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Moneta e Società: Le conseguenze sociali delle politiche monetarie - Il caso italiano
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E-book171 pagine4 ore

Moneta e Società: Le conseguenze sociali delle politiche monetarie - Il caso italiano

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In questo libro si affrontano le diverse teorizzazioni della moneta (privata; statale; avente valore intrinseco; bancaria) e gli effetti che derivano dalla loro circolazione e dalla loro interazione.
La politica monetaria, che regola questa circolazione, è il primo tassello per favorire l’attività delle imprese, selezionare una classe dirigente, avere uno Stato amico e non nemico dei suoi stessi cittadini.
Alcuni eventi hanno segnato, nel bene e nel male, la Storia successiva alla seconda guerra mondiale: gli accordi di Bretton Woods e di Yalta; la dichiarazione di Nixon del 1971; l’abbandono delle teorie keynesiane. Questo percorso ha portato dapprima allo strapotere del sistema bancario sulle istituzioni politiche, e oggi al tragico predominio della grande finanza.
Galloni propone correttivi, elencati in nove punti cruciali in vari possibili scenari e indica nel superamento del mito delle esportazioni un primo fondamentale passo per un’economia e una società in cui lo sviluppo degli uni non avvenga a scapito degli altri e la tutela dell’ambiente, della salute e del benessere non rappresenti un limite allo sviluppo stesso, ma la sua condizione.
LinguaItaliano
Data di uscita26 dic 2013
ISBN9788890906992
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    Anteprima del libro

    Moneta e Società - Nino Galloni

    Moneta e Società

    Ottobre 2013

    © Antonino Galloni

    Coedizione digitale (eBook) a cura di MABED Edizioni Digitali

    Editing: Fabrizio Zani

    Grafica e interni: Rivoluzione Naturale Grafica

    Adattamento eBook: Mabed

    Collana Keynesiana diretta da Paola Ghini

    ISBN: 978-88-909069-9-2

    In copertina: Gli emigranti di Angelo Tommasi

    www.edizionisi.com

    www.mabed.it

    info@mabed.it

    Il libro

    In questo libro si affrontano le diverse teorizzazioni della moneta (privata; statale; avente valore intrinseco; bancaria) e gli effetti che derivano dalla loro circolazione e dalla loro interazione.

    La politica monetaria, che regola questa circolazione, è il primo tassello per favorire l’attività delle imprese, selezionare una classe dirigente, avere uno Stato amico e non nemico dei suoi stessi cittadini.

    Alcuni eventi hanno segnato, nel bene e nel male, la Storia successiva alla seconda guerra mondiale: gli accordi di Bretton Woods e di Yalta; la dichiarazione di Nixon del 1971; l’abbandono delle teorie keynesiane. Questo percorso ha portato dapprima allo strapotere del sistema bancario sulle istituzioni politiche, e oggi al tragico predominio della grande finanza.

    Galloni propone correttivi, elencati in nove punti cruciali in vari possibili scenari e indica nel superamento del mito delle esportazioni un primo fondamentale passo per un’economia e una società in cui lo sviluppo degli uni non avvenga a scapito degli altri e la tutela dell’ambiente, della salute e del benessere non rappresenti un limite allo sviluppo stesso, ma la sua condizione.

    L’Autore

    Antonino (Nino) Galloni, nato a Roma nel 1953, laureato in giurisprudenza nel 1975 ricercatore in Economia presso l’Università di Berkeley nel 1978.

    Tra il 1981 e il 1987 è stato collaboratore del prof. Federico Caffè della facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Roma, e dal 1987 al 1999 ha insegnato all’Università Cattolica di Milano, all’Università di Modena, alla Luiss e all’Università degli Studi di Napoli. Ha ricoperto diversi incarichi e ruoli ai ministeri dell’Economia e del Lavoro, all’INPDAP e all’OCSE, nonché come consigliere di amministrazione dell’Agip Coal e Nuova SATIN, e di board director della statunitense FINTEX Corporation. Dal 2010 è membro effettivo del collegio dei sindaci all’INPS. È autore di numerosi saggi concernenti l’economia, e che trattano in maniera particolare di tematiche riguardanti il mercato, la finanza, e la sovranità monetaria. Fra questi ricordiamo: Chi ha tradito l’economia italiana, Roma, 2012, Eurocidio, Roma, 2013.

    Nota dell’Editore

    Vista oggi, in tempi di ‘crisi’ apparentemente senza sbocchi, la scomparsa del Keynesismo dall’orizzonte delle politiche economiche e monetarie appare inspiegabile.

    In auge nel dopoguerra, e ancora per tutti gli anni ‘70, l’idea di politica monetaria espansiva come strumento di costruzione della riccheza economica, sembrava avere dalla sua il crisma dell’ovvietà, al punto di esssere studiata, nelle sue forme più semplici, nelle scuole superiori, e fieramente avversata dai marxisti, che la vedevano come l’uovo di Colombo del capitalismo, capace cioè di ridurre fortemente l’impatto delle crisi ciclciche e delle loro conseguenze peggiori (sovrapproduzione, disoccupazione).

    Nino Galloni, in questo libro breve ma estremamente denso, ci spiega l’arcano. Le politiche monetarie, infatti, hanno un’influenza decisiva tanto dal punto di vista del funzionamento dell’economia quanto da quello delle sue ricadute sociali in senso stretto.

    Le attuali scelte restrittive, che, è sotto gli occhi di tutti, aggravano la crisi anziché attenuarla, vengono da molto lontano. Hanno le loro radici nelle modifiche degli assetti di potere capitalistici degli ultimi decenni del secolo scorso, nelle scelte compiute in quegli anni da ambienti e uomini che definiremmo (e ci sia scusato l’intervento a gamba tesa) ‘diversamente democratici’ e che mantengono saldamente le redini del potere in Occidente, in Europa e in Italia in particolare.

    Questo libro fa giustizia di molte delle incomprensioni e contraddizioni che caratterizzano il dibattito fra le diverse ‘scuole’ oggi impegnate a smascherare i veri obiettivi delle politiche di ‘austerità’ proposte, incredibilmente, per uscire dalla cirsi economica.

    Cos’è veramente ‘moneta’; perché, storicamente, si sono affermati diversi tipi di moneta e più soggetti in grado di produrne. Come garantirne il valore e utilizzarla per il benessere di tutti. Come restituire forza e dignità alla nostra Nazione.

    Ripartendo da Keynes, il futuro potrà essere molto migliore e diverso da quella valle di lacrime verso cui uomini grigi ci stanno indirizzando.

    Nino Galloni

    Moneta e Società

    Le conseguenze sociali delle politiche monetarie

    Il caso italiano

    Premessa dell’Autore

    Il dibattito sulla moneta – cosa sia, a chi appartenga, chi la deve emettere – è presente da millenni tra filosofi, teologi, giuristi e, in tempi più recenti, economisti; dopo una fase di latenza di cui si cercherà di dire qualcosa più avanti durante gli anni ’80 dello scorso millennio, ha ripreso ad un ritmo accelerato già alla fine dei ’90 ed esponenziale in seguito.

    Teorie semplificatrici si contendono la palma di definitive, con alterne fortune e suggerendo soluzioni decisive non solo per l’economia, ma anche per la politica: fiat money di origine statale; regolazione della moneta bancaria con obbligo di riserva al 100% per non parlare di ritorno all’oro; proprietà popolare della moneta con intenti sovranisti (o, forse, sovranitaristi); eliminazione o sostituzione delle banche o delle banconote cartacee... e chi più ne ha, più ne metta! Paradossalmente, nessuna di queste teorie risolutive appare totalmente priva di fondamenti, ragion per cui – del pari – nessuna di esse riesce a convincere pienamente i numerosi e ferratissimi cultori della materia.

    Obiettivo di questo scritto, quindi, non sarà quello di tentare una sintesi più o meno eclettica e la chiusura dell’argomentare, ma – al contrario – quello di allargare il dibattito stesso alla valutazione complessa e sfaccettata della situazione.

    Più precisamente, si tenterà di osservare sia la realtà storica (il passato) sia quella corrente, per vedere quanto essa comprenda e, allo stesso tempo, possa discostarsi dalle teorie.

    Le parti secondo cui il tentativo si svilupperà riguarderanno:

    1) le definizioni di moneta;

    2) le evidenze del passato e del presente, vale a dire l’esistenza di nessi causali in termini di dominio/controllo/governo (della moneta sulla finanza o della finanza sull’economia, ad esempio) ed il loro interagire con l’evoluzione politica dell’Europa, degli USA, dell’Italia;

    3) le soluzioni (come si vedrà, necessariamente politiche, visto che tecnicamente si dimostreranno possibili varie alternative, ciascuna con conseguenze e retroscena sociali diversi).

    Parte Prima

    Evoluzione della moneta e attività produttive

    VARIE DEFINIZIONI DI MONETA

    Moneta è qualunque cosa venga o debba venire accettata in pagamento di altro: tale definizione è accettabile, ma insufficiente in quanto generica e non esclusiva.

    Presuppone infatti che la moneta sia come una merce.

    Più avanti, si cercherà di darne un’altra, esclusiva e specifica per la moneta stessa, in grado di distinguerla da altri fenomeni.

    Perché assurga a funzione sociale occorre – inoltre – che i prezzi dei beni e dei servizi soggetti a vendita risultino, di regola, espressi in detta moneta o valuta.

    Conseguentemente, si può fare scorta di beni o, indifferentemente, di valuta (nelle società schiavistiche, si può fare scorta anche di servizi possedendo gli erogatori degli stessi, cioè – appunto – gli schiavi: quando fossero disponibili dei robot capaci di garantire una serie sufficientemente varia di servizi, sarebbe possibile fare scorta di questi ultimi anche in una società non schiavistica).

    A seconda della deperibilità dei beni o di altre considerazioni, può esser conveniente detenere (risparmiare, vale a dire non-spendere) valuta invece che i beni stessi.

    Se ne deduce che il valore specifico della moneta consiste nella sua capacità di ottenere in cambio il corrispondente in beni o servizi; quindi, il valore specifico della moneta non esiste, esiste la sua capacità che chiamiamo per convenzione valore.

    Invece, il valore sociale (ben distinto, appunto, dal valore intrinseco) della moneta corrisponde alla funzione che svolge, in generale, e che può venir quantificato – beninteso – ma in modo arbitrario, come tante altre funzioni e attività che consideriamo necessarie pur essendo sostituibili: lo studio comparato delle società ci aiuta a comprendere la falsa insostituibilità di tante cose!

    Alla fine, possiamo dire che il valore di insieme della moneta, esistente in un sistema, corrisponde ai beni e ai servizi che può comperarvi; tuttavia, se distruggiamo tutta la moneta esistente in quel sistema non vengono contestualmente a mancare i beni e i servizi, mentre, se distruggiamo tutta la produzione, cosa la moneta sarà in grado di comperare?

    Da questo primo punto di vista, il valore della moneta è illusorio e dipende dalla volontaria o involontaria ignoranza di tale circostanza, la quale consente il riconoscimento sociale della moneta o, a seconda dei casi, la sua obbligatorietà legale.

    Ovviamente, opere d’arte, metalli preziosi, gioielli o medaglie che abbiano un contenuto passibile di valutazione economica autonoma possono venir tesaurizzati per essere utilizzati in seguito come moneta o quasi moneta; però, il loro valore nel tempo può considerarsi incerto, per cui la non utilizzazione corrente di tale moneta o quasi moneta (per conservare valore) si giustifica solo per la superfluità di detti beni.

    Infatti, se il valore di un bene non deteriorabile è incerto nel tempo, la sua sottrazione al circuito economico dipende dal fatto che il possessore non ritiene né di dover soddisfare esigenze di consumo corrente (evidentemente già soddisfatte), né di dover acquistare altri beni da commerciare per ottenere ulteriore moneta.

    Nella storia e nel presente, abbiamo avuto vari tipi di moneta sia sotto il profilo del supporto materiale (che, qui, ci interessa di meno), sia sotto il profilo della loro origine – l’emissione – che consente di identificare il processo sociale sottostante ovvero di dominanza. Così abbiamo ed abbiamo avuto, principalmente: A) moneta privata non bancaria; B) moneta statale; C) moneta internazionale (a vario tenore di metallo pregiato o con promessa di scambio con esso); D) moneta bancaria e/o finanziaria.

    A. MONETA PRIVATA NON BANCARIA.

    È quella che viene accettata volontariamente tra privati a fronte di un credito/debito contemporaneo o preesistente: esempio, compravendita di un bene con scambio concomitante oppure pagamento differito. Ma può anche servire per ottenere un bene o un servizio futuro assicurando una somma anticipatamente; tale anticipazione può essere definita in tutti i suoi aspetti o venir adeguata al momen to in cui la controprestazione fisica viene immessa nelle concrete disponibilità del compratore. Non bisognerà aspettare la nascita dei mercati finanziari e borsistici per vedere operative tali dinamiche: infatti, ci sono tracce di esse nel passato, anche millenario.

    Ciò che distingue la moneta vera e propria da un baratto (ad esempio disponibilità di oro adesso contro un determinato quantitativo di grano dopo il raccolto) è il fatto che la moneta – priva di valore intrinseco – venga successivamente accettata da un altro operatore per un valore (in termini di merci) definito o definibile; insomma, chi accetta la moneta in pagamento deve sapere che potrà spenderla di lì a poco, o in seguito, senza difficoltà e non perché essa abbia un contenuto di valore intrinseco, aureo o argenteo.

    Se sono l’oro e l’argento o un miscelato di questi e di autorità dello Stato (ovviamente anche città-Stato, non c’entra necessariamente lo Stato nazionale moderno) che danno efficacia alla moneta, potrà anche esservi un misto di volontarietà privata – altrimenti nota come fiducia – ma non si tratta di moneta privata vera e propria, bensì di altro, che si cercherà di analizzare in seguito.

    Quindi, la moneta privata viene accettata all’interno di un circuito chiuso di operatori che si conoscono, ovvero che si fidano tra loro anche indirettamente (per buona fama, come fu nel caso dei Templari, di cui si sono cercati grandi tesori, mentre l’unico vero – la credibilità del loro sistema fiduciario – si spense con la soppressione dell’Ordine, salvo ricomparire, seppure parzialmente, con i loro eredi materiali e spirituali). Essa è una lettera, un simbolo, un oggetto senza valore intrinseco, addirittura una promessa verbale.

    Si è cominciato con questo tipo di moneta perché essa è la più pura, quella che consente di afferrare il concetto di moneta, evitando la prima delle confusioni, con l’oro (o altro metallo prezioso); nel presente o anche nel recente passato, la moneta privata si è mescolata con le altre forme, la bancaria e la statale.

    Ad esempio, un assegno senza copertura o semplicemente post-datato (forme attualmente non legali, ma tuttora vigenti) rappresenta una moneta privata finchè non rientra nella legalità: nel qual caso incontra la copertura o una data compatibile col contratto. Quando l’effetto rientra nella legalità, esce

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