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Fantastico Raoul !
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E-book127 pagine1 ora

Fantastico Raoul !

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Info su questo ebook

Raoul non è né un fannullone né un secchione, è solo Raoul, il ragazzo più fantastico della scuola St-Supplice. È convinto che i suoi genitori non fossero presenti al  momento della sua nascita, che la sua vecchia zia Gertrude è una spia ancora in attività e che la sua insegnante di francese è una piromane. Tuttavia, Raoul trova la sua vita super fantastica. Potrebbe avere molti amici, ma preferisce stare con Bart, il suo migliore amico che ha la fobia dei serpenti e dei ragni. Quando Raoul e Bart incontrano Catline e Li Mei, due ragazze della loro classe, è l'inizio di una grande amicizia di un gruppo davvero fantastico.

Alain Ruiz ha conseguito un diploma di dottorato in Scienze della religione presso l'Università di Montreal ed è autore di diversi romanzi e guide pratiche venduti in più 130.000 esemplari, tra cui la serie Ian Flibus (Ian Flix) che ha conosciuto un grande successo in Quebec e Les chroniques de Braven Oc, anch’esso adattato in fumetti. Alain Ruiz è sposato ed ha 3 figli.

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita16 gen 2019
ISBN9781547542826
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    Anteprima del libro

    Fantastico Raoul ! - Alain Ruiz

    Capitolo 1- L'arte e il modo di non convincere i propri genitori

    Ora, ne sono sicuro, i miei genitori non erano presenti il giorno in cui sono nato! Altrimenti, come spiegare la loro totale indifferenza a tutte le mie richieste? Nel profondo della mia anima, ricordo persino ciò che mi ha detto l’ostetrica quando sono nato, da solo, senza l'aiuto di nessuno.

    — Mi dispiace, mio bel bambino, ma i tuoi genitori non sono potuti venire a vederti nascere. Avevano qualcosa di più importante da fare.

    Secondo me, mi sono formato dentro un uovo, poi messo in un'incubatrice fino alla schiusa. Ma prima che mi trovassi alla maternità, per non so quale miracolo, mia madre aveva dovuto probabilmente seppellire il mio uovo nella sabbia, su una spiaggia, come fanno le tartarughe giganti che lasciano poi la loro prole in balia della natura. Quindi, so esattamente cosa possono provare le tartarughe Ninja per essere state anch’esse abbandonate.

    Per me, è più che ovvio. Se mia madre e mio padre fossero stati davvero lì quando sono entrato in questo cattivo mondo, non avrebbero potuto resistere nell'udire il mio primo grido, il primo di una serie molto molto lunga. Ogni genitore degno di questo nome non può che commuoversi davanti alla sofferenza del figlio. Ora, sono già arrivato alla tredicesima stagione del telefilm  della mia vita e i miei genitori ancora non capiscono cosa mi aspetto da loro. Bene, per quanto riguarda il primo anno, non posso davvero rimproverarli. Era tutto nuovo. Loro non avevano esperienza. Ok, avevano già mia sorella Clara, di due anni più grande, ma questo non conta. Sono il loro unico figlio, punto e basta! Poi, i bisogni di una ragazza sono molto diversi da quelli di un ragazzo. Non c'è bisogno di fare un disegno. Alla fine, poco importa, sorella maggiore o no, i miei genitori hanno avuto tutto il tempo per abituarsi a tutti i miei movimenti quotidiani per soddisfare il minimo dei miei bisogni. Ma dopo tredici anni, sono ancora alla prima tappa: «Forse ha fame... A meno che ha il pannolino zuppo... Oppure sono i denti che lo disturbano».

    Pfft ! Francamente, probabilmente hanno perso diversi episodi della mia vita o non hanno accesso ai replay, perché non vedo cosa ci sia di così difficile da capire quando dico loro che voglio un iPhone 6. È molto chiaro, mi sembra. Lo pronuncio ad alta voce, faccio lo spelling per essere sicuro che non si confondano con un baby monitor, ma non c’è niente da fare. Non si sono neanche accorti dei miei grandi sforzi per articolare le parole dopo tutte quelle sedute con la logopedista. E dire che ho voluto far loro piacere. Beh, è vero che mi sono spinto un po' troppo nel fingere di essere dislessico, solo perché il mio amico Bart mi aveva detto che la sua logopedista era molto sexy.

    Volevo solo verificare, niente di più. E ammetto che aveva ragione lui. Infine, tutto questo per dire che l'origine del problema non viene da me, ma dai miei genitori. La mia dizione non è affatto in questione, è piuttosto il loro udito. Forse avrei dovuto chiedere loro un megafono per il mio ultimo compleanno.  Ok, probabilmente non avrei avuto l'ultimo Call of Duty per la mia PS4 e mi avrebbe fatto impazzire aspettare fino a Natale.

    Allora ho provato a giocarmela in modo sottile. Ho ben specificato l'iPhone 6 in modo che non ci fossero equivoci, perché è fuori questione che mi comprino una versione precedente.

    — Sapete, l'iPhone 6, quello subito dopo il 5 e prima del 7!— ho detto loro.

    Ho menzionato volontariamente il 7 per prepararli psicologicamente a comprarmelo la prossima volta, ma non mi sono soffermato troppo per impedire a mio padre di rispondermi immediatamente:

    — Aspetteremo l’uscita della versione 7 per acquistare la versione 6 che sarà meno costosa.

    Attenzione, con mio padre, bisogna giocarsela finemente, altrimenti vieni cucinato ancora prima di mettere il piatto nel forno. Io, è l'iPhone 6 che voglio, e lo voglio adesso. Non voglio aspettare l’uscita dell’iPhone 7. E poi, non sappiamo cosa ci riserva il futuro. Intanto, qualsiasi forma di vita può scomparire dalla Terra se viene colpita da un enorme meteorite.

    Si potrebbe anche essere invasi da predatori extraterrestri di tecnologie poco evolute per i loro musei di opere interstellari. La storia dell'umanità dimostra che alcuni popoli sono state saccheggiati delle loro ricchezze culturali dai loro conquistatori, quindi perché gli extraterrestri non potrebbero fare lo stesso con la Terra? Anche loro devono avere collezionisti miliardari di oggetti esotici provenienti da altri pianeti. In questo preciso momento, potrebbero già prepararsi a invaderci fra sei mesi o un anno per spogliarci di tutti gli iPhone. Potrebbero persino prendersi tutte le nostre risorse naturali e tecnologiche per impedirci di farne altri. All’improvviso, torneremmo all'età della pietra. Avrei quindi aspettato invano di avere il mio iPhone 6.

    Dopo tutti questi anni di pratica davanti allo specchio per padroneggiare le mie espressioni facciali di supplica, che vanno dalle labbra tremanti alle lacrime a fiotti, non sono riuscito a convincere i miei genitori. Perfino i miei gesti non hanno dato risultato. La mia gestualità non manca di tecnica grazie alle mie molte ore trascorse a guardare film italiani e partite di calcio del Campionato d’Italia. Ma evidentemente solo i veri italiani hanno il potere di supplicare con le mani. Non è perché non ci ho provato. Non mi si può rimproverare di aver rinunciato velocemente.

    In un ultimo tentativo, ho avuto un bell’urlare che volevo un iPhone 6, mi sono ritrovato di fronte alla cassaforte della banca che ha la porta più spessa del mondo. Né il soffio del Lupo Cattivo, né il grido di Carrie, senza offesa al Signor Stephen King, avrebbero potuto avere ragione dei miei genitori. La loro indifferenza per me è più forte della somma tra Hulk e Superman. Mia madre e mio padre mi guardano sempre con lo stesso sguardo piuttosto stordito di fronte alle mie richieste speciali.

    Per un momento, ho quasi pensato che avrebbero detto di sì per l'iPhone 6, ma ho visto che stavano fingendo di pensarci. Senza prendere il tempo di consultarsi, mi hanno detto: NO. È come se fossi stato colpito dal grosso martello di Thor.

    — Quando dite di no, intendete dire non oggi, ma forse domani? —ho chiesto loro.

    — No per oggi, no per domani, no per i giorni seguenti— disse subito mia madre.

    — Neanche se contribuisco con la mia paghetta dei prossimi due anni?

    —NO!

    — Dei prossimi cinque anni?

    —NO!

    Oh, come odio questo NO! Questa parola dovrebbe essere vietata ai genitori. Chi ci governa dovrebbe approvare una legge in questa direzione.

    Dopotutto, in molti paesi, la sculacciata ora è vietata. Nelle scuole, il regolamento proibisce anche tutte le punizioni corporali, poi sembra anche che non dovremmo impedire ai bambini di litigare nelle mense scolastiche e durante la ricreazione. Favorisce la socializzazione, a quanto pare. Quindi, perché non possiamo costringere gli adulti a dire SEMPRE SÌ, per la nostra realizzazione personale? La vita sarebbe molto più semplice.

    — Posso avere un iPhone 6 ?

    — SÌ. Te lo compreremo questo pomeriggio senza dubbio.

    — Posso guardare la televisione stasera, anche se domani devo andare a scuola?

    — SÌ. Puoi anche guardarla tutta la notte, se vuoi.

    — Non ho voglia di andare a lezione oggi, posso restare a casa?

    — SÌ. Così potrai continuare la tua partita ai videogiochi.

    — Posso lasciare la mia stanza disordinata?

    — SÌ. La riordinerò io al tuo posto.

    — Posso giocare a pallone in casa anche se rischio di rompere qualcosa?

    -— SÌ. Abbiamo appena stipulato un'assicurazione contro i danni.

    Il vantaggio è che ci sarebbe meno conflitto tra genitori e figli. Vivremmo con maggiore armonia. Non saremmo più obbligati a tenere il muso per giorni perché ci hanno detto NO.

    La stessa cosa a scuola. Le relazioni tra insegnanti e studenti sarebbero molto più facili se si vietasse l’uso del NO.

    — Prof, posso attaccare le mie caccole sotto il tavolo ?

    — SÌ. Potrei farne delle foto per il mio album.

    — Posso uscire e prendere un po' di aria fresca nel cortile mentre lei risolve il mio problema di matematica?

    — SÌ, con gioia. Ti chiamerò quando avrò finito.

    — Mia madre può venire in punizione al posto mio?

    — SÌ, o anche tuo padre se lei non è disponibile.

    — Oggi, posso lasciare la lezione prima perché ho la mia serie preferita che inizia trenta minuti prima della fine delle lezioni?

    — SÌ, senza problemi. Ti suggerisco persino di uscire un'ora prima per essere sicuro di non perderla.

    — Posso andare in bagno quando voglio, senza chiedere il permesso?

    — Ovviamente SÌ, prenditi tutto il ​​tuo tempo. Abbiamo lasciato delle riviste nei bagni a disposizione

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