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Il Club della Libertà
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E-book166 pagine2 ore

Il Club della Libertà

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Info su questo ebook

"Tutti abbiamo una storia".

In ogni scuola ci sono bulli e prepotenti che ti fanno sentire a disagio. Persone del genere abbondano alla Rourke High. A pochi mesi dalla fine del loro ultimo anno, un gruppo di studenti che non hanno nulla in comune fondano il Club della Libertà. Il loro desiderio prima di diplomarsi è sostenere le vittime del bullismo. Fra segreti e bugie scoprono l'amicizia, l'amore e le verità su se stessi, in un climax di eventi che lascia a bocca aperta.

Conosci davvero il tuo vicino di banco?

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita31 lug 2020
ISBN9781071558010
Il Club della Libertà
Autore

Cindy Vine

Born in Cape Town, South Africa, I have traveled to many different countries working as an international school teacher. Following a bout with breast cancer and being ripped off yet again, I wrote a self-help book called Fear, Phobias and frozen Feet, which deals with how to break the pattern of bad relationships in our lives. Last year, I self-published Stop the world, I need to pee! It's a fictional tale of how a headstrong woman manages to escape from an abusive husband. Currently, I am teaching at an international school in Tanzania. The Case of Billy B is my third book.

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    Anteprima del libro

    Il Club della Libertà - Cindy Vine

    IL CLUB

    DELLA LIBERTÀ

    CINDY VINE

    Questo libro è dedicato a tutte le persone vittime di bullismo e delle sparatorie nelle scuole.

    Ringraziamenti

    Quando scrivi un libro, sono sempre in molti che ti sostengono durante il processo. Senza quel supporto, sarebbe difficile finire un romanzo.

    Vorrei ringraziare i miei bambini per il loro continuo sostegno e amore, e per essere sempre al mio fianco per rispondere alle mie strane domande. Mio fratello David è uno dei miei più grandi sostenitori, e gli sono grata per le vibrazioni positive che ha sempre mandato nella mia direzione nel corso degli anni.

    Toni Huisman Johnston era a scuola con me tanto tempo fa, e grazie a Facebook abbiamo riallacciato i rapporti. Toni è intervenuta per aiutare con l'editing e fungere da lettore beta. Le sue opinioni e il suo incoraggiamento si sono rivelati preziosi.

    Infine, e sicuramente non meno importante, voglio ringraziare il mio editore, Robert Stark, per aver svolto il suo lavoro in maniera fantastica e per aver lavorato fino alle 2 del mattino al mio manoscritto. Lui è un poliziotto grammaticale come pochi.

    "Congratulazioni a tutti gli studenti che si stanno diplomando oggi – Siamo fieri di dire che alla Rourke High prepariamo i giovani in modo che, usciti dal nostro istituto, possano fare differenza nel mondo. Crediamo fermamente che i nostri studenti siano il futuro. Quando metteranno piede fuori da qui, averanno successo nel mondo grazie ai valori e agli insegnamenti che hanno ricevuto. La scuola non serve solo a coltivare la conoscenza e a preparare gli studenti per continuare con l'università e altri progetti accademici. È anche imparare a costruire relazioni, amicizie e il rispetto per gli altri. Qui noi creiamo dei buoni cittadini.

    La comunicazione è la chiave di tutto. Comunicate con rispetto e tutto il resto verrà da sé"

    Preside Timmins.

    Estratto del discorso di fine anno, 2017.

    Capitolo 1 Maddie

    Al quinto anno la mia insegnante ci assegnò un compito. Dovevamo aggiornare il Libretto dei Pensieri per un periodo di tre settimane. Ci diede un quaderno nel quale dovevamo scrivere qualsiasi cosa vedessimo e sentissimo, cose a caso che ci passavano per la testa, estratti di giornale, articoli di riviste - insomma, tutto quello che era di nostro interesse. L'obiettivo era quello di organizzare discussioni di gruppo al termine delle tre settimane su problemi che ci stavano particolarmente a cuore. L'insegnante pensava che il quaderno ci avrebbe aiutato a comprendere meglio questi problemi. Grazie alle discussioni di gruppo, saremmo stati in grado di capire quali preoccupazioni avevamo in comune con gli altri, e individuare quelle che erano importanti per tutti. Il passo successivo era fare ricerche su quelli condivisi da tutta la classe, e mettere insieme una presentazione che avremmo poi dovuto mostrare ai nostri genitori un pomeriggio, dopo l'orario scolastico. In teoria, l'idea sembra fantastica, vero? Il problema era che soltanto pochi di noi presero il compito sul serio. Buttare giù pensieri a casaccio la sera prima della data di scadenza ha vanificato l'intero scopo dell'esercizio.

    Io non ero mai stata una tipa da Caro Diario, anche se mi era sempre piaciuto scrivere. I diari con il lucchetto che mi avevano regalato ai compleanni e a Natale sono sempre rimasti sigillati, insieme ad altre cianfrusaglie, nel cassetto delle cose inutili. C'era qualcosa in quei diari che li rendeva allo stesso tempo banali e strappalacrime. Sono sicura che le persone che scrivono regolarmente un diario non comincino davvero, ogni volta, con Caro Diario, eppure nella mia testa fanno proprio così, e per questo li ho sempre trovati un po' patetici.

    Eppure, anche se il Libretto dei Pensieri aveva la stessa funzione di un diario, in qualche modo lo percepivo in maniera diversa. Libretto dei Pensieri suonava molto più serio, intellettuale e meno sciocco di un diario qualsiasi. Mettere per iscritto i miei pensieri mi ha fatto sentire importante, proprio come se davvero meritassero di essere ascoltati. Un quaderno, invece di un diario dalla copertina dura, rosa, decorata con fiori e ghirlande e munita di lucchetto, mi faceva sentire come se fossi al di sopra d'infantili fantasticherie sul tipetto che ti piace e dei pettegolezzi fra ragazzine. Il quaderno mi faceva sentire come se avessi qualcosa d'importante da dire e, se mai il mondo fosse finito, i futuri abitanti della Terra avrebbero trovato il mio Libretto dei Pensieri e capito come ero davvero, quando ero viva. Beh, questo è quello che pensavo quando ero in quinta elementare. Adesso sono all'ultimo anno di scuole superiori e il mio Libretto dei Pensieri è tutto ciò che mi tiene in vita.

    Capitolo 2 Arek

    Alla vista delle luci blu uscirono tutti fuori.

    C'è qualcosa nelle sfortune altrui che affascina gli esseri umani, un po' come le mosche con un mucchio di sterco. O le api con una lattina di soda. Quante persone si fermano a guardare gli incidenti stradali? Non è perché abbiano voglia di aiutare. È perché vogliono vedere. Le persone godono nel provare disgusto. Vogliono vedere arti strappati accanto al cerchione di un'auto. Vogliono vedere un corpo ricoperto di sangue e frammenti di vetro. Vogliono provare brividi, trattenere il fiato e trasalire per l'orrore di ciò che vedono. Le persone amano la disperazione altrui, e questa non è una bugia. I primi ad accorrere sui luoghi di una tragedia sono i soccorritori, seguiti a ruota dalla stampa. Furgoncini, cameraman e giornalisti con microfoni giganteschi. Nel disperato tentativo di mostrare la sofferenza della gente affinché il mondo la veda. Spingono i microfoni verso i testimoni - Che cosa hai visto? Cosa hai sentito? Cosa sai dirci della vittima? E, ovviamente, domande sottintese.

    Quali scheletri nell'armadio aveva la vittima?

    E così, la vittima di una tragedia è messa completamente a nudo. Non c'è niente di troppo spaventoso o personale per non condividerlo con gli avvoltoi che divorano avidamente ogni notizia. Anche se i peggiori, comunque, restano coloro che si fanno avanti fingendo di aver avuto contatti con la vittima, condividendo aneddoti inventati di sana pianta. Vale la pena vivere solo per sentire le stronzate che dicono. Bugia dopo bugia. Intrecciando ricordi fasulli in una sorta di universo parallelo. Creando la loro versione della verità. Peccato che niente di tutto ciò sia vero. Notizie false, ecco di cosa si tratta.

    Così, mentre la barella su cui giace il sacco che contiene il corpo di Todd viene caricata sull'ambulanza, puoi sentire i sospiri di quelli che hanno assistito alla scena.

    Se solo lo avessimo saputo. Se solo ci avesse detto che era depresso, lo avremmo aiutato. Se solo ci avesse detto che aveva intenzione d'impiccarsi nella sua camera da letto, saremmo stati al suo fianco.

    Se solo.

    Se solo te ne fosse fregato.

    Se solo quelle finte lacrime che ti rigano il viso significassero davvero qualcosa.

    Se solo avessi trovato un po' di tempo per conoscere meglio Todd.

    Se solo.

    Troppo tardi. Un altro ragazzino troncato troppo presto dal suicidio.

    Un'altra famiglia privata di un pezzo di cuore, emotivamente in frantumi.

    Alcuni a scuola cercheranno di ricordare com'era, e nelle loro conversazioni condivideranno ricordi che appartengono ad altri. I colpevoli, invece, continueranno a comportarsi come se nulla fosse successo, e faranno anche battute sul suicidio. Non saranno mai cercati i responsabili. Non ci saranno abbastanza fiori e caffè da condoglianze lasciati all'ingresso della sua casa che daranno indietro Todd alla sua famiglia distrutta. La comunità che si riunisce? Che pagliacci! L'unica cosa che vogliono è scoprire dettagli cruenti. Non cambierà nulla. Non cambierà mai nulla. La folla fa spazio ad altri del vicinato che accorrono a ficcare il naso. Le persone cominciano a parlare con vicini ai quali non rivolgono la parola da anni. Non c'è niente come le sfortune altrui per riallacciare vecchi legami.

    Che pena.

    Che tristezza.

    Ero in piedi dietro il Preside Timmins. Lo vidi rivolgersi a un poliziotto e gli sentii dire: Per fortuna si è tolto la vita e non ha dato di matto con le pistole a scuola. Ha fatto il favore di non trascinarsi dietro altri.

    Stiamo scherzando? Ma non vogliamo che la nostra scuola abbia una cattiva reputazione, non è vero?

    È bello sapere che il nostro stimato preside si prende davvero cura di noi studenti. Mi spostai, prima che il poliziotto avesse tempo di rispondere al commento senza anima di Timmins. Avevo sempre sospettato che Timmins fosse uno stronzo. Almeno questo mi era stato ufficialmente confermato.

    Todd non era mio amico e non fingerò certo che lo fosse. Eppure, era più di un semplice conoscente. Il suo sogno era far parte del gruppo dei Popolari. Per questo mi ha sempre ignorato in classe e nei corridoi. Ma dato che vivevamo nella stessa strada, spesso tornavamo a casa insieme, e Todd cercava sempre d'impressionarmi con le cose che faceva quando era con i Popolari. Quindi, sapevo un bel po' di quello che accadeva nella sua vita.

    Dalle cose che diceva, sapevo anche che non riusciva mai a integrarsi davvero, nonostante ci provasse con tutto se stesso. Quello che non potevo prevedere era che avrebbe finito per uccidersi. Deve essere successo qualcosa di terribile per arrivare a credere che la sua vita non fosse degna di essere vissuta. La mia sensazione era che i Popolari fossero in qualche modo coinvolti. Mi allontanai dalla folla e mi avviai in direzione di casa. Mi vennero in mente le ultime conversazioni avute con Todd.

    Cercavo di trovare indizi nelle cose che mi aveva detto. Cosa ti hanno fatto?

    Ci sono giorni in cui anche io mi chiedo quale sia lo scopo di tutto. Perché mettere il piede fuori casa per andare a scuola a fingere di imparare, quando tutto ciò che fai è cercare di rimanere illeso per almeno un giorno. Ma anche se io spesso penso che la mia vita non ha senso, non sono sicuro che mi spingerei a tanto. Perché dargli questa soddisfazione? Vivere potrebbe essere l'unico modo di sconfiggerli.

    E poi, chi lo sa se a loro importerebbe davvero?

    E con questo pensiero ben impresso nella mente, apro la porta di una casa dove a stento ci si rivolge la parola.

    Capitolo 3 Maddie

    A scuola ci sono quattro gruppi principali. I Popolari, i CiSiamoQuasi, i Frangettoni e i Mostri. E poi ci sono io. I Popolari fanno un po' quello che gli pare, senza che vengano mai accusati di fare qualcosa di male. I CiSamoQuasi a volte vengono inclusi, a volte no. Il loro obiettivo nella vita è diventare Popolari. I Frangettoni hanno i loro piccoli affari di cui occuparsi. Organizzano le loro feste private e socializzano abbastanza, condividendo la passione per le cose da nerd. I Mostri sono ignorati e scartati da tutti. Per entrare nella categoria dei Mostri devi avere qualcosa di diverso. Qualcosa che ti distingua da tutti gli altri. Facile da mettere in ridicolo. Tanto vale che si tatuino sulla fronte la parola Colpisci. Sono bersagli con le gambe.

    Per la cronaca, io non rientro in nessuna di quelle categorie. Ed è una scelta mia e non degli altri. Non sono particolarmente interessata ai Frangettoni, né mi interesso di cose nerd e videogame. Non sogno affatto di fare parte dei Popolari. Odio i falsi. Forse, odio tutte le persone, punto. Preferisco essere un Osservatore. Resto ai margini, di tanto in tanto mi unisco a qualche gruppo, dipende dall'umore. Le elementari e le medie sono state stressanti. Il mio obiettivo all'epoca era integrarmi e farmi notare. Il punto è che, quando lo fai, perdi te stesso nel tentativo di diventare una persona popolare. Diventi una pecora e perdi le tue strisce da zebra.

    Ho imparato l'arte di essere invisibile. Posso sedere in mezzo alla folla senza che loro si accorgano della mia presenza. Posso essere me stessa senza attirare attenzione o preoccupazioni. Rourke High è la comunità degli stereotipi. Potremmo essere chiunque e dovunque.

    Voglio solo superare questi anni di

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