Cerco un'anima

Di Stefano De Angelis

C’è un dolore nelle poesie di Stefano De Angelis, che maturato nell’accettazione ma anche nella speranza e nella constatazione del valore delle cose semplici, ha saputo prendere atto e distanza dalle lusinghe della menzogna, ha imparato ad ascoltare la voce sommessa della solitudine. Un dolore che affiora, icastico ma discreto, nei suoi componimenti, che allude chiaro e inequivocabile ma che non urla fragorosamente, piuttosto racconta con forza e lucida consapevolezza la vicenda di un uomo, le sue esperienze, le sue delusioni, i suoi errori, ma anche la sua volontà di andare oltre le negatività vissute e di riappropriarsi della propria vita, di affacciarsi ancora una volta al futuro, e soprattutto, di condividere, di suscitare empatia, comprensione, speranza. La realtà da cui attinge, la storia anche personale che è protagonista dei suoi scritti, non sono mai offerte a chi legge, in maniera brutale e improvvisa, ma, pur se chiaramente delineate, sono piuttosto evocate da emozioni, appaiono gradualmente come se emergessero da un fondo scuro e indefinito di memorie rarefatte per palesarsi poi in tutta la loro forza, illuminate dalla luce chiara della ragione e della coscienza. Questa rappresentazione lirica del mondo reale è ottenuta attraverso l’uso di un linguaggio ricercato ma assolutamente fruibile.

La silloge è suddivisa in due sezioni, una raccoglie le liriche in italiano, l’altra quelle in dialetto. Entrambe così legate alla vita che è possibile per il Lettore ritrovare in qualche modo parte delle sue stesse esperienze, delle sue emozioni, scrutare anche attraverso il dolore di chi scrive, nel proprio dolore e ritrovare forse nelle sue parole, la speranza e il conforto della condivisione di un’esperienza che se non identica, è inevitabilmente vicina.

• Lingua: Italiano
• Editore: Giovane Holden Edizioni
• Data di uscita: 1 mar 2016
• ISBN: 9788863968170

Anteprima del libro

Morte

Introduzione

Non so davvero cosa significhi essere uno Scrittore, tanto meno essere un Poeta.

Sembrano titoli così esagerati, per lo meno riferiti a me.

Spesso mi sorprendo a pensare che avrei dovuto mettermi a scrivere prima… ero così ispirato…

Altrimenti la magia cambia e perdo quel momento di grazia in cui sgorgano le parole dell’Anima che vogliono uscire allo scoperto. Per ansia, per dolore, per necessità.

Accade spesso che io perda questa grazia, riuscendo lo stesso ad assestar bene parole e argomenti senza tradire l’intento iniziale. In quei momenti tuttavia non colgo il cuore delle cose con la musica che solo le parole giuste sanno suonare.

Quindi cancello. Cancello e ricomincio.

A volte la magia è talmente forte, me ne sento così padrone, da pensare che non mi lascerà, anche se rimandassi di un poco lo scrivere.

Invece non è così. Se non mi metto a scrivere subito la perdo, perché non si tratta di perdere soltanto l’istanza concettuale, ma anche del sentire che l’accompagna.

Inoltre quando scrivo qualcosa, immagino sempre di avere un pubblico.

Sento il mio desiderio di affascinarlo, di sedurlo, di divertirlo, di commuoverlo.