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Garibaldi: il Massone dei Due Mondi
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E-book169 pagine1 ora

Garibaldi: il Massone dei Due Mondi

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Info su questo ebook

Il mito risorgimentale e l'unità d'Italia hanno da sempre in Giuseppe Garibaldi uno dei suoi protagonisti più esaltanti. Ma chi era realmente "l'Eroe dei Due Mondi"? Idealista senza macchia e coraggioso patriota, oppure bandito al soldo della massoneria e della grande finanza? In Garibaldi: il Massone dei Due Mondi emerge il ritratto di una figura storica ben più complessa dell'eroe senza macchia creata ad arte dalla fanfara postunitaria. Un testo documentato e corredato da numerose stampe dell'epoca, alcune rarissime, che contribuisce ad aggiungere un altro tassello al mosaico di verità contrastate che sono alla base del paese Italia.
LinguaItaliano
Data di uscita2 giu 2019
ISBN9788833463841
Garibaldi: il Massone dei Due Mondi

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    Garibaldi - Antonio Ciano

    garibaldi_cover.jpg

    Garibaldi: il Massone dei Due Mondi

    di Antonio Ciano

    Illustrazione di copertina, basata su stampa di epoca risorgimentale, opera di Martina Gianello.

    Direttore di Redazione: Jason R. Forbus

    Editing: Noemi Cianciaruso

    Progetto grafico e impaginazione: Sara Calmosi

    ISBN 978-88-33463-84-1

    Pubblicato da Ali Ribelli Edizioni, 2019©

    Saggistica – Briganti

    www.aliribelli.com – redazione@aliribelli.com

    È severamente vietata la riproduzione, anche parziale del testo, effettuata con qualsiasi mezzo, senza l’espressa autorizzazione dell’Editore.

    Antonio Ciano

    GARIBALDI: IL MASSONE DEI DUE MONDI

    AliRibelli Edizioni

    Sommario

    Prefazione

    Premessa

    Capitolo primo

    1.1 Giuseppe Garibaldi

    1.2 La Carmen e gli schiavi cinesi

    1.3 La Sulphur War, i fratelli Bandiera e Pisacane

    1.4 Il Regno Felice isolato

    Capitolo secondo

    2.1 Le congiure in Italia e Garibaldi

    2.2 Il Piano per invadere le Due Sicilie

    2.3 Nizza e Savoia

    2.4 La spedizione dei Mille e gli accordi con la mafia

    2.5 Il saccheggio di Napoli e Palermo

    Capitolo terzo

    3.1 Le fabbriche del Regno

    3.2 L’arrivo a Gaeta

    Capitolo quarto

    4.1 L’assedio di Gaeta e la brigantessa veneta

    4.2 Il resoconto

    4.3 I Briganti in Abruzzo

    4.4 La fine dei giochi

    Conclusione

    Prefazione

    Antonio Ciano è un uomo perbene, mosso da quella passione civile che spinge alla ricerca della verità, alla denuncia delle storture, e soprattutto all’azione, magari in totale solitudine, o in assoluta minoranza; per l’incapacità di tradire il primo comandamento degli onesti: fa’ quel che devi!

    Perché ne parlo così? Perché lo conosco.

    Sono l’autore di Terroni, la rilettura, da Sud, di 150 anni di storia d’Italia, dal Risorgimento a oggi, con il racconto dell’invasione, le stragi, il saccheggio del Sud, gli stupri, le torture, le rappresaglie, le leggi per drenare danaro nel Meridione e spenderlo al Nord, allora come oggi. Altrimenti, non si spiegherebbe il sorprendente successo del libro, che ha polverizzato ogni più rosea previsione editoriale, sino a divenire un fenomeno non solo letterario, ma sociale, politico. La verità è un’altra: Terroni ha incontrato un’onda insospettatamente alta, che era montata negli anni, senza che nessuno si fosse accorto di quanto potente e vasta fosse; nemmeno io che, pure, a questi temi ho dedicato studio e scritti.

    Quella sollevazione di tanto popolo si deve ad altri: alla reazione dei meridionali per la quantità e vomitevole qualità di offese, discriminazioni, attacchi razzisti firmati dalla Lega e benedetti da buona parte dei reazionari del Nord, sostenuti da reazionari del Sud, ignorati da progressisti del Nord e del Sud: dallo sciagurato accordo Pagliarini-Van Miert (il primo, leghista, allora purtroppo per l’Italia e per il Sud, ministro; il secondo rappresentante dell’Unione Europea), che tolse, solo al nostro Mezzogiorno, gli sgravi fiscali concessi alle aree depresse del continente, e costò 100mila posti di lavoro nelle regioni italiane già a più alta disoccupazione; alle manovre leghiste per togliere a Napoli la paternità della pizza e della dieta mediterranea!): Ciano è un ex ufficiale di Marina, poi atterrato a gestire una tabaccheria nella sua Gaeta, la città dell’ultima difesa del Regno delle Due Sicilie, bombardata dagli eroici Cialdini e Persano mentre firmava la resa (gli stessi condottieri che svergognarono l’Italia a Custoza e Lissa: buoni solo a massacrare inermi); la città in cui fece apostolato della memoria storica don Paolo Capobianco, parroco, figlio dell’ultimo nato duosiciliano; e in cui andava a discutere della storia tradita e negata con Angelo Manna, eclettico giornalista, scrittore, poeta, parlamentare napoletano.

    Ciano si tuffa nelle pagine buie del Risorgimento, ripercorrendone le tappe negli archivi e sul campo. Mi raccontava di quando gli chiedevano: «Davvero ci hanno fatto questo?», a Pontelandolfo e Casalduni, due dei paesi rasi al suolo dagli eroici bersaglieri di Cialdini, per rappresaglia, con diritto di stupro e di saccheggio, sterminio di innocenti.

    Ormai, sono decenni che Ciano, ex comunista, appassionato gramsciano («La sua famiglia era di Gaeta, il padre fu esiliato in Sardegna, perché funzionario borbonico»), unitarista convinto («Il mio Paese è nato il 2 giugno del 1946, si chiama Repubblica italiana»), spende la vita su questa inesausta ricerca. Ma ogni volta che scova qualche nuovo documento, sembra sia la prima: gli tremava la voce, pochi mesi fa, mentre mi riferiva delle prove raccolte sulla fucilazione di una bambina siciliana (Angelina Romano di Castellammare del Golfo) di nove anni, perché brigantessa, per mano dell’ennesimo e sanguinario pulitore etnico piemontese.

    Il suo impegno non si è limitato al sapere, ma si è spinto al fare. Ha fondato il Partito del Sud, con il quale, alleato a una lista civica, ha battuto alle elezioni centrosinistra e centrodestra («Sinistra e destra ormai sono soltanto indicazioni stradali, per noi», usa dire), e ha conquistato il governo della città. Ha voluto per sé l’assessorato al demanio, perché Gaeta non è proprietaria del suo territorio: l’Italia la tratta ancora come città nemica e vinta e i gaetani devono pagare dazio allo Stato, anche per poter passeggiare sul lungomare, accompagnare i figli a scuola. L’unica parte della città vecchia che è stata lasciata di proprietà comunale è piazza Commestibili. Una vergogna, a cui i cittadini finalmente si sono ribellati e da alcuni anni si rifiutano di pagare questa tassa sulla sconfitta di 150 anni fa!

    Il libro di Antonio I Savoia e il Massacro del Sud, quando apparve (era il 1996) ebbe un immediato, travolgente successo. Per contorte vicende editoriali, non si è mai saputo quante copie ne furono vendute, ma non si sbaglia se le si stimano fra 100mila e 200mila; ancora oggi, la nuova edizione a cura di Ali Ribelli Edizioni continua a vendere in lungo e in largo per lo Stivale e all’estero, anche in inglese, in formato ebook, cartaceo e audiolibro.

    Ciano scrive a colpi d’accetta; scrivere non è il suo mestiere, il vigore del racconto prevale su tutto: si avverte, intera, inalterata nel tempo, la sua indignazione per quanto, a mano a mano, andava scoprendo. Ma ha il pregio di farsi comprendere benissimo: si esprime come farebbe in un incontro in sezione; un linguaggio diretto, focoso, lucido, per informare e convincere, ma molto, molto partecipato. Lo stesso linguaggio che rende così efficace le sue trasmissioni a Tele Monte Orlando (TMO), la prima street-tv d’Italia, da lui fondata per diffondere, a Gaeta e non solo, la storia di quel che fu fatto alla sua città, che fu grande e venne ridotta a poco: «Eravamo tanti, noi Ciano; sono rimasto solo io, della famiglia, qui. Tutti gli altri, dopo il martirio di cui fu vittima Gaeta, sono altrove, negli Stati Uniti, dove ci sono più gaetani che a Gaeta. Il regalo che ci fu fatto 150 anni fa. Che almeno si sappia!».

    In questi anni ha scritto Amore e morte nella Calabria Briganta e Cavorra dove ha descritto la cruda repressione dei piemontesi in Calabria e l’ossessiva strategia di Cavour, chiamato appunto Cavorra da Ciano, in quanto ritenuto criminale di guerra e complice della criminalità organizzata (si pensi solo che fece bombardare da Cialdini la sua città, Gaeta, con 160 mila bombe radendola al suolo e causando 4000 morti!).

    Il suo ultimo libro è Garibaldi, il Massone dei due mondi in cui descrive chi era in realtà colui che la storiografia ufficiale ha definito eroe dei due Mondi; il primo migrante clandestino sbarcato in Italia a mano armata: ma Salvini lo adora.

    Pino Aprile

    Premessa

    Caro Alex,

    ti scrivo questa lettera per un motivo solo. Per farti conoscere alcune cose che hanno segnato la mia vita. Tuo nonno, nato contadino, ha sofferto molto: quando avevo la tua età giocavo sulle macerie della guerra. Vi erano palazzi caduti per le mine fasciste, dicevano era loro dovere impedire lo sbarco degli americani, hanno minato spiagge e palazzi. Insomma, hanno massacrato Gaeta per la seconda volta: i morti per la guerra sono stati 800, una guerra di conquista voluta da un certo Mussolini e dai Savoia.

    Volevano conquistare il mondo. Hanno invaso la Libia, l’Etiopia, l’Eritrea, la Russia, la Jugoslavia, la Grecia, l’Albania, mietendo milioni di morti. 25 milioni solo in Russia, 500mila in Jugoslavia, altre migliaia in Africa, usando anche gas nervini.

    Quelle nazioni volevano processare i nostri generali per crimini di guerra. L’Italia non ne ha mai consegnato uno. C’era la guerra fredda.

    Ho scritto questo libro per mettere in chiaro alcuni eventi e alcuni personaggi. Il più acclamato si chiama Garibaldi e ha piazze e statue in tutta Italia. Ho voluto prendere ad esempio mio nonno Pasquale, che da socialista lo bestemmiava in continuazione. Ho preso per riferimento un libro di Marco Nozza e Indro Montanelli, che di sinistra non erano. Anzi, il secondo era fascista, ma onesto giornalista. È l’unico libro dove è descritta la vita del massone nizzardo dalla nascita alla morte.

    È un libro introvabile, ormai, e mi son permesso di attingervi alcuni episodi fondamentali per spiegare ai più ciò che è stato l’Eroe dei due mondi: il primo migrante sbarcato in Sicilia a mano armata.

    Altri testi di riferimento sono stati quello di Gigi Di Fiore, che ha descritto ciò che si vide nella Gaeta bombardata dopo l’assedio del 1860, di Luciano Salera, che ha descritto i tradimenti degli ufficiali borbonici, e di Charles Garnier, unico giornalista presente all’assedio di Gaeta.

    Un altro libro utilizzato è quello di Eugenio Di Rienzo, professore universitario che è andato in Inghilterra a consultare gli archivi inglesi: un’opera di grande importanza.

    Importanza ha anche il massiccio testo di Sergio Turone, Italia occulta.

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