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La Scala delle Vite: Le Leggi Fondamentali della Teosofia
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E-book121 pagine1 ora

La Scala delle Vite: Le Leggi Fondamentali della Teosofia

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Info su questo ebook

La credenza che l'uomo sia costituito solo da quanto si vede di lui durante questa vita e in questo mondo limitatamente al tempo compreso fra la nascita e la morte, e che non esistano rapporti con altri mondi con la coscienza connessa con questi mondi, è sorta e si è diffusa soltanto in certi momenti della storia fra certe classi della popolazione. Singolare e notevole è il fatto, che ciò sia avvenuto sempre in condizioni di civiltà simili fra di loro. Questo atteggiamento del pensiero non si verifica mai in civiltà giovani e forti, bensì quando, esaurito ogni vigore nel culto del lusso, i godimenti materiali prendono il sopravvento sopra quelli dell'intelletto, quando la vita fastosa si sostituisce alla nobiltà del pensiero: nelle condizioni cioè che sempre segnano la decadenza e la prossima fine di una civiltà.
 
Molti indizi segnano oggi — oltre al ravvivamento dello spirito religioso, palese ovunque — anche l’ammissione di una più vasta coscienza nell'uomo. Per cui egli è in relazione con più di un mondo e stando tuttora nel mondo fisico gli è dato di essere in contatto effettivo con mondi non fisici, inaccessibili ai sensi. dei quali abbiamo una più o meno vaga intuizione pur senza ancora percepirli.
 
LinguaItaliano
Data di uscita26 giu 2018
ISBN9788869373473
La Scala delle Vite: Le Leggi Fondamentali della Teosofia

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    Anteprima del libro

    La Scala delle Vite - A. Besant

    MONDI

    ​PREFAZIONE

    Queste sei conferenze furono tenute alla Se­de della Società Teosofica in Adyar, allo sco­po di presentare un semplice schizzo delle idee fondamentali dell’Antica Sapienza ad un pub­blico colto, ma non ancora edotto di tale ar­gomento. Esse vengono pubblicate nella spe­ranza che possano raggiungere in ogni paese persone le quali si trovino nelle stesse condi­zioni, e portar loro il seme di verità utili al progresso dello spirito umano. La Teosofia so- la può scongiurare le catastrofi verso le quali precipita la civiltà occidentale; e sin d'ora si scorge da vari indizi che essa riesce a compie­re la sua benefica missione, riportando i gio­vani popoli Ariani alle fonti dell'antica Sapien­za Ariana.

    In questo piccolo libro è soltanto indicata la via che conduce a tale Sapienza. Chi intende percorrerla, conviene lo faccia da sé, niuno può sostituirsi a lui per quell'ascensione.

    Annie Besant

    Adyar,Maggio 1910

    ​CHE COS’E’ LA TEOSOFIA ?

    In questi ultimi tempi sono state tanto nu­merose le domande intorno alla Teosofia, co­sì che credo opportuno esporre, con tutta sem­plicità ed a grandi tratti, le nozioni generali su questo argomento tanto discusso, affinché ogni persona, anche nuova a tali studi, possa comprenderne l’indirizzo generale e lo scopo. Cercherò di trattare il soggetto nel modo più chiaro eliminando per quanto mi sarà possibi­le ogni tecnicismo, così che esso riesca acces­sibile ad ogni persona di media cultura.

    Non voglio già dire che la Teosofia possa essere in tutti i suoi aspetti messa alla portata degli ignoranti; ma ogni persona di intelligenza co­mune e fornita di qualche coltura, abituata a servirsi della mente negli affari del mondo, può con un lieve sforzo di attenzione capirne i principali insegnamenti e le conseguenze che ne derivano.

    Taluni di questi insegnamenti sono così semplici da poter essere facilmente assimilati da tutti e costituire una buona guida per la condotta di ognuno; ma di nesso fra le varie dottrine e il modo in cui tutte si riu­niscono in una grande Sintesi di Vita non pos­sono essere afferrati che dalle persone di un livello intellettuale piuttosto elevato.

    La Teosofia nell’attuale sua forma venne presentata al mondo soltanto nel 1875, ma es­sa è antica quanto l’umanità civile e pensan­te. Molti sono i nomi sotto i quali fu conosciu­ta nelle varie parti del mondo; ma, per quan­to diversi i nomi, essi avevano tutti lo stesso significato. Il motivo per cui parve necessa­rio ai nostri giorni di riportarla alla luce, fu la rapida e pericolosa invasione del materiali­smo fra i popoli che tengono il primato nella civiltà del mondo.

    Nel progredire e nell’estendere i suoi confini, la scienza si inoltrava sem­pre più sulla via del materialismo, e l’agnosti­cismo diventava la principale caratteristica dello scienziato. In tale periodo critico, e sot­to l'influenza dell’opinione prevalente in Eu­ropa, si diffondeva il concetto che, mentre all’’uomo è dato conoscere ogni cosa percepibi­le ai sensi e tutto ciò che si fonda sulla ragio­ne e da essa si desume, all’infuori dei sensi e del raziocinio egli non possiede alcun mezzo, alcuna facoltà per l’acquisto di altre conoscen­ze, per venire a contatto più intimo con l’uni­verso in cui vive. Impossibile dunque all’uo­mo varcare tali angusti confini: nulla cono­scerà intorno ai più profondi problemi della vita, della sua origine e del suo fine, nulla di ciò che significano le parole Dio, immortalità, Spirito. Questa disposizione di mente, grazie alla penetrazione dell’influenza europea, anda­va spargendosi pure in Oriente e nelle colo­nie, minacciando di invadere il mondo inte­ro; ed allora i Grandi Custodi dell'Umanità nella loro Sapienza deliberarono che le anti­che verità fossero riproclamate in una forma adatta all’uomo dei nuovi tempi.

    Tutte le religioni del passato furono rivelate sotto un aspetto atto a portare un progresso nello sviluppo del popolo a cui erano date; ed ai giorni nostri è stata riproclamata la verità che sta alla base di tutte le religioni affinché, senza che alcuno perda i benefizi della propria fede, emerga chiaramente il fatto che tutte le religioni hanno i medesimi intenti, essendo sol­tanto i rami di un medesimo albero.

    Questo era, di necessità, l’aspetto della religione con­facente al nostro tempo; e tanto più ne era importante, anzi necessaria, la divulgazione, in quanto che la Scienza cominciava a pro­pugnare, benché con scopo diverso, teorie in certo qual modo analoghe. La critica scienti­fica delle manifestazioni religiose le relegava tutte nella così detta Mitologia Comparata. L’esame attento delle vestigia e delle rovine del passato, le ricerche degli archeologi, lo stu­dio degli scritti provenienti da antichissime ci­viltà, i risultati degli scavi e le traduzioni delle più remote iscrizioni avevano indiscutibil­mente provato che le dottrine fondamentali di tutte le religioni sono identiche, che i loro co­dici di morale nei relativi stadi di civiltà fu­rono ,gli stessi, che le vite dei loro fondatori ebbero fra loro notevoli somiglianze, che financo le cerimonie, le forme, i riti ed i sacramen­ti delle varie religioni, differendo solo in al­cuni particolari, contenevano una fondamen­tale conformità di idee. Tali indizi di identità venivano da coloro che non credevano in al­cuna religione, adoperati a combattere e a screditare tutte le religioni.

    Si voleva dimo­strare che invariabilmente la religione, crea­ta prima dall'ignoranza, avesse poi con l’andar del tempo assunto forme superiori, ma che gra­zie ai progressi della scienza poco tarderebbe a suonare per lei l’ultima ora.

    Tale era l’atteggiamento del .mondo occi­dentale, quando venne riproclamata la Sapien­za Antica. Primi campi d’azione di questo mo­vimento furono l’America e l’Europa, e par­ve naturale prendere per essa al pensiero gre­co un nome che ne esprimesse le antiche idea­lità.

    Qualche tempo dopo l’avvento di Cristo la parola Teosofia, Sapienza Divina, era stata usata nelle scuole neoplatoniche, ed era poi stata impiegata in tutte le scuole di filosofia.

    I mistici tutti in Europa l’avevano pure adot­ta, così che nel pensiero moderno essa ha un significato abbastanza preciso e tale da essere afferrato da ogni persona un poco versa­ta nelle questioni religiose, mistiche o filosofi­che. Essa ha il suggello della tradizione e ne riporta alle menti colte tutto il contenuto.

    Prima ancora dell'era cristiana si trovano le medesime dottrine sotto il nome di Brahmavidya, termine sanscrito, nel quale Brahma si­gnifica Dio e Vidya Sapienza, quindi Sapienza Divina, ed anche sotto quello di Paravidya, cioè Suprema Sapienza.

    Un grande Istruttore, interrogato una volta da un discepolo intorno alla conoscenza, gli rispose che due sono le specie di conoscenza: l’inferiore e la superiore. Tutto ciò che può venire insegnato da un uomo ad un altro, le scienze, le arti, la letteratura ed anche le scrit­ture sacre, doveva essere classificato come for­ma della conoscenza inferiore, mentre la co­noscenza dell’Uno, la quale conferisce quella di tutto, la conoscenza di Lui, era la supre­ma, la più alta Sapienza.

    Questa è appunto la Teosofia ossia « la conoscenza di Dio che è Vita eterna ».

    Contro l’asserzione della scienza, che tutte le religioni abbiano avuto origine dall’umana ignoranza, si levò dunque trionfante la procla­mazione che le religioni non sono figlie dell’’ignoranza, ma della Divina Sapienza: che esse sono come tante vie percorse dall’uomo alla ricerca di Dio. La Religione è infatti la perenne aspirazione che spinge lo spirito umano alla ricerca dell’elemento divino, e le va­rie religioni del mondo sono appunto i diversi metodi di questa ricerca.

    Investigando la storia e studiando le civiltà dei diversi popoli dall’estremo Oriente all’e­stremo Occidente, si trovano in ogni regione, in ogni epoca, testimonianze della sete inestin­guibile che prova l’uomo per la Divinità. E’ un grido insistente che risuona nei secoli sulle labbra di tutta l’umanità! Il poeta ebreo effi­cacemente lo formulava in questi termini : «Co­me il cervo si strugge per il rivo d'acqua, così l’anima mia sospira per te, o Dio ». Giordano Bruno impiegò un’immagine analoga, parago­nando questa aspirazione dell’uomo verso Dio alla spinta dell’acqua: come l’acqua infatti tende a salire al livello dal quale scese, così lo spirito umano sempre anela ad innalzarsi alla Divinità che è la sua origine.

    Ma chi brama non solo di aspirare, di spe­rare, di credere, bensì di sapere in forza di una convinzione fondata, incrollabile, deve cercare il Divino Spirito non fuori, ma dentro sé stesso. Non interroghi lo scienziato, perché questi può dire soltanto che nella Natura vi sono delle leggi invariabili; né il teologo, il quale non gli propinerebbe che vane argomen­tazioni; l’artista potrà forse soddisfare un po­co di più, ma esalterà solo la Bellezza, emana­zione divina certamente, ma che non è tutto e meno ancora otterrà dal filosofo immerso nelle sue astrazioni.

    Bisogna dunque penetra­re arditamente nelle profondità del proprio es­sere; nella più riposta cavità del proprio cuo­re si deve cercare il mistero nascosto, il mistero che in verità merita di essere da noi ricer­cato... e là, là soltanto si troverà.

    Ma una vol­ta che là dentro Lo si è trovato, si scopre che tutto l’Universo inneggia al Suo nome ed alla Sua gloria.

    Questa è la Verità fondamentale, la Verità delle Verità. Questa è la Sapienza Divina che noi chiamiamo Teosofia. Questa è la nuova proclamazione della più antica e più grande di tutte le Realtà fatta al mondo moderno.

    La Teosofia poi ci insegna due dottrine fon­damentali: l’immanenza di Dio e la fratel­lanza umana. Tutte le antiche scritture sacre insegnano "che Dio è in ogni luogo ed in ogni cosa, ma questa verità è ora così dimenticata in Occidente che riesce a molti nuova e stra­na nel sentirla predicata, come oggi avviene e talvolta persino da pulpiti cristiani.

    La Bhagavad Gita, ad esempio, dice :

    « Non vi è cosa mobile od immobile

    che esister pos­sa senza di Me » (X, 39)

    E più oltre:

    « Con una sola parte di Me

    stesso sostenen­do tutto l’universo,

    Io dimoro » (X, 42)

    Anche i più notevoli pensatori moderni han­no espresso la stessa speranza in termini con­simili: Tennyson per esempio invoca intensa- mente il proprio Spirito per incitarlo a parlare allo Spirito Divino, poiché « Spirito e Spirito si possono unire», e dice inoltre:

    « Egli mi è vicino più che il respiro, Più vicino delle mie stesse mani e dei piedi ».

    Dio si manifesta nella molteplicità delle for­me. Tutti i pensieri, tutta

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