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Forme-pensiero di potere: Libertà, Amore, Autenticità: una spirale ascensionale per la nostra evoluzione
Forme-pensiero di potere: Libertà, Amore, Autenticità: una spirale ascensionale per la nostra evoluzione
Forme-pensiero di potere: Libertà, Amore, Autenticità: una spirale ascensionale per la nostra evoluzione
E-book116 pagine2 ore

Forme-pensiero di potere: Libertà, Amore, Autenticità: una spirale ascensionale per la nostra evoluzione

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Info su questo ebook

La nostra reale natura, Autentica e Divina, vive in una dimensione di Libertà e di Amore. Quest’opera ha il potere di ricordarlo alla tua anima. Le forme-pensiero sono il ponte attraverso il quale il ricordo di chi davvero sei muoverà i suoi passi verso di te.
Attraverso quest’opera avverrà nel lettore un trasferimento osmotico, una vera e propria trasfusione energetico-psichica di forme-pensiero di potere.
Verranno seminate, in luoghi profondi dell’essere, forme-pensiero generative di nuove convinzioni, attitudini, stati energetici e comportamenti. E tutto questo, come stella polare interiore, guiderà con forza verso la Luce e una vita di Libertà, di Amore e di Autenticità.
Il lettore viene anche istruito su delle potenti tecniche di lavoro su di sé, come “l’invito alla coscienza istintuale” e “alle porte del tempio del Mistero”.
Viene infine presentata la potente e innovativa Ipnosi TrasformativoEvolutiva che ha già aiutato molte persone nel loro personale viaggio di guarigione ed evoluzione del proprio essere.
LinguaItaliano
Data di uscita14 feb 2017
ISBN9788863654028
Forme-pensiero di potere: Libertà, Amore, Autenticità: una spirale ascensionale per la nostra evoluzione

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    Anteprima del libro

    Forme-pensiero di potere - Francesco Minervini

    Srl


    PREFAZIONE di Erica F. Poli

    Eravamo qualche centinaio di persone a Pomaia, all’Istituto Lama Tzhong Khapa, cuore europeo del Buddhismo Tibetano, davanti al Dalai Lama, qualche anno fa. La coscienza di cocreazione della realtà, che anima le nostre esistenze, volle che potessi porgli direttamente una domanda circa il primato della mente sulla materia, alla luce delle più recenti scoperte delle neuroscienze e della medicina quantistica.

    Lui, con il suo sorriso fanciullesco e la voce ferma del saggio, ne parlava come se fosse ovvio: il pensiero è quanto di più concreto possediamo.

    Concetto della sapienza antica questo, che riecheggia nella Genesi, dove il Creatore in principio era il Verbo, cioè il pensiero espresso dal Creatore in suono, e vibra nei lontani Veda, nei quali il pensiero è fonte di tutta la realtà, che esiste solo in quanto pensata da un osservatore. E questo è quanto concludono anche il fisico delle particelle e il neuroscienziato di frontiera.

    Così noi viviamo le nostre vite, spesso ritenendo che siano governate dagli eventi, dal caso, dagli imprevisti, come se questi fossero davvero esterni a noi, conduciamo le nostre esistenze nella illusione, maya, appunto, che la realtà sia quella degli oggetti e conferiamo alla materia lo statuto di esistenza più reale.

    E non sappiamo o non ricordiamo che siamo esseri metaforici, esseri simbolici: ponti sospesi tra ciò che si vede e ciò che non si vede, tra mondo esterno e interno, con la nostra coscienza che abita la forma che crea ogni momento: così, ogni gesto è in verità una forma-gesto, ogni pensiero è una forma-pensiero.

    Ma cos’è una forma-pensiero?

    Secondo la fisica dei quanti potrebbe essere che le forme-pensiero abitino in quella fetta consistente di realtà che sfugge al visibile della massa, che siano quella energia oscura, quella forma di energia misteriosa, detta appunto oscura, la cui esistenza è invocata per spiegare il fatto che l’espansione dell’Universo, anziché decelerare per effetto dell’attrazione gravitazionale, sembra accelerare.

    L’energia oscura assieme alla materia oscura, avvicinata quest’ultima da alcuni ricercatori al mondo emotivo, costituisce il 96% del mondo che viviamo: così, tutta la nostra realtà sarebbe fatta delle frequenze e dei potenziali che emozioni e forme-pensiero creano nel campo.

    Il prezioso libro di Francesco Minervini ci conduce attraverso un viaggio di comprensione e trasformazione delle forme-pensiero, che egli stesso intende come forme energetico-vibratorie che il pensiero dell’uomo crea e che noi tutti inevitabilmente creiamo, sia come individui, che come collettività.

    In altri termini potremmo avvicinare le forme-pensiero a quelle matrici che informano la nostra vita, il nostro agire, il nostro sentire: nel cervello subconscio si traducono in immagini, che condizionano le nostre scelte, le nostre reazioni e anche la nostra fisiologia.

    I Fisici che si spingono nella traduzione dei concetti quantistici in termini coscienziali, immaginano che le forme-pensiero possano corrispondere ad un rallentamento progressivo di frequenza del pensiero, quello che viene chiamato collasso del potenziale d’onda, nel quale da innumerevoli potenziali, l’osservatore ne fa collassare uno, per il semplice fatto che lo osserva ripetutamente fino a materializzarlo.

    Questa è la ragione per cui così di frequente ci troviamo proprio a vivere nella nostra vita ciò che più temiamo e ciò che abbiamo sempre sperato che non accadesse, per il semplice fatto che ci abbiamo continuato a pensare. Le forme pensiero sono dunque, come ben spiegato da Minervini, cristallizzazioni, condensazioni di pensieri, come avviene con l’acqua che si fa ghiaccio, fino a creare un gigantesco iceberg che ostruisce il passaggio di nuove rotte.

    Partiamo da pensieri che si fanno credenze, cristallizzano nel subconscio, divengono le nostre abitudini e il nostro destino. Ma la buona notizia è che possono essere modificate e persino lasciate andare, a patto di operare una fluidificazione della mente, quella che in fondo tutto il mondo orientale ricerca, ritenendo, come spesso affermato da Osho, che Minervini cita in più di un frangente, che la mente sia la vera malattia. Per il mondo occidentale noi siamo la nostra mente, per il mondo orientale la mente è la nostra malattia.

    Così Minervini ci racconta che tutte le tecniche come l’Ho’oponopono, le costellazioni familiari, la respirazione circolare, fino all’Ipnosi TrasformativoEvolutiva che presenta nel libro, possano essere valide purché avvenga quello che io stessa, nel mio libro Anatomia della coscienza quantica, ho chiamato un salto di coscienza.

    In fondo tutte le tecniche e nessuna tecnica sono valide e a nessuna tecnica spetta il merito del risultato che dipende in realtà dal processo individuale. Nulla è fuori di noi, nulla è davvero esterno alla nostra attività di coscienza. Se questo è vero, e oggi è la stessa scienza a condurci a questa conclusione che le antiche discipline sapienziali già ben conoscevano, allora nulla di ciò che viviamo, vediamo, sentiamo, è mai scindibile davvero dal nostro esserci, dal nostro Io sono.

    E cosa vivremo, e come lo vivremo, dipenderà dalle identificazioni che avremo creato nella nostra vita, da quanto ci saremo identificati in una coscienza piccola, separata dal resto e sola… oppure in una coscienza espansa, ampia, unitaria e fluida con il tutto… se saremo ghiaccio, per proseguire con la metafora di Minervini, imprigionato in una forma, o acqua libera di fluire, o ancora, aggiungerei, luce capace di irradiare e di creare.

    Di fatto, ogni possibilità insita nella realtà può essere concepita ed espressa da un essere umano solo quando veicolata da forme-pensiero, così anche l’efficacia di una tecnica dipenderà dalle forme pensiero che abbiamo creato rispetto ad essa. Il potere di uno strumento dipende dal livello di coscienza nel quale ci troviamo, perché niente è davvero esterno a noi, niente è davvero fuori di noi.

    Giunge così il tempo in cui la scienza stessa riporta la coscienza al centro e finisce il tempo in cui pensiamo davvero di doverci affidare ad una sostanza esterna per stare meglio o ascendere a livelli di coscienza più alta.

    Comprendiamo oggi che sia che si tratti di assumere uno psicofarmaco, o una pianta sacra, non c’è reale differenza, sul piano della consapevolezza: siamo sempre in coscienza di separazione, convinti che sia quella molecola, con la sua chimica o la sua informazione, a permetterci il salto di coscienza e questo non ci farà mai compiere davvero il balzo che speriamo e desideriamo. Uno psicofarmaco può essere utile in acuzie, o per chi sia in un piano di coscienza nel quale è l’unica via concepibile, e in quel caso è giusto somministrarlo, ma è chiaro che l’evoluzione interna dovrà poi seguire altre vie.

    Il salto è, infatti, e per fortuna, puramente interiore. Oltretutto ormai sappiamo che il cervello stesso è in grado di produrre sostanze come pinealina, DMT, endocannabinoidi, in grado di conferire stati di pace, estasi, sogni lucidi, espansione delle percezioni e, per giunta, con una qualità per il nostro organismo decisamente migliore delle sostanze sintetiche o vegetali.

    Dunque decidiamoci a comprendere il potere che è in noi, nel nostro mondo interno, invece che inseguire sempre qualche bacchetta magica esterna, attraente perché forse più rapida nel sortire un qualche effetto, ma infine fallimentare.

    Illuminazione, samadhi, nirvana, estasi, ascesi sono esiti di un processo interiore che comincia chiudendo gli occhi e aprendoli in noi. Lo sapevano bene gli Antichi, che trascorrevano più tempo di noi ad occhi chiusi, fecondando con gli occhi interiori il ventre dell’Anima.

    Non più di una settimana fa mi trovavo a condividere riflessioni con un Collega ipnotista che, come me, non si stanca mai di stupirsi di fronte al prodigioso potere della mente in ipnosi, quando cioè chiudiamo gli occhi e comincia il mondo del dentro, così vasto, infinito ed eterno. Il potere che tanto andiamo cercando nelle cose del mondo cosiddetto esterno, è invece tutto lì.

    È tutto già qui.

    Così, commentavamo quanto è differente il guardare dal vedere: molti guardano, tutti, direi, guardano… ma quanti vedono?

    Perché per vedere servono gli occhi interiori, la comprensione di come il pensiero, cristallizzato in forma, e tradotto in emozione, sino al corpo, crea. Qualcuno, la cui coscienza detta Cristica giunge fino a noi, disse beato chi ha occhi per vedere e orecchie per udire.

    Quando crediamo di morire, chiudiamo gli occhi,

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