Ritorno a Mogadiscio
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Mogadiscio, 1993. La Somalia è devastata dalla guerra civile. Le Nazioni Unite sono presenti per “riportare la speranza” alla popolazione, ma il generale Aidid non è per niente d’accordo. Anche il contingente Italiano si ritrova a dover fare dei sanguinosi conti con il signore della guerra somalo, scontrandosi con i suoi miliziani al Checkpoint Pasta.
Mogadiscio, 2018. Dopo un quarto di secolo, non si può dire che la Somalia sia rinata per davvero. La situazione è di gran lunga migliorata, certo, ma si vive sul bilico. E la morte è ancora di casa, come appurerà il protagonista di questa storia, un ex-militare direttamente coinvolto negli affari sporchi che qualcuno, venticinque anni prima, aveva condotto all’ombra della missione italiana. E senza alcun scrupolo.
Alessandro Vicenzi esordisce nel 2014 come autore self published sul Kindle Store, con L'isola del Teschio, primo episodio della serie di Sword and Sorcery storica Storie dello Spadaccino dalla quale è nato uno spin-off (Castel della Croce) che racconta le vicende di un indagatore dell'incubo della Genova contemporanea, Carlo Cane. Ha partecipato con un racconto all'antologia Zappa e Spada. Spaghetti fantasy (Acheron Book, 2017). La sua pagina Facebook si chiama Dorso di carta.
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Anteprima del libro
Ritorno a Mogadiscio - Alessandro Vicenzi
a cura di Fabio Novel
Alessandro Vicenzi
Ritorno a Mogadiscio
RACCONTO LUNGO
Prima edizione dicembre 2017
ISBN 9788825404524
© 2017 Alessandro Vicenzi
Edizione ebook © 2017 Delos Digital srl
Piazza Bonomelli 6/4 20139 Milano
Versione: 1.0
Font Stardon Stencil Bold by Vernon Adams, SIL Open Font Licence 1.1
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Grazie, da parte di Delos Digital, dell'autore del libro e di tutti coloro che vi hanno lavorato.
Indice
Il libro
L'autore
Ritorno a Mogadiscio
Nota dell'autore
Antefatto
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Postfazione
In questa collana
Tutti gli ebook Bus Stop
Il libro
Dopo 25 anni dai tempi della missione Restore Hope la Somalia è ancora un paese in bilico, e la morte è ancora di casa
Mogadiscio, 1993. La Somalia è devastata dalla guerra civile. Le Nazioni Unite sono presenti per riportare la speranza
alla popolazione, ma il generale Aidid non è per niente d’accordo. Anche il contingente Italiano si ritrova a dover fare dei sanguinosi conti con il signore della guerra somalo, scontrandosi con i suoi miliziani al Checkpoint Pasta.
Mogadiscio, 2018. Dopo un quarto di secolo, non si può dire che la Somalia sia rinata per davvero. La situazione è di gran lunga migliorata, certo, ma si vive sul bilico. E la morte è ancora di casa, come appurerà il protagonista di questa storia, un ex-militare direttamente coinvolto negli affari sporchi che qualcuno, venticinque anni prima, aveva condotto all’ombra della missione italiana. E senza alcun scrupolo.
L'autore
Alessandro Vicenzi esordisce nel 2014 come autore self published sul Kindle Store, con L'isola del Teschio, primo episodio della serie di Sword and Sorcery storica Storie dello Spadaccino dalla quale è nato uno spin-off (Castel della Croce) che racconta le vicende di un indagatore dell'incubo della Genova contemporanea, Carlo Cane. Ha partecipato con un racconto all'antologia Zappa e Spada. Spaghetti fantasy (Acheron Book, 2017). La sua pagina Facebook si chiama Dorso di carta.
Nota dell'autore
Questo racconto, per quanto ispirato a un fatto storico e supportato da ricerca su fonti giornalistiche, è essenzialmente frutto dell’immaginazione dell’Autore. Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono fittizi o usati in modo fittizio, e funzionali alla drammaticità della narrazione.
Antefatto
Somalia, 1993
Operazione umanitaria
, la chiamavano.
Il suo scopo? Porre le basi per la normalizzazione del Paese.
Dietro la facciata, si trattava di rimettere al suo posto un signore della guerra locale: Mohammed Farah Hassan, detto Aidid.
Dopo aver deposto il dittatore Siad Barre, di cui fino ad un certo punto era stato collaboratore e capo dei servizi segreti, Aidid aveva deciso che Mogadiscio era roba sua. Senza mettere d’accordo tutti, ovviamente.
Di fatto, lontana dall’occhio delle telecamere, lontana dall’opinione pubblica, era in atto una guerra civile. E quando le Nazioni Unite decisero di scendere in campo, andarono a combatterla in un Paese nell’anarchia, per il quale la guerra era la norma.
L’Italia aveva avuto un ruolo, nella generazione del caos somalo, fin dagli albori della propria storia unitaria.
Nel 1889, saltando al volo sul treno del colonialismo, aveva istituito un protettorato che si era poi espanso, fino a diventare nel 1908 una vera e propria colonia: lo spicchio di posto al sole della giovane nazione italiana. Nel 1923 erano arrivati i fascisti e avevano affidato il governo della colonia a Cesare Maria De Vecchi, già quadrumviro. Si erano dati da fare per espandersi nella regione, con le buone o con le cattive. Più spesso, con le cattive. Nel 1940 gli italiani avevano conquistato la Somalia britannica, ma non l’avevano tenuta nemmeno un anno. Finita la seconda guerra mondiale, nel 1949 le Nazioni Unite avevano affidato all’Italia l’amministrazione della Somalia del sud, con l’incarico di condurre l’ex colonia verso l’indipendenza. Somalia del Nord e Somalia del Sud si erano unite nel 1960, dando vita alla Repubblica Somala, che era durata nove anni, fino a che un generale dell’esercito, Mohamed Siad Barre, aveva fatto il suo bel colpo di Stato, preso il potere