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Antichi Maestri: Scopri la saggezza mistica degli antichi filosofi greci
Antichi Maestri: Scopri la saggezza mistica degli antichi filosofi greci
Antichi Maestri: Scopri la saggezza mistica degli antichi filosofi greci
E-book226 pagine3 ore

Antichi Maestri: Scopri la saggezza mistica degli antichi filosofi greci

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Info su questo ebook

Antichi maestri svela informazioni mancanti nei libri di storia e filosofia, che offrono un quadro molto diverso della nostra antichità e che ci fanno avvicinare ancora di più alla tradizione spirituale orientale.

Attraverso un approccio comparativo, il libro illumina di >nuova luce spirituale il pensiero occidentale, da sempre ritenuto più materialista di quello orientale.

Un modo diverso per avvicinarsi alla tradizione orientale, a partire da un punto di vista noto per cultura e formazione al lettore occidentale.

Eckhart Tolle, autore di best seller molto amato anche in Italia, ha curato la prefazione del libro. La sua profondità di analisi offre al lettore una chiave di lettura unica e illuminante.
LinguaItaliano
Editoremylife
Data di uscita31 ago 2017
ISBN9788863867534
Antichi Maestri: Scopri la saggezza mistica degli antichi filosofi greci
Autore

Lisa Jhonses

Lisa Johnsen è studiosa di filosofia spirituale, con una particolare predilezione per la cultura indiana e ha una laurea in psicologia orientale e occidentale.

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    Anteprima del libro

    Antichi Maestri - Lisa Jhonses

    PREFAZIONE

    L’ANTICA GRECIA È CONSIDERATA a ragione la culla della civiltà europea. Ha prodotto creazioni e innovazioni senza precedenti in molti campi, come la letteratura, la pittura, la scultura, la politica, il teatro, l’architettura, e così via. I greci inoltre hanno dato un importante contributo a quella che potremmo chiamare un’espansione delle capacità della mente umana e del loro campo di applicazione. Furono in grado di liberarsi dai limiti delle credenze dettate dagli influssi culturali, in cui milioni di persone sono intrappolate ancora oggi. Tali credenze sono accettate senza essere messe in discussione e sono parte integrante del condizionamento della mente. Si può dire quindi che i filosofi greci ci abbiano insegnato a pensare. È generalmente riconosciuto, e insegnato nelle università, che nel contesto culturale europeo la civiltà dell’antica Grecia diede origine al pensiero razionale e gettò le basi per lo sviluppo della scienza. È tutto vero, e se la storia fosse tutta qui non ci sarebbe bisogno di questo libro. Invece non lo è, ma è solo la metà di essa. Nell’opera degli antichi filosofi greci c’è una dimensione, che potremmo chiamare spirituale, trascurata dagli studi accademici e ampiamente rimossa. La loro capacità di pensare in maniera creativa e di superare i confini del condizionamento mentale dipendeva dalla facoltà di accedere, in misura maggiore o minore, alla dimensione interiore.

    Gli Antichi Maestri parla di questo aspetto dimenticato ma essenziale della vita e del pensiero dei grandi saggi dell’antichità europea. Se sei pronto ad affrontare la dimensione interiore, avrai voglia di leggere il libro più di una volta. Sarai colpito dai filosofi greci e dalla loro profonda saggezza, smarrita per millecinquecento anni, riscoperta nel Rinascimento e poi dimenticata di nuovo.

    L’argomento del libro non ha solo un interesse storico, ma è di vitale importanza per la nostra civiltà, se vuole sopravvivere. Bisogna riscoprire le nostre radici nella dimensione spirituale e ritrovare quella sfera interiore per superare la coscienza individualista, che è una delle cause principali della sofferenza umana.

    La capacità di pensare, che trova espressione nella ricerca e nella sempre maggiore espansione della conoscenza scientifica, è uno straordinario traguardo evolutivo, ma se non è bilanciata dalla consapevolezza può diventare pericolosa e distruttiva. L’ego emerge quando c’è una totale identificazione con il pensiero, ma senza un fondo di consapevolezza. Una persona – o un’intera nazione – può essere posseduta da determinati schemi all’interno della mente condizionata. Quando il pensiero e la consapevolezza sono in equilibrio, emerge la saggezza. Allora il pensiero diventa utile e creativo. Ovviamente i filosofi antichi erano interessati alla conoscenza e, attraverso l’applicazione del pensiero razionale, alcuni di loro giunsero a scoperte incredibili. Per esempio, Democrito arrivò alla conclusione (2400 anni fa!) che ogni cosa nell’universo è costituita da particelle infinitesimali che chiamò atomi, separati l’uno dall’altro dal vuoto. Senza dubbio gli antichi greci erano interessati alla conoscenza, ma soprattutto alla saggezza o sapienza. Ecco perché si chiamavano filosofi, che significa amanti della sapienza.

    La saggezza nasce dalla consapevolezza e può manifestarsi sotto forma di pensiero. Ma la radice della saggezza sta nel non pensiero, ossia nella libertà dal pensare. Ecco perché Socrate disse: La saggezza inizia con la meraviglia. Che cos’è la meraviglia? Il dizionario riporta varie definizioni. Quella che si applica meglio al detto di Socrate definisce la meraviglia estasiata attenzione o stupore verso qualcosa di misterioso o di nuovo. Perciò, quando parla di meraviglia, Socrate si riferisce a uno stato di calma interiore in cui non c’è pensiero. C’è consapevolezza, ma non ci sono narrazioni, interpretazioni o spiegazioni. Questo è avvalorato da un altro dei suoi detti più famosi, che di solito viene frainteso. Quando gli fu chiesto perché l’oracolo di Delfi lo avesse chiamato il più sapiente degli uomini, Socrate rispose: Sono il più sapiente degli uomini perché io so una cosa, ossia so di non sapere. Quest’affermazione è a volte interpretata come falsa modestia (che è una forma di ego), ma ritengo che il filosofo si stesse riferendo allo stato di non conoscenza che precede ogni uso creativo della mente. In questo stato di calma interiore ci connettiamo con la coscienza incondizionata, così non siamo più intrappolati nella mente condizionata. Plotino lo spiegava così: Lasciandosi alle spalle ogni pensiero, [l’anima] si abbandona al silenzio. La mente invece di rimanere chiusa in se stessa, nel proprio ego, diventa lo strumento di una facoltà superiore.

    Lo stato di coscienza che Socrate descrive come meraviglia sollevò interrogativi che non erano mai stati posti prima nel contesto culturale europeo: qual è la natura del cosmo? Che cosa si nasconde dietro al mondo accessibile tramite la percezione sensoriale? Che cosa sono la bontà, la virtù, l’amore? Esiste un Essere supremo? Qual è la forma migliore di convivenza per gli esseri umani? Su quali precetti etici deve basarsi la condotta delle nostre vite? E poi trovarono delle risposte, che non furono definitive e perciò non produssero sistemi dogmatici, ma rimasero provvisorie ed esplorative. Questo significava che c’era ancora spazio per andare più in profondità. La massima Conosci te stesso iscritta sul tempio di Apollo a Delfi, esortava a porsi la domanda più importante e profonda di tutte: Chi sono io?. La risposta non poteva essere astratta ma basata sull’esperienza. Trovala e trasformerà te e la tua vita!

    Potremmo dire che il requisito fondamentale di ogni pensiero creativo sia l’accesso alla coscienza incondizionata interiore, ossia alla dimensione spirituale. Il pensiero discorsivo diventa sterile e persino distruttivo quando perde la connessione con quella dimensione. In altre parole la conoscenza conseguita solo attraverso il pensiero razionale, senza la consapevolezza che dà origine alla saggezza, può essere pericolosa; più grande è la conoscenza, più diventa potenzialmente distruttiva. Questi antichi saggi pensavano che il compito più importante per noi esseri umani fosse la connessione consapevole con la dimensione spirituale. Da questo derivano la virtù, l’amore, il comportamento giusto e il pensiero creativo. È l’essenza di ciò che siamo. Ecco perché Pitagora insegnava: Le persone si muovono in tutte le direzioni, incontrando una sofferenza dopo l’altra. Perché? Perché non sono connesse con se stesse. La conoscenza è importante, ma la saggezza è fondamentale. I filosofi della Grecia antica insegnavano soprattutto la saggezza. Sebbene cercassero la conoscenza, alcuni di loro miravano essenzialmente alla trasformazione dell’essere umano, ossia della coscienza umana. Anche se le conoscenze che acquisirono gettarono le basi per lo sviluppo della scienza, molti di loro avevano più cose in comune con gli antichi guru indiani che con i filosofi accademici o gli scienziati moderni. Un aspetto importante di questo libro è che presenta numerose prove a dimostrazione del fatto che molti filosofi greci conoscevano gli insegnamenti e le pratiche spirituali dell’antico Egitto e soprattutto dell’India, e ne furono influenzati.

    Anche se sul nostro Pianeta sta avvenendo un risveglio spirituale collettivo che riguarda una piccola percentuale della popolazione totale, l’inconsapevolezza e la tensione individualista si stanno intensificando. Ciò rischia di condurre l’umanità a una crescente follia collettiva, che avrebbe come risultato violenti scontri, la distruzione e la rapida scomparsa della nostra civiltà. Il poeta W.B. Yeats scrisse la famosa frase: Tutto cade a pezzi; il centro non tiene. Il problema non è che il centro non tiene, ma che gli esseri umani non sono consapevoli del centro, ossia della loro essenza più profonda, che è la dimensione spirituale della vita. Quando milioni di esseri umani vivono in questo stato di inconsapevolezza, cercando di trovare un’inafferrabile soddisfazione nell’appagamento dei sensi e nelle cose materiali, danno origine a una civiltà che è come una casa costruita sulla sabbia, senza fondamenta, per parafrasare le parole di Gesù.

    Non c’è più nessun valore trascendente a tenere insieme la civiltà e tutto cade a pezzi. Secondo me l’ingegno e persino il Quoziente Intellettivo, nel senso convenzionale della parola, non sono sufficienti a tenere insieme una civiltà o a rendere appagante la vita di una persona.

    Leggendo questo libro, scoprirai che gli Antichi Maestri, che sono vissuti in un lontano passato e i cui insegnamenti più importanti sono stati dimenticati o cancellati, stanno tornando a vivere dentro di te. Intraprenderai non solo un viaggio a ritroso nel tempo fino alle origini della nostra civiltà, ma troverai anche te stesso in un cammino senza distanze e senza tempo nella dimensione della tua vera essenza.

    Eckhart Tolle

    Cronologia degli antichi maestri

    Le date dei maestri spirituali nati in Oriente o in Occidente prima del V secolo d.C. spesso sono incerte. In molti casi si tratta di date ipotetiche, basate su prove scarse o discordanti.

    Prima dell’Era volgare

    Era volgare

    CAPITOLO 1

    LA LUCE

    DELL’OCCIDENTE

    QUASI NESSUNO LEGGE PIÙ gli antichi greci perché, nel secolo scorso, gli studiosi sono riusciti in un’impresa che stupirebbe gli eruditi del passato: hanno reso i greci noiosi. Fino al Rinascimento i filosofi dell’antica Grecia erano riconosciuti come maestri spirituali di primaria importanza in tutto il mondo cristiano e in quello islamico. Platone era ritenuto uno dei più grandi mistici della storia della civiltà occidentale e Plotino, che continuò la tradizione platonica, un gigante della spiritualità dell’Occidente. Questi uomini non erano solo dei pensatori, ma erano ritenuti dei saggi che trasmettevano una profonda e ispirata tradizione mistica simile a quella dell’India.

    Io non avevo molta pazienza con i testi greci, e mi ci volle del tempo per rendermi conto che non erano né noiosi né irrilevanti. All’università mi addormentavo durante le lezioni di filosofia ed ero risentita perché il mio professore infliggeva a noi studenti del primo anno i dialoghi di Platone e la metafisica di Aristotele.

    Come altri figli degli anni Sessanta, per illuminarmi mi rivolsi alle Upanishad induiste e non alle Enneadi di Plotino, al Ramayana e al Mahabharata dell’India e non all’Iliade e all’Odissea per trovare l’ispirazione, a Krishna e a Budda invece che a Omero o a Socrate come idoli. Rispetto ai veggenti induisti e ai siddha buddisti, i celebrati greci mi sembravano meno interessanti.

    Alla fine però le mie ricerche indiane mi riportarono in Grecia. Appresi che un mago greco di nome Apollonio di Tania aveva visitato l’India nel I secolo d.C., e che un resoconto piuttosto dettagliato dei suoi viaggi era sopravvissuto. Leggere la storia di Apollonio fu un’esperienza eccitante, che mi rivelò sorprendenti collegamenti tra le culture della Grecia, di Roma, dell’Egitto, della Persia e dell’India, ignorati dalla maggior parte degli storici moderni. Questo suscitò il mio interesse verso i filosofi greci: come mai molte delle loro dottrine e pratiche religiose corrispondevano agli insegnamenti dei saggi indiani? Aveva ragione Apollonio quando affermava che i greci avevano acquisito le proprie dottrine dagli egizi, che a loro volta le avevano apprese in India?

    Così tornai a studiare i greci, leggendo le parti di Platone che il mio professore aveva consigliato di saltare. In quelle pagine trovai il nocciolo della questione, ossia la profonda spiritualità che oggi fa inorridire gli accademici, ma che affascinò le più grandi menti del mondo occidentale per più di mille anni.

    Lessi gli storici greci come Erodoto, Diogene Laerzio, Diodoro Siculo e Plutarco, nel tentativo di scoprire cosa dicevano gli antichi della propria tradizione prima che gli studiosi moderni la reinterpretassero. Ero sbalordita dalle somiglianze tra il mondo greco di allora e l’India in cui viaggiavo oggi, dove la prospettiva degli antichi sopravvive nei villaggi bengalesi, nelle enclavi di Varanasi e nelle giungle di palme del Kerala. Il genere di pratiche spirituali che Plotino (uno dei più grandi maestri ellenistici) descrisse nelle sue Enneadi è vivo ancora oggi nelle grotte himalayane dove il filosofo è sconosciuto, mentre è moribondo nelle università americane ed europee in cui si studia il suo pensiero.

    È sorprendente che oggi gli studiosi di yoga possano leggere Plotino e riconoscere immediatamente gli stati superiori di coscienza che descrive, correlandoli punto per punto con i livelli di meditazione elencati nello Yoga Sutra indiano del 200 a.C. Possiamo individuare l’influenza orientale in tutto il pensiero greco, anche se spesso gli studiosi occidentali ignorano questa contaminazione.

    Rimasi così stupita dalle correlazioni tra la tradizione greca e quella yoga che cominciai a parlare degli antichi filosofi greci a tutte le persone che conoscevo. I miei amici si entusiasmarono quanto me ed esclamarono: Queste informazioni sono incredibili! È inconcepibile non averne sentito parlare prima d’ora! Devi scriverci un libro!. Ed eccolo qui.

    Voglio far conoscere anche a te gli antichi maestri spirituali, i guru occidentali che purtroppo abbiamo dimenticato. Le loro vite, come quelle dei saggi di tutto il mondo, sono straordinarie. E il loro peculiare approccio alla spiritualità ricorda quello degli induisti, dei buddisti, degli yogi e dei tantrici. Quella indiana era una cultura molto più antica e i saggi greci si discostano dai guru indiani per molti aspetti importanti. Ma le differenze non sono così grandi. Anche le religioni misteriche che ispirarono la civiltà greca e romana erano collegate al misticismo indiano, specialmente alle dottrine del karma, della reincarnazione e della trascendenza spirituale.

    Gli elleni

    Vorrei spendere qualche parola sul periodo e suoi luoghi di cui si occupa questo libro. Durante l’Età ellenica ed ellenistica, in Grecia ci furono straordinari progressi intellettuali. L’Età ellenica (arcaica e classica) iniziò nell’800 a.C. circa, epoca in cui sono solitamente collocati i poemi epici attribuiti a Omero, e durò fino al 336 a.C. circa, quando Alessandro Magno (discepolo di Aristotele che a sua volta era discepolo di Platone) apparve sulla scena mondiale.

    L’Età ellenistica iniziò con Alessandro che diffuse la cultura greca fino in Afghanistan. Le sue conquiste si fermarono solo quando i suoi uomini si rifiutarono di andare oltre, riconoscendo che era inutile tentare di conquistare l’India. C’è chi fa terminare questo periodo nel 31 a.C. circa, con la nascita dell’Impero romano; c’è chi invece ritiene che esso proseguì fino al 500 d.C. circa, quando i sovrani cristiani fecero chiudere le università ellenistiche. Fino a quel momento la maggior parte delle persone istruite scriveva ancora in greco e la visione del mondo dei greci dominava la coscienza occidentale. In questo libro ti farò conoscere alcuni dei più importanti maestri spirituali del periodo greco-romano, dall’Età ellenica fino al VI secolo d.C.

    Gli scienziati, i filosofi, gli artisti e i saggi greci non venivano solo dalla Grecia. Alcuni dei più grandi provenivano dalla Turchia e dall’Egitto, dall’Italia e dalla Bulgaria, dalla Sicilia e dalla Siria. A quel tempo la Grecia era più uno stato mentale che un luogo fisico.

    Ritengo che portare il punto di vista orientale all’interno della cultura dell’antica Grecia ci aiuterà a comprendere quali sono le radici spirituali dell’Occidente. Se recuperiamo il nostro patrimonio culturale europeo, ci riconnettiamo con la spiritualità che è al centro della nostra civiltà.

    Credo sia arrivato il momento di riportare in vita gli Antichi Maestri della Grecia, per ascoltare di nuovo la loro perenne saggezza e per vivere ancora una volta le verità senza tempo della vita spirituale attiva che essi incarnavano.

    CAPITOLO 2

    LE RELIGIONI

    MISTERICHE

    IL 21 SETTEMBRE 1962 Robert Paget e Keith Jones scoprirono l’entrata dell’inferno. La trovarono esattamente dove gli autori classici greci e romani avevano sempre detto che fosse, nei terreni vulcanici lungo la costa occidentale italiana.

    I due esploratori, ufficiali di marina in pensione, si calarono in un passaggio nascosto dietro a un antico complesso archeologico a Baia. Erano stati avvertiti che i gas velenosi avrebbero potuto ucciderli e infatti l’aria era a malapena respirabile. Percorrendo un tunnel lungo e stretto per circa 122 metri, dotato di nicchie in cui le antiche sacerdotesse ponevano le lampade a olio, arrivarono a un bivio: il tunnel si divideva in due condotti separati, un’importante caratteristica dell’aldilà così come è descritto nei testi antichi. A quel punto la temperatura era salita a 49 °C. Dopo altri 45 metri gli esploratori furono fermati da acque vulcaniche gorgoglianti. Avevano raggiunto la riva del fiume Stige.

    Nel 1870 un archeologo, Heinrich Schliemann, sbalordì il mondo mettendosi sulle tracce delle rovine di Troia descritte nell’Iliade, il poema epico di Omero. Troia era considerata un mito e non una vera città che aveva dominato l’Ellesponto, lo stretto in cui il mar Mediterraneo incontra il mar Nero. Qui l’archeologo dilettante disseppellì quella che molti ritengono la città sconfitta descritta da Omero e che forse, come il poeta greco aveva sostenuto, cadde veramente sotto i colpi degli

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