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Parlando di Dio e altre storie
Parlando di Dio e altre storie
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E-book296 pagine4 ore

Parlando di Dio e altre storie

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Info su questo ebook


Delle reclute in un campo di addestramento passano attraverso duri esercizi per diventare un gruppo di élite di lettori. L'esperienza di premorte di un ateo gli fa rivalutare la sua vita. Un accademico abbandona i suoi due figli e li incontra da adulti. Uno chef usa il suo show televisivo per tornare in contatto con la propria famiglia. Quattro fanatici del cinema vanno a fare un'ultima orgia di spettacoli in campagna. Un miliardario che si è fatto da sé organizza un corso gratuito di pace interiore. Un’eclettica collezione di storie che non sono storie nel senso convenzionale del termine. Sono piuttosto brevi trattati filosofici su diversi aspetti della vita, sui rapporti interpersonali, sull'insegnamento e l'apprendimento, e molto altro ancora. Stimolanti e provocatori, con un tocco di incongruo e di assurdo, questi racconti hanno un loro modo, che si potrebbe dire inquietante, di penetrare sotto la pelle e ripresentarsi all'improvviso, mostrando una profondità non ancora compresa, una sfaccettatura che in un primo momento non era saltata all'occhio.
LinguaItaliano
Data di uscita10 mag 2018
ISBN9788833280882
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    Anteprima del libro

    Parlando di Dio e altre storie - F.G. Paci

    biografiche

    Campo Addestramento Lettori

    FASE UNO: Trattamento e ricezione

    Reclute, ascoltate e ascoltate bene.

    La sigla sulla mia tenuta dice IL. Voi mi chiamerete Istruttore di Lettura o Signore. Nient’altro. Quando parlerete con me, non mi dovrete fissare negli occhi. Chiederete l’autorizzazione a parlare e terminerete ogni vostra frase con un Signore. I vostri nomi sono stampati sulle vostre tenute. Vi riferirete a voi stessi come Recluta Tizio o Caio. Voi non siete più un lui o una lei. Non siete più a casa. Non userete più la parola «io.» Se desiderate essere autorizzati a parlare, direte: Recluta Tizio o Caio chiede l’autorizzazione a parlare. Avete perso il vostro nome proprio, le vostre cattive abitudini, le vostre droghe, i vostri smartphone e apparecchiature elettroniche, i vostri televisori e videogiochi, i vostri computer, i vostri YouTube e iTunes, il vostro porno, il vostro Google, i vostri letti morbidi, i vostri capelli e le vostre unghie, i vostri mamma e papà, le vostre automobili, il vostro alcol, la vostra musica, la vostra vita precedente. I vostri boccoli d’oro sono stati tosati. Non siete più neri o bianchi o marroni. Spagnoli o italiani o polacchi o filippini. Musulmani o buddisti o cattolici. Ora ciascuno di voi è una recluta dei Corpi di Lettura. Nient’altro, e intendo proprio niente, è più importante dei Corpi di Lettura. E il mio compito è di iniziare il doloroso processo di trasformarvi in membri di élite di una macchina da guerra.

    Lasciate che vi dica subito che è un processo doloroso. Ma il dolore è buono, il dolore è molto buono. Se non amate il dolore, o non imparerete ad amare il dolore, verrete eliminati. Verrete rimandati alla vostra vecchia vita decadente, con il suo permissivismo, la sua cattiva grammatica, la sua cultura insensata, la sua mancanza di rispetto per la parola. Il dolore è la strada per una nuova vita. Il dolore vi renderà liberi.

    Alcuni di voi non resisteranno a questo campo. Non sopporteranno il dolore. Non avranno fegato. Non c’è un cazzo di speranza. Sono stato come voi. Ho praticato i vostri stessi sport. Ho visto migliaia di trasmissioni - il football, il calcio, l’hockey, il golf, il tennis, il baseball, il curling, qualunque cosa. Ho letto le pagine sportive, ho ascoltato le discussioni alla radio, ho ciondolato con voi ragazzi negli spogliatoi e nelle locali bettole su birra e ali di pollo, l’ho fatto e rifatto. E ho guardato i film che guardate voi. Così non ci girerò intorno. Potrete anche cavarvela con le storie d’azione, gli aneddoti, ciò che è letterale, semplice, visibile - ma quando si tratta di leggere qualcosa di più profondo di un tweet o di un sms, per non parlare di un pensiero astruso, le vostre sinapsi vanno in blocco. Entrano in modalità di emergenza. E voi siete persi.

    E voi, reclute di sesso femminile, non siete molto diverse. Potrete essere capaci di leggere un po’ meglio, sopportare un po’ di più la pena del formare i pensieri, potrete capire un po’ meglio le sottigliezze delle trame, ma quando si arriva a una dura e seria lettura, rispettando la parola in tutte le sue intransigenti richieste, vi rimbambite anche voi. Le ginocchia tremano. Dite che siete troppo occupate. Non avete tempo. Oppure avete altre cose da fare, come lavarvi i capelli e farvi le unghie. Oppure perdete del tempo a mettere le vostre sciocchezze su Facebook.

    Se non ce la farete, per me fa lo stesso. Potrete tornare ai vostri capelli e alle vostre unghie e alla vostra vita su Facebook.

    Il politicamente corretto qui non esiste. Non ci sono diritti individuali. Nessuno viene blandito, nessuno pensi che gli spetti qualcosa. C’è solo il codice dei Corpi di Lettura. Parole, coraggio, dedizione.

    Qui dimenticherete la vostre esistenze precedenti, le vostre fiacche e inutili vite. Dimenticherete le vostre cattive abitudini, i vostri diritti, il vostro atteggiamento egoistico e imparerete che cosa sono l’onore e il coraggio, e che cosa rappresentano i Corpi. Ed è mio compito farvi mettere prima i Corpi... sempre i Corpi, per sempre i Corpi dei LETTORI.

    Abituatevi.

    Se volete diventare lettori, se volete far parte di un corpo combattente di élite, dovete dire addio alla vostra vita precedente. Una volta superato il Campo Addestramento Lettori non sarete più gli stessi e, una volta cambiati, il velo sarà sollevato dai vostri occhi e finalmente sarete capaci di vedere attraverso tutte quelle stronzate.

    Noi guardiamo alla vostra vita precedente con disprezzo. È un mondo in cui tutto è disordinato, confuso e indisciplinato. Con i suoi diritti e interessi in competizione. Con le sue diverse mode, i deliri e le fobie. Con le sue diverse imprese e convinzioni. Con le sue bugie e inganni. Con la sua totale mancanza di rispetto per la parola. Dove ciascuno pensa solo a se stesso e alla sua famiglia. Dove le mere opinioni e l’interesse personale regnano sotto forma di senso comune, il tutto manipolato dall’UCI, l’Utile sul Capitale Investito. Qui ci apriamo un varco nel pantano di opinioni, di pretese e di diritti. Qui mettiamo in risalto il rispetto nei confronti della parola. La facciamo semplice, ma non stupida. Otteniamo chiarezza di pensiero e azione. Ripristiniamo la purezza della parola. Ma questo può avvenire solo a costo di un grande sacrificio.

    Io spero che voi siate pronti per quel sacrificio.

    Tra le altre cose, il campo di addestramento comprende le procedure di orientamento e marcia, armi e tiro, percorso a ostacoli, combattimento ravvicinato, CRP e la formazione base come Guerrieri della Lettura. Durante l’intero processo verrete valutati. Se raggiungerete i rigorosi standard del Corpo, vi diplomerete e diventerete a pieno titolo parte di una tradizione orgogliosa, i Corpi di Lettura.

    Un’ultima cosa. Amo i Corpi. Li amo con tutto me stesso. E non permetterò a nessuno, e intendo dire nessuno, di trascinarli nel fango. Mi sono arruolato per la vita. E, statene certi, ora è guerra là fuori. I nostri nemici non hanno solo assaltato le porte della Torre di Babele, hanno occupato l’intero apparato di governo, dei media, dello sport e degli affari. E che siano tutti sorrisi, che schiumino dalla bocca o che parlino con stile retorico, è chiaro che non hanno rispetto per l’integrità della parola. Non hanno rispetto per il pensiero, per non parlare della poesia. Non leggono. Non sanno nemmeno ascoltare. Semplicemente spettegolano e insinuano, cinguettano e si agitano, bloggano e sgomitano vomitando la loro spazzatura, cercando di riempire il buco vuoto nelle loro anime.

    Facebook, cielo! Non sanno nemmeno cosa sia, la faccia di un libro!

    FASE DUE: Orientamento e marcia

    Va bene, cominciamo con alcune semplici regole dei Corpi. Rispetterete sempre i miei ordini. Ascolterete attentamente in ogni momento. Sarete sempre, completamente vigili. Farete tutto ciò che vi viene detto di fare, in modo rapido e intelligente, in qualsiasi momento. Darete tutti voi stessi, fino al punto di perdervi.

    Dovrete sempre, e intendo sempre, onorare e seguire il codice dei Corpi: parole, coraggio, dedizione.

    Ora voi siete la Squadra 462 dei Corpi. Quando scriverete a casa questo sarà il vostro indirizzo. Direte alle vostre mamme e ai vostri papà che vi state divertendo, che vi state godendo il vostro periodo nei Corpi e che state diventando valenti Lettori.

    È CHIARO?

    «Sì, signore»

    NON HO SENTITO.

    «SÌ, SIGNORE!»

    Avete ricevuto le vostre tenute e i vostri elmetti e i vostri tagli di capelli. Belli corti per i ragazzi. Un po’ più lunghi per le ragazze. Avete ricevuto il vostro rancio. Alcuni di voi nelle ultime trentasei ore non hanno dormito. Vi sono stati urlati ordini e vi si è gridato contro per trentasei ore filate. Avete infranto regole di cui non conoscevate nemmeno l’esistenza. Avete imparato a fare un letto nello stile dei Lettori, con una precisa piega a quarantacinque gradi, a tenere in ordine un armadietto, a stare sull’attenti per l’ispezione e a obbedire sempre, immediatamente e senza discutere.

    Ora, mettetevi in riga. ORA! Voglio vedere una formazione compatta. MUOVETEVI! IN LINEA PER QUATTRO! PIEDI ALLINEATI CON QUEI SEGNI A TERRA!

    Ci sono voluti venti secondi buoni. Per domani scenderemo a quattro, capito?

    Va bene, facciamo la conta.

    Prima di imparare a combattere come Lettori dobbiamo imparare a pensare come Lettori, agire come Lettori. E vivere come Lettori. I Corpi avranno sempre la precedenza.

    Questo è il modo in cui starete in piedi come Lettori. Così è come alzerete i piedi quando marceremo. Proprio così. Sinistr – destr. Sinistr – destr. Sempre secco e preciso. E quando marciamo, marciamo come una squadra, Squadra 462.

    Ricevuto?

    «Sì, signore»

    NON HO SENTITO.

    «SÌ, SIGNORE!»

    FASE TRE: Armi e tiro

    Ripetete con me.

    La lingua è la mia arma. La mia arma mi è più cara della mia vita. Imparerò tutto quello che c’è da sapere sulla mia arma. Imparerò come funziona, come smontarla e rimontarla. Apprenderò come il mio nemico la usa e la abusa. Devo tenermela accanto in ogni momento, tenerla pulita e pronta proprio come io sono pulito e pronto. Dormirò con lei, mangerò con lei, sognerò con lei, cagherò con lei. Senza di lei non sono niente. Con lei sono pronto a combattere la grande battaglia.

    Ora distribuirò il dizionario ufficiale della lingua inglese dei Corpi. È prescrittivo e non la merda descrittiva che pubblicano oggigiorno. È stato scritto e pubblicato specificamente per i Corpi da un gruppo addestrato di Lettori. È breve e dolce, e si concentra sulle parole per lo più usate in modo improprio, sui principali abusi, sulle capacità lessicali che vi saranno necessarie. Lo leggerete dall’inizio alla fine e ve lo scolpirete nel cervello affinché in combattimento non abbiate neppure bisogno di pensarci perché sarà lì, pronto all’uso in qualsiasi momento.

    Tenete a mente che una lingua è un’entità che vive e respira. Cambia con i tempi, ma è anche radicata nel passato. Per sapere come funziona, dobbiamo conoscere la sua storia. Il dizionario è un’arma senza pallottole. La lingua corrente è l’arma che spara. E l’arma che spara correttamente è la stessa utilizzata da Chaucer, la stessa utilizzata da Shakespeare e Swift.

    Inutile dire che sarebbe bene conoscere l’uso di più di un’arma. Ogni arma è a suo modo diversa e molto si perde nella traduzione, come dovreste sapere. Sarebbe bene sapere come usare l’antico greco, l’ebraico o il latino, soprattutto perché queste armi sono state integrate nella nostra. Per non parlare dei moderni francese e tedesco. D’altra parte non abbiamo tempo. In questo campo di addestramento la nostra arma di elezione è l’inglese. Fortunatamente per noi, quasi tutto ciò che abbia un valore è stato tradotto in inglese, e i grandi libri così tante volte da avere un numero di varianti sufficiente a formarsi un proprio punto di vista.

    Ora aprite i vostri dizionari dei Corpi.

    L’esercizio di oggi riguarda l’uso di inferire e implicare.

    Ripetete con me: Poiché il sindaco ha implicato che non avrebbe aumentato le tasse, abbiamo inferito che avrebbe indetto una votazione.

    Ancora. Poiché il sindaco ha implicato che non avrebbe aumentato le tasse, abbiamo inferito che avrebbe indetto una votazione.

    Recluta Valencia, vedo il tuo sorrisetto. Trenta flessioni, subito! Muoviti!

    «Signore, io non credo di aver mostrato, ecco, la minima traccia di un sorrisetto.»

    CHIUDI LA BOCCA! Hai violato circa quindici regole dei Corpi con una sola frase. Sei una vergogna per i Corpi. Numero uno: chiedere il permesso di parlare. Non usare «io». Non usare ecco. Ogni volta che sento la parola ecco io rabbrividisco, reclute. Letteralmente rabbrividisco. Mi fa gelare il sangue. Quant’è vero che sono qui davanti a voi, cancellerò i vostri sorrisetti. Cancellerò l’uso della parola ecco. Non la userete mai più, se non nel modo appropriato. CAPITO?

    «Sì, signore»

    NON HO SENTITO.

    «SÌ, SIGNORE!»

    Recluta Valencia, raddrizza la schiena. Fa’ correttamente le flessioni o continuerai a farne finché ti cadranno le braccia. RICEVUTO?

    «OK, OK, SIGNORE!»

    Reclute, penso che nel nostro gruppo abbiamo un furbacchione. Vi dico fin d’ora che non ce la farete mai a entrare nei Corpi se il vostro indice di coglionaggine è superiore a stupido. La leva di reclute di oggi è la peggiore che abbia mai incontrato nei miei trent’anni nei Corpi. È la generazione prima-io. Il più coccolato, il più molle, il più egocentrico gruppo che abbia mai avuto la sfortuna di addestrare. I vostri genitori hanno fatto un lavoro del cazzo. Hanno esagerato. Vi hanno dato troppo. Troppe attenzioni. Troppo amore. Troppe droghe. Troppe occasioni. E non vi hanno dotato della capacità di essere autosufficienti. Vi sentite pieni di diritti. Non avete rispetto per l’autorità, i vostri cervelli sono stati confusi, ridotti in poltiglia, riempiti di fango, rimbambiti, mutati dall’età digitale. E i vostri corpi, beh, non ne voglio neanche parlare, ma tutte le patatine fritte, hamburger e bibite, per non parlare del tempo in cui siete stati seduti davanti ai televisori e ai computer, hanno preteso il loro pedaggio. Siete un mucchio di palle di grasso. Prodotti in serie, omogeneizzati e dotati di cervelli di gallina. In battaglia non ve la cavereste mai.

    Adesso, ripetete con me.

    La lingua è la mia arma. Ce ne sono tante come lei, ma questa è mia. La mia arma è la mia vita. Devo padroneggiarla come padroneggio la mia vita. La mia arma senza di me è inutile. Senza la mia arma io sono inutile. Devo imparare colpire. Devo sparare a lui prima che lui spari a me.

    Senza rispetto per la vostra arma, tanto vale che abbandoniate subito. Ma ci vuole più che rispetto, reclute. Dovete amare la vostra arma come non avete amato nient’altro nella vostra vita. Dovete amarla fino alla disperazione. Dovete amarla tanto che quando qualcuno la abusa, la trascina nella polvere, o sputa su di essa, tutto il vostro corpo tremi. Come se qualcuno calpestasse la bandiera. Come se qualcuno saltasse alla gola di vostra madre. E voi non permetterete che accada, vero? Voi non permetterete MAI che questo accada.

    Cerchiamo di capirci, reclute. Là fuori, nel mondo del prima-io, nella terra dell’acquisto e della vendita, dello sfarzo e del glamour, di mezze verità e di menzogne, del dio dell’UCI, la nostra lingua è stata così distorta che non può sparare bene. E voi non sarete mai in grado di andare in battaglia se la vostra arma non può sparare bene. Dovete amare la vostra arma, rispettarla e tenerla sempre pulita. E forse un giorno sarete in grado di colpire ogni volta il vostro obiettivo.

    Cerchiamo di capirci, reclute. Non possiamo entrare nelle sfumature, nella poesia, nella retorica, a meno che non cominciamo con le più semplici concordanze. E non possiamo tornare alla purezza della parola a meno che non teniamo sempre pulita la nostra arma.

    Mi sono lasciato prendere.

    Torniamo al lavoro. Aprite i vostri dizionari. Ripetete con me.

    Io mi stendo sul divano. Lei stende i panni.

    PIÙ FORTE!

    IO MI STENDO SUL DIVANO. LEI STENDE I PANNI.

    FASE QUATTRO: Percorso a ostacoli.

    Ok reclute, oggi è il nostro primo giorno sul percorso a ostacoli. Potete vederlo davanti a voi. Le corde. I muri. L’acqua e il fango. E il tragitto attraverso la foresta. A ciascuno di voi sono stati consegnati venti libri da portare nello zaino, dieci chili buoni di carta e rilegatura. So che non è facile. È un compito formidabile. E io vi cronometrerò. La maggior parte di voi non ha mai portato un carico così pesante sulla schiena. Per diventare Lettori, però, dovete farlo. Dovete fare il percorso a ostacoli. E sto per dirvi il perché, così che siate adeguatamente motivati.

    Mettetevi comodi e ascoltate attentamente.

    Una volta, le persone andavano nelle biblioteche per leggere libri e metterli circolazione. Una volta le biblioteche erano gli unici spazi pubblici al coperto in cui si poteva andare senza dover comprare qualcosa e dove si potevano ottenere libri senza pagare. Beh, tutto è cambiato. Una biblioteca, uno spazio pubblico gratuito dove i libri sono curati e venerati, è ormai diventato un luogo in cui i libri vengono ignorati. E verrà un giorno, in un futuro non troppo lontano, quando il Libro come entità fisica si estinguerà, quando sarà considerato un cimelio, un dinosauro. E quando quel giorno arriverà, dovremo essere pronti a portare le reliquie degli estinti in un luogo sicuro. Ora non posso dirvi dove. Ma mentre parlo i Corpi stanno preparando posti in tutto il Nord America. Posti in aree remote in Montana e Saskatchewan. Arizona e Territori del Nord Ovest. Posti dove la Gente Elettronica non metterebbe mai piede. Posti invisibili. Come i sili per gli ICBM (1). Posti che la Gente Elettronica non troverà mai e, anche se lo facesse, non potrebbe mai catturare. Perché? Perché coscienziosi e coraggiosi membri dei Corpi come voi difenderanno quei luoghi con la loro vita.

    Noi dobbiamo dedicare noi stessi a salvare il Libro.

    Verrà un giorno, ricordatevi le mie parole, in cui la rete elettrica che copre il Nord America sarà fuori combattimento, tutta l’energia si esaurirà e tutte le batterie avranno smesso di funzionare, e il Libro sarà di nuovo necessario.

    La maggior parte di voi è qui e cerca di diventare un Lettore dei Corpi perché probabilmente ha un’idea personale del motivo per cui vuol salvare il Libro. Ma devo spiegarvi un’altra ragione, persino se adesso non la capirete, perché abbiate una qualche idea della nostra visione.

    State attenti. Scacciate dalla vostra mente qualsiasi altra cosa. Aprite bene le orecchie. Ascoltate.

    Proprio come non si parla senza ascoltare, non c’è parola senza lo spazio intorno alla parola, il bianco della pagina contro la parola, la carne contro lo spirito. Non c’è parola sul rotolo senza il tempo nel deserto, il dolore della carne, la sete, la fame e la purificazione. Non esiste alcuna legge, alcuna parola, alcun pensiero senza la resa e la sottomissione. Dobbiamo sentire l’odore del deserto, l’odore della pagina, l’odore del rotolo. Dobbiamo sentire il deserto, sentire la pagina, sentire il rotolo, poi possiamo vivere secondo le parole.

    Senza la fisicità del Libro e la pagina e il rotolo, la parola perderà la sua sostanza, il suo potere e, in ultima analisi, la sua vita.

    E ci inginocchieremo tutti alle parole elettroniche del nuovo regno, l’UCI.

    Non commettere errori, reclute. Il nostro compito nei Corpi di Lettura è quello di salvare il Libro e il Rotolo a costo della nostra vita.

    Avete la volontà e l’impegno per farlo?

    «Sì, signore!»

    Ma il vostro ingegno e il vostro amore per la lettura non bastano. Avrete bisogno di forza fisica, coraggio e dedizione. Da soli non potete farcela. Dobbiamo lavorare insieme come gruppo. E il gruppo è forte tanto quanto il suo membro più debole. Leggeremo insieme, combatteremo insieme, vinceremo insieme.

    D’altra parte creare una unità di combattimento compatta è il mio compito. E non possiamo essere forti se non eliminiamo i deboli. Quindi, quando vedete un collega che rallenta, quando vedete un collega che rinuncia, quando vedete un collega agli sgoccioli sul percorso a ostacoli, non dovete fermarvi ad aiutarlo. Ricavate forza dal fatto che non siete voi che state rallentando e rinunciando. E spingete ancora di più per finire il percorso. Perché quando si arriva al dunque, dobbiamo sapere che chi ci copre le spalle è buono quanto noi, se non migliore. Dobbiamo poter confidare nei nostri fratelli e sorelle perché o vinciamo insieme o moriamo insieme. Non c’è una terza opzione.

    E ricordate questo. Quando il dolore arriva al punto in cui non potete andare oltre, quando la vostra mente sta urlando che non potete continuare, quando lo strazio diventa così intenso che pensate di stare per morire, ricordatevi: il dolore è solo l’ego che lascia il corpo.

    Va bene, voglio che vi allineiate su due file in ordine alfabetico. MUOVETEVI! AVANTI! AVANTI! Reclute Abrams e Almeida per prime. Ho il cronometro. Potete vedere la fine del percorso a ostacoli là in fondo, il Muro del Fato. Attendete il mio segnale per partire.

    Non mi importa quanto tempo ci metterete, ognuno di voi finirà il percorso. Rimarrò qui con voi fino a domattina se necessario. Il Muro del Fato è la parte peggiore. Prendete la rincorsa, afferrate la corda e tirate fino a che vi cadono le braccia. Se vedo qualcuno che fa il cacasotto, provvederò personalmente perché abbia una nota di demerito e venga buttato fuori dai Corpi. E voi donne, è meglio che non vi veda piangere. Voi NON dovete piangere.

    AMATE I CORPI?

    «SÌ, SIGNORE!»

    AMATE I CORPI PIÙ DELLA VOSTRA STESSA VITA?

    «SÌ, SIGNORE!»

    COSA STIAMO FACENDO?

    «SALVANDO IL LIBRO»

    COME SALVEREMO IL LIBRO?

    «CON LE NOSTRE SCHIENE E I NOSTRO CERVELLI!»

    FASE CINQUE: Combattimento ravvicinato

    Va bene, mettetevi comodi. Sedetevi in cerchio sull’erba, intorno a me.

    Prima che ci mettiamo la corazza per la lotta coi bastoni, dobbiamo esaminare le tecniche per storpiare qualcuno a mani nude. Non si può mai sapere quando il nemico ci può impegnare in un combattimento ravvicinato. E il nostro nemico può essere spietato quanto il più feroce combattente di Arti Marziali Miste. Avete visto combattimenti AMM in tv, ne sono sicuro. Quei bei tomi si scalciano, si prendono a pugni, si soffocano, si prendono a gomitate e ginocchiate l’un l’altro, finché sono insanguinati e scorticati ed esausti e vanno k.o. Ma le AMM hanno regole che portano alla squalifica. Per quanto sanguinario e feroce sia questo combattimento, non è niente rispetto alla lotta che impariamo nei Corpi.

    Nelle AMM non possono mordere, non possono dare calci all’inguine, non possono tirare i capelli, non possono colpire il pomo d’Adamo, non possono dare calci in testa e non possono cavare gli occhi.

    Da queste parti, reclute, le cose vanno in maniera diversa. Non è il paese della televisione. Non è il paese dei computer. Qui è mangiare o essere mangiati. E se vi attaccano di sorpresa cercando di strangolarvi da dietro, questo è ciò che dovrete fare. Ignorerete ciò che il vostro attaccante sta facendo, ignorerete il dolore che chi vi attacca vi infligge, e reagirete procurando il massimo del danno che vi riesce di procurare. Rompendo un osso, ficcando le dita in un occhio, colpendo il pacco e schiacciando il cranio.

    OK, Recluta Valencia, alzati e facciamo una dimostrazione. Sembri un po’ spaventata, recluta.

    NO, SIGNORE!

    So che hai paura. Sospetto fortemente che nessuno di voi sia mai stato in una rissa. Oh, sì, ne avete viste molte in TV e nei film. Avete visto anche cose più macabre in rete, immagino, dove non ci sono tabù. E molti di voi erano lettori nella vostra altra vita, non lettori seri, ma comunque lettori. Semplicemente non siete abituati a combattere. E di

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