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E-book79 pagine1 ora

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Info su questo ebook

Una ricerca del tempo perduto in una piccola città di provincia. Amori, pasisoni, amicizie, esperienze di vita vissuta. L'esordio di Marina Onofri scrittrice che si proietta nel mondo letterario con una innovativa vena creativa.
LinguaItaliano
Data di uscita16 mar 2015
ISBN9786050365733
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    Anteprima del libro

    ... e adesso vedremo ... - Marina Onofri

    Marina Onofri

    … e adesso vedremo …

    Sommario

    Capitolo I

    Capitolo II

    Capitolo III

    Capitolo IV

    Capitolo V

    Capitolo VI

    Capitolo VII

    Capitolo VIII

    Capitolo IX

    Capitolo X

    Capitolo XI

    Capitolo XII

    Capitolo XIII

    Notte tra il 5 e 6 settembre 2005

    Ad Aldina, Sergio, Angela, Marina, Marco, Enrico e Silvia…Cesare

    …"Che c’è di bello in questa vita? Molte cose sono belle altre invece sono inevitabilmente brutte. Ma bisogna saperle affrontare al meglio. Non  preoccupatevi miei  cari ragazzi e vedrete che tutto si sistemerà; ognuno di voi ce la farà. Ora riposatevi e fate i bravi cercando di essere positivi nella vita di tutti i giorni. Rimediate agli errori fatti in passato…e cercate di limitare quei caratteracci bonari sì, ma spesso un pò troppo impulsivi e bellicosi anche per cose che si potrebbero certamente  evitare.

    Quanto alla morte, cosa può essere?!

    Non è nulla di trascendentale  e sicuramente non è poi così cattiva. So che non crederete certo all’esistenza di un altro mondo, ma è qui che vi sbagliate! Pensate: se fosse possibile continuare ad avere coscienza di sé per l’eternità, non sarebbe forse fantastico?!

    Beh, credo che forse avvenga proprio questo dopo la morte o meglio dopo la vita! La paura dell’oblio deve essere esorcizzata a tutti i costi, e quindi anche quella della morte.

    In questa fresca notte di settembre non siate e non sentitevi obbligati ad essere troppo tristi. I divertimenti e l’estate sono finiti, ma con impegno supererete un altro anno e vedrete allora che torneranno i giochi, l’estate e soprattutto quella voglia di partire che ha sempre riempito la mia vita appena si sentiva quel bellissimo odore che è tipico dell’inizio estivo.

    Ah…dimenticavo e poi non disturberò più per un bel pezzo. Ricordatevi che i Santi ci proteggono, sono sempre all’erta, così ognuno di voi dovrà seguire la propria strada e sicuramente dovrà anche sbagliare. Vedete, quello che molte persone non comprendono (ma che io ho fondamentalmente sempre intuito) è che si possono commettere errori; questo serve per capire poi qual è la giusta via. La vita, attraverso soprattutto gli errori, è una continua ricerca: Chi cerca trova dice il proverbio, e chi cerca per trovare deve anche sbagliare. A volte l’esistenza è dura, per questo dovrete essere forti per affrontarla.

    Chi sarà mai stato a scrivere tutte queste fesserie? La risposta più plausibile la troverete dentro di voi…poi che ci vogliate o meno credere è un vostro affare! Io con i mezzi con cui ho potuto, mi sono fatto sentire, per dare un messaggio di speranza ad ogni uomo/donna che sia presente su questa terra.

    Il problema è se voi ci vogliate credere oppure no (ma so già che farete molta fatica a farlo); vi conosco e so la paura, scusatemi, non volevo dire paura, ma il senso come dire…di impotenza che accusate quando pensate alla fine di tutto con la morte. Basterebbe seguire il vostro istinto ed avreste così la risposta bella e pronta e soprattutto scritta! Arrivederci a tutti con la promessa (anche se non ci crederete) che un giorno ci rincontreremo. Siate allegri perché la vita è anche bella e va vissuta con serenità…non prendetevi mai troppo sul serio, cari ragazzi, come quella volta in cui ognuno di voi perse il primo dentino!".

    Capitolo I

    Oggi a distanza di quasi cinquantacinque anni, in realtà ne ho ancora cinquantaquattro, (che fortuna!) oggi, appunto, riguardando indietro posso affermare, come dice spesso il mio amico Federico, "…ho chiuso gli occhi e, in un solo istante, mi sono ritrova qui attonita, incredula, forse anche un pò sperduta, in questo tempo, che non è il mio tempo! Chiudo gli occhi e riesco incredibilmente a spostarmi nello spazio-tempo, nonostante io sia, in fondo, sempre me stessa!

    E’ ovvio qualcosa è cambiato: l’aspetto fisico, la corporatura, i capelli, la statura, la struttura psicologia, le certezze, le incertezze di un tempo, oggi più che mai sono altra cosa: ma posso tuttavia affermare che in fondo sono sempre io!!. Si, certo mi riconosco, guardo dalla finestra, esamino, analizzo mi struggo, mi consolo, sono io, sì sono sempre io.

    Anni belli, anni brutti, anni a volte insignificanti, a volte invece pieni, sorridenti, emozionanti,anni trascorsi ma, in un attimo, il tempo sembra essere volato, cosa è cambiato, allora?  Pressoché nulla in prima battuta direi, in seconda qualcosa è verosimilmente variato: ho mezzo secolo alle spalle, grandi cose da raccontare e comincio ora posizionandomi nel tempo che per quasi la totalità di noi umani potrebbe o dovrebbe sembrare il tempo migliore: l’infanzia!

    Capitolo II

    Mi chiamo Sara M., nasco in un quartiere di definizione popolare, da una famiglia piccolo borghese in quegli anni sessanta, che hanno rappresentato e rappresentano allo stato attuale un ottimo periodo storico, pieno di speranze, illusioni, benessere, voglia di fare, musica da sballo o meglio da urlo, prime automobili, televisione e radio; primi progetti istituzionali sull’istruzione che avrebbero fatto presagire, se portati a termine, lavori mai pensati prima: libero professionista, insegnante, avvocato, medico, manager o chissà cos’altro, per alcuni anche astronauta, chimico, agente segreto, la fantasia allora avrebbe potuto galoppare pensando che la luna si potesse effettivamente raggiungere con estrema facilità.

    A dispetto di molte famiglie altolocate la mia si collocava e si posizionava in un punto della città oserei dire strategico: il corso principale! Le finestre di casa mia davano sulla strada più importante della città, si poteva osservare il passeggio, il traffico, le biciclette, i negozi, ed ascoltare dall’alto del terrazzo le conversazioni dei passanti o di coloro

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