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Delirio: (i passi di una vita)
Delirio: (i passi di una vita)
Delirio: (i passi di una vita)
E-book850 pagine1 ora

Delirio: (i passi di una vita)

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Info su questo ebook

La poesia può essere anche rivoluzione,
protesta,sfogo...ma deve
esprimere concretezza di un sapere
contaminato,deve declamare
una parola alla portata di molti,
sia sul piano dell'essere che dell'apparire.
Ciò che molti catalogano
come “parolaccia” può diventare
bellezza colorata di espressività
emotiva ed emozionale,
da non usare in maniera ostentata
e inappropriata bensì
come peperoncino su di un
piatto raffinato o casareccio,
a seconda di ciò che si vuol trasferire
e lasciare d'impatto;se la si sa usare,
la parolaccia comune diviene
una spezia che esalterà la
pietanza preparata per i commensali
che neppure ci si aspettava di vedere.
Mi capita di leggere post di gente
che condivide frasi dei più grandi poeti
e filosofi ma poi,gli stessi,
non sanno neppure chi sia Trilussa,
Lee Masters,Levi...
questo l'ho denominato “italico sleggere”.
Meglio poche idee ma ferme
che mille campate in un aria
mutevole e viziata;la mia arte
è pura e cruda,vergine!
S'io fossi stato una prostituta,
per chissà quale vita precedente
travagliata,sarei certo stato
Bocca di rosa e avrei battuto
nella città vecchia,
tra odore di pesce marcio
e scaricatori di porto che lasciavano
a desiderare la pulizia del proprio corpo,
e sarei certo stata trattata
con la delicatezza di un orso
che dopo aversi divorato la preda
non sa che farsene della carcassa,
di quel mucchio di pelle attaccata
a delle ossa simili a stecche da biliardo;
sarei stato una puttana,
una moglie di tutti gli uomini della notte
che ardevano a me che,
seppur vecchia sconcia,
regalava loro ciò che le mogli
non gli avrebbero dato neppure
da morte,ma sarei stata richiesta,
cazzo se sarei stata richiesta,
perché servizi completi come i miei
nessuna donna al mondo,
tranne le mie compagne di strada,
li avrebbe potuti consumare...
sarei morta per le carezze
di un animale,è vero,
ma sarei certo salita su di una stella ad
illuminare le notti di chi,
come me,moriva nel fare
il mestiere più vecchio del mondo,
la vecchia giovane puttana,
colei che consuma i giorni
sgranandoli come da un rosario
recitativo che le mani
non riescono più a sentire,
talmente usato che ormai sfugge...

Un giorno,sono certo,
che il mondo guarderà a me
come il Dottore che guariva
le anime perse,
donando loro la parola di riscatto...
E POI IL FUTURO...
Non mi reputo certo così in “alto”
da vendere milioni di copie,
già è una conquista,
in questo sodomitico tempo,
se una sola persona arrivi a capire,
fino in fondo,ciò che ho scritto e perché!
Mi sono messo in condizioni di essere odiato,deriso,sentenziato,insultato,
schernito,minacciato ma...
oggi come allora (come da quando sono nato)
mi vanto di affermare,
in maniera piena e totalitaria che:
“non me ne frega una beata minchia!!”
LinguaItaliano
Data di uscita16 feb 2017
ISBN9788826024592
Delirio: (i passi di una vita)

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    Anteprima del libro

    Delirio - Tosetti Cristiano

    Antologia DELIRIO (i passi di una vita)

    Raccolta di liriche,poesie,novelle e massime

    tratte da:

    SOLE DI GHIACCIO (lo Spoon River italico)

    Amore Reversibile

    Abbandono -antologia- (Abandon -antology-)

    Naso di legno -erotic poem-

    © 2006-2016 TOSETTI CRISTIANO

    www.tosetticristiano.jimdo.com

    TUAREG_1974@libero.it

    Proprietà esclusiva di Tosetti Cristiano

    ©2013,2016 Tosetti Cristiano

    Tutti i diritti sono riservati

    INTRODUZIONE

    La poesia può essere anche rivoluzione,

    protesta,sfogo...

    ma deve esprimere concretezza di un sapere contaminato,

    deve declamare una parola alla portata di molti,

    sia sul piano dell'essere che dell'apparire.

    Ciò che molti catalogano come parolaccia

    può diventare bellezza colorata di espressività emotiva

    ed emozionale,da non usare in maniera ostentata

    e inappropriata bensì come peperoncino

    su di un piatto raffinato o casareccio,

    a seconda di ciò che si vuol trasferire e lasciare d'impatto;

    se la si sa usare,la parolaccia comune diviene una spezia

    che esalterà la pietanza preparata per i commensali

    che neppure ci si aspettava di vedere.

    Mi capita di leggere post di gente

    che condivide frasi dei più grandi poeti e filosofi

    ma poi,gli stessi,non sanno neppure chi sia Trilussa,

    Lee Masters,Levi...

    questo l'ho denominato italico sleggere.

    Meglio poche idee ma ferme che mille campate

    in un aria mutevole e viziata;

    la mia arte è pura e cruda,vergine!

    S'io fossi stato una prostituta,

    per chissà quale vita precedente travagliata,

    sarei certo stato Bocca di rosa e avrei battuto

    nella città vecchia,tra odore di pesce marcio

    e scaricatori di porto che lasciavano a desiderare

    la pulizia del proprio corpo,

    e sarei certo stata trattata con la delicatezza

    di un orso che dopo aversi divorato la preda

    non sa che farsene della carcassa,

    di quel mucchio di pelle attaccata a delle ossa

    simili a stecche da biliardo;

    sarei stato una puttana,

    una moglie di tutti gli uomini della notte

    che ardevano a me che,seppur vecchia sconcia,

    regalava loro ciò che le mogli

    non gli avrebbero dato neppure da morte,

    ma sarei stata richiesta,cazzo se sarei stata richiesta,

    perché servizi completi come i miei

    nessuna donna al mondo,

    tranne le mie compagne di strada,

    li avrebbe potuti consumare...

    sarei morta per le carezze di un animale,è vero,

    ma sarei certo salita su di una stella ad

    illuminare le notti di chi,come me,

    moriva nel fare il mestiere più

    vecchio del mondo,la vecchia giovane puttana,

    colei che consuma i giorni sgranandoli

    come da un rosario recitativo

    che le mani non riescono più a sentire,

    talmente usato che ormai sfugge...

    Un giorno,sono certo,che il mondo guarderà a me

    come il Dottore che guariva le anime perse,

    donando loro la parola di riscatto;

    non mi reputo certo così in alto

    da vendere milioni di copie,già è una conquista,

    in questo sodomitico tempo,

    se una sola persona arrivi a capire,

    fino in fondo,ciò che ho scritto e perché!

    Mi sono messo in condizioni di essere odiato,

    deriso,sentenziato,

    insultato,schernito,minacciato ma oggi come allora

    (come da quando sono nato)

    mi vanto di affermare,in maniera piena e totalitaria che:

    non me ne frega una beata minchia!!

    Dedicato anche...

    A tutti i bimbi e adolescenti che hanno subito abusi.

    A tutte le vittime di femminicidio.

    A tutti i morti per il nome di Nostro Signore Gesù.

    A tutte le vittime di tutte le guerre.

    Vivi ogni giorno come fosse l'ultimo,

    dona una carezza a chi davvero ami

    come fosse l'ultima delle tue carezze,

    dona un sorriso a chi reputi nemico

    come se costui fosse il tuo amico,

    guardati allo specchio e sii grato

    poiché è meglio perdonare che

    essere perdonati,carpe diem!

    Tosetti Cristiano

    SOGNO 1

    La notte

    porta un consiglio

    fatto di note

    in un pentagramma

    con suono di stelle...

    Non ci sono accenti

    e svaniscono le note...

    rimane soltanto

    una chiave di violino,

    solitaria,

    che aspetta

    la musica,

    di essere scritta...

    ACCETTAZIONE

    Gli anni che passano li vedo solo

    dal diradarsi dei miei capelli,

    o almeno,quelli pochi resistiti.

    La luna ha preso posto soltanto

    nella mia barba e sul mio petto,

    ha catturato qua e la pure

    alcuni peli del mio pene ma...

    se non fosse per qualche acciacco

    salterei ancora i fossi,

    sarei ancora scapestrato,

    bacerei tutte le ragazze,

    mi tufferei nelle ortiche...

    che fregatura diventar grandi!

    La mia malinconia è lontana

    perché non tocca il mio vivere,

    capisco che sono il mio tempo

    e che non posso darmi il lusso

    di aver beata la nostalgia

    che mi darebbe il fardello

    di rifare le stesse cose,

    gli stessi errori pagati a dazio.

    Vaticinare il futuro...

    non fa per me ne mai farà!

    Che senso ha cercare il senso

    di una squisitezza maturata

    a suon di veri fallimenti

    obiettivi lasciati andare

    per inseguire un ideale,

    che se guardi in faccia schietto

    non ti penti d’aver perduto,

    non fai il vittimismo generale

    non volendolo come la massa,

    ti basta soltanto sapere

    che la vita tanto continua

    e se cerchi il motivo vero

    lui arriverà a premiarti

    anche se cadi nell’anonimato.

    Il rammarico,semmai ci fosse,

    ce l’ho per le persone perse

    che han lasciato un vuoto immenso,

    anche a distanza di secoli,

    se trovassi la lunga vita,

    sentirei mio quel vuoto.

    I muri che mi creo son provvisori,

    non c’è nessuno che sia in grado

    ben che minimo di scalfirli,

    sono io che li voglio saldi

    per non vedere facce uguali

    a domandarmi sempre qualcosa

    che li possa render qualcuno!

    Non mi domando come sarebbe

    se io non ci fossi mai più stato,

    se avessi anch’io ceduto l’ombra...

    la mia domanda è solo una,

    e il mio silenzio è riempito

    dal ricordo ereditato,

    perché la gente muore?

    Forse,ed in fondo e proprio così,

    perché non vuole vivere...

    non vuole vivere davvero!

    COME SI VIVE

    Rimprovero me stesso

    per averti dato amore,

    soffoco da dentro

    nel pensare al domani

    ma tacere da dentro

    il vento tra le foglie

    mi porta una brezza

    che sa di un ridere

    figurandosi da pazzo.

    Ma perché il giorno usato

    non può tornare indietro?

    In questa mia vita

    sono alle prime armi

    eppure già mi congedo!

    Ho paura,si paura...

    l’affitto sta scadendo

    dalla stanza di un amore

    che ha già troppo pagato

    una traccia di vivere,

    ma com’è che si vive...

    e come si vive...?

    AMORE AVARO

    Ho un amore alla finestra

    che mi aspetta ogni sera

    per darmi ciò che deve

    senza offendersi il cuore.

    Ho tre ami nella tasca

    per pescare dentro al lago

    delle lacrime inespresse.

    Tu che dici stai attento

    hai lasciato già la pelle

    ad un amore sconsacrato,

    denunciato già da tempo...

    Abbiamo solo il tempo

    di ricercare il dovuto

    e ci mancano le forze

    della vita l'aver bevuto.

    Questo girotondo di dannati

    presenziati già altrove,

    dove muscoli e sangue

    si confondono col sudore...

    Non abbiamo più parole

    ma ci continua a cadere

    dalla fronte altro sudore,

    come io che sto parlando

    ad un amore alla finestra

    in un giorno molto amaro

    con il mio amore avaro.

    DIVERSAMENTE

    Se mi guardo dietro le spalle,

    tra bottiglie rotte e monnezza,

    c’è solo il sibilo del vento

    che scuote le persiane

    a ricordarmi che odo ancora

    qua e la altri rumori.

    Chi mi spinge sulla scena

    é ancora il livore che nutro

    in fondo al sacco,con me stesso,

    nel vedermi sopportato vanamente

    da un cervello come puntino,

    da fili tremanti attaccati

    con degl’aghi sulle spalle.

    Come posso ancora decidere

    se la mia lingua mente ancora

    e la voglia non sussulta

    neppure per limpidi pensieri

    che comunque fanno altri?

    A me rimane il vuoto altrui

    già usato e buttato via...

    Com’è che si misura il tempo?

    Com’è che s’impara questo?

    Ma soprattutto,com’è quello,

    quello che riesce a starci dentro

    senza mai volerci uscire..?

    Forse accetta la regola

    di questo assurdo giogo?

    Mi favello con me stesso,

    promettendomi in fondo

    di cambiare paesaggio

    ma ciò che vedranno gl’occhi

    é di nuovo il posticcio

    che qualcun altro avrà deciso.

    Te lo forzerà nel dare

    senza chiedere d’avere...

    così va questo mondo,

    o almeno il suo sistema,

    muori sempre anzitempo

    se esci fuori dalla catena!

    E MENO MALE CH'IO CI SONO!

    Vorrei vivere ogni giorno...

    come una gazza ladra,

    rubare tutte le cose

    che brillano luccicanti

    di luce calda e propria,

    come soli splendenti.

    Vorrei essere un corvo...

    mangiare tutte le carogne

    fottendomene altamente

    se ho seminato il niente.

    Mi accontenterei davvero

    di potere già volare.

    Vorrei essere una gazzetta...

    vivere in mezzo alle risaie,

    calpestare tutto il riso

    prima che venga raccolto.

    Vorrei essere una formica...

    che va controcorrente,

    mi fotterei tutti i giorni

    la formica più importante,

    con la corona sulla testa,

    pestando a lei tutte le uova

    per poterla far ritornare

    in calore seduta stante,

    per me ella sarebbe prodigiosa

    e assai sempre vogliosa.

    Vorrei essere una farfalla...

    vivrei soltanto sette giorni

    ma li vivrei tutti pieni,

    distruggerei tutti i fiori.

    Vorrei essere un calabrone...

    ucciderei mosche e zanzare

    diventando padrone unico

    del regno insetto a due ali.

    Vorrei ma...voglio!

    Voglio essere come sono...

    povero ma onesto,

    sincere e leale,

    unico e scrittore.

    Essere in mezzo alla gente

    per essere sempre solo.

    E meno male ch'io ci sono!

    NOTTE INVERNALE

    Ogni tanto cammino in silenzio,

    muovendomi in uno spazio

    ben deciso e demarcato.

    Faccio silenzio,lasciando voce

    a tutto ciò che mi circonda

    e poi salgo,salgo,salgo...

    salgo a rapirmi da solo

    con la notte nella notte

    e mi porto lontano,

    a trovarmi di nuovo

    nel tutto che circonda,

    nel tutto che adopero

    che posso adoperare.

    Col mio sguardo vero

    me ne vado disteso

    sul corpo di donna,

    gli uomini del mondo

    li invento tutti io,

    dando loro occhi

    che guardano da bimbi,

    dando loro mani

    che toccano la pace.

    Tutti scordano il tempo,

    tutti scordano se stessi;

    scendono ad inseguirsi

    spallandosi nel trascorso.

    La folla ha soltanto

    il pensiero da lampione,

    un gigante fisso disperato

    che ha paura della notte,

    cercando di far luce

    nei piedi che non ha.

    Vado anche sul ponte,

    ogni tanto,per cambiare,

    ed il mio esile pensiero

    prova ad immaginare poco

    come sarebbe il saltare,

    con le mani al mattino...

    fallisco il mio pensiero

    continuando a camminare

    come un asino legato

    ad un carro strapieno

    che continua a spingere

    con la smania di arrivare

    nella grande stalla,

    per potersi riposare.

    Sempre sono passato

    da questa deserta valle.

    Mi son fatto catturare

    dal profumo dell'erba,

    dal canto delle cicale,

    dal bagliore delle lucciole.

    Mi arrendo a quest'uomo,

    lontano dalla terra sua

    ma che riesce,non ostante,

    a rimanere dentro al fuoco.

    Inseguo ancora l'isola mia,

    ciò che ne rimane nel pensiero,

    ed il mio passo si fa veloce...

    lo odo nitidamente

    visto che tutt'attorno tace.

    La campagna é addormentata,

    sento sotto ai miei piedi

    l'erba tutta imbrinata

    in questa notte meravigliosa.

    Certi suoni celestiali

    li puoi udire solo quando

    sai usare un solo udito,

    quello dell'anima celata,

    che non può essere comprata!

    CAZZI LORO

    Da bambino,vivevo in un paese

    talmente grande che...

    quando uscivo dalla porta,

    il paese,già era finito.

    Mia madre,per farmi mangiare

    faceva prima,non me lo dava;

    quando poi preparava la tavola...

    per essere sicura ch'io avessi le posate,

    me le tirava dietro alla schiena!

    "Avrebbe avuto un futuro...

    come lanciatrice di coltelli!"

    Quando mia madre doveva lavarmi,

    anche in pieno inverno,

    lo faceva con l'acqua scaldata al sole;

    si provi ad immaginare

    che sole caldo possa esserci

    nella stagione invernale!

    La bacinella in cui mi lavava

    era talmente grande da starci solo

    una minuscola paperella.

    Mio padre era sempre presente,

    sottoforma di fantasma.

    Mio padre era un vero artista con le mani,

    quando ti arrivavano sulla faccia

    pareva che avessero lavorato

    la creta più rossa di tutti i rossi.

    A mia madre piaceva molto fare

    la lavatrice,solo la sera,

    nel senso che ci si grappava

    mentre mio padre la prendeva.

    Mia madre era Jeckyll...

    si trasformava ogni qualvolta

    faceva sesso col bicchiere,

    anche se ultimamente

    le bastava un grappino

    perché ormai...

    era bruciata.

    Potrei anche continuare

    ma preferisco terminare

    poiché anche se ironizzo

    percepisco ancor'oggi il dolore

    di tutto il male che ho subito

    per chissà quale motivo...

    "due persone che dicevano

    di essere i miei due genitori

    ma che han saputo fare

    solamente i cazzi loro!".

    S.M.S.

    (SOTTO MENTITE SPOGLIE)

    Nessuno ti guarda!

    Neppure il sole

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