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L'arpa e la riva
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L'arpa e la riva
E-book124 pagine38 minuti

L'arpa e la riva

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Info su questo ebook

Maria Amelia Còmito è nata a Catanzaro. Dal 1982 risiede a Cosenza dove, fino a poco tempo fa, ha insegnato materie letterarie nelle scuole superiori.
Scrive poesie e racconti da quando aveva circa undici anni.
Ha pubblicato le seguenti raccolte di poesia: “Nuvole” (Editore Santelli, Cosenza, settembre 1992), “I fiori” (Editore Pellegrini, Cosenza, febbraio 2008), “Una finestra piccola sul mare” (Editore Pellegrini, Cosenza, gennaio 2013),”Il ciliegio è fiorito” ( Gruppo Editoriale L’Espresso SpA, Roma, gennaio 2015 ).
Ha scritto una silloge di diciotto racconti intitolata “Il coro a bocca chiusa” (Editore Pellegrini, Cosenza, febbraio 2011) ed il romanzo “Il nascondiglio dei serafini” (Gruppo Editoriale L’Espresso SpA, Roma, maggio 2014).
È autrice di due saggi di Storia dell’Arte: uno riguarda il proprio bisnonno, artista calabrese vissuto tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX, intitolato “Rodolfo Del Pozzo, pittore e scultore di Mammola” ( Gruppo Editoriale L’Espresso SpA, Roma, novembre 2014 ); l’altro saggio è sul pittore calabrese di Cortale ( Cz ) vissuto tra il 1827 ed il 1907, “Andrea Cefaly” ( Gruppo Editoriale L’Espresso SpA, Roma, aprile 2015 ).
LinguaItaliano
Data di uscita15 feb 2016
ISBN9788889013847
L'arpa e la riva

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    L'arpa e la riva - Maria Amelia Còmito

    Gianfranco

    L'assolo

    L’ASSOLO

    Anche arpa ha una vove (I)

    Anche l’arpa ha una voce

    e sulla riva pianissimo consola

    chi accoglie il ritmo discontinuo

    dell’onda, chi nel silenzio soffre

    e colma la memoria girovagando

    tra i pezzi stanchi delle conchiglie

    misteriose. Come sarà l’inverno

    adesso che la riva è sola?

    In realtà sono tante le rive,

    tanti gl’itinerari scelti, estesi

    lungo i ruscelli, le fiumare pigre,

    i fiumi piccoli o enormi, i laghi,

    i mari e raramente l’arpa

    comporrà l’assolo.

    Anche arpa ha una voce (II)

    Anche l’arpa ha una voce

    sommessa, scivolosa

    che sempre silenziosa sboccia

    che sempre impallidendo

    trascolora.

    Col tempo, forse, un po’ velata,

    un poco mesta affiora.

    Alte oscillano le canne

    molli sulla palude esangue,

    afflitte fluttuano le canne

    affondate nel diniego costante.

    Incredula incerta generosa

    iridescente al sole

    tremolante si perde,

    fiammella di candela,

    la cantilena erbosa.

    Esile serena acquosa

    verso la riva viola

    s’apre alla voragine del mare

    gracile una conchiglia chiara

    e lieve lieve il vento

    la consola.

    Armonia

    Inesauribile è il vincolo segreto

    che lega l’arpa alla riva. Qui

    anche durante il temuto inverno

    l’arpa sosta in armonia congiunta

    al benefico rito senza mai riposo

    come un gabbiano attaccato allo scoglio

    prima del volo. Qui l’arpa indisturbata

    scompone la flemma della riva, tintinna,

    gorgoglia, rintocca, ne raccoglie la continua morte,

    le mille gocce in festa di macerie

    trasformando il fluttuare ininterrotto

    in umile suono acerbo, puro, acquoso.

    L'assolo

    Sì, ogni tanto l’arpa suona un assolo

    priva di desideri, completamente persa

    nel luccichìo delle macerie.

    Senza nulla pretendere piange

    tutte le volte che dalla riva si distacca.

    Timida l’arpa? Teme di non piacere?

    Teme il giudizio dei granelli di sabbia,

    dei ciottoli nel greto? No, non è questa

    la solfa a cui è abituata.

    L’arpa forse ha ragione se teme

    le lusinghe delle rive cangianti,

    mutevoli, verbose. Può darsi che sia

    giustificata. Ciò che vede e ascolta

    non sempre la rincuora, specie laddove

    travalica il trambusto, la parvenza complicata,

    ogni incanto esteriore.

    Per solo arpa

    Per sola arpa ogni tanto

    risuonerà l’assolo,

    un canto nuovo e vecchio

    dalla luna nascente

    come lamento breve

    eppure prolungato tra gli spartiti sparsi,

    come un accenno di melodia d’amore

    che non si stanca mai di amare.

    Carezza senza tempo

    lasciata da una madre.

    Ma un assolo per arpa

    forse non piace a chi tesse

    la trama, il frastuono,

    a chi tinge di rosso le gocciole sparse.

    Il pianto

    Se l’arpa si tinge di rosso

    risorgendo solitaria dalle rive sconvolte,

    si sovrappongono immagini strane,

    umide offerte al giusto presunto

    di alcune parole cosparse di vero fasullo.

    Cos’è la giustizia? E l’arpa insicura

    sospira, respinge le inquiete visioni,

    riveste di candidi fiori leggeri

    la riva a tratti piangente.

    Poi dice basta per sempre a quel sangue,

    a tutto il torrente che langue

    di uno stesso colore.

    La tempesta

    Quando la riva diventa tempestosa

    la paura dell’arpa svetta concreta

    fondata sull’arida nebbia muta.

    L’arpa non cede alla sconfitta

    e prega aspettando tra il cielo e la terra

    un più nitido incontro, uno squarcio

    che squarci qualcosa. Una luce divina.

    Intanto straripano i fiumi piccoli

    o enormi, le fiumare rocciose,

    i ruscelli innocenti. Finanche i bei laghi

    lambiscono le trepide soglie

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