La Verginità
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Anteprima del libro
La Verginità - San Giovanni Crisostomo
La Verginità
giovannimaddamma@gmail.com
La Verginità
Copyright
I. La verginità praticata dagli eretici non comporta ricompense
II. Gli eretici vengono puniti perché praticano la verginità
III. L’orrore per il matrimonio è proprio di una satanica mancanza di umanità
IV. Gli eretici, praticando la verginità, vanno incontro ad un destino più penoso di quello dei Greci
V. La verginità degli eretici è più impura dell'adulterio
VI. Gli eretici quando praticano la verginità contaminano non solo la loro anima ma anche i loro corpi
VII. Bisogna giudicare la verginità non dalle vesti, ma dall'anima
VIII. E' dannoso per la vergine mostrarsi altera nei confronti delle persone sposate
IX. Esortare alla verginità non significa vietare il matrimonio
X. Chi denigra il matrimonio reca un torto alla verginità
XI. La verginità trasforma in angeli gli uomini che l'abbracciano veramente
XII. Paolo, quando disse: Agli altri sono io a parlare non il Signore
, non diede un consiglio umano
XIII. Perché i Corinzi scrissero a Paolo sulla verginità, e perché egli prima di allora non aveva rivolto loro alcuna esortazione
XIV. Obiezione di coloro che rifiutano la verginità e sua confutazione
XV. Non è il matrimonio ad accrescere il genere umano
XVI. II matrimonio è una concessione
XVII. Della condiscendenza divina
XVIII. Non la verginità, ma il peccato riduce il genere umano
XIX. Anticamente il matrimonio aveva due ragioni, ora ne ha una sola
XX. Anche ammettendo che coloro che disprezzano la verginità non corrano alcun pericolo, nondimeno tale denigrazione non è esente da rischi
XXI. Coloro che disprezzano la verginità corrono un grave pericolo
XXII. La morte dei fanciulli al tempo di Eliseo fu utile
XXIII. Come mai coloro che commettono gli stessi peccati non vengono puniti allo stesso modo
XXIV. Coloro che peccano e non sono puniti non devono rassicurarsi, ma piuttosto temere
XXV. Il matrimonio è necessario ai deboli
XXVI. Chi si sposa pur essendo in grado di restare vergine, reca un gravissimo torto a se stesso
XXVII. La verginità è un gran bene e dispensa grandi beni
XXVIII. Ciò che viene detto sul matrimonio è un'esortazione alla verginità
XXIX. Le parole Non negatevi l'uno all’altro
sono un'esortazione alla verginità
XXX. Come mai Paolo, pur ritenendo il matrimonio una cosa pregevole, raccomanda a chi digiuna di astenersi dai rapporti coniugali
XXXI. Paolo era obbligato a vietare i rapporti a coloro che intendevano attendere alla preghiera
XXXII. Quando preghiamo con negligenza non solo non ci propiziamo Dio, ma l’irritiamo
XXXIII. Quando si parla due volte dello stesso argomento si imita Cristo
XXXIV. La verginità è ammirevole, e degna di molte corone
XXXV. Era necessario che Paolo s'indicasse come esempio di continenza
XXXVI. L'apostolo chiama grazia
la verginità perché vuole essere umile
XXXVII. Nelle seconde nozze accadono molte cose spiacevoli
XXXVIII. Perchè Paolo consola tanto le persone sposate, mentre non concede tregua alle fatiche della vergine
XXXIX. A quali vedove ed a quali vergini Paolo permette di sposarsi
XL. Aspra ed inevitabile è la schiavitú del matrimonio
XLI. Perché Dio consentì ai Giudei il ripudio
XLII. Dell'umiltà di Paolo
XLIII. Quali sono le necessità presenti di cui parla Paolo
XLIV. E' piú facile raggiungere il regno dei cieli con la verginità che con il matrimonio
XLV. Per coloro che escogitano delle difficoltà superflue non c'è nessuna ricompensa
XLVI. Come mai la Scrittura chiama la donna aiuto dell'uomo
se gli è di ostacolo nella vita perfetta
XLVII. Come può la donna essere di aiuto nelle cose spirituali
XLVIII. La moglie che pratica la continenza contro il volere del marito sarà punita più di quest’ultimo, che pure si dà alla fornicazione
XLIX. Perchè Paolo c’indirizza verso la verginità partendo dai piaceri di questa vita
L. Il piacere è considerato illegittimo sia nell'Antico che nel Nuovo Testamento
LI. Anche se il piacere fosse permesso, i dolori prodotti dal matrimonio basterebbero a distruggerlo
LII. Del grande male rappresentato dalla gelosia
LIII. Il matrimonio con una donna ricca non è invidiabile, e provoca piú dolori del matrimonio con una donna povera
LIV. Se si riesce a sottomettere la moglie ricca, i dispiaceri si fanno ancora piu grandi
LV. Sposare un uomo piu ricco è un male insopportabile
LVI. La donna sposata è costretta a soffrire molti dolori
LVII. Dei dolori che colpiscono ogni matrimonio
LVIII. Il matrimonio, anche se sfugge ad ogni dolore, non ha in sé nulla di grande
LIX. La verginità è una cosa facile
LX. La verginità non ha bisogno di nessuna delle cose che non dipendono da noi
LXI. Il portare addosso gli ori produce più paura che piacere
LXII. Il portare addosso gli ori nuoce alla bellezza e mette in risalto la bruttezza
LXIII. Quali sono gli ornamenti e qual è la bellezza della verginità
LXIV. Ciò che soffriamo per Cristo, anche se è fastidioso, è fonte di piacere
LXV. Tutte le fatiche richieste dalla verginità non equivalgono ai soli dolori del parto, conseguenza del matrimonio
LXVI. E' più piacevole camminare che lasciarsi portare in giro dai muli
LXVII. E' fastidioso avere molte serve
LXVIII. Della tranquillità offerta dalla verginità
LXIX. Le mense sontuose sono fonti di molti disturbi
LXX. La semplicità è più utile e più piacevole del lusso
LXXI. Il lusso guasta anche l'anima
LXXII. Il lusso, oltre a causare gli altri mali di cui si è parlato, rende intollerabili le vicissitudini della vita
LXXIII. Il momento presente non si addice al matrimonio
LXXIV. Come mai Paolo, pur volendoci liberi da ansie, ci comanda di preoccuparci
LXXV. Com’è possibile non avere la moglie pur avendola
LXXVI. Il laccio
non è rappresentato dalla verginità, ma dalla nostra mancanza di entusiasmo
LXXVII. La donna che si affanna per le cose materiali non può essere vergine
LXXVIII. Perché Paolo non condanna aspramente colui che pensa di comportarsi in modo sconveniente nei riguardi della figlia vergine
LXXIX. I seguaci di Elia non differivano in nulla dagli angeli; fu la verginità a renderli tali
LXXX. In che cosa consistono il decoro e assiduità
LXXXI. Della grande bellezza della povertà
LXXXII. Critiche mosse a coloro che affermano che chi pratica la verginità si augura di poter andare nel seno di Abramo
LXXXIII. A noi non viene proposto lo stesso metro di virtù che era stato proposto agli uomini del Vecchio Testamento
LXXXIV. E' giusto che per gli stessi atti virtuosi a noi ed agli uomini dell'Antico Testamento non venga accordata la stessa ricompensa
Copyright
Autore
San Giovanni Crisostomo
Editore
Le Vie della Cristianità
Copyright © 2016 Le Vie della Cristianità
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I. La verginità praticata dagli eretici non comporta ricompense
1. I Giudei non riconoscono la bellezza della verginità: non c'è da meravigliarsene, giacché non hanno rispettato neppure Cristo, nato da una vergine. I Greci, invece, l'ammirano e la venerano, ma solo la Chiesa di Dio la imita con zelo. Quanto alle vergini degli eretici, io non le chiamerei vergini, soprattutto perché non sono pure: non vengono riservate ad un unico sposo, così come vuole il beato apostolo che prepara le nozze di Cristo là dove dice: Vi ho destinati ad un unico uomo, per presentarvi a Cristo come una vergine pura
. Queste parole, anche se si riferiscono a tutta la Chiesa nella sua pienezza, riguardano purtuttavia anche le vergini. Le donne che non amano un unico marito e se ne sposano un secondo, come possono essere caste?
2. Innanzitutto, in base a questo ragionamento, non sono vergini. In secondo luogo, si astengono dal matrimonio perché lo disprezzano. Avendo stabilito in linea di principio che esso è una cosa cattiva, si privano fin dal primo momento dei premi della verginità. Vuole la giustizia che coloro che non commettono azioni delittuose restino solo esenti da pene, senza per questo essere premiati, come si può vedere non solo nelle prescrizioni delle nostre leggi, ma anche in quelle delle leggi pagane. La legge dice: Chi uccide venga mandato a morte
, ma non aggiunge chi non uccide venga onorato
. Il ladro venga punito
: ma non è prescritto che chi non danneggia le cose altrui riceva un dono. Così pure, le leggi che condannano a morte l'adultero non ritengono degno di un'onorificenza colui che non rovina il matrimonio altrui. In questo hanno perfettamente ragione, giacché la lode e l'ammirazione devono andare a chi realizza il bene, non a chi non commette il male: per questi ultimi, un premio sufficiente è rappresentato dal non subire alcuna punizione.
3. Per questo anche nostro Signore ha minacciato la Geenna a chi si adira contro il proprio fratello a capriccio e senza motivo e lo chiama sciocco. Purtuttavia, non ha promesso il regno dei cieli a coloro che non si adirano senza ragione e che non muovono dei rimproveri: dicendo Amate i vostri nemici
, Egli ha preteso qualcosa di più importante e di più grande. Nell'intento di mostrare come il non adirarsi con i propri fratelli sia una cosa infima, di poco conto ed indegna di una qualsiasi ricompensa, ha detto che neanche l'amore per loro - che pure vale già molto di più dell'altro atteggiamento - è sufficiente per essere ritenuti degni di un premio. E come potrebbe esserlo, se comportandoci così non abbiamo nulla in più dei pagani? Per poter chiedere un premio, occorre fare in aggiunta un'altra cosa molto più importante. "Non ritenerti degno di una corona - dice il Signore - solo perché non ti condanno alla Geenna perché non hai rimproverato e non ti sei adirato. Io non mi limito a pretendere questa piccola misura di bontà: anche se dici che non solo non biasimi tuo fratello ma lo ami, resti ancora in basso e stai in compagnia dei pubblicani. Se invece vuoi essere perfetto e diventare degno dei cieli, non fermarti a questo ma sali più in alto, e pensa ad una cosa che oltrepassa la natura stessa: si tratta dell'amore per i nemici..
4. Una volta ammessa l'assoluta verità di queste parole, cessino gli eretici di mortificarsi senza ragione: tanto, non riceveranno alcuna ricompensa. Non è che il Signore sia ingiusto - lungi da me quest'idea! Al contrario, sono essi a comportarsi da stolti e da malvagi. Come mai? Abbiamo mostrato che nessun premio tocca a chi si limita a non compiere azioni cattive. Gli eretici evitano il matrimonio, perché lo ritengono una cosa cattiva. Come potranno dunque richiedere un premio, per essersi tenuti lontani da una cosa cattiva? Come noi non riteniamo degno di una ricompensa chi non è stato adultero, così essi dovrebbero comportarsi verso chi non si sposa. Chi in quel giorno li giudicherà dirà loro: Io non ho riservato gli onori a chi si è limitato soltanto a non commettere azioni cattive - questo è per me troppo poco - ma conduco all’eredità dei cieli che non invecchia mai coloro che hanno percorso tutta quanta la strada della virtù
. Come mai allora voi, che ritenete il matrimonio una cosa impura ed abominevole, solo perché lo evitate pretendete i premi riservati a chi compie delle buone azioni?
5. Per questo Cristo mette alla sua destra le pecore, le benedice e le conduce nel regno dei cieli: esse non si sono limitate a non rubare le cose altrui, ma hanno distribuito agli