricche di significati tratte dai Tarocchi Universali, opera dell’artista Roberto De Angelis. Inoltre, sono inserite e commentate le immagini di un Mandala Numerico da me ideato e realizzato.
Il Mandala Numerico rappresenta anche un oggetto di meditazione, in quanto, soffermando lo sguardo su di esso, si possono ricevere le energie legate al numero, alla forma e ai colori. I Mandala Numerici sono stati creati tenendo conto delle correlazioni esistenti con i sette chakra principali; un effetto di tale meditazione, quindi, sarà anche quello di armonizzare ed aprire i chakra squilibrati o bloccati.
In ultimo, dopo questa meditazione, al termine di ogni capitolo vengono proposti degli esercizi pratici per assimilare e interiorizzare le conoscenze acquisite. Ciò consentirà al lettore di guardarsi dentro, di capire realmente chi è e qual è il suo vero scopo nella vita.
L’esperienza estetica è prima di tutto un’esperienza iniziatica, un processo di trasformazione e di realizzazione del singolo e dell’umanità all’interno di una creazione più ampia che è quella divina. È il viaggio dell’Io verso Dio. Inizia con una sensazione di mancanza, di disagio da parte dell’uomo che crede di essere onnipotente, di poter fare tutto da solo, ma che in realtà vive isolato da tutto e da tutti, è limitato, smarrito e confuso; vive nella inconsapevolezza e non si conosce.
Conosci te stesso
era la formula incisa sul frontone del tempio di Delfi, ed era anche l’essenza dell’insegnamento socratico. Ma l’uomo, sempre impegnato nella continua ricerca di qualcosa, in realtà ha dimenticato ciò che sta cercando; si butta a capofitto in mille attività diverse, si preoccupa di questo o di quello, eppure è sempre insoddisfatto, infelice. Sembra, anzi, che tutta questa attività frenetica sia un espediente per non pensare, per non fermarsi a riflettere, ad ascoltare quel senso di vuoto interiore che è paralizzante, terrificante. È il nulla, lo 0 appunto.
Il primo passo, dunque, consiste nel guardarsi dentro, nel capire realmente chi siamo e qual è il vero scopo della nostra vita; ciò significa anche fare i conti con i nostri limiti e le nostre paure. Ma non dobbiamo desistere; una volta intrapreso il cammino dobbiamo avere il coraggio di proseguire, di comprendere qual è il vero oggetto della nostra ricerca.
L’uomo cerca Dio; lo cerca da un’eternità, da quando, tantissimo tempo fa, per esplorare il mondo, si è allontanato da Lui. Questa è la meta del nostro viaggio, il viaggio di ritorno verso casa, quella che Gesù chiamava la casa del Padre
.
Ci sono tante strade che conducono a Dio e, tra queste, vi è il sentiero rappresentato dall’arte e dalla bellezza; queste, come vedremo nel corso dei capitoli, hanno il compito di elevare l’uomo e di aiutarlo ad evolversi.
Inizia così il nostro viaggio nell’Estetica Spirituale.
Che cosa si intende con il termine estetica?
L’estetica, in generale, è la disciplina filosofica che si occupa del bello e dell’arte. Si tratta di un termine di derivazione greca (aisthesis = sensazione) introdotto per la prima volta in filosofia nel 1750 da Baumgarten con la pubblicazione del libro Aesthetica; egli definisce estetica
la scienza della conoscenza sensibile
che tende alla perfezione, mentre estetico
è il giudizio che riguarda il bello e il sublime nella natura e nell’arte
.
L’estetica filosofica, dunque, nasce relativamente tardi nella cultura europea e si consolida a partire dal XIX secolo. Prima di allora, le tematiche relative all’arte e al bello venivano discusse in metafisica, in poetica, in ermeneutica o in trattati tecnici riguardanti le varie arti.
Nell’antica Grecia, poeti come Omero ed Esiodo utilizzavano il termine bellezza per indicare luminosità
, splendore sensibile
; ma le prime riflessioni filosofiche sulla bellezza sono da attribuire alla scuola pitagorica.
Per Pitagora, bellezza significa principalmente armonia. Essa può essere rappresentata anche in termini matematici e numerologici poiché, come le corde di uno strumento musicale, a seconda della loro lunghezza, vibrano diversamente e producono note differenti, allo stesso modo tutte le cose che si conoscono hanno numero; senza questo nulla sarebbe possibile pensare, né conoscere
. Tutto l’universo, dunque, è numero, ordine e armonia.
Per Socrate e Platone, invece, il bello rappresenta soprattutto uno dei caratteri costitutivi dell’essere e si identifica con il bene. Per Platone, in particolare, l’arte assume una connotazione negativa in quanto imitazione della natura, la quale, a sua volta, è imitazione e copia della vera realtà delle idee
; quindi, afferma Platone, l’arte è imitazione di imitazione
e ci allontana dalla bellezza originaria propria del mondo delle idee.
Per Aristotele, l’arte appartiene alla sfera dell’attività pratica. Egli distingue le arti belle
da tecniche di altro tipo e introduce il concetto di catarsi
, riferito in particolare alla tragedia a cui Aristotele attribuisce addirittura la funzione sociale ed educativa di purificare l’uomo dalle sue passioni.
Plotino, come Platone, vede nella bellezza sensibile il riflesso di una bellezza superiore. Nelle Enneadi, la sua opera completa, egli però afferma che le arti recano in sé la bellezza
, rivalutando così la funzione dell’arte che ha l’importante compito di aiutare l’uomo a risalire alla bellezza del mondo delle idee, da cui tutto proviene e scaturisce.
Per il pensiero medievale, la bellezza diventa uno degli attributi della creazione divina; Sant’Agostino considera il bello nella sua oggettività e derivante dagli elementi di armonia e proporzione, mentre per San Tommaso la bellezza sensibile è la manifestazione di quella divina e il bene e il bello, pur essendo diversi, non sono distinti tra di loro, ma rappresentano entrambi due aspetti di Dio.
In epoca rinascimentale si assiste a una crescente autonomia e riconoscimento della figura dell’artista distinta da quella del tecnico e dello scienziato. L’arte viene ora considerata come via di accesso alla bellezza ideale e il corpo umano, simbolo dell’universo e misura di tutte le cose, riflette le sue divine proporzioni
nella pittura, nella scultura e nell’architettura.
Kant distingue l’esperienza estetica da quella morale e da quella conoscitiva, costituendo così l’estetica come disciplina filosofica specifica che si occupa di indagare l’arte e il bello. Secondo Kant, il giudizio estetico fa riferimento al sentimento di piacere o dispiacere ed è collegato al gusto, inteso come facoltà di discernere il bello, sia all’interno che al di fuori dell’arte; il genio è la capacità dell’artista di creare liberamente senza la costrizione di regole precise.
Con Hegel, invece, l’indagine sul bello e sull’arte entra a far parte di un complesso sistema filosofico che ha come protagonista lo spirito e il suo sviluppo storico, nel quale la stessa esperienza estetica rappresenta solamente un momento transitorio. Hegel definisce l’arte come la manifestazione sensibile
dello spirito, quale opera del genio, frutto di un severo impegno e non solo della spontaneità dell’ispirazione, come sostiene il contemporaneo romanticismo; quest’ultimo, al contrario, rivendica la libertà del sentimento e la necessità di non sottomettersi a rigide regole affinché l’artista possa esprimere appieno la sua creatività.
All’inizio del ’900 si affermano in Europa nuovi movimenti culturali e artistici destinati a cancellare i classici ideali di bellezza e armonia. Si tratta delle cosiddette avanguardie artistiche (Espressionismo, Astrattismo, Futurismo, Cubismo…) che impongono nuovi canoni estetici basati su un’interpretazione della realtà in chiave onirica e soggettiva.
L’estetica contemporanea sembra essere andata in crisi soprattutto a causa delle trasformazioni sociali in atto e della precarietà dell’esperienza estetica stessa. Già con Nietzsche e la sua polemica contro l’arte delle opere d’arte
è possibile intravedere l’inizio di tale crisi che continua, successivamente, con Benjamin e Heidegger. Per quest’ultimo, in particolare, l’esperienza estetica è collegata all’idea di essere-per-la-morte
che accompagna l’esistenza dell’uomo e che provoca in lui angoscia e una sensazione di nullità.
Questo breve percorso storico del pensiero occidentale aiuta a comprendere come, malgrado i vari significati e le diverse interpretazioni assunte nel tempo, i concetti di bello e di arte sono stati da sempre oggetto di riflessione da parte dell’uomo. Se, poi, ci soffermiamo a considerare tutte le meravigliose espressioni artistiche tipiche della cultura orientale o di altre popolazioni esistite e ancora esistenti sul nostro pianeta, non possiamo fare a meno di notare come il bisogno di esprimersi attraverso l’arte e il desiderio di avvicinarsi alla bellezza sia connaturato all’essere umano e proceda di pari passo con la sua evoluzione. Infatti, più l’essere umano si evolve, e più diventa sensibile alla bellezza, inizia a desiderarla, a considerarla un aspetto irrinunciabile della propria esistenza. Ma è anche vero il contrario: circondarsi di cose belle, vivere e lavorare in ambienti belli e armoniosi, può aiutare le persone a far emergere e sviluppare le loro qualità migliori.
Se pensiamo alle prime manifestazioni artistiche dell’uomo, come ad esempio graffiti, pitture rituali del corpo